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Bankitalia conferma crescita moderata del Pil

(Teleborsa) – Dopo un quarto trimestre 2019 a crescita zero, l’economia italiana tornerà a crescere nel triennio 2020-2022 anche se sarà una crescita moderata e con rischi al ribasso sempre in agguato.

A dirlo è la Banca d’Italia nel suo bollettino economico in cui si stima un aumento Pil dello 0,5% per il 2020 , dello 0,9% nel 2021 e dell’1,1% nel 2022.

Si conferma invece il dato del +0,2% per il Pil 2019 con una crescita zero nel quarto trimestre del 2019. L’attività economica, si legge nel bollettino, “lievemente cresciuta nel terzo trimestre dell’anno scorso, sarebbe rimasta pressoché stazionaria nel quarto, continuando a risentire soprattutto della debolezza del settore manifatturiero”.

Questa valutazione, sottolinea Via Nazionale, “potrebbe essere soggetta a rischi al ribasso qualora la persistente debolezza del ciclo industriale dovesse essersi trasmessa anche ai servizi“.

Per quanto riguarda il rapporto deficit-Pil 2019 il dato è migliorato rispetto alle previsioni, scendendo leggermente rispetto al 2,2% dell’anno prima. Secondo Palazzo Koch “Alla fine di novembre il debito delle amministrazioni pubbliche ammontava a 2.444,6 miliardi, circa 35 miliardi in più nel confronto con lo stesso periodo del 2018. Considerando il fabbisogno del settore statale e la variazione delle disponibilità liquide del Tesoro a dicembre, si può stimare che nel 2019 il rapporto tra il debito e il Pil sia aumentato, come già atteso nelle previsioni del governo“.

Dal fronte bancario, arriva la conferma di una situazione di stallo con prestiti alle imprese in calo, frenati dalla debolezza della domanda di finanziamenti. Bankitalia ha infatti sottolineato che “il costo del credito è sceso in modo significativo per le famiglie. Per queste ultime la crescita dei prestiti resta solida, mentre è negativa per le imprese, rispecchiando (sulla base dei sondaggi) soprattutto la debolezza della domanda di finanziamenti”. “Secondo le banche – aggiunge Via Nazionale – le misure adottate a settembre dal consiglio direttivo della BCE concorreranno a favorire un miglioramento delle condizioni creditizie”

Passando alle buone notizie, a trascinare la ripresa del prossimo triennio, sottolinea Bankitalia, sarà soprattutto la “graduale ripresa degli scambi internazionali e la moderata espansione della domanda interna“. Gli investimenti, pur risentendo di una persistente incertezza, trarranno impulso “dal progressivo recupero delle prospettive di domanda globale e da condizioni di finanziamento espansive”.

La discesa degli spread sovrani osservata dall’inizio di giugno contribuirà “a innalzare l’accumulazione di capitale di circa 3,5 punti percentuali nel complesso del triennio 2020-22“. L’inflazione aumenterà in modo graduale, “dallo 0,7% nell’anno in corso all’1,3% nel 2022, per effetto soprattutto di una ripresa delle retribuzioni e dei margini di profitto che beneficerebbero della migliore fase ciclica”.

I rischi sono però ancora molti. “La crescita – avverte infatti Bankitalia – è ancora esposta a rischi rilevanti, connessi con l’incertezza geopolitica in aumento, con i conflitti commerciali solo in parte rientrati e con il debole andamento dell’attività economica nei nostri maggiori partner europei. Potrebbe inoltre risultare inferiore a quanto prefigurato qualora fosse ritardata la realizzazione dei cospicui investimenti pubblici programmati, inclusi nel quadro previsivo, o se si riaccendessero tensioni sui mercati finanziari”.

Qualche effetto positivo si dovrebbe registrare nel mondo del lavoro, visto che secondo le stime di via Nazionale, la disoccupazione diminuirà “gradualmente” nel triennio 2020-2022, con il tasso di disoccupazione che passerà dal 9,9% dell’anno scorso al 9,7% nel 2020, al 9,6% nel 2021 e al 9,4% nel 2022. L’occupazione invece crescerà “a tassi moderati”, poco più di mezzo punto percentuale all’anno nel periodo 2020-22.

Confermato il giudizio non positivo per Quota 100 i cui pensionamenti anticipati, secondo Banca d’Italia, non faranno aumentare l’occupazione. Nel bollettino economico via Nazionale sottolinea infatti che “le valutazioni, in linea con le regolarità empiriche, indicano che le maggiori fuoriuscite dal mercato del lavoro connesse con le nuove forme di pensionamento anticipato (Quota 100) verrebbero solo parzialmente compensate da assunzioni: l’impatto di queste misure sull’occupazione complessiva sarebbe nell’ordine di -0,4 punti percentuali”.

Negli ultimi mesi “gli acquisti di titoli pubblici italiani da parte di investitori esteri sono stati ingenti, 90 miliardi tra gennaio e novembre dell’anno scorso”, ricorda ancora Banca d’Italia nel bollettino economico, secondo cui il saldo debitorio di Via Nazionale sul sistema dei pagamenti europeo Target2 “è significativamente migliorato, anche per effetto dell’aumento della raccolta estera netta sul mercato Repo da parte delle banche italiane, favorita dall’avvio del nuovo sistema di remunerazione delle riserve bancarie dell’Eurosistema”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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