Agosto 2020

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    Assicurazioni credito commerciale, UE approva 2 miliardi aiuti Italia

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, nel quadro delle norme comunitarie sugli aiuti di Stato, un regime italiano da 2 miliardi di euro in aiuto delle assicurazioni sul credito commerciale, mobilitato nel contesto della pandemia di coronavirus.La Commissione, si legge, ha valutato la misura in conformità alle norme sugli aiuti di Stato, in particolare all’articolo del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che consente alla Commissione di approvare le misure di aiuto di Stato attuate dagli Stati membri per porre rimedio a un grave turbamento della loro economia.”Contribuirà a garantire che tutte le imprese possano continuare a disporre di assicurazioni del credito con cui tutelare i loro scambi commerciali, aiutandole a far fronte alle loro esigenze di liquidità e a proseguire le attività durante e dopo la crisi”, ha commentato la Vicepresidente della Commissione Margrethe Vestager, responsabile della Concorrenza.”Continuiamo a collaborare strettamente con gli Stati membri per garantire che le misure nazionali di sostegno possano essere attuate in modo coordinato ed efficace, in linea con le norme dell’Ue”, ha aggiunto.Nel dettaglio, l’Italia ha notificato alla Commissione un regime di garanzia statale per la riassicurazione dei rischi del credito commerciale a sostegno delle imprese colpite dalla pandemia di Covid-19. Il regime sarà gestito dalla SACE, l’agenzia italiana per il credito all’esportazione. L’assicurazione del credito commerciale protegge le imprese che forniscono merci e servizi dal rischio di un mancato pagamento da parte dei loro clienti. Visto l’impatto economico della pandemia, rileva Bruxelles con una nota, il rischio che gli assicuratori non siano disposti a stipulare tali polizze è infatti aumentato.Il regime italiano, con una dotazione stimata di 2 miliardi di euro, permetterà a tutte le imprese di continuare a disporre dell’assicurazione del credito commerciale, evitando agli acquirenti di merci o servizi di dover pagare in anticipo e provvedendo cosi’ a ridurre le loro esigenze immediate di liquidità.La Commissione ha dunque constatato che il regime notificato dall’Italia è compatibile con i principi enunciati nel trattato UE ed è ben mirato a porre rimedio a un grave turbamento dell’economia italiana. In particolare, gli assicuratori del credito commerciale si sono impegnati nei confronti dell’Italia a mantenere o ripristinare il livello di protezione da essi offerto a partire dal 1 aprile 2020, nonostante le difficoltà economiche incontrate dalle imprese a causa della pandemia di Covid-19; la garanzia è limitata unicamente al credito commerciale sorto fino alla fine di quest’anno; il regime è aperto a tutti gli assicuratori del credito in Italia; il meccanismo di garanzia consente la ripartizione del rischio tra gli assicuratori e lo Stato fino a un massimo di 2 miliardi di euro; la Commissione di garanzia rappresenta una remunerazione sufficiente per lo Stato italiano. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM conferma appeal in Borsa su scommesse M&A

    (Teleborsa) – Prepotente rialzo per Banco BPM, che mostra un importante rialzo del 3,86%, visibili soprattutto oggi con un mercato che si muove sulla parità. Ad alimentare gli acquisti sul titolo, già da qualche giorno, sono state le dichiarazioni dell’Ad Castagna, che non ha escluso la possibilità di operazioni per far fronte al nuovo scenario creato dalla fusione Intesa-UBI.Comparando l’andamento del titolo con il FTSE MIB, su base settimanale, si nota che la banca mantiene forza relativa positiva in confronto con l’indice, dimostrando un maggior apprezzamento da parte degli investitori rispetto all’indice stesso (performance settimanale +8,72%, rispetto a +3,22% del principale indice della Borsa di Milano).Allo stato attuale lo scenario di breve di Banco BPM rileva una decisa salita con obiettivo individuato a 1,474 Euro. In caso di momentanea correzione fisiologica il target più immediato è visto a quota 1,395. Le attese sono tuttavia per un innalzamento della curva fino al top 1,553. LEGGI TUTTO

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    Seed per il Sud, da CDP Venture Capital 5,7 milioni a sostegno startup

    (Teleborsa) – Nella giornata di oggi, CDP Venture Capital SGR (70% Cdp Equity e 30% Invitalia)-Fondo Nazionale Innovazione ha deliberato investimenti per 5,7 milioni di euro, nell’ambito del programma Seed per il Sud, con l’obiettivo di sostenere le giovani imprese innovative del Mezzogiorno.Gli investimenti, si legge in una nota, sono destinati a 30 startup in fase seed e pre-seed, selezionate fra le 67 realtà esaminate, in partnership con 18 acceleratori accreditati nel Mezzogiorno. Gli accordi sono gestiti dal Fondo Italia Ventures II, che allarga con questa operazione il proprio plafond da 6 a 8 milioni di euro per futuri investimenti. Su 30 interventi deliberati, 23 sono stati siglati e i prossimi 7 sono in chiusura nelle prime settimane di settembre. 14 startup sono residenti in Campania, 8 in Puglia, 4 in Calabria, 3 in Sicilia e 1 in Sardegna. Sei di questi sono co-investiti dal Fondo Acceleratori.L’investimento, prosegue la nota, ha generato un effetto attrattivo di altri capitali privati per 4,3 milioni di euro, portando il collocamento complessivo a 10 milioni di euro.”Il programma Seed per il Sud, che finanzia giovani idee imprenditoriali e catalizza nuovi investimenti nel Sud Italia, è prioritario per il Fondo Innovazione e per il rilancio economico post Covid-19 dell’ecosistema produttivo del Mezzogiorno”, sottolinea Francesca Bria, Presidente di CDP Venture Capital-Fondo Nazionale Innovazione, che aggiunge: “valorizzare le startup e le realtà innovative ad alto potenziale significa rafforzare lo sviluppo economico, il tessuto imprenditoriale, la coesione territoriale del Paese, oltre a valorizzare il ruolo degli acceleratori per attrarre investimenti futuri. Seed per il Sud è un’azione concreta che scommette sul talento e sul capitale umano dei giovani e delle donne, attivando potenziali di innovazione ancora inespressi e creando nuove opportunità di lavoro qualificato, con l’obiettivo di fare del Mezzogiorno un vero laboratorio di innovazione sostenibile”. LEGGI TUTTO

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    Tesoro, collocati in asta 6,75 miliardi di BTP con rendimenti in forte calo

    (Teleborsa) – E’ andata bene l’asta del Tesoro di BTP di metà agosto, che ha posto in collocamento titoli a 3, 7 e 30 anni, per un importo complessivo di 6,75 miliardi di euro.Il BTP a 3 anni ha registrato una buona domanda per quasi 4,5 miliardi di euro, a fronte di un importo offerto e collocato di 2,75 miliardi, con un rapporto di copertura di 1,63. Il rendimento è quasi crollato a zero allo 0,08%, con una differenza di 22 punti base in meno rispetto all’asta di metà luglio.Il BTP a 7 anni ha incontrato una domanda di 3,9 miliardi rispetto ai 2,75 offerti, con un rapporto di copertura di 1,43. Rendimento in calo allo 0,72% (-23 pb sul collocamento precedente).Il collocamento dei BTP a 30 anni infine ha sollecitato una domanda per 1,74 miliardi, con un rapporto di copertura di 1,39. Il rendimento si è attestato all’1,91% con una differenza in diminuzione d 58 pb rispetto al collocamento di luglio. LEGGI TUTTO

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    Turismo, FAPI: crisi settore non recuperabile con piccoli bonus

    (Teleborsa) – “Al Ministro Franceschini riconosciamo che sta compiendo sforzi significativi per contenere le perdite economiche legate al turismo, ma la crisi che sta attraversando il settore non è certamente recuperabile con piccoli bonus”. A dichiararlo, in una nota, il Presidente nazionale della FAPI (Federazione Autonoma Piccole Imprese) Gino Sciotto.”Se l’afflusso dei visitatori stranieri – prosegue – dovesse rimanere ancora bloccato, tantissime imprese ricettive rischiano la chiusura. Le nostre bellezze, la nostra cultura, e i nostri prodotti enogastronomici sono il traino fondamentale del sistema turistico italiano che alimentano parte fondamentale del nostro prodotto interno lordo”.”Con la pandemia – conclude Sciotto – saremo costretti a convivere ancora per alcuni mesi, in attesa che arrivi il vaccino, ma compito del Governo è dare sicurezza ai cittadini rivolgendo messaggi e iniziative di contenimento dell’emergenza sanitaria” LEGGI TUTTO

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    UniCredit: finanziamento di 5 milioni di euro a Zanutta, operazione con Garanzia Italia di SACE

    (Teleborsa) – A seguito del protocollo di collaborazione siglato con Sace per sostenere la liquidità delle imprese italiane colpite dall’emergenza Covid-19, UniCredit comunica di aver deliberato un finanziamento da 5 milioni di euro, della durata di 5 anni, a favore di Zanutta SpA, azienda friulana attiva da circa 70 anni nel settore dell’edilizia.L’operazione è compresa nell’ambito del programma Garanzia Italia di SACE. La procedura per l’emissione della garanzia è stata completata digitalmente in poche ore.Le risorse finanziarie, spiega in una nota Unicredit, così messe a disposizione serviranno a sostenere il piano di sviluppo della storica azienda nata nel 1952 a Carlino, in provincia di Udine, come rivendita di concimi, sementi e solfati per conto del Consorzio agrario. La Zanutta è oggi, con 26 punti vendita nelle province di Udine, Pordenone, Trieste, Venezia, Belluno, Treviso, Padova e Vicenza e circa 450 dipendenti, uno dei più grandi gruppi del settore edilizia e casa del Nordest.Il Gruppo Zanutta ha chiuso il 2019 con un fatturato consolidato di 124 milioni di euro, di cui una parte realizzato all’estero grazie a Zanutta France, l’Atelier nato nel 2017 in Francia, a Parigi, come spazio laboratorio delle ultime tendenze nella progettazione di interni firmati “Made in Italy”.”L’operazione conclusa da Zanutta – ha dichiarato Luisella Altare, Regional Manager Nord Est di UniCredit – è un’ulteriore prova concreta della volontà di UniCredit di sostenere le imprese del Territorio nelle loro strategie di ripresa. Il dinamismo del Gruppo Zanutta rappresenta un punto di forza anche in questa particolare congiuntura e UniCredit non farà mancare il proprio sostegno a quelle realtà del tessuto imprenditoriale friulano decise ad attivare nuovi percorsi di crescita”.“Non abbiamo cambiato filosofia e approccio nonostante il momento di oggettiva difficoltà del mercato in cui operiamo e dei suoi protagonisti – ha spiega l’Amministratore Delegato Vincenzo Zanutta -. Non esistono linee guida o manuali di istruzioni che permettano di uscire dalla crisi con lo schioccare delle dita, ma l’impulso dato all’edilizia e alle attività produttive ci chiede una risposta organizzata e tempestiva. Vogliamo mantenere i nostri standard per offrire sempre la massima qualità ai nostri clienti. Non sarà una ripresa facile ma vediamo nelle decisioni istituzionali e nello spirito delle persone un desiderio di rivalsa e intraprendenza in cui ci rispecchiamo e che ci contraddistingue da sempre. UniCredit condivide questa nostra visione e quindi ha deciso di scommettere su di noi e siamo convinti che questa sinergia segnerà l’inizio di una crescita comune”.“Siamo lieti di supportare, al fianco di UniCredit, la crescita di Zanutta, una delle principali realtà del settore edile del Nordest – ha dichiarato Alberto Turchetto, Responsabile Mid Corporate del Nord-Est di SACE –. Con quest’operazione SACE sostiene la ripartenza di un’azienda che, grazie ai suoi piani di sviluppo futuri, potrà contribuire in modo rilevante alla ripresa economica dell’intero territorio friulano.” LEGGI TUTTO

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    Stati Uniti lasciano immutato valore dazi su prodotti UE

    (Teleborsa) – Gli Stati Uniti hanno confermato il valore dei dazi sull’Unione europea, che riguarda 7,5 miliardi di prodotti, con tariffe del 15% sugli aeromobili e del 25% sugli altri prodotti, in attuazione della sentenza del WTO sugli aiuti di stato ad Airbus.La United States Trade Representative, nella consueta revisione semestrale, ha deciso di confermare sia l’ammontare che le aliquote dei prodotti soggetti a dazio, pur potendo incrementare il regime tariffario di 4 miliardi. C’è solo una variazione qualitativa dei prodotti tassati, che avvantaggia Spagna e Regno Unito mentre penalizza Francia e Germania. Le modifiche entreranno in vigore il 1° settembre.Salva l’Italia dall’aggiunta di nuovi dazi sul made in Italy, come vino, pellame, olio, pasta ed altri prodotti dell’agroalimentare, per un valore di circa 3 miliardi, che avrebbero potuto ricadere sotto un nuovo regime tariffario. Restano in vigore però le tariffe aggiuntive del 25% entrate in vigore ad ottobre 2019 su prodotti italiani come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone, salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi, amari e limoncello. Il valore dell’export agroalimentare italiano verso gli USA nel 2019 era di 4,7 miliardi ed i nuovi dazi avrebbero colpito almeno 3 miliardi di prodotti.Grande soddisfazione del Sottosegretario Scalfarotto, secondo cui la decisione degli USA di non aggiungere alcun dazio ai prodotti italiani “premia gli sforzi del Governo ed in particolare della Farnesina” nel “mantenere un costante canale di dialogo con le autorità americane responsabili della politica commerciale”.A dar voce alla soddisfazione del settore agroalimentare è Confagricoltura, secondo cui “l’inasprimento dei dazi avrebbe posto un ostacolo in più sulla strada verso la piena ripresa del sistema agroalimentare italiano dopo l’emergenza sanitaria”. “E’ anche importante rilevare che gli Stati Uniti hanno formalmente espresso la disponibilità a negoziare con la UE un accordo che metta fine al contenzioso ultradecennale”, ricorda il Presidente Massimiliano Giansanti, aggiungendo che questa “è una disponibilità che va colta con la massima urgenza da parte della Commissione europea”.Accoglie con favore la notizia anche la Coldiretti, secondo cui i nuovi dazi avrebbero colpito il cibo Made in Italy “in un momento reso già difficile dall’impatto della pandemia sul commercio globale”.”Occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti che rischiano di compromettere la ripresa dell’economia mondiale duramente colpita dall’emergenza coronavirus”, ha affermato il presidente Ettore Prandini.Fra i settori a rischio di nuovi dazi quello dei vini, comparto strategico e motore dell’export tricolore. “Ancora una volta l’Italia del vino rimane fuori dalla disputa commerciale Airbus”, afferma il Presidente dell”Unione Italiana Vini (UIV), Ernesto Abbona, parlando di “un successo fondamentale, ma purtroppo non definitivo, della diplomazia”. Ora – affema – “servirà intensificare il dialogo incoraggiando, anche in sede europea e internazionale, un percorso di cooperazione con gli Stati Uniti sui due fronti aperti”. LEGGI TUTTO

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    Istat, il 77,5% delle imprese ha fatto investimenti digitali

    (Teleborsa) – Tra il 2016 e il 2018 più di tre quarti delle imprese con almeno 10 addetti (77,5%) ha investito, o comunque utilizzato, tecnologie digitali. È quanto emerge dal Censimento permanente Istat su “Digitalizzazione e tecnologia nelle imprese italiane” e che fa riferimento alle 11 tecnologie individuate nel questionario come fattori chiave di digitalizzazione.L’utilizzo congiunto di tali tecnologie – in particolare, di una combinazione tra infrastrutture digitali e tecnologie applicative – viene quindi proposto come indicatore sperimentale di maturità digitale.Secondo quanto si legge nel rapporto, la maggior parte delle imprese utilizza un numero limitato di tecnologie, dando priorità agli investimenti infrastrutturali (soluzioni cloud, connettività in fibra ottica o in mobilità, software gestionali e, necessariamente, cyber-security) e lasciando eventualmente a una fase successiva l’adozione di tecnologie applicative.Sinora, il grado di “digitalizzazione” delle imprese è stato misurato essenzialmente in termini di infrastrutturazione (accesso alla banda larga, numero di apparecchiature acquistate od utilizzate, ecc.) con il rischio che una rapida diffusione della capacità tecnica di utilizzo di strumenti digitali potesse dare l’impressione di una maturità digitale che, in realtà, esisteva solo potenzialmente.L’utilizzo di infrastrutture digitali giunge a saturazione già tra le imprese meno digitalizzate (quelle con investimenti “soltanto” in 4 o 5 tecnologie), solo molto più lentamente si diffondono applicazioni più complesse e con maggiore impatto sui processi aziendali: appena il 16,6% delle imprese ha adottato almeno una tecnologia tra Internet delle cose, realtà aumentata o virtuale, analisi dei Big Data, automazione avanzata, simulazione e stampa 3D.Il discrimine dimensionale nell’adozione di tecnologie digitali, rileva il censimento, è assai marcato. Ha effettuato investimenti digitali il 73,2% delle imprese con 10-19 addetti e il 97,1% di quelle con oltre 500 addetti. Meno significative sono le differenze territoriali: si passa dal 73,3% nel Mezzogiorno al 79,6% nel Nord-est.A livello settoriale emerge invece il ruolo trainante dei servizi: le telecomunicazioni (94,2%), la ricerca e sviluppo, l’informatica, le attività ausiliarie della finanza, l’editoria e le assicurazioni hanno percentuali di imprese che investono in tecnologie digitali superiori al 90%. Il primo settore manifatturiero per investimenti digitali è la farmaceutica (94,1%), seguita a distanza dalla chimica (86,6%). LEGGI TUTTO