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Ocse, Italia ancora indietro nell'Istruzione

(Teleborsa) – E’ stato pubblicato “l’Education at a Glance edizione 2019” dell’Ocse, il report annuale che analizza il mondo dell’educazione dei Paesi a economia avanzata passando al vaglio strutture, finanziamenti e prestazioni dei sistemi educativi. Nonostante non vi sia stata per l’Italia una vera e propria bocciatura sul tema da parte dell’ente parigino, dal documento emerge ancora l’enorme divario che divide sulla questione il nostro Paese dagli altri Stati con cui si confronta.

Diverse le noti dolenti, tra cui il primato ottenuto dalla Penisola per la quota più alta di docenti ultra 50enni tra i Paesi dell’Ocse (59%) – che porterà l’italia a dover rinnovare circa la metà del suo corpo docente nel prossimo decennio – e la quota più bassa di insegnanti nella popolazione di età compresa tra i 25 e i 34 anni. In Italia il conseguimento di un titolo di studio dell’istruzione terziaria sta aumentando presso le generazioni più giovani, ma resta relativamente basso rispetto alle medie dei Paesi avanzati. Nel 2018 la quota di 25-64enni con un’istruzione terziaria era del 19%, rispetto al 28% tra i 25-34enni e al 4% della Media Ocse.
Nel nostro Paese, fa emergere l’analisi, gli adulti con un titolo di studio dell’istruzione terziaria in alcuni degli ambiti delle discipline Stem, ovvero relativi a scienze, tecnologia, ingegneria e matematica, mostrano tassi di occupazione prossimi alla media Ocse. Nel dettaglio questo avviene per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (87%), ingegneria, industria manifatturiera ed edilizia (85%). La quota di adulti con un’istruzione terziaria in ingegneria, industria manifatturiera ed edilizia è comparativamente bassa (15%), sebbene sia leggermente più alta tra i neo-laureati, dove tocca il 17%.

Il tasso d’impiego degli adulti con un’istruzione terziaria nel campo delle discipline artistiche e umanistiche, nelle scienze sociali, nel settore dell’informazione è relativamente basso (77%), seppur queste risultino ancora tra le discipline più popolari.
Infine l’Ocse analizza anche l’istruzione e la formazione tecnica e professionale (nota come Tvet) come un percorso alternativo per l’ingresso nel mondo del lavoro. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, i giovani adulti (25-34enni) che hanno raggiunto un livello d’istruzione secondario o post-secondario non terziario professionale hanno prospettive d’impiego simili ai giovani che hanno ottenuto un titolo di studio terziario. L’istruzione nella scuola dell’infanzia (pre-primaria) è principalmente erogata dal settore pubblico, con il 72% dei bambini iscritti presso istituti pubblici. In Italia il tasso d’iscrizione scolastica dei bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni è del 94%, un valore superiore alla media Ocse.

(Foto: © gilc | 123RF)


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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