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Pensioni 2020: proroga Opzione Donna e Ape sociale, a rischio Ape aziendale

In attesa del riordino (per ora solo annunciato) delle flessibilità pensionistiche, la manovra conferma per un altro anno Opzione donna e Ape sociale, mentre c’è il rischio chiusura per Ape volontario e aziendale. Resta a 67 anni l’età per il pensionamento di vecchiaia e 42 anni e 10 mesi per l’anticipo. Inoltre scatta la rivalutazione piena degli assegni (1,1%) fino a 2.052 euro lordi al mese. Ecco come cambierà nel 2020 lo scenario previdenziale per gli italiani.

Rivalutazione pensioni 2020

Alcuni assegni pensionistici dal 1° gennaio 2020 riceveranno un aumento dovuto al tasso di rivalutazione dell’1,1% sulla base del tasso di inflazione del 2019 su dati e indicatori elaborati dall’Istat. La rivalutazione si applica solo per la parte di pensione calcolata con il sistema contributivo. La rivalutazione verrà effettuata con un’elasticità variabile per fasce di importo che prevede, fino al 2021, una indicizzazione al 100% per gli assegni fino a quattro volte il minimo (2.052 euro lordi), e con un successivo decalage, nella misura del 77% per i trattamenti di volare compresi tra quattro e cinque volte il minimo, del 52% per i trattamenti tra cinque e sei volte il minimo, del 47% per i trattamenti tra sei e otto volte il minimo, del 45% per i trattamenti tra otto e e nove volte il minimo e del 40% per gli assegni superiori a nove volte il minimo. Il ragguaglio al 100% fino a quattro volte il minimo è stato deciso con il disegno di legge di Bilancio, ora al vaglio del Parlamento.

Pensioni 2020: confermate Opzione donna e Ape social

Opzione donna verrà prorogato nel 2020 per le lavoratrici con 58 anni di età (se dipendenti), ovvero 59 anni (se autonome), che abbiano maturato almeno 35 anni di contributi. Per poter andare in pensione in anticipo dovranno maturare i requisiti di età anagrafica e contributiva entro il 31 dicembre 2019. La loro pensione verrà calcolata con il criterio contributivo.
Conferma per altri 12 mesi per Ape sociale, che nelle previsione governative potrebbe essere utilizzata da almeno 15mila lavoratori con i requisiti previsti per questo anticipo agevolato e con almeno 63 anni di età e 30 di contributi (36 se impegnati in attività gravose svolte da almeno sette anni negli ultimi 10 ovvero almeno sei anni negli ultimi sette). Anche questa opzione verrà prorogata nel 2020 per le donne con 58 anni (se dipendenti), ovvero 59 anni (se autonome), che abbiano maturato almeno 35 anni di contributi, di poter andare in pensione in anticipo.
Queste dovranno maturare i requisiti di età anagrafica e contributiva entro il 31 dicembre 2019.

Pensioni 2020: pensione di vecchiaia e anticipo a 42 anni e 10 mesi

Serviranno ancora 67 anni per la pensione di vecchiaia (sia nel 2020 sia nel 2021). La conferma arriva dal decreto del ministero dell’Economia appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale sulla base dell’indicazione dell’Istat di una crescita di appena 0,021 decimi di anno della speranza di vita a 65 anni.
Per la pensione anticipata rispetto all’età di vecchiaia resta infine valido il requisito di 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne) oltre a tre mesi di finestra mobile, fino al 31 dicembre 2026, secondo quanto previsto dal cosiddetto Decretone di gennaio, quello che ha introdotto la sperimentazione di Quota 100.

Pensioni 2020: Quota 100

ll meccanismo che permette ai lavoratori di pensionarsi in deroga ai requisiti della pensione anticipata e quello di vecchiaia, dovrebbe proseguire il suo iter sperimentale. Ricordiamo che Quota 100 è stata introdotta dal D.L. n. 4/2019 (cd. “Decretone”), convertito con modificazioni in L. n. 26/2019, e prevede la possibilità di accedere alla pensione maturando un minimo di 62 anni d’età e 38 anni di contributi.
La misura, però, non è strutturale in quanto ha durata triennale per il periodo che va dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2021. Trattandosi di una misura di protezione sociale – ha dichiarato il premier Conte – la pensione “Quota 100” deve considerarsi come parte delle misure di welfare che il governo intende conservare, rispettando l’impegno preso nei confronti degli italiani.

Rischio addio per l’Ape volontario e aziendale

Da gennaio non si potrà invece più utilizzare l’anticipo finanziario per il pensionamento anticipato con 63 anni di età e almeno 20 di contributi, l’Ape volontaria, sia nella versione singola sia nella versione aziendale. La legge di Bilancio dello scorso anno ha posticipato, dal 2018 al 2019, la chiusura della sperimentazione dell’Ape volontario e aziendale. Ora si parla di chiusura, salvo ripensamenti dell’ultim’ora, di uno strumento poco oneroso per lo Stato.


Fonte: https://quifinanza.it/pensioni/feed/

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