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Coronavirus, Lombardia: sei casi positivi e 250 persone in isolamento

(Teleborsa) – Sono arrivati a sei i casi accertati di Coronavirus in Lombardia e a oggi – ha spiegato in conferenza stampa l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera – ci sono “circa 250 persone sono in isolamento a cui verrà fatto il tampone”. Il punto sulla situazione verrà fatto oggi pomeriggio nel corso della riunione convocata dalla Regione Lombardia con il ministro della Salute Speranza e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. “In via prudenziale – ha spiegato Gallera – abbiamo invitato la popolazione dei comuni di Codogno, Castiglione d’Adda e di Casalpusterlengo di rimanere nelle loro case da scuola e attività pubbliche” ed è allo studio “il provvedimento di chiusura delle scuole” nei comuni coinvolti. “A ora le dimensioni del fenomeno le stiamo vedendo e definendo minuto dopo minuto” ha affermato Gallera aggiungendo che “per ora non c’è la necessità di confinare in isolamento tutta la popolazione. Se ci sarà un livello superiore di difficoltà, sarà il ministero della Salute e Interni a decidere”. “I casi segnalati in Lombardia sono i primi che si sono verificati sul territorio italiano e ci fanno entrare in una fase nuova – ha spiegato Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma –. Per la prima volta siamo passati da casi di importazione a casi di circolazione locale del virus”.

I SEI CONTAGIATI – Lo scorso 18 febbraio, Mattia (iniziali M.Y.M) il 38enne lodigiano risultato positivo al Coronavirus che lavora all’Unilever di Casalpusterlengo si è presentato al Pronto soccorso con sintomi influenzali, ma dato che non ha dichiarato subito di aver avuto contatti con l’uomo rientrato dalla Cina il 21 gennaio non è scattata la procedura che prevedeva da subito un isolamento e il tampone specifico ed è stato rimandato a casa con una terapia antibiotica. Soltanto di fronte alla forte insistenza della moglie che ha ricordato, il giorno dopo, che un amico del marito era tornato poco tempo fa dalla Cina, ieri pomeriggio gli è stato effettuato il tampone che ha dato esito positivo al virus. L’uomo ha presentato i primi sintomi il 15 febbraio e 150 suoi contatti stretti e 160 dipendenti della Unilever saranno sottoposti a tampone. Nelle ultime due settimane il 38enne ha partecipato a una gara podistica e a una partita di calcetto. Positiva al test anche sua moglie, insegnante in maternità poiché incinta di 8 mesi, ricoverata all’ospedale Sacco di Milano, punto di riferimento nazionale per le bioemergenze insieme all’istituto Spallanzani di Roma. Gli altri casi positivi – tra i quali oltre al 38enne e alla moglie figura un amico dell’uomo che ha affermato di aver fatto attività sportiva con lui – sono ricoverati a Codogno ma l’obiettivo della Regione è quello di portare tutti al Sacco il prima possibile. “Nella notte – ha spiegato Gallera – hanno fatto l’accesso al pronto soccorso di Codogno altre tre persone, uno è venuto da solo gli altri due in ambulanza. A oggi l’unico elemento che conosciamo è che vivono tutti nella stessa area. Dobbiamo parlare con loro e con i loro familiari per capire se c’è una connessione”. Tutti e tre avevano una polmonite seria, poi risultata Covid-19. Le sei persone risultate positive al Coronavirus hanno tutte sui 40 anni.

SI CERCA IL PAZIENTE ZERO – Non è ancora chiaro come il 38enne abbia contratto il virus. L’uomo tornato dalla Cina con cui ha avuto contatti – un manager della Mae Shanghai attualmente in isolamento al Sacco di Milano e presunto “paziente zero” – è infatti risultato negativo al test. “Stiamo aspettando i controlli ma sta bene, è sempre stato bene, salvo una leggera febbre un giorno – ha affermato Gallera –. Potrebbe anche essere che sia guarito, non abbiamo certezza che sia il caso zero”. Nonostante l’esito negativo che attesta l’assenza di infettività, secondo il principio della massima precauzione, sono in corso ulteriori ricerche per capire se può essere risultato infetto nei giorni passati. Nello scenario attuale si fa strada l’ipotesi del “contagio asintomatico”. “È tecnicamente possibile, anche se non abbiamo informazioni sul modo in cui la liberazione del virus possa avvenire in una fase asintomatica” ha spiegato l’esperto di malattie infettive Massimo Galli, dell’Università di Milano e primario dell’ospedale Sacco.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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