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Unicredit, Mallo: “Minibond palestra del Capital Markets”

(Teleborsa) – In uno scenario in cui l’evoluzione del sistema finanziario vede le banche agire non più solo come intermediari di strumenti finanziari tradizionali, in Italia abbiamo un livello di investimenti che è ancora tre punti di PIL inferiore al periodo pre-crisi. “Abbiamo bisogno di attrarre investitori e investimenti – afferma Alessandro Mallo, Managing director capital markets di –. In particolare le Pmi hanno bisogno sia di capitale di rischio che di capitale di sviluppo e su questo aspetto l’Europa, e l’Italia in particolare, è ancora indietro”. Per dare nuova spinta al rilancio dell’economia del Paese – secondo Mallo – “il contributo bancario deve andare oltre a quello del lending tradizionale e bisogna creare una cultura aperta e complessiva del mercato finanziario”. In tale contesto, per stimolare l’accesso al mercato dei capitali delle Pmi “UniCredit – spiega il Managing director – è impegnata nella creazione di prodotti e servizi innovativi per la propria clientela”. L’Istituto di piazza Gae Aulenti ha, infatti, lanciato lo strumento dei Minibond, prestiti obbligazionari di piccolo taglio che la banca si impegna a strutturare e sottoscrivere condividendo gli obiettivi con l’azienda.

Alessandro Mallo managing director capital markets di Unicredit. Unicredit è impegnata a supportare le piccole e medie imprese anche nel reperimento di fonti di finanziamento alternative al credito bancario. Quali sono i trend del settore in Italia?

L’accesso delle Pmi in Italia a forme alternative al canale bancario e quindi al mercato dei capitali è stato incentivato nel 2012 dal decreto Sviluppo che consentì anche alle società non quotate di detrarre gli interessi passivi sui prestiti obbligazionari nonché le spese di emissioni così come era già previsto per le società quotate. Questo ha fatto sì che la parte del debito finanziario delle imprese rappresentato da prestiti obbligazionari passasse dal 6%, com’era nel 2007, al 12% nel 2016, grazie, appunto, allo sviluppo di Minibond in private placement e all’introduzione dei Pir. Siamo, però, ancora lontani dalle realtà finanziarie più evolute. In Francia, ad esempio, la parte obbligazionaria rappresenta il 23%, nel Regno Unito quasi il 30%, e negli Stati Uniti siamo, addirittura, oltre il 40%.

Quali sono le iniziative di Unicredit sul fronte Pmi nel Debt Capital Markets?

Unicredit è leader nel Debt Capital Markets dal 2012 e dal 2018 anche nel settore delle piccole e medie imprese con i minibond. In realtà, per quanto non esista una definizione di Minibond, noi con questo termine indichiamo prestiti obbligazionari di tagli ridotti, diciamo da uno a venticinque milioni, che possono essere quotati o non quotati e che hanno la caratteristica di essere poi sottoscritti da Unicredit. Per noi questi rappresentano una “palestra” del Capital Markets perché consentono ai nostri clienti di familiarizzare con le dinamiche e le regolamentazioni del mercato dei capitali in termini di certificazione del bilancio, redazione di un business plan, dotazione minima di capitale, la documentazione stessa del bond che poi viene redatta da studi legali esterni specializzati nonché per quanto riguarda gli obblighi informativi relativi anche a segnalazioni alla Banca d’Italia. Poi, come dicevo, la società può anche decidere di quotare questo titolo, solitamente va nell’ExtraMOT PRO di Borsa Italiana, effettuando un ulteriore passo verso il mercato dei capitali.

Che risultati ha ottenuto Unicredit dal lancio dei Minibond? Avete allo studio ulteriori iniziative?

A quasi due anni dal lancio del progetto Minibond, abbiamo strutturato 32 minibond, questa settimana è arrivato il 33esimo, per quasi 200 milioni in termini di volumi erogati, con distribuzione in tutto il territorio anche se prevalentemente nelle regioni del Nord. Quest’anno abbiamo anche emesso il primo social bond che ha avuto molto risalto mediatico. In termini di nuove iniziative stiamo lavorando con grande interesse ai Basket bond – si tratta di più emissioni di Minibond che vengono poi acquistati e sottoscritti da un veicolo, appositamente creato ex Legge 130, che poi emette delle note che vanno agli investitori istituzionali. Questo consente di avere un maggiore interesse degli investitori istituzionali verso i piccoli tagli e le piccole e medie imprese che su base individuale avrebbero difficoltà ad accedere al mercato dei capitali. Ci siamo recentemente aggiudicati il ruolo di arranger e placement agent dell’iniziativa Basket bond Puglia, promossa dalla Regione Puglia, con garanzie pubbliche di 25 milioni che possono arrivare anche a 40 milioni. Si può raggiungere un Basket bond fino all’importo di 160 milioni. I Minibond sono da 2 a 10 milioni con finalità e investimenti o anche attivo circolante a supporto dell’attività di sviluppo e gli esiti sono molto positivi perché abbiamo già 12 manifestazioni di interesse che hanno superato i requisiti minimi di elegibilità. C’è tanto interesse anche da parte degli investitori per l’acquisto delle note e abbiamo Cdp che farà da anchor investor. L’obiettivo per il futuro è sviluppare questi prodotti anche in altre regioni in modo da dare una spinta importante alla crescita del mercato dei capitali in Italia.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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