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Pagamenti tracciabili: quanto ci costerà la lotta contro il contante

Il Governo Conte bis è deciso a procedere nella sua lotta al denaro contante. L’obiettivo? Tracciare i pagamenti e – di conseguenza – contrastare l’evasione fiscale.

A tal proposito, proprio in questi giorni, è stato più volte ribadito di voler introdurre degli sgravi e degli incentivi fiscali volti ad incoraggiare l’uso di carte di credito e di bancomat per i pagamenti. Quello che si vuole fare, in questo modo, è spingere i contribuenti ad allontanarsi sempre di più dall’utilizzo del denaro in contante, prediligendo acquisti e spese tracciabili.

Seguendo questa logica, allora, l’Esecutivo sta passando al vaglio l’ipotesi di introdurre un rimborso compreso tra il 2% e il 4% su ogni spesa effettuata. Si tratterebbe di un vero e proprio incentivo riconosciuto a chiunque finisca col prediligere le carte di pagamento e/o il bancomat al denaro contante.

Basandoci sui dati resi noti dalla Banca d’Italia, però, l’applicazione di questo rimborso costerebbe molto alle casse dello Stato. Basta pensare che nel 2018 le spese pagate dagli italiani con la propria carta di credito hanno raggiunto una cifra pari a 80miliardi di euro. Questo vuol dire che, se il Governo riconoscesse un rimborso del 2% sugli acquisti effettuati tramite carta, sulla base di quanto emerso una mossa del genere costerebbe all’Erario ben 1,6miliardi (cifra destinata ovviamente a crescere nel caso in cui il rimborso fosse pari al 4% dei costi sostenuti).

Si tratta di somme ovviamente ingenti, specie per uno Stato come il nostro che sta facendo di tutto per far quadrare i conti prima dell’approvazione della Manovra 2020. I numeri sopra citati, inoltre, sono destinati a crescere se si tiene conto anche dei pagamenti effettuati tramite bancomat. Questi nel 2017 (anno di rivelazione dati più recente) sono arrivati a raggiungere 114miliardi di euro. Un rimborso del 2%, quindi, in questo caso costerebbe allo Stato più di 2miliardi di euro, che aggiunti al miliardo e mezzo dei rimborsi destinati ai pagamenti con carta di credito, fanno schizzare i costi a quasi 4miliardi.

Come se non bastasse, tenendo conto dell’andamento del mercato e degli abitudini degli italiani, è molto probabile che tali cifre continuino a crescere con l’andare del tempo. Come rivelato dall’Osservatorio carte di credito e digital payments di Assofin, Nomisma e Ipsos, con il contributo di Crif, nel 2018 i pagamenti elettronici sono aumentati del 6,8%, ed anche il numero delle carte di credito attivate è cresciuto notevolmente. Questo, di fatto, può avere solo un effetto sul bilancio statale, ovvero quello di far lievitare i costi destinati al finanziamento delle nuove misure anti – contante.


Fonte: https://quifinanza.it/finanza/feed/

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