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Spazio, ENEA: nasce l'orto hi-tech per coltivare sulla Luna e ai Poli

(Teleborsa) – Un orto hi-tech per coltivare micro-verdure sulla Luna e in ambienti estremi come quelli polari, allestito all’interno di una speciale “serra igloo” progettata per resistere a temperature molto basse. Ma anche missioni spaziali simulate grazie a tecniche avanzate di realtà virtuale immersiva. È la sfida di V-GELM (Virtual Greenhouse Experimental Lunar Module) il progetto sperimentale che prenderà il via da domani 10 luglio fino al 19 luglio nel Centro Ricerche Casaccia con l’obiettivo di sviluppare un modulo di coltivazione lunare abbinando tecniche di coltivazione idroponica innovative a esperimenti virtuali per il supporto alla vita degli astronauti nelle future missioni di lungo periodo. Il progetto – spiega Enea in una nota – verrà realizzato da un team di ricercatori Enea e di studenti del Centro Interdipartimentale Territorio Edilizia Restauro Ambiente (Citera) e delle Università Sapienza di Roma e della Tuscia e sarà presentato in diretta streaming sabato 11 luglio (ore 11-12,30).

V-GELM è stato selezionato tra i migliori progetti condotti da team universitari provenienti da tutto il mondo nell’ambito della missione IGLUNA 2020 dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), che sarà presentata oggi dal coordinatore Swiss Space Center.

Nello specifico, – si legga nella nota – il progetto si articola in due fasi: la prima ha visto impegnati studenti e ricercatori, in collaborazione con Mars Planet Society, nella progettazione architettonica e funzionale degli spazi simulata tramite tecniche immersive di realtà virtuale. Nella seconda entrerà in campo Hort3 l’innovativo orto dell’Enea dove verrà sperimentata la coltivazione idroponica di due particolari varietà di ravanello, Daikon e Rioja, all’interno di una particolare tenda denominata “Egg” per la sua particolare forma a uovo, realizzata dall’Università degli Studi di Milano.

“L’esperimento virtuale – spiega Luca Nardi del Laboratorio Biotecnologie Enea – consente di restituire al pubblico una prospettiva interattiva realistica e adatta a simulare gli ambienti, le operazioni da compiere e a svolgere anche analisi ergonomiche. In questo modo è possibile identificare sin dall’inizio eventuali criticità e ridurre i costi dello sviluppo di moduli spaziali e i tempi di addestramento degli astronauti”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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