Agosto 2020

Monthly Archives

More stories

  • in

    Mediterraneo Orientale, alta tensione Grecia-Turchia

    (Teleborsa) – Sfida a distanza – ad altissima tensione – quella che si gioca in queste ore nelle acque del Mediterraneo orientale, nata dalla disputa per l’esplorazione turca di idrocarburi all’interno della Zona economica esclusiva greca (non riconosciuta da Ankara).Nessun compromesso. Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan alza la voce e minaccia Atene: “Ci prenderemo quello che è nostro. Eviti errori che la porterebbero sulla strada della rovina. Se vuole pagare un prezzo, che venga ad affrontarci”, altrimenti “si tolga di mezzo”Bisogna evitare “ogni scintilla”, come ad esempio la collisione tra le fregate turca e greca avvenuta il 12 agosto, e parlare “il linguaggio della responsabilità”, l’auspicio del inistro della Difesa Lorenzo Guerini, che tuttavia non vede il rischio di una guerra tra Grecia e Turchia. Di fronte ai toni duri di Erdogan vanno valutati “i fatti più delle parole”, ha evidenziato. Occorre concentrarsi “sulla volontà di trovare canali di comunicazione di confronto da un punto di vista politico”.Fatto sta che il dossier del Mediterraneo orientale è quanto mai rovente da essere diventata l’argomento di primo piano alla riunione informale dei ministri della Difesa dell’UE, a cui era presente anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg che, arbitro nella lite tra alleati, ha richiamato alla “distensione” e al “dialogo. Anche il Ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas invoca la strada del dialogo e mette in guardia i due Paesi dallo scontro in atto, in un viaggio diplomatico di mediazione, in cui ha incontrato i due colleghi greco e turco: “Si sta giocando col fuoco. Ogni scintilla può portare alla catastrofe”.Ieri, intanto, a sud di Cipro sono iniziate esercitazioni militari congiunte “Eunomia” proprio nel Mediterraneo orientale che vedono coinvolte Grecia, Cipro, Francia e Italia. Lo ha annunciato il ministero della Difesa greco, citato dalla stampa ellenica. Le manovre, che termineranno il 28, si svolgono nell’ambito della Quartet Cooperation Initiative (Quad), e comprendono operazioni di superficie e aeree, nonché di ricerca e salvataggio. L’Italia, secondo il sito in.gr, partecipa con un cacciatorpediniere della classe Durand de la Penne. LEGGI TUTTO

  • in

    Giappone, segnali di recupero dall'attività economica a giugno

    (Teleborsa) – Segnali di recupero giungono dall’economia giapponese nel mese di giugno dopo la riapertura delle attività post lockdown. Lo conferma l’indice dell’attività complessiva, che segna un dato positivo: +6,1% dopo il -4,1% del mese precedente (dato rivisto dal -3,5% precedente). Il dato è comunicato dal Ministero dell’economia.L’indicatore, che rappresenta una media pesata dell’andamento dei principali settori dell’attività economica, ha visto il settore delle costruzioni registrare un calo del 2,2% dopo il -2,9% precedente, mentre il settore terziario segna un +7,9% dopo il -2,9% di maggio, mentre quello industriale sale dell’1,9% contro il -9% rilevato in precedenza. LEGGI TUTTO

  • in

    Covid-19, nuovo boom di contagi in Italia: 1.367 casi in 24 ore

    (Teleborsa) – Risalgono i contagi in Italia dove nelle ultime 24 ore si sono registrati 1.367 i nuovi casi di persone contagiate dal SARS-CoV-2 (ieri sono stati 878) segnando il dato più alto dagli inizi di maggio con il totale che sale così a 262.540. Dopo quello di oggi, il dato più alto degli ultimi mesi si era avuto domenica scorsa, con 1.210 contagi in un giorno. In aumento, rispetto ai 4 di ieri, anche il numero dei morti che arrivano a 13 (35.458 complessivi). I tamponi sono stati 93.529, quasi 20mila più di ieri (72.341). Questi i dati del bollettino quotidiano del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità.Attualmente sono 1.055 i pazienti ricoverati con sintomi negli ospedali italiani; 69 (+3 rispetto a ieri) sono in terapia intensiva mentre 19.629 persone sono in isolamento domiciliare. Complessivamente gli attualmente positivi in Italia sono 20.753 (ieri 19.714) con un incremento di 1.039 persone a fronte delle 519 di ieri. I guariti sono 314 per un totale di 206.329.A livello regionale sono la Valle d’Aosta, non fa registrare nuovi casi di coronavirus nelle ultime 24 ore. Quella con più positivi torna a essere la Lombardia (269), seguita da Lazio (162), Toscana (161), Veneto (147), Campania (135) ed Emilia Romagna (120).La forte risalita dei contagi, che porta il dato giornaliero alle punte del periodo di lockdown in virtù della forte quota di positivi di ritorno dalle vacanze, spinge su tutto il territorio nazionale, specialmente nei centri turistici, anche a intensificare i controlli anti-Covid e sul rispetto delle misure.(Foto: © Kittipong Jirasukhanont / 123RF) LEGGI TUTTO

  • in

    Moody's, rallenta la ripresa europea e crescono timori per coronavirus

    (Teleborsa) – Il ritmo di ripresa nelle cinque maggiori economie europee sta rallentando ulteriormente poiché la cautela e l’incertezza restano elevate a causa del recente aumento dei casi di contagio di coronavirus. Lo ha affermato Moody’s Investors Service nell’ultima edizione del suo “Covid Recovery Monitor” sull’Europa.”La crescente cautela potrebbe aiutare a limitare una recrudescenza del coronavirus, ma influenzerà anche negativamente i consumi” -afferma Vincent Allilaire, vicepresidente di Moody’s – Senior Credit Officer e autore del rapporto -. “La fiducia dei consumatori rimane bassa e l’attività economica si sta stabilizzando a livelli inferiori alla norma, con le vacanze estive che attenuano parzialmente le tendenze”.L’incertezza per una nuova ondata di virus può influire ulteriormente sulla fiducia dei consumatori, che si è solo parzialmente ripresa da quando i blocchi sono stati allentati, si legge nel report. Gli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) sono tutti rimbalzati leggermente al di sopra del livello 50, coerente con una crescita potenziale debole, ma positiva dell’attività nei prossimi mesi. LEGGI TUTTO

  • in

    Lavoratori domestici, INPS: presentazione domande indennità fino al 30 agosto

    (Teleborsa) – Scade il prossimo 30 agosto il termine ultimo per richiedere l’indennità prevista per i lavoratori domestici dall’articolo 85 del decreto legge 19 maggio 2020, n.34. L’articolo 9, comma 8 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 203 del 14 agosto 2020 (S.O. n. 30/L), – comunica l’Inps in una nota – ha disposto che decorsi quindici giorni dalla data di entrata in vigore dello stesso decreto si decade dalla possibilità di richiedere l’indennità di cui agli articoli 78, 84, 85 e 98 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34Pertanto, dal 31 agosto decade la possibilità di richiedere l’indennità per i lavoratori domestici e da tale data non sarà più presente sul portale Inps la sezione “Presentazione domanda”. LEGGI TUTTO

  • in

    Risparmio, Federconsumatori: “Riaperti i termini per presentazione istanze al Fitd”

    (Teleborsa) – Il Consiglio del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ha deciso di riaprire i termini per l’accettazione delle istanze di integrazione degli indennizzi forfettari a favore dei sottoscrittori di obbligazioni subordinate emesse dalle quattro banche poste in risoluzione. Nel dettaglio, si potrà presentare fino al 30 Novembre 2020 la domanda di integrazione del 15% da parte degli obbligazionisti delle 4 banche risolte che hanno già ricevuto l’indennizzo dell’80% ai sensi dell’art. 1, comma 506 della Legge n. 145/2018. “La riapertura dei termini – commenta Federconsumatori in una nota – è senz’altro una buona notizia, che consentirà finalmente di dare risposta ai risparmiatori che non fossero riusciti a presentare le domande di integrazione entro i tempi previsti dalla precedente scadenza”.

    Alla luce di tale operazione l’associazione ha lanciato un appello al Governo per riaprire i termini per la presentazione delle istanze di accesso al FIR fermo restando l’avvio dell’esame delle domande già presentate.
    “A dimostrare la necessità di tale atto di responsabilità da parte del Governo – spiega Federconsumatori – sono le statistiche: pur avendo le banche fallite o in difficoltà 300mila azionisti che avrebbero titolo ad accedere al FIR, le domande presentate sul portale CONSAP ammontano a meno della metà degli aventi diritto” LEGGI TUTTO

  • in

    Risparmio, Federconsumatori: “Riaperti i termini per presentazione istanze al Fitd”

    (Teleborsa) – Il Consiglio del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ha deciso di riaprire i termini per l’accettazione delle istanze di integrazione degli indennizzi forfettari a favore dei sottoscrittori di obbligazioni subordinate emesse dalle quattro banche poste in risoluzione. Nel dettaglio, si potrà presentare fino al 30 Novembre 2020 la domanda di integrazione del 15% da parte degli obbligazionisti delle 4 banche risolte che hanno già ricevuto l’indennizzo dell’80% ai sensi dell’art. 1, comma 506 della Legge n. 145/2018. “La riapertura dei termini – commenta Federconsumatori in una nota – è senz’altro una buona notizia, che consentirà finalmente di dare risposta ai risparmiatori che non fossero riusciti a presentare le domande di integrazione entro i tempi previsti dalla precedente scadenza”.Alla luce di tale operazione l’associazione ha lanciato un appello al Governo per riaprire i termini per la presentazione delle istanze di accesso al FIR fermo restando l’avvio dell’esame delle domande già presentate.”A dimostrare la necessità di tale atto di responsabilità da parte del Governo – spiega Federconsumatori – sono le statistiche: pur avendo le banche fallite o in difficoltà 300mila azionisti che avrebbero titolo ad accedere al FIR, le domande presentate sul portale CONSAP ammontano a meno della metà degli aventi diritto” LEGGI TUTTO

  • in

    Smart working, PwC: “Con un giorno a settimana possibile incremento PIL del +1,2%”

    (Teleborsa) – Senza considerare l’impatto del Covid che, nel corso del 2020, ha esteso nettamente tale modalità di lavoro, già nel 2019 lo smart working in Italia ha registrato un aumento con un 20% rispetto all’anno precedente. Nel 2019, i lavoratori italiani in smart working erano 570mila, circa il 2% del totale. Se il dato appare ancora basso, tuttavia, il tasso di implementazione dello smart working registra variazioni rilevanti tra grandi aziende, PMI e PA (Grandi imprese: 58% progetti strutturati, 7% iniziative informali; PMI: 12% progetti strutturati, 18% iniziative informali; PA 16% progetti strutturati, 7% iniziative informali). È quanto emerge dallo studio di PwC Italia “Smart working e coworking, verso un nuovo modello di lavoro”, presentato nel corso del Meeting di Rimini da Andrea Toselli, presidente e ad di PwC Italia.

    Tra le barriere che ancora oggi ostacolano la diffusione dello smart working in Italia il rapporto annovera diversi fattori. Nel caso delle Grandi imprese il problema principale è rappresentato dalla mancanza di interesse e resistenza dei capi (50% dei casi), a cui seguono questioni legate alla sicurezza dei dati (31%) ed attività poco digitalizzate (31%). Sul fronte delle PMI i maggiori ostacoli sono la non applicabilità dello smart working alla propria realtà (68%) e la mancanza d’interesse e resistenza dei capi (23%). Nel settore della PA a pesare per il 43% è la non applicabilità alla propria realtà, per il 27% la mancanza di consapevolezza dei benefici ottenibili, e per il 21% attività poco digitalizzate/ inadeguatezza della tecnologia.
    La possibilità di lavorare in smart working – evidenzia il rapporto – differisce enormemente a seconda del settore di attività. Secondo le elaborazioni del Becker Friedman Institute in Italia potrebbe usufruire dello smart working il 35% dei lavoratori, data la struttura del nostro tessuto produttivo. Una percentuale, come già accennato, che attualmente è ferma al 2%. Riguardo ai settori che potrebbero implementare questa modalità di lavoro, la classifica stilata da PwC vede in testa quello dell’educazione (83%); seguito da Servizi professionali, scientifici e tecnici (80%); Management (79%); Finanza e assicurazione (76%); ICT (72%); Commercio all’ingrosso (52%); Real estate, noleggio e leasing (42%); Utilities (37%); Altri servizi esclusa la PA (31%); Gestione del ciclo dei rifiuti e bonifiche (31%); Arte, intrattenimento e spettacolo (30%); Assistenza sanitaria e sociale (25%); Estrazione di oil&gas e da miniere e cave (25%); Manifatturiero (22%); Trasporto e magazzinaggio (19%); Costruzioni (19%); Commercio al dettaglio (14%); Agricoltura, silvicoltura, pesca, caccia (8%); Alloggio e ristorazione (4%).

    Una ricerca condotta dal centro studi Dondena dell’Università Bocconi ha dimostrato che l’introduzione di un modello di smart working nelle aziende italiane comporta benefici in termini di maggiore produttività e minori assenze dei lavoratori. Dati che – come sottolinea PwC – sono esattamente in linea con i risultati di analoghe ricerche condotte a livello internazionale.
    Un maggiore ricorso allo smart working permetterebbe – rileva l’analisi – un importante aumento del valore aggiunto generato a livello di Sistema Paese. Nel dettaglio PwC stima in un +4% l’aumento di produttività registrato nei lavoratori che usufruiscono dello smart working con, in media, 5 giorni di congedo in meno richiesti. La stima dell’Ufficio Studi PwC sull’incremento massimo di PIL che sarebbe possibile generare a livello di sistema Paese se tutti i lavoratori che ne ne avrebbero la possibilità usufruissero dello smart working un giorno a settimana è pari a un massimo di +1,2%.
    I benefici di un maggiore ricorso allo smart working si riflettono anche sulla mobilità. In media, – si legge nel rapporto –i lavoratori italiani dedicano un’ora al giorno al tragitto casa-lavoro e ritorno. Dunque, eliminare la necessità di tale spostamenti, avrebbe effetti positivi in primo luogo sull’ambiente e sulla vivibilità delle città (grazie al decongestionamento del traffico), oltre che permettere una più soddisfacente gestione del tempo ai lavoratori. Secondo lo studio di PwC se tutti i lavoratori che ne avrebbero la possibilità usufruissero dello smart working un giorno a settimana nel corso di un anno il tempo di viaggio risparmiato in Italia sarebbe di oltre 350 milioni di ore.
    Un maggiore ricorso allo smart working implica, tuttavia, una rinnovata concezione degli ambienti di lavoro. “Come dimostrato dai processi di riorganizzazione degli spazi in occasione dell’introduzione del lavoro agile, lo smart working – si legge nel rapporto – si inserisce in un più ampio processo di rinnovamento della concezione che abbiamo degli ambienti di lavoro, nell’ottica di una sempre maggiore flessibilità”. Secondo i risultati di una Survey PwC condotta nel 2018, il 68% degli operatori del Real Estate in Europa ritiene che il business model del settore si stia evolvendo verso il concetto di “space-as-a-service” (spazi affittati su richiesta che soddisfano le esigenze specifiche di flessibilità del cliente e che ne consentono l’utilizzo più efficace e profittevole). Sotto questo punto di vista la pandemia ha generato un clima di profonda incertezza, che – sottolinea PwC – richiede alla business community di ripensare le modalità di gestione del personale e le proprie strategie real estate, aumentando ulteriormente la necessità di flessibilità. Un numero crescente di aziende programma quindi di rivolgere la propria attenzione verso flexible office e coworking, in quanto modelli per proprie caratteristiche già pronti a rispondere alla domanda di flessibilità delle aziende. A livello globale, le aziende mostrano necessità di maggiore flessibilità e questo si traduce in una maggiore attenzione per flexible office e coworking. Nel dettaglio – evidenzia lo studio – il 74% dei Cfo intervistati da Gartner prevede di ricollocare da remoto almeno il 5% della forza lavoro e solo il 29% dei senior-level global real estate executives intervistati da CBRE si dice molto fiducioso sulla possibilità di formulare una strategia real estate di lungo termine. Il 33% dei senior-level global real estate executives intervistati da CBRE ha in programma un maggiore ricorso ai flexible office, mentre JLL stima che entro il 2030 i flexible workspace peseranno per il 30% delmercato USA dell’affitto di uffici (nel 2018 pesavano per meno del 5%). LEGGI TUTTO