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Manovra, Governo diviso su Quota 100 e cuneo fiscale. Pensioni verso mini rivalutazione

Maretta nella maggioranza che non trova ancora l’intesa sulla Legge di Bilancio. Il Consiglio dei Ministri, inizialmente in programma ieri 14 ottobre, è infatti slittato ad oggi alle 21.00 quando, entro la mezzanotte, bisognerà inviare a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio, che sarà oggetto di valutazione e su cui la Commissione Ue si esprimerà a fine novembre.

Il decreto fiscale e l’articolato complessivo della manovra dovrebbero invece essere approvati in un successivo Cdm che si terrà, con ogni probabilità, lunedì 21. A poche ore dalla scadenza, la situazione resta piuttosto ingarbugliata e ancora molti i nodi da sciogliere.

È, in particolare, su Quota 100 che si consuma il braccio di ferro fra Movimento 5 Stelle e Italia Viva. Luigi Di Maio non ne vuole sapere di mettere mano alla misura: “Quota 100 non si tocca. Faremo muro. Io non creo altri esodati. Il Movimento Cinque Stelle non farà mai quello che ha fatto Elsa Fornero”. Sulla stessa linea anche la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo: “È una misura sperimentale che scade nel 2021 e come tale va portata a termine senza fare modifiche. Con i sindacati mi sono impegnata espressamente ad avviare subito un confronto su come rendere il nostro sistema pensionistico più equo. Lo faremo e proprio per questo le cose restano come stanno”.

Il Ministro dell’Economia Gualtieri, intanto, ha proposto più risorse per il cuneo fiscale: 400 milioni in più per il taglio sul primo anno: da 2,6 a 3 miliardi nel 2020 da destinare alle buste paga dei lavoratori fino a 35 mila euro, mentre i 5,3 miliardi del 2021 potrebbero essere divisi tra lavoratori e imprese.

Muro pentastellato anche sull’ipotesi di aumento di tasse sulle Sim ricaricabili aziendali (misura che porterebbe gli imprenditori a pagare 6-8 euro in più per ogni dipendente). Tutti d’accordo, invece, sull’istituzione di un fondo per la famiglia, viatico all’assegno unico per i figli, ma bisogna trovare la quadra su come realizzarlo.

Sembrerebbe in arrivo un piccolissimo segnale sul fronte delle pensioni, letto come volontà del Governo di tendere la mano ai sindacati: l’adeguamento all’inflazione salirà dal 97% al 100% per le pensioni lorde tra 1500 e 2000 euro mensili. La fetta consistente degli assegni, quelli che vanno oltre 2 mila euro, per ora rimarrà con le rivalutazioni calmierate decise dal precedente governo gialloverde.


Fonte: https://quifinanza.it/finanza/feed/

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