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Deragliamento treno, a Cologno Monzese funerale Cicciú

(Teleborsa) – La bara, sulla quale è stata posata la maglia granata della Reggina assieme a fiori rossi e bianchi, è entrata tra gli applausi nella chiesa di San Giuseppe. Hanno partecipato in centinaia al funerale di Giuseppe Cicciú, il macchinista di 52 anni, calabrese d’origine, rimasto ucciso nel deragliamento del Frecciarossa 9595 lo scorso giovedì 6 febbraio ad Ospitaletto Lodigiano (Lodi). Durante le celebrazioni, svoltesi questo pomeriggio a Cologno Monzese (Milano) dove Cicciú risiedeva con la sua famiglia, amici e colleghi hanno ricordato commossi il 52enne con il “sogno di diventare ferroviere come suo padre”. Le esequie del suo collega Mario Dicuonzo, 59 anni, morto nell’incidente a meno di tre mesi dalla pensione, si svolgeranno invece domani a Pioltello.

“Il macchinista non muore, cambia stazione. Il macchinista trema, ma prosegue la strada”, queste le parole tratte da una poesia scritta da un collega per Giuseppe. “Portava le brioche al mattino, aveva sempre parole di conforto e stimolo per i più giovani – ha raccontato un altro collega ferroviere – con te e Mario se ne è andata una parte di noi, ci mancherai maestro, buon viaggio”. Nelle parole del parroco del quartiere di Reggio Calabria dove Cicciú è cresciuto, il macchinista viene definito “l’uomo del sorriso che dalle difficoltà ha saputo trarre la capacità di tessere legami puri”. “L’Italia che vogliamo – ha concluso il sacerdote – è quella dove ferrovie e strade sono sicure, dove facciamo a gara per l’alta velocità, non quella reale, ma quella di chi corre in avanti portando nel cuore la speranza”.

Nella chiesa gremita presenti molti colleghi in divisa e dirigenti delle Ferrovie dello Stato, oltre ai vertici del gruppo. Tra gli altri, sono intervenuti Gianluigi Castelli presidente del gruppo Fs italiane, l’amministratore delegato Gianfranco Battisti, l’ad di Rfi, Maurizio Gentile, e Orazio Iacono, ad di Trenitalia. Alla cerimonia ha partecipato anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

Il viceministro dell’Interno Matteo Mauri ha inviato un messaggio di cordoglio e vicinanza alle famiglie dei due macchinisti e ai loro cari colpiti da questa tragedia “così come alle comunità di Cologno Monzese e di Pioltello” alle quali si è detto “personalmente legato”. “Confidiamo – ha aggiunto Mauri – nelle autorità che stanno indagando in modo che le cause e le responsabilità siano accertate con il massimo rigore e in tempi rapidi”.

L’INCHIESTA – Mentre all’interno dell’area sequestrata a Ospedaletto Lodigiano da questa mattina sono iniziati i lavori per costruire delle passerelle in legno posate sui binari – indispensabili per permettere ai periti della Procura di raggiungere, in sicurezza, i punti chiave dell’incidente – da ieri non sono più solo cinque gli indagati dalla procura della Repubblica di Lodi. Il procuratore Domenico Chiaro ha annunciato che si è deciso di indagare anche Rfi anche se unicamente per l’ipotesi di illecito amministrativo in relazione al decreto legislativo 231/2001 sulla responsabilità amministrativa. Sul fronte dei soccorsi – a margine di un incontro organizzato in occasione della “Giornata europea del numero unico di emergenza 112” in Prefettura a Milano – il direttore generale dell’Azienda regionale emergenza urgenza (Areu), Alberto Zoli, ha sottolineato la tempestività dell’intervento. “In 19 minuti dal momento della richiesta di intervento – ha spiegato Zoli – sono giunti sul posto, insieme con i vigili del fuoco, i primi soccorsi e dieci minuti dopo sono arrivati anche gli altri mezzi, complessivamente 2 elicotteri, 12 ambulanze, 3-4 mezzi di soccorso avanzato e un pulmino da una decina di posti per il trasporto dei feriti lievi. Se il deragliamento fosse avvenuto soltanto un chilometro più in là, i soccorritori sarebbero potuti intervenire solo calandosi con il verricello dagli elicotteri perché non ci sono strade nei pressi dei binari”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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