Marzo 2021

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    Ddl Famiglia, UPB: “Superato da legge di Bilancio 2021 e assegno unico ma potenzialità accresciute da Pnrr”

    (Teleborsa) – “Da un lato, allo stato attuale il Ddl Famiglia risulta superato in alcuni suoi contenuti qualificanti da recenti misure introdotte con la legge di Bilancio per il 2021 e, soprattutto, dall’imminente approvazione in via definitiva del Ddl delega sull’assegno unico e universale (AS. 1892), che avra` anche conseguenze decisive sul suo quadro finanziario. Dall’altro lato, le potenzialita` del Ddl Famiglia risultano accresciute da alcune linee di intervento esplicitamente indicate nel Pnrr dello scorso gennaio”. È quanto rileva il consigliere dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), Alberto Zanardi, intervenuto oggi in audizione presso la Commissione Affari sociali della Camera impegnata nell’esame del Ddl C. 2561 recante “Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia” (Ddl Famiglia). Tra le misure contenute nella legge di Bilancio che, per Zanardi, rendono “superato” il Ddl Famiglia figurano l’ampliamento a 10 giorni, sebbene ancora in via sperimentale, del congedo di paternita` obbligatorio; l’esonero contributivo per l’assunzione di lavoratrici disoccupate; la destinazione di risorse al Fondo di solidarieta` comunale per finanziare lo sviluppo dei servizi sociali comunali e per aumentare la disponibilita` di posti negli asili nido; l’istituzione del Fondo a sostegno dell’imprenditoria femminile. Nodo centrale per il consigliere è, tuttavia, rappresentato “dall’imminente approvazione in via definitiva del Ddl delega sull’assegno unico e universale, che avra` anche conseguenze decisive sul suo quadro finanziario. I due Ddl infatti – spiega Zanardi – condividono l’intero quadro finanziario tranne la parte relativa alla modifica/abolizione di due sole misure vigenti: i buoni per il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido e altri servizi per l’infanzia e le detrazioni Irpef sulle spese di locazione per gli studenti universitari fuori sede. Le risorse derivanti dalla cancellazione di queste due misure ammontano a regime a circa 0,7 miliardi, che quindi rappresenterebbero, qualora l’attuazione dell’assegno unico assorbisse tutte le risorse attualmente previste nell’AS. 1892, le disponibilita` per finanziare gli interventi previsti dal Ddl famiglia una volta approvato definitivamente l’assegno unico”. In tale scenario, sottolinea il commissario, il Piano nazionale di ripresa e resilienza va, invece, ad accrescere le potenzialita` del Ddl famiglia. Il Pnrr – afferma Zanardi – “nella versione attuale, interviene ad affiancare le misure con effetti di bilancio di natura corrente del Ddl Famiglia con spesa in conto capitale con l’obiettivo di colmare i divari di fornitura dei servizi pubblici a livello territoriale, superare la poverta` educativa, aumentare le prospettive dei giovani, accrescere l’occupazione giovanile e favorire la conciliazione tra vita professionale e vita privata, oltre che annunciando riforme di piu` ampio respiro. Il Ddl Famiglia e il Pnrr vanno pertanto considerati in maniera integrata vista la condivisione di obiettivi e di parte degli interventi e i possibili riflessi sulle risorse finanziarie che si potrebbero rendere disponibili via Pnrr anche per l’attuazione del Ddl Famiglia”. In conclusione, rileva Zanardi, “se adeguatamente formulato e attuato il Ddl Famiglia, potrebbe rappresentare l’occasione per potenziare e rendere strutturali, e quindi certe, alcune misure rilevanti finalizzate a sostenere la genitorialita` e la parita` di genere che ancora oggi hanno carattere sperimentale; per fornire sostegni universali e fruibili anche dalle famiglie piu` povere allo scopo di assicurare pari opportunita` nella crescita e nei percorsi di educazione formale, non formale e informale ai figli indipendentemente dalla condizione economica della famiglia di appartenenza e creare un vero e proprio cambio culturale; per riordinare e sistematizzare norme frammentarie e disseminate in una pluralita` di fonti legislative. Cio` pero` – sottolinea – presuppone l’individuazione di ulteriori risorse finanziarie visto che l’imminente approvazione del Ddl sull’assegno unico finira` per drenare gran parte delle disponibilita` finanziarie previste nel Ddl Famiglia”. Con riferimento a questi vincoli finanziari, ma anche per garantire un’adeguata prospettiva di coordinamento tra le varie linee di intervento Zanardi ritiene necessario “collocare il Ddl famiglia in una visione integrata con il futuro Pnrr. I due provvedimenti devono procedere di pari passo in modo complementare. Si ricorda infatti che il Pnrr, nella versione presentata in Parlamento nel gennaio scorso, – prosegue il commissario – prevede per favorire la conciliazione tra vita e lavoro il potenziamento del piano asili nido e servizi integrati, anche con finalita` di riequilibrio dell’offerta sul territorio nazionale, l’aumento del tempo-scuola e quindi dell’offerta formativa, l’incremento di infrastrutture e la messa a disposizione di servizi e reti di assistenza territoriale per le persone con disabilita` o non autosufficienti. Per la parita` di genere, una delle tre priorita` orizzontali delle sei missioni in cui e` declinato il Piano, si prevedono iniziative per avvicinare le studentesse alle opportunita` offerte dalle discipline Stem e favorire l’occupazione femminile di tipo qualificato oltre che decontribuzioni per l’assunzione di donne e sostegni all’imprenditorialita` femminile”. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia, emissione green bond porta benefici alla reputazione di un Paese

    (Teleborsa) – “La performance dei green bond di emittenti sovrani è sostanzialmente in linea con quella dei titoli convenzionali”. Lo attesta uno studio della Banca d’Italia sull’evoluzione del mercato delle obbligazioni sostenibili, che ne identifica i benefici e i costi per gli emittenti.Questa conclusione “non costituisce tuttavia un disincentivo a entrare in questo mercato, in quanto la scelta di collocare titoli di questo tipo non si basa esclusivamente su valutazioni di convenienza economica – sottolineano i curatori Raffaele Doronzo, Vittorio Siracusa and Stefano Antonelli – Essi sono un valido strumento per mitigare i rischi climatici e per gestire i trade-off intergenerazionali impliciti nelle politiche di contenimento di tali rischi”.Tra i benefici non direttamente misurabili c’è il fatto che i Paesi che emettono questo tipo di titoli possono generare ricadute positive, finanziarie e non finanziarie. “I green bond sovrani possono fornire un benchmark di mercato di alta qualità, migliorare la liquidità del segmento green e incoraggiare altri emittenti a entrare in questo settore”, viene sottolineato. Gli emittenti potrebbero anche ricorrere ai green bond per raggiungere una base di investitori più ampia. Lo spazio per attirare di più gli investitori sono maggiori per i paesi piccoli o con poco debito pubblico, ma i benefici sono anche per le nazioni più grandi.Al di là degli aspetti finanziari, il vantaggio più importante è quello reputazionale. “L’emissione di green bond è un’indicazione concreta dell’impegno a lungo termine del governo” per una strategia sostenibile e può fungere da catalizzatore degli investimenti privati nella stessa direzione. In ultima istanza, questo genere di strumenti possono essere utili nella promozione dell’agenda verde di una nazione e essere percepiti come un tangibile segno di cambiamento dagli investitori e dalla comunità internazionale.Tutti questi vantaggi finanziari e non finanziari devono però essere valutati anche alla luce di potenziali costi. I costi di emissione e associati a un green bond sono superiori a quelli di un’obbligazione regolare. Questi i costi includono ulteriori processi di tracciamento, monitoraggio e reporting, nonché investimenti iniziali per definire i criteri ecologici e gli obiettivi di sostenibilità dell’obbligazione. LEGGI TUTTO

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    Dossier Whirlpool, stallo preoccupa lavoratori e Sindacati

    (Teleborsa) – Si alza l’asticella della tensione e dell’attenzione sul delicato dossier Whirpool. Questa mattina, Presidio dei lavoratori in Piazza del Plebiscito a Napoli per sollecitare la Prefettura ad “intervenire sul Governo affinchè al più presto – come precisato da FIM FIOM e UILM nella lettera consegnata in un incontro che si è tenuto al palazzo di Governo – ci sia una convocazione di un incontro sindacale per poter ripresentare le ragioni del nostro No alla chiusura di Napoli e dimostrare il lento disimpegno dall’Italia che in tutti i siti si sta registrando con azioni sistematiche che contraddicono impegni ed accordi”.”Vicinanza” ai lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli è stata immediatamente espressa dal prefetto partenopeo, Marco Valentini, che ha incontrato una delegazione sindacale in rappresentanza delle tute blu, assicurando che “saranno sensibilizzate al riguardo le autorità di Governo”. In una nota della Prefettura si legge che “i segretari confederali di categoria hanno rappresentato il persistere dello stato di tensione dei circa 400 lavoratori coinvolti nella dismissione dello stabilimento, che si inquadra in un contesto sociale ed economico già fortemente critico”. La delegazione, richiamando la manifestazione nazionale prevista per la giornata di domani, ha formulato l’auspicio della pronta ripresa del confronto sulla questione nell’ambito del tavolo istituito presso il ministero dello Sviluppo economico.SINDACATI IN PRESSING – Le parti sociali chiedono di essere parte attiva della trattativa. “Abbiamo ribadito la necessità – ha riferito il segretario generale della Fiom di Napoli, Rosario Rappa – di avere con il Ministro Giorgetti un confronto per poter spiegare il nostro punto di vista: Whirlpool deve rimanere a Napoli a produrre lavatrici”. Domani mattina da Napoli una delegazione di via Argine prenderà parte a Roma ad un presidio promosso da FIM FIOM UILM al MiSE sulle vertenze ancora aperte del settore metalmeccanico.WIl Ministro Giorgetti riattivi il tavolo e riprenda il confronto con il sindacato. A poco più di un mese dall’informale scambio di battute avuto a Roma nel giorno dell’insediamento del nuovo ministro, riteniamo di fondamentale importanza riprendere un confronto affinchè il tempo possa giocare a nostro favore e si dia un vero segno di discontinuità rispetto al Governo precedente”. Lo chiedono Gianpiero Tipaldi e Biagio Trapani, rispettivamente segretari generali della Cisl Napoli e Fim Napoli. “Sarebbe un gravissimo errore smarcare la multinazionale dalle proprie responsabilità che non sono solo industriali, ma anche sociali in un territorio già martoriato dalla mancanza delle istituzioni”. Dura anche la posizione di Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil Campania, che questa mattina ha partecipato al presidio dei lavoratori che “aspettano risposte, certezze, è necessario riattivare un tavolo Whirlpool presso il Ministero, così come per le altre vertenze calde della nostra regione, afferma, anche perchè la proroga dei licenziamenti, non può durare in eterno”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Volotea, da giugno voli da Linate verso Catania, Lampedusa e Pantelleria

    (Teleborsa) – La compagnia aerea spagnola Volotea ha annunciato l’avvio delle attività a Linate. Da giugno, infatti, saranno disponibili tre nuovi collegamenti operati dallo scalo milanese alla volta di Catania (primo volo in calendario il 04/06), Lampedusa e Pantelleria (entrambi operativi dal 05/06). Il volo per Catania sarà operativo sette giorni su sette, mentre i collegamenti con le isole siciliane decolleranno due volte a settimana, ogni sabato e domenica. “Ci riempie di orgoglio poter annunciare l’inizio della nostra collaborazione con l’aeroporto di Milano Linate, il 23esimo scalo in cui sono disponibili i nostri voli in Italia. Debuttiamo presso Linate con un’offerta di 72.000 posti in vendita, sicuri di rendere più agevoli e facili gli spostamenti verso Catania e verso due tra le più belle isole siciliane. L’avvio delle nuove rotte da Milano Linate, oltre ad offrire ai nostri passeggeri ben tre nuove opportunità di volo, riconferma il nostro impegno nel sostenere il settore turistico, così duramente provato dalla pandemia Covid-19”, ha commentato in una nota Valeria Rebasti, Country Manager Italy & Southeastern Europe di Volotea. “Siamo estremamente felici di annunciare l’arrivo di Volotea su Milano. Con l’inaugurazione delle operazioni a Milano Linate questa compagnia commercialmente dinamica e già ben posizionata in Europa darà stimolo alla ripresa del traffico aereo. La nostra infrastruttura, smart e veloce, grazie ai recenti investimenti fatti sul terminal e sull’accessibilità, ricalca ora modelli tipici dei city airport di successo come quello di London City. La reattività dimostrata da Volotea nel cogliere l’opportunità, che si presenta da questa estate, di aggiudicarsi slot e posizionarsi a Linate, contribuirà alla diversificazione dell’offerta commerciale dell’aeroporto”, ha aggiunto Andrea Tucci, VP Aviation Business Development Sea. LEGGI TUTTO

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    Digitalizzazione, Colao: piena cittadinanza digitale entro il 2026

    (Teleborsa) – Il ministro della Transizione digitale Vittorio Colao ha fatto il punto sugli obiettivi dell’Italia in termini di digitalizzazione che si intendono raggiungere anche grazie alle risorse del Recovery Plan, evidenziando la necessità di accelerare sulla connessione in banda ultra larga per famiglie, sanità e scuola. Nella sua relazione al Consiglio dei Ministri sul digitale Colao ha spiegato che, in coerenza con le ambizioni del Digital Compass 2030 che prevede anche il 100% dei principali servizi al cittadino in digitale, il 5G in tutte le aree popolate, tutti i servizi pubblici online, l’80% dei cittadini con identità e domicilio digitale e accesso al fascicolo sanitario, tra i punti c’è anche un Cloud sicuro e flessibile per la PA locale e centrale.”La differenza tra un cittadino che si sente sostenuto dal suo Stato e uno trascurato è quella di sapere di poter essere riconosciuto in maniera semplice e sicura e di ottenere senza attrito ciò che gli spetta. Con la piena cittadinanza digitale, a cui ambiamo per il 2026, questo sarà possibile per tutti gli italiani e italiane”, ha detto dopo aver presentato la relazione. L’obiettivo per quella data è infatti di “consentire a chiunque lo vorrà di interagire con la pubblica amministrazione tramite un solo punto di accesso che fornisca informazioni, servizi e notifiche e permetta pagamenti e transazioni interamente digitali”Per il ministro questo si traduce nel “garantire accesso digitale a tutta la popolazione italiana ovunque si trovi, agli studenti di tutte le scuole, a tutti gli operatori sanitari e ai pazienti sul territorio italiano”. In merito al collegamento tra i diversi sistemi, ciò “permetterà alla PA a sua volta di essere maggiormente efficiente nell’offrire i servizi e definire politiche pubbliche basate su dati aggregati tempestivamente aggiornati – ha spiegato Colao – Questo può avvenire attraverso l’adozione di infrastrutture digitali in Cloud, sicure e efficienti, flessibilmente scelte dalle PA centrali e locali secondo i diversi bisogni, che custodiranno i dati secondo principi di tutela della privacy e di riservatezza del trattamento”. LEGGI TUTTO

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    BCE, Panetta: “Euro digitale richiederà tempo. Decisione non è ancora stata presa”

    (Teleborsa) – Attualmente la Banca centrale europea sta conducendo una “ricognizione” sull’euro digitale e anche quando sarà completata, a metà anno, l’eventuale decisione di procedere non sarà definitiva, in quanto “l’unico obiettivo sarà quello di predisporre le condizioni tecniche, organizzative e legali per essere eventualmente in grado di emettere una valuta digitale”. È quanto affermano Fabio Panetta, l’esponente italiano del Comitato esecutivo della Bce, che ha la delega sul tema, e Ulrich Bindse il, direttore generale su Infrastrutture di mercato e pagamenti, in un articolo del blog dell’istituzione in cui cercano di rassicurare quelli che definiscono “dubbi” su questo progetto. L’euro digitale richiederà, dunque, ancora tempo e la decisione circa l’effettiva emissione sarà presa in una fase successiva. “Il dibattito sull’euro digitale è viziato da tre percezioni errate. La prima – proseguono Panetta e Bindse – è che la Bce intenderebbe eliminare il contante, anche al fine di imporre, per motivi connessi con l’attuazione della politica monetaria, una remunerazione fortemente penalizzante ai detentori dell’euro digitale. La seconda è che la moneta digitale si rifletterebbe negativamente sull’attività di intermediazione creditizia. La terza è che l’euro digitale sarebbe basato su un modello di attività non sostenibile”. I preparativi sull’euro digitale hanno mostrato una improvvisa apparente accelerazione, anche mediatica, sul finale dell’estate. Di fatto sembrano aver ricevuto un impulso dalla crisi pandemica e, forse, dal timore che lo slancio di altre giurisdizioni in particolare la Cina, su valute ufficiali digitali possa creare ricadute anche sui pagamenti nell’area euro. Il fatto che paesi come la Cina possano utilizzare una eventuale valuta digitale – che Pechino ha già iniziato a sperimentare a livello locale – anche per aumentare ulteriormente i già stringenti strumenti di controllo sulla popolazione potrebbe aver contribuito a non rassicurare alcuni nelle democrazie occidentali. Lunedì scorso, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha affermato che la Banca centrale Usa non ha fretta di creare un dollaro digitale. Per Powell bisogna valutare la sua necessità, i pro e i contro e, comunque, per il via libera servirebbe una legge di autorizzazione da parte del Congresso.”Le analisi in corso si basano sul presupposto che l’euro digitale affiancherebbe il contante, senza sostituirlo – sottolineano Panetta e Bindse –. I nostri programmi non prevedono l’eliminazione delle banconote, come è stato più volte ribadito dalla presidente Christine Lagarde e da altri membri del Comitato esecutivo, anche alla luce del fatto che le banconote in euro hanno corso legale in base alla normativa europea. Per di più, la Bce e la Commissione europea son già oggi impegnate affinché il contante continui a essere ampiamente utilizzato nei pagamenti al dettaglio”. Il timore che la Bce possa utilizzare l’euro digitale per spingere la remunerazione della moneta verso valori fortemente negativi è pertanto immotivato. “Data la disponibilità di banconote, – aggiungono – i cittadini potranno continuare a detenere moneta a un tasso di interesse pari a zero, e non potranno quindi essere danneggiati dall’introduzione dell’euro digitale. L’obiettivo dell’euro digitale è quello di offrire ai consumatori la possibilità di utilizzare la moneta della banca centrale per effettuare pagamenti in forma digitale. Si tratta di un obiettivo che non ha nulla a che fare con la politica monetaria”. In tale scenario la preoccupazione che l’euro digitale possa provocare un deflusso di depositi è anch’essa ingiustificata. “L’attività di intermediazione creditizia svolta dal settore privato, sia per il tramite sia delle banche, sia dei mercati, – spiegano Panetta e Bindse –svolge una funzione cruciale nel nostro sistema economico. Non abbiamo quindi alcuna intenzione di ridisegnare la struttura del sistema finanziario europeo”. Secondo gli esponenti della Bce, il dibattito pubblico dovrebbe invece concentrarsi sui rischi che insorgerebbero qualora l’istituzione decidesse di non introdurre l’euro digitale. “Ad esempio, l’Europa – affermano – potrebbe trovarsi in futuro in una situazione in cui l’offerta di servizi di pagamento sia dominata da operatori esteri quali i giganti tecnologici globali, in grado di offrire su larga scala forme di moneta artificiali. Una tale situazione potrebbe accentuare la vulnerabilità. Prepararsi all’euro digitale rappresenta quindi un modo per tutelare l’autonomia dell’Europa e per evitare scenari indesiderati. Questi scenari non sono imminenti, ma bisogna essere pronti a contrastarli. L’obiettivo dell’euro digitale sarebbe pertanto quello di offrire ai cittadini uno strumento di pagamento innovativo, sicuro, reso stabile, dall’impegno in suo favore da parte di una banca centrale indipendente. Dovrà essere di facile utilizzo e ampiamente diffuso tra la popolazione. Tutto questo richiederà tempo. I nostri doveri nei confronti dei cittadini europei – concludono Panetta e Bindse – ci impongono di assicurare che la nostra moneta sia pronta per l’era digitale, mantenendo la sicurezza e l’affidabilità dei risultati al centro del nostro impegno”. LEGGI TUTTO

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    Banca Sistema, in piano 2021-2023 si punta sulla digitalizzazione

    (Teleborsa) – Il consiglio di amministrazione di Banca Sistema ha approvato il Piano Strategico 2021-2023, che prevede un’espansione nei tre business in cui opera: factoring verso la PA, cessione del quinto e credito su pegno. Per raggiungere gli obiettivi è prevista anche un’estensione e accelerazione dello smart working, e una maggior digitalizzazione dei processi.”Guardando al 2023 vogliamo cavalcare le opportunità offerte dallo scenario macroeconomico per consolidare la nostra posizione nel business del Factoring – ha commentato Gianluca Garbi, CEO di Banca Sistema – evolvere nel settore della Cessione del quinto affiancando i nostri clienti/agenti/mediatori con nuova tecnologia e far prendere il volo alla nostra posizione nel settore del credito su pegno, offrendo ai cittadini un aiuto concreto per rispondere al crescente bisogno di liquidità in modo innovativo”.Il Piano prevede una crescita degli impieghi del factoring a doppia cifra (CAGR 2020-2023: +20%), con un target al 2023 di 2,6 miliardi, e una crescita dei volumi annui (CAGR 2020-2023: +16%), il cui target al 2023 è di 4,8 miliardi. L’evoluzione dalla posizione attuale nel business della Cessione del quinto prevede un aumento degli impieghi a fine 2023 a 1.260 milioni, con una crescita composta annua rispetto al 2020 pari a +11%. Gli investimenti nel business del credito su pegno permetteranno al gruppo (tramite la sua controllata ProntoPegno SpA) di raggiungere al terzo anno del Piano quasi 150 milioni di impieghi (corrispondenti ad un CAGR 2020-2023: del +23%). Ciò sarà conseguito anche grazie al consolidamento del ramo acquisito nel 2020 da Intesa Sanpaolo. LEGGI TUTTO

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    Negativa Wall Street. Pesa il ribasso del settore tech

    (Teleborsa) – Negativa Wall Street, con il Dow Jones che scambia con un leggero calo dello 0,55%, proseguendo la serie di tre ribassi consecutivi, iniziata martedì scorso; sulla stessa linea, cede alle vendite l’S&P-500, che retrocede a 3.876 punti. Leggermente negativo il Nasdaq 100 (-0,45%); come pure, in lieve ribasso l’S&P 100 (-0,2%).Sulla borsa americana pesano i titoli dei comparti tecnologico e bancario, mentre i dati sui sussidi di disoccupazione mostrano un mercato del lavoro in ripresa: le nuove richieste di sussidi nell’ultima settimana sono diminuiti a 684 mila da 781 mila nella settimana precedente.In discesa a Wall Street tutti i comparti dell’S&P 500. In fondo alla classifica, i maggiori ribassi si manifestano nei comparti energia (-2,33%), materiali (-0,68%) e beni industriali (-0,62%).La sola Blue Chip del Dow Jones in sostanziale aumento è Cisco Systems (+2,38%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Nike, che ottiene -4,68%.In apnea Walgreens Boots Alliance, che arretra del 2,51%.Tonfo di Exxon Mobil, che mostra una caduta del 2,42%.Lettera su Chevron, che registra un importante calo del 2,10%.Tra i protagonisti del Nasdaq 100, Cisco Systems (+2,38%), FOX (+1,58%), Twenty-First Century Fox (+1,45%) e Vodafone (+1,16%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Baidu, che prosegue le contrattazioni a -4,24%.Affonda Lam Research, con un ribasso del 2,40%.Crolla Applied Materials, con una flessione del 2,37%.Vendite a piene mani su Moderna, che soffre un decremento del 2,24%. LEGGI TUTTO