5 Settembre 2020

Daily Archives

More stories

  • in

    Economy news della settimana: bonus Covid agosto, vetro e salmonella nei cibi, bonus pc e quercetina

    5 Settembre 2020

    Sono come sempre tantissime le notizie che avete letto, condiviso e commentato anche questa settimana. Tra quelle che avete più apprezzato, quella relativa alle precisazioni relative al cosiddetto bonus Covid di agosto, quella sulla scoperta di tracce di vetro e salmonella in alcuni cibi richiamati dal ministero della Salute, come funziona il bonus pc e internet e lo studio sulla quercetina, sostanza naturale che sarebbe in grado di contrastare il Covid. Sfogliate la gallery per leggere le notizie… LEGGI TUTTO

  • in

    Enel-Ambrosetti, dall'economia circolare enormi benefici economici e ambientali

    (Teleborsa) – Sono enormi i benefici dello sviluppo dell’economia circolare in Europa, in termini di PIL, occupazione, produzione ed anche sotto il profilo ambientale. È quanto emerge dallo studio “Circular Europe. Come gestire con successo la transizione da un mondo lineare a uno circolare”, realizzato da Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti in collaborazione con Enel e Enel X anticipato oggi al Forum Abrosetti di Cernobbio. Alla conferenza stampa Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti, Francesco Starace, CEO e General Manager di Enel e Francesco Venturini, CEO di Enel X.Lo studio fa il punto sull’Economia Circolare in Europa, con un focus su tre Paesi – Italia, Spagna e Romania – e misura, attraverso un innovativo modello di analisi, il Circular Economy Scoreboard, i benefici economici, sociali e ambientali associati alla transizione verso un modello di sviluppo circolare.”Puntare allo sviluppo di un’Economia Circolare rappresenta una straordinaria opportunità per rendere l’Europa più competitiva, modernizzandone l’economia, rivitalizzando l’industria e creando al contempo occupazione attraverso una crescita sostenibile e duratura”, ha commentato Francesco Starace, CEO e General Manager di Enel.”Il mondo si trova ad affrontare grandi sfide. Sono in atto profondi e rapidi cambiamenti economici, climatici e tecnologici che stanno modellando le società e gli stili di vita. Il momento dell’Europa è giunto. L’Economia Circolare ha le carte in regola per divenire un catalizzatore per il bene comune, attorno al quale sviluppare una grande visione per il futuro europeo”, dichiara Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti.Francesco Venturini, CEO di Enel X, afferma che questa scelta “richiede uno sforzo coordinato, volto a re-immaginare e riconfigurare, in ottica circolare, molti se non addirittura tutti gli schemi produttivi e i modelli di business; come sta accadendo attraverso la riprogettazione e la proposizione di un nuovo modello del sistema energetico, con il graduale abbandono dei combustibili fossili a favore delle rinnovabili e dell’elettricità come vettore per la completa decarbonizzazione di tutti i settori”Una diffusione a macchina di leopardoA dispetto degli ambiziosi target del Green Deal europeo e del Circular Economy Action Plan della Commissione Europea, lo sviluppo dell’Economia Circolare in UE è tutt’altro che omogeneo – Italia e Spagna dimostrano un livello di sviluppo medio-alto, mentre la Romania si colloca agli ultimi posti – e molti Paesi europei, come l’Italia, non hanno ancora una roadmap strategica nazionale.Per misurare la performance nel corso del tempo, il Circular Economy Scoreboard è stato analizzato lungo un arco temporale di 5 anni. La Romania ha mostrato un miglioramento elevato nel corso dell’ultimo quinquennio, la Spagna un progresso intermedio mentre l’Italia si è mossa più lentamente nella transizione verso un modello circolare.I benefici sono misurabiliLo studio mette in luce anche i vantaggi della scelta dell’economia circolare: nell’Unione Europea, l’Economia Circolare è correlata a 300-380 miliardi di euro di Prodotto Interno Lordo, 90-110 miliardi di euro di investimenti e fino a 2,5 milioni di posti di lavoro nel 2018.·Per l’Italia la correlazione è con 27-29 miliardi di euro di PIL e circa 200.000 posti di lavoro. Per la Romania si misurano 10-12 miliardi di euro di PIL e 20.000 posti di lavoro. Per la Spagna si correla a 33-35 miliardi di PIL e 350.000 posti di lavoro.Lo studio stima inoltre un effetto sugli investimenti di 8-9 miliardi di euro in Italia, 1-2 miliardi di euro in Romania, 9-11 miliardi di euro in Spagna e un impatto complessivo di 90-110 miliardi di euro nell’Unione Europea nel 2018.Significativi benefici sono stimati anche sulla produttività del lavoro: circa 560-590 euro per addetto all’anno in Italia, 1.210-1.270 euro per addetto in Romania (il Paese che presenta l’impatto maggiore), 640-670 euro per addetto in Spagna e 570-940 euro per addetto complessivamente a livello europeo.L’Economia Circolare genera poi importanti benefici ambientali, derivanti dall’impiego di energie e materie rinnovabili o provenienti da riuso e riciclo, da un design circolare fin dalla fase iniziale e che traguardi i futuri cicli di vita, dall’estensione della vita utile e dall’aumento dell’intensità dell’utilizzo di beni e prodotti.[embedded content]
    10 azioni per superare le criticitàIl passaggio dal modello di sviluppo lineare a quello circolare deve però tener conto di alcune criticità.Il Rapporto suggerisce dunque 10 aree di intervento, con specifiche azioni di policy: la definizione di Strategie nazionali; fare leva sulla legislazione per promuovere la transizione circolare; creare condizioni di competitività rispetto alle soluzioni non circolari; utilizzare la finanza come una leva per promuovere la Ricerca e Sviluppo e le buone pratiche; affrontare la mancanza di una definizione chiara e di metriche omogenee ed esaustive; trasformare i modelli di business che generano rifiuti in modelli circolari; promuovere misure trasversali e di coordinamento per tutti i settori interessati; ripensare le città e gli spazi urbani; promuovere la cultura e la consapevolezza circa i vantaggi derivanti dall’Economia Circolare. LEGGI TUTTO

  • in

    Idrogeno scelta strategica per l'Italia: coprirà un quarto dei consumi di energia

    (Teleborsa) – L’idrogeno, una risorsa strategica per l’Italia, che può aspirare a diventare un hub infrastrutturale nel Mediterraneo, un ponte fra il Nord Africa e l’Europa continentale. Lo sfruttamento delle più moderne tecnologie di produzione di idrogeno garantirà all’Italia un recupero di competitività ed un balzo in avanti negli obiettivi di decarbonizzazione, garantendo benefici in termini di PIL, produzione e posti di lavoro.E’ quanto emerge dallo studio H2 Italy 2050: una filiera nazionale dell’idrogeno per la crescita e la decarbonizzazione dell’Italia, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Snam. La ricerca è stata presentata oggi al Forum Ambrisetti di Cernobbio da Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti, Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam, ed Esko Aho, esperto di innovazione ed ex primo ministro della Finlandia.“L’idrogeno può essere il migliore alleato dell’elettricità rinnovabile per consentire all’Italia di essere protagonista nella lotta globale ai cambiamenti climatici e al tempo stesso di promuovere nuove opportunità di sviluppo e occupazione”, ha affermato Marco Alverà, Amministratore Delegato di Snam, sottolineando che “nel 2000 il prezzo dell’idrogeno da rinnovabili era quaranta volte superiore a quello del petrolio, oggi stimiamo che potrà diventare competitivo con alcuni combustibili attuali nel giro di cinque anni e soddisfare circa un quarto della domanda di energia in Italia al 2050″.”È indubbio che la transizione energetica sia un percorso che tutti gli Stati europei devono perseguire con rigore e costanza per poter combattere il cambiamento climatico e lasciare in eredità alle prossime generazioni un mondo libero dalle fonti fossili”, dichiara Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti, affermando che “i risultati dell’analisi mettono in evidenza un posizionamento altamente competitivo dell’Italia nella produzione di alcune tecnologie chiave dell’idrogeno (ad esempio, quelle per la produzione di idrogeno rinnovabile, quelle meccaniche e quelle termiche), in grado di abilitare importanti impatti in termini di produzione industriale e nuova occupazione”.I risultati della ricercaLa ricerca, in un contesto di crescente interesse per l’idrogeno in Europa dopo la presentazione della Hydrogen Strategy della Commissione Ue lo scorso 8 luglio, esamina il contributo di questo vettore energetico al processo di transizione energetica e stima gli impatti economici, sociali e ambientali attivabili in Italia da un suo sviluppo al 2050.Si stima al 2050 una penetrazione potenziale del 23% dell’idrogeno nei consumi finali, che può permettere un taglio nelle emissioni di C02 del 28% rispetto all’anno base 2018.Un contributo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici, poiché l’idrogeno potrà accelerare, in maniera complementare con altre tecnologie, i processi di decarbonizzazione, soprattutto nei settori che ancora oggi contribuiscono maggiormente alle emissioni climalteranti, dall’industria pesante (es. industria chimica e siderurgica) al trasporto pesante e a lunga percorrenza (es. veicoli commerciali pesanti e bus), dal trasporto ferroviario non elettrificato fino al residenziale, per il quale vengono esaminati vari tipi di impieghi in particolare nel riscaldamento.Grazie al maggior impiego negli usi finali, l’industria dell’idrogeno e le filiere collegate a monte e a valle potranno ambire a un incremento del valore della produzione cumulato nel periodo 2020-2050 compreso tra 890 e 1.500 miliardi di Euro. L’incremento della produzione permetterà anche di creare un impatto occupazionale importante compreso tra 320.000 e 540.000 posti di lavoro al 2050 considerando effetti diretti, indiretti e indotti sulla catena del valore.Una opportunità strategica per l’ItaliaDal momento che il trasporto, lo stoccaggio e l’utilizzo dell’idrogeno presentano molte sinergie con il settore del gas naturale, l’Italia si trova un passo avanti per assumere un ruolo centrale nello sviluppo dell’idrogeno. La ricerca mette in luce come il Paese, grazie al suo particolare posizionamento geografico e all’estesa rete gas presente sul territorio, possa aspirare al ruolo di hub europeo e del Mediterraneo, importando idrogeno prodotto in Nord Africa attraverso l’energia solare a un costo del 10-15% inferiore rispetto alla produzione domestica.Il Paese può diventare il “ponte infrastrutturale” tra l’Europa e il continente africano, abilitando quindi una maggiore penetrazione dell’idrogeno anche negli altri Paesi europei. Inoltre, la rete del gas italiana può costituire la base per accogliere sempre maggiori percentuali di idrogeno, attraverso una serie di investimenti mirati che le consentano di fare un salto tecnologico.Nei diversi scenari di sviluppo ipotizzati, è stato stimato che in Italia si potrebbe attivare un valore della produzione delle tecnologie afferenti alla filiera dell’idrogeno compreso tra 64 e 111 miliardi di euro al 2050. In termini di contributo al PIL, è stato stimato un valore aggiunto (diretto, indiretto e indotto) compreso tra 22 e 37 miliardi di Euro al 2050. Notevole anche il contributo all’occupazione, grazie alla creazione di 320-540 mila nuovi posti di lavoro al 2050.Manca una strategia nazionalePer valorizzare le molteplici opportunità offerte dall’idrogeno e trarne i massimi benefici, lo studio suggerisce che l’Italia si doti di un piano basato su sei azioni: elaborare una visione e una strategia di lungo termine; creare un ecosistema dell’innovazione e accelerare lo sviluppo di una filiera industriale dedicata attraverso la riconversione dell’industria esistente e l’attrazione di nuovi investimenti; supportare la produzione di idrogeno decarbonizzato su scala nazionale; promuovere un’ampia diffusione dell’idrogeno nei consumi finali; incentivare lo sviluppo di competenze specialistiche sia per le nuove figure professionali sia per accompagnare la transizione di quelle esistenti; sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo dell’impresa sui benefici derivanti dall’impiego di questo vettore. LEGGI TUTTO

  • in

    Festival del Cinema: successo per “Padrenostro” prodotto da Tendercapital Productions

    (Teleborsa) – Grande successo per la prima visione del film “Padrenostro” di Claudio Noce con Pierfrancesco Favino, prodotto da Tendercapital Productions e in concorso alla 77esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

    Il film racconta una storia vera ed è ambientato a Roma nel 1976. Valerio (Mattia Garaci) ha dieci anni quando assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso (Pierfrancesco Favino) da parte di un commando di terroristi. Ed è proprio in quel periodo buio che Valerio conosce Christian (Francesco Gheghi). Un’amicizia che cambierà per sempre le loro vite.
    “Essere al Festival del Cinema di Venezia in veste di co-produttore mi riempie di orgoglio” spiega Moreno Zani, presidente di Tendercapital, società che opera nel settore dell’asset management con sede a Londra e uffici in Irlanda, Italia e Svizzera. “Sono molto legato a questa città per la sua bellezza e l’arte che racconta una storia unica al mondo”. Tendercapital è impegnata da anni nel mondo dell’arte supportando artisti di fama internazionale ed emergenti.

    Per Zani “l’arte è cultura e deve essere incoraggiata anche dallo Stato, essendo un motore di sviluppo umano e civico della società. È un settore fondamentale per l’Italia, tuttavia attualmente in crisi. È quindi necessario sostenere, in particolare, le piccole gallerie e gli artisti che anche silenziosamente lavorano per incrementare le opere e la bellezza nei nostri musei”. LEGGI TUTTO

  • in

    Festival del Cinema: successo per “Padrenostro” prodotto da Tendercapital Productions

    (Teleborsa) – Grande successo per la prima visione del film “Padrenostro” di Claudio Noce con Pierfrancesco Favino, prodotto da Tendercapital Productions e in concorso alla 77esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.Il film racconta una storia vera ed è ambientato a Roma nel 1976. Valerio (Mattia Garaci) ha dieci anni quando assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso (Pierfrancesco Favino) da parte di un commando di terroristi. Ed è proprio in quel periodo buio che Valerio conosce Christian (Francesco Gheghi). Un’amicizia che cambierà per sempre le loro vite.”Essere al Festival del Cinema di Venezia in veste di co-produttore mi riempie di orgoglio” spiega Moreno Zani, presidente di Tendercapital, società che opera nel settore dell’asset management con sede a Londra e uffici in Irlanda, Italia e Svizzera. “Sono molto legato a questa città per la sua bellezza e l’arte che racconta una storia unica al mondo”. Tendercapital è impegnata da anni nel mondo dell’arte supportando artisti di fama internazionale ed emergenti.Per Zani “l’arte è cultura e deve essere incoraggiata anche dallo Stato, essendo un motore di sviluppo umano e civico della società. È un settore fondamentale per l’Italia, tuttavia attualmente in crisi. È quindi necessario sostenere, in particolare, le piccole gallerie e gli artisti che anche silenziosamente lavorano per incrementare le opere e la bellezza nei nostri musei”. LEGGI TUTTO

  • in

    Appello di Palenzona (Assaeroporti) per salvare gli scali nazionali

    (Teleborsa) – Salvate gli aeroporti italiani. L’appello lanciato da Fabrizio Palenzona, presidente di Assaeroporti, sulle pagine del Sole 24 Ore, ha fatto reindirizzare l’attenzione sul sistema degli scali nazionali che, a fronte di grossi oneri sostenuti dai rispettivi gestori per garantirne la funzione pubblica nei mesi di lockdown, si ritrova a gestire la pesante crisi del trasporto aereo.Servono almeno 800 milioni di euro per compensare i danni subìti e consentire all’intera filiera, che conta 10mila dipendenti in cassa integrazione, di ripartire. Palenzona sottolinea che occorre tornare a garantire la possibilità di raggiungere in meno di quattro anni la quasi totalità del PIL europeo. Il presidente di Assaeroporti osserva inoltre che il Governo federale tedesco ha garantito agli aeroporti del Paese una dotazione di 1,36 miliardi di euro e altri Stati europei si stanno muovendo in questa direzione. LEGGI TUTTO