Agosto 2020

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    Smart working, PwC: “Con un giorno a settimana possibile incremento PIL del +1,2%”

    (Teleborsa) – Senza considerare l’impatto del Covid che, nel corso del 2020, ha esteso nettamente tale modalità di lavoro, già nel 2019 lo smart working in Italia ha registrato un aumento con un 20% rispetto all’anno precedente. Nel 2019, i lavoratori italiani in smart working erano 570mila, circa il 2% del totale. Se il dato appare ancora basso, tuttavia, il tasso di implementazione dello smart working registra variazioni rilevanti tra grandi aziende, PMI e PA (Grandi imprese: 58% progetti strutturati, 7% iniziative informali; PMI: 12% progetti strutturati, 18% iniziative informali; PA 16% progetti strutturati, 7% iniziative informali). È quanto emerge dallo studio di PwC Italia “Smart working e coworking, verso un nuovo modello di lavoro”, presentato nel corso del Meeting di Rimini da Andrea Toselli, presidente e ad di PwC Italia.Tra le barriere che ancora oggi ostacolano la diffusione dello smart working in Italia il rapporto annovera diversi fattori. Nel caso delle Grandi imprese il problema principale è rappresentato dalla mancanza di interesse e resistenza dei capi (50% dei casi), a cui seguono questioni legate alla sicurezza dei dati (31%) ed attività poco digitalizzate (31%). Sul fronte delle PMI i maggiori ostacoli sono la non applicabilità dello smart working alla propria realtà (68%) e la mancanza d’interesse e resistenza dei capi (23%). Nel settore della PA a pesare per il 43% è la non applicabilità alla propria realtà, per il 27% la mancanza di consapevolezza dei benefici ottenibili, e per il 21% attività poco digitalizzate/ inadeguatezza della tecnologia.La possibilità di lavorare in smart working – evidenzia il rapporto – differisce enormemente a seconda del settore di attività. Secondo le elaborazioni del Becker Friedman Institute in Italia potrebbe usufruire dello smart working il 35% dei lavoratori, data la struttura del nostro tessuto produttivo. Una percentuale, come già accennato, che attualmente è ferma al 2%. Riguardo ai settori che potrebbero implementare questa modalità di lavoro, la classifica stilata da PwC vede in testa quello dell’educazione (83%); seguito da Servizi professionali, scientifici e tecnici (80%); Management (79%); Finanza e assicurazione (76%); ICT (72%); Commercio all’ingrosso (52%); Real estate, noleggio e leasing (42%); Utilities (37%); Altri servizi esclusa la PA (31%); Gestione del ciclo dei rifiuti e bonifiche (31%); Arte, intrattenimento e spettacolo (30%); Assistenza sanitaria e sociale (25%); Estrazione di oil&gas e da miniere e cave (25%); Manifatturiero (22%); Trasporto e magazzinaggio (19%); Costruzioni (19%); Commercio al dettaglio (14%); Agricoltura, silvicoltura, pesca, caccia (8%); Alloggio e ristorazione (4%).Una ricerca condotta dal centro studi Dondena dell’Università Bocconi ha dimostrato che l’introduzione di un modello di smart working nelle aziende italiane comporta benefici in termini di maggiore produttività e minori assenze dei lavoratori. Dati che – come sottolinea PwC – sono esattamente in linea con i risultati di analoghe ricerche condotte a livello internazionale.Un maggiore ricorso allo smart working permetterebbe – rileva l’analisi – un importante aumento del valore aggiunto generato a livello di Sistema Paese. Nel dettaglio PwC stima in un +4% l’aumento di produttività registrato nei lavoratori che usufruiscono dello smart working con, in media, 5 giorni di congedo in meno richiesti. La stima dell’Ufficio Studi PwC sull’incremento massimo di PIL che sarebbe possibile generare a livello di sistema Paese se tutti i lavoratori che ne ne avrebbero la possibilità usufruissero dello smart working un giorno a settimana è pari a un massimo di +1,2%.I benefici di un maggiore ricorso allo smart working si riflettono anche sulla mobilità. In media, – si legge nel rapporto –i lavoratori italiani dedicano un’ora al giorno al tragitto casa-lavoro e ritorno. Dunque, eliminare la necessità di tale spostamenti, avrebbe effetti positivi in primo luogo sull’ambiente e sulla vivibilità delle città (grazie al decongestionamento del traffico), oltre che permettere una più soddisfacente gestione del tempo ai lavoratori. Secondo lo studio di PwC se tutti i lavoratori che ne avrebbero la possibilità usufruissero dello smart working un giorno a settimana nel corso di un anno il tempo di viaggio risparmiato in Italia sarebbe di oltre 350 milioni di ore.Un maggiore ricorso allo smart working implica, tuttavia, una rinnovata concezione degli ambienti di lavoro. “Come dimostrato dai processi di riorganizzazione degli spazi in occasione dell’introduzione del lavoro agile, lo smart working – si legge nel rapporto – si inserisce in un più ampio processo di rinnovamento della concezione che abbiamo degli ambienti di lavoro, nell’ottica di una sempre maggiore flessibilità”. Secondo i risultati di una Survey PwC condotta nel 2018, il 68% degli operatori del Real Estate in Europa ritiene che il business model del settore si stia evolvendo verso il concetto di “space-as-a-service” (spazi affittati su richiesta che soddisfano le esigenze specifiche di flessibilità del cliente e che ne consentono l’utilizzo più efficace e profittevole). Sotto questo punto di vista la pandemia ha generato un clima di profonda incertezza, che – sottolinea PwC – richiede alla business community di ripensare le modalità di gestione del personale e le proprie strategie real estate, aumentando ulteriormente la necessità di flessibilità. Un numero crescente di aziende programma quindi di rivolgere la propria attenzione verso flexible office e coworking, in quanto modelli per proprie caratteristiche già pronti a rispondere alla domanda di flessibilità delle aziende. A livello globale, le aziende mostrano necessità di maggiore flessibilità e questo si traduce in una maggiore attenzione per flexible office e coworking. Nel dettaglio – evidenzia lo studio – il 74% dei Cfo intervistati da Gartner prevede di ricollocare da remoto almeno il 5% della forza lavoro e solo il 29% dei senior-level global real estate executives intervistati da CBRE si dice molto fiducioso sulla possibilità di formulare una strategia real estate di lungo termine. Il 33% dei senior-level global real estate executives intervistati da CBRE ha in programma un maggiore ricorso ai flexible office, mentre JLL stima che entro il 2030 i flexible workspace peseranno per il 30% delmercato USA dell’affitto di uffici (nel 2018 pesavano per meno del 5%). LEGGI TUTTO

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    OPA UBI, pervenute a Intesa richieste per oltre l'1,6%

    (Teleborsa) – In relazione all’offerta residuale di Intesa Sanpaolo sulle azioni UBI banca non apportate all’OPA, al termine della giornata odierna, 26 agosto 2020, sono giunte richieste per 608.901 azioni, secondo i dati resi noti da Borsa Italiana. Pertanto, dalla data di inizio dell’offerta, sono pervenute richieste per 1.842.998 azioni, pari all’1,641% dei titoli oggetto dell’offerta obbligatoria.L’obbligo di acquisto riguarda 112.327.119 azioni, pari al 9,82% del capitale di UBI. Il corrispettivo può essere interamente in denaro (3,539 euro) o in forma mistra (0,57 euro più 1,7 azioni Intesa per ogni azione UBI).L’offerta residuale si concluderà l’11 settembre. Le azioni ordinarie UBU Banca acquistate sul mercato nei giorni 10 e 11 settembre 2020 non potranno essere oggetto delle Richieste di Vendita LEGGI TUTTO

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    Mediobanca, Del Vecchio potrà salire fino al 20%

    (Teleborsa) – La Banca centrale europea ha dato parere favorevole alla Delfin di Leonardo Del Vecchio per salire dall’attuale 9,9% di Mediobanca fino al 20%. Manca ancora l’ufficialità, ma secondo fonti vicine al dossier, da Francoforte non sarebbe arrivata alcuna obiezione in merito.Entro il termine ultimo delle 12 di oggi, da Bruxelles sarebbero potute arrivare eventuali obiezioni che non si sono concretizzate. Dunque Delfin è autorizzata all’acquisto di nuove azioni dell’istituto di Piazzetta Cuccia.Secondo la prassi di Francoforte, in questo genere di procedure, la BCE comunicherà la sua decisione ai soli soggetti interessati, ossia a coloro che hanno avanzato una determinata richiesta. Dunque il via libera non è stato inviato a Mediobanca, ma a Delfin che ha agito tramite Bankitalia, sottolineando di essere interessata a un investimento finanziario, escludendo di voler presentare una lista per il rinnovo del CdA alla prossima assemblea del 28 ottobre.La notizia del parere favorevole dell’Eurotower ha subito mosso il titolo Mediobanca che a Piazza Affari ha chiuso a 7,46 euro poco sotto i massimi intraday di 7,5 euro. LEGGI TUTTO

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    Hewlett Packard Enterprise in rally, outlook positivo

    (Teleborsa) – Prepotente rialzo per Hewlett Packard Enterprise, che mostra una salita bruciante del 6,03% sui valori precedenti, dopo aver annunciato un outlook per gli utili annuali al di sopra delle aspettative di mercato.L’utile, escluse le poste straordinarie, è atteso tra 32 e 36 centesimi per azione, nel quarto trimestre fiscale, rispetto alle stime degli analisti che hanno indicato a 32 centesimi. Per l’intero anno fiscale, la società con sede a San Jose, in California, si attende un EPS nel range 1,30-1,34, battendo le previsioni per 1,20 dollari.A livello comparativo su base settimanale, il trend di Hewlett Packard Enterprise evidenzia un andamento più marcato rispetto alla trendline dell’S&P-500. Ciò dimostra la maggiore propensione all’acquisto da parte degli investitori verso Hewlett Packard Enterprise rispetto all’indice.Quadro tecnico in evidente deterioramento con supporti a controllo stimati in area 9,71 USD. Al rialzo, invece, un livello polarizzante maggiori flussi in uscita è visto a quota 10,18. Il peggioramento di Hewlett Packard Enterprise è evidenziato dall’incrocio al ribasso della media mobile a 5 giorni con la media mobile a 34 giorni. A brevissimo sono concrete le possibilità di nuove discese per target a 9,52. LEGGI TUTTO

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    Nordstrom in rosso a Wall Street, pesa la trimestrale

    (Teleborsa) – Aggressivo ribasso per Nordstrom, che passa di mano in perdita del 5,47%.A pesare sul titolo ORDSTROM cede il 3,2% dopo aver registrato una perdita superiore alle aspettative, a causa della chiusura dei negozi per metà del trimestre. Nel periodo il rosso è stato pari a 255 milioni di dollari (1,62 dollari per azione) contro l’utile di 141 milioni (90 cent per azione) dello stesso periodo dello scorso anno.Lo scenario tecnico visto ad una settimana del titolo rispetto all’indice S&P-500, evidenzia un rallentamento del trend del retailer del lusso statunitense rispetto all’indice del basket statunitense, e ciò rende il titolo potenziale obiettivo di vendita da parte degli investitori.La tendenza di breve di Nordstrom moderatamente positiva, con area di resistenza individuata a 15,37 USD e supporto a 14,27. Concreta la possibilità di una reazione verso quota 16,47. LEGGI TUTTO

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    Vertice scuola si chiude con un nulla di fatto. Resta nodo trasporti

    (Teleborsa) – Si chiude con un sostanziale nulla di fatto il vertice sulla scuola, convocato per la tarda mattinata per dare una risposta alle questioni irrisolte, come quella dei trasporti e dell’uso di mascherine in classe.All’incontro i ministri dell’Istruzione Lucia Azzolina, dei Trasporti Paola De Micheli, della Salute Roberto Speranza e degli Affari regionali Francesco Boccia. Presenti anche il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri ed il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo.Fra tutti, il tema del trasporto scolastico resta il principale nodo da sciogliere, ma le proposte avanzate dalla Ministra De Micheli, fra cui quella di estendere il termine “congiunti” ai compagni di classe, non hanno trovato consenso unanime ed il governo si è preso “qualche altro giorno” per arrivare ad una decisione definitiva.”Il tema che desta più preoccupazione è quello dei trasporti, ad oggi non ci sono soluzioni sostenibili né per il Trasporto Pubblico Locale, né per quello Scolastico”, ha ammesso Bonaccini.Altra questione calda l’uso delle mascherine in classe, laddove non ci sia lo spazio sufficiente a garantire il distanziamento fra gli alunni. Su questo punto, i Governatori hanno avanzato la proposta di valutare l’utilizzo dei dispositivi di protezione in maniera differenziata solo nei territori che presentano indici di contagio più elevati e focolai.”Dal Governo solo dubbi e incertezze. Sindaci, presidi, insegnanti e governatori attendono invece risposte concrete e attuabili”, ha commentato critico il Governatore della Lombardia Attilio Fontana. Di nulla di fatto ha parlato anche il Governatore della Liguria Giovanni Toti tirando le somme del vertice: “nessuna decisione sull’uso o meno delle mascherine in aula, né sulle modalità di rientro, così come sul trasporto pubblico locale”.Domani si terrà una nuova riunione della Conferenza delle Regioni sul documento dell’ISS per la gestione del Covid nelle scuole. Un documento che ha trovato un consenso di massima dei governatori così come la proposta del ministro della Salute Roberto Speranza di considerarlo un documento aperto, da arricchire ed aggiornare in via continuativa.Il commissario straordinario Domenico Arcuri ha poi annunciato che venerdì inizierà la distribuzione dei banchi monoposto alle scuole, mentre è partita oggi la distribuzione di gel igienizzante e mascherine. LEGGI TUTTO

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    Gibus acquista azioni proprie

    (Teleborsa) – GIBUS, in relazione al programma di acquisto di azioni proprie avviato in data 11 maggio 2020 in esecuzione della delibera dell’assemblea ordinaria degli azionisti del 27 aprile 2020, ha acquistato nel periodo compreso tra il 24 luglio e il 25 agosto (estremi inclusi) complessive n. 500 azioni proprie, pari allo 0,01% del capitale sociale, al prezzo medio di 4,77 euro per azione, per un controvalore complessivo pari a 2.385,00 euro.Alla data odierna il brand italiano del settore outdoor design di alta gamma detiene direttamente pertanto n. 1000 azioni proprie, pari allo 0,02% del capitale sociale.Intanto la società fa bene a Piazza Affari, con un rialzo dell’1,29%. LEGGI TUTTO

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    Fisco, UIL: “Sistema iniquo. Irpef per il 94,7% versato da dipendenti e pensionati”

    (Teleborsa) – L’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) risulta pagata per il 94,7% da lavoratori dipendenti (60,3%) e pensionati (34,4%), mentre solo il 5,3% del gettito netto è versato da altre tipologie di contribuente. È quanto rileva la Uil in uno studio, realizzato dal servizio politiche fiscali del sindacato sulla base dei dati forniti dal Mef, volto a evidenziare in che percentuale le diverse imposte contribuiscono a finanziare le spese dello Stato.

    Analizzando le entrate erariali del 2018 lo studio evidenzia come le imposte dirette di carattere nazionale – quindi senza le addizionali regionali e comunali dell’Irpef – e le imposte indirette come accise, Iva, le imposte sui tabacchi e sui giochi d’azzardo, abbiamo generato nel 2018 un gettito totale pari a 463 miliardi di euro. Di questi il 53% pari a 247.771 è composto da imposte nazionali dirette, mentre il 47% (216.004 euro) da imposte indirette.
    Riguardo al contributo delle singole imposte al gettito nazionale il rapporto rileva che dalla sola Irpef nazionale arrivi il 40% delle entrate dello Stato, mentre la seconda fonte di entrate con il 29%, è rappresentata dal gettito Iva, imposta sul valore aggiunto.

    “Dalle dichiarazioni dei redditi 2018 risulta che il 94,7% del gettito Irpef è versato dai soli lavoratori dipendenti e pensionati. Questo è un dato rilevantissimo perché l’Irpef – commenta Domenico Proietti, segretario confederale Uil – rappresenta il 40% delle entrate erariali del nostro paese. Questa situazione fotografa l’iniquità del sistema fiscale italiano e non è più sopportabile”. Da qui l’appello di Proietti per “varare una vera riforma del nostro sistema fiscale che tagli le tasse a chi le paga, vale a dire ai lavoratori dipendenti e pensionati, attraverso un significativo aumento delle detrazioni”. Per la Uil è urgente che “il Governo apra un confronto con i sindacati per arrivare a una complessiva riforma del fisco, che ridisegni le aliquote Irpef e gli scaglioni, rispettando il principio di progressività previsto dalla Costituzione e, contemporaneamente, attuando una svolta nella politica di lotta all’evasione fiscale per recuperare i 110 miliardi di euro che ogni anno sono sottratti alle casse dello Stato”. LEGGI TUTTO