Marzo 2021

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    Recovery Plan, Capello (LVenture Group): “Imprenditori e digitale al centro della ripartenza. Puntare sulle startup”

    (Teleborsa) – “L’Italia deve accelerare in maniera decisa sulla digitalizzazione, una priorità strategica per la crescita e la modernizzazione del Paese, e un contributo fondamentale a riguardo è quello delle startup. Nella programmazione degli interventi per l’utilizzo delle risorse del Recovery Plan, è necessario concentrare l’attenzione sugli imprenditori, figure chiave per il successo della nostra economia”. È quanto afferma Luigi Capello, chief executive officer di LVenture Group, holding leader negli investimenti di startup digitali. “Senza la forza creativa dell’imprenditoria, come ha sottolineato il ministro Giorgetti oggi in audizione alla Camera dei Deputati sulle linee attuative del Recovery Plan, – prosegue Capello – non ci sono margini adeguati per ridurre i divari con i nostri competitor a livello europeo e le startup italiane sono proprio quel volano di sviluppo economico che unisce la creatività alle nuove tecnologie digitali. Lo dimostra l’importante round di investimento da 200 milioni di euro (50 milioni di euro in equity e 150 milioni di euro in finanziamento) con Exor lead investor chiuso proprio oggi dalla startup italiana Casavo, che si candida a diventare un campione a livello europeo nella digitalizzazione del settore immobiliare. Puntare sulla digitalizzazione, favorendo lo sviluppo e l’espansione delle nuove imprese tecnologiche – conclude – è la chiave per garantire la competitività a livello internazionale del nostro Paese”. LEGGI TUTTO

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    Vaccino, Oxfam-Emergency: “Sospensione AstraZeneca non drammatica con condivisione scienza e tecnologia”

    (Teleborsa) – Per l’82% degli italiani il governo dovrebbe chiedere alle aziende farmaceutiche di rendere pubbliche la formulazione e la tecnologia per sviluppare il vaccino anti Covid. Il 74% dei nostri connazionali ritiene, inoltre, che tale condivisione renderebbe più efficaci le campagne vaccinali, raggiungendo più velocemente un maggior numero di persone. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Yougov per Emergency e Oxfam, membri della People’s Vaccine Alliance. La maggior parte dei partecipanti all’indagine è convinta, tuttavia, che una minore circolazione del virus in Italia ottenuta con la campagna vaccinale non garantirebbe la sicurezza sugli effetti della pandemia: il 90% di chi ha risposto, infatti, pensa che la diffusione incontrollata del virus nel resto del mondo sarebbe un problema per l’economia del nostro Paese, il 76% per la propria salute. Il 68% ritiene infine che il governo dovrebbe impegnarsi di più, per fare in modo che tutti nel mondo ricevano il vaccino entro il 2021.”Il sondaggio ci dice chiaramente che la stragrande maggioranza degli italiani è a favore di una sospensione della proprietà intellettuale detenuta dalle aziende farmaceutiche – ha detto Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia –. A un anno dall’inizio della pandemia che ha sconvolto le nostre vite con 120 milioni di persone contagiate e più di 2 milioni e mezzo di morti, abbiamo l’arma del vaccino, che senza una produzione e distribuzione massicce, rischia di non essere in grado di fermare il virus e farci tornare presto alla normalità. Le varianti galoppano e possono compromettere quanto fin qui scienza e ricerca hanno raggiunto, grazie a un impegno straordinario di molti attori, anche pubblici”.Nonostante le enormi perdite economiche generate dalla pandemia che, secondo le stime dell’Ocse, entro il 2021 ammonteranno a 7mila miliardi di dollari (cifra paragonabile ai bilanci annui di USA (4.100 miliardi) e Cina (3.200 miliardi) sommati assieme) la campagna vaccinale – sottolineano Oxfam ed Emergency in una nota – va irresponsabilmente a rilento in molti Paesi, Italia inclusa, mentre in altri a basso e medio reddito non è neanche avviata. “La ragione principale – spiega Rossella Miccio, presidente di Emergency – sta proprio nella grande richiesta di dosi a fronte di una limitata capacità di produzione da parte delle case farmaceutiche. Secondo le stime, al momento è utilizzato solo il 50% della capacità di produzione delle case farmaceutiche che stanno sviluppando o hanno già sviluppato vaccini contro il Covid-19. Se poi consideriamo le case farmaceutiche che in tutto il mondo sarebbero interessate e avrebbero la possibilità di adattare i loro impianti alla produzione di vaccini anti Covid, stiamo utilizzando solo il 23% delle capacità produttive”.In Europa, – evidenziano Oxfam ed Emergency – la sospensione del vaccino AstraZeneca ha determinato una pesante battuta d’arresto della campagna vaccinale in atto, dovuta proprio al fatto che la produzione di tutti i vaccini approvati finora è insufficiente a coprire la richiesta o anche solo a rispettare gli impegni contrattuali. Nei Paesi più poveri, la situazione è ancora più drammatica con un’immunizzazione prevista non prima del 2023. Al momento in Guinea, ad esempio, sono state somministrate 0,06 dosi ogni 100 abitanti, contro le 11,22 dell’Italia.In tale scenario Oxfam ed Emergency chiedono al governo italiano di riconoscere il vaccino contro il Covid-19 come un bene pubblico globale e di sostenere le richieste di riforma dell’attuale sistema che tutela la proprietà intellettuale. “Solo così, – affermano Oxfam ed Emergency – ponendo fine al monopolio dell’industria farmaceutica sui vaccini almeno in questa fase di emergenza, chiunque, in ogni parte del mondo, potrà avere accesso al vaccino il più rapidamente possibile. In questo modo potremmo superare i limiti attuali alla produzione, che derivano dalle restrizioni della proprietà intellettuale, garantendo che i vaccini siano prodotti e venduti da più aziende in un mercato competitivo e che siano resi disponibili al pubblico al minor costo possibile. Il massiccio finanziamento pubblico per la ricerca, sviluppo e messa in produzione dei vaccini potrebbe essere così finalmente riconosciuto e ricompensato”. LEGGI TUTTO

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    ITA accelera, passi avanti verso il decollo

    (Teleborsa) – La Commissione trasporti della Camera dei Deputati ha votato a larga maggioranza il parere favorevole al nuovo piano industriale di ITA. Lo dichiara Luciano Nobili, capogruppo Italia Viva e relatore del provvedimento.”Si tratta di un passaggio molto importante – afferma – che ha richiesto un approfondimento lungo e serio e una interlocuzione positiva con i vertici della Newco, guidata dal dottor Lazzerini e dall’ingegner Caio e con il Governo. In particolare voglio ringraziare il ministro Giorgietti che con la sua lunga e dettagliata audizione di oggi ha chiarito con precisione le intenzioni del Governo, la mission della nuova compagnia e il percorso sull’amministrazione straordinaria di Alitalia. Un cambio di passo rispetto alle incertezze, ai ritardi, ai rimpalli di responsabilità degli ultimi mesi di cui si vedono i frutti”.”Imperativo ora è fare presto e fare bene – aggiunge -: la temporanea nazionalizzazione della compagnia, l’impegno di ulteriori 3 miliardi di euro stanziati col decreto rilancio, non erano la nostra soluzione preferita, anzi. Ma la pandemia ha così aggravato la situazione da rendere il percorso obbligato. Sta a noi non dimenticare da dove veniamo, e cioè da una compagnia che registrava performance disastrose ben prima dell’arrivo del Covid e sulla quale occorre procedere, in ossequio alle indicazioni europee e alle convinzioni nostre e del Governo Draghi con una profonda discontinuità manageriale, organizzativa, aziendale e con l’obiettivo di scelte nell’interesse della tutela dell’investimento fatto e dell’equilibrio economico e finanziario della nuova compagnia. Nel nuovo piano industriale, che dovrà necessariamente subire degli aggiornamenti, c’è il profilo di un’azienda più snella, dinamica, che riscopre il lungo raggio, che punta sull’hub di Fiumicino, sul business di Linate, sul rapporto col cliente, sulla digitalizzazione e sulla sostenibilità”.”Sarà necessario accelerare l’interlocuzione in corso con la commissione Europea – prosegue Nobili – per permettere di trasferire quanto prima il settore aviation direttamente a Ita, e poi procedere secondo quanto sarà definito per concorrere a gestire handling, manutenzione, per tutelare slot e brand aziendale. L’interlocuzione col governo e l’impegno dello stesso ci fa ben sperare sulla risoluzione rapida della trattativa, nell’interesse del nostro Paese”.”Sarà fondamentale poi garantire adeguate tutele al personale di Alitalia e valorizzare gli asset che la gestione commissariale cederà con l’obiettivo di chiuderla il prima possibile. Allo stesso tempo bisognerà evitare errori del passato: per questo per noi è fondamentale lavorare, prima possibile, alla definizione di una partnership strategica dal punto di vista commerciale che possa tradursi in prospettiva in una partnership industriale con ingresso nel capitale sociale di ITA – conclude -. Negli ultimi 15 anni l’esborso di risorse pubbliche su Alitalia è stato abnorme e ingiustificato a fronte di risultati aziendali disastrosi. Che sia la volta buona per far partire una compagnia in grado di stare sul mercato, di accompagnare la ripartenza post Covid del turismo in Italia, che sarà uno dei nostri vettori di crescita più importanti, di avere un futuro senza debiti”.Proprio oggi, il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti aveva detto che è in corso una profonda revisione del piano industriale approvato dal CdA di Ita, alla luce delle negoziazioni con la Commissaria europea Margrethe Vestager. L’Unione europea per dare il via libera alla costituzione della nuova società ha chiesto all’Italia che questa sia in discontinuità con l’attuale compagnia aerea. “Parola d’ordine è discontinuità, orientamento al mercato e sostenibilità economica”, ha dichiarato Giorgetti in audizione alla commissione Trasporti della Camera. LEGGI TUTTO

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    ENI-Nigeria, Tribunale di Milano: assolti Descalzi e manager

    (Teleborsa) – ENI esprime “la propria soddisfazione per la sentenza di assoluzione con formula piena, perchè il fatto non sussiste, pronunciata oggi dal Tribunale di Milano in merito al processo Nigeria-Opl245″.”La decisione del Tribunale – sottolinea il Gruppo in una nota – ha finalmente stabilito, dopo quasi tre anni di dibattimento, che la società, l’amministratore delegato, Claudio Descalzi e il management coinvolto nel procedimento hanno mantenuto una condotta assolutamente lecita e corretta”.Eni ha sempre “mantenuto piena fiducia nell’equilibrato svolgimento dell’istruttoria assicurato dal Tribunale, e desidera oggi esprimere il proprio ringraziamento a tutti gli stakeholder che hanno creduto nella correttezza dell’operato della società e del suo management, non facendo mai mancare la propria fiducia, rispettandone le attività e la reputazione”.”Finalmente a Claudio Descalzi è stata restituita la sua reputazione professionale e a Eni il suo ruolo di grande azienda”, il commento dell’avvocato Paola Severino, difensore dell’ad della compagnia petrolifera.La sentenza è stata pronunciata dalla settima sezione penale nel processo, iniziato tre anni fa, nel marzo 2018, con al centro, questa l’ipotesi, una presunta maxi tangente da oltre 1 miliardo e 92 milioni di dollari che sarebbe stata versata, secondo l’accusa, da Eni e Shell per ottenere nel 2011 la licenza sui diritti di esplorazione del giacimento nigeriano.Tesi, quella della Procura, di fatto, “cancellata” oggi dai giudici che hanno assolto tutti gli imputati con formula piena “perché il fatto non sussiste”. LEGGI TUTTO

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    Petrolio, AIE: domanda a livelli pre-Covid solo in 2023

    (Teleborsa) – Tornano a scendere i prezzi del petrolio, mentre l’ultimo rapporto previsionale annuale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) raffredda le aspettative di ripresa dei consumi.Secondo l’ente parigino, infatti, la domanda non risalirà ai livelli pre-Covid prima del 2023 e il livello atteso sulla media 2025 è oggi di 2,5 milioni di barili al giorno, inferiore a quanto atteso un anno fa. Sul 2026, comunque, L’AIE pronostica un livello di domanda pari a 4,4 milioni di barili sopra il valore 2019.Nel pomeriggio il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord cede 65 cents a 67,74 dollari. Il West Texas Intermediate cala di 53 cents a 64,27 dollari. In generale i mercati attendono con una certa cautela gli esiti del direttorio della Federal Reserve, che annuncerà le sue decisioni nella serata di oggi, mercoledì 17 marzo. Gli analisti, tuttavia, non si aspettano colpi di scena.Intanto, a fronte dell’accelerazione dell’Europa, a cui con la nuova amministrazione Biden sembrano aggiungersi anche gli USA, verso “decarbonizzazione”, minor uso di combustibili fossili e politiche green, volte a contrastare i cambiamenti climatici, secondo l’AIE ben il 90% della crescita di domanda tra 2019 e 2026 dipenderà dall’Asia. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo presenta “Motore Italia”: 13 miliardi di euro per il rilancio delle Pmi della Lombardia

    (Teleborsa) – Ha fatto tappa a Varese il roadshow virtuale di Intesa Sanpaolo dedicato a “Motore Italia”, il nuovo programma strategico di finanziamenti e iniziative per favorire il rilancio delle piccole e medie imprese italiane, che mette a disposizione oltre 13 miliardi di euro di nuovo credito per le pmi della Lombardia. Nel dettaglio – spiega Intesa Sanpaolo in una nota – circa 10 miliardi di euro sono destinati alle imprese dell’area della Direzione Regionale Lombardia, escludendo le province di Milano e Monza Brianza che afferiscono alla direzione regionale Milano e provincia del Gruppo Intesa Sanpaolo cui è dedicato un plafond di circa 4 miliardi. Alla presentazione odierna hanno preso parte per Intesa Sanpaolo Tito Nocentini, direttore regionale Lombardia, Fabrizio Guelpa, responsabile Industry & Banking Research della Direzione Studi e Ricerche e Anna Roscio, responsabile Direzione Sales & Marketing Imprese. È intervenuto, inoltre, Roberto Grassi, presidente Unione degli Industriali della Provincia di Varese.”Nel 2020, un anno drammatico a causa della pandemia, abbiamo concretamente sostenuto il tessuto produttivo lombardo, e anche quest’anno garantiremo il nostro impegno con soluzioni concrete: allungando i tempi di rientro del debito e consentendo alle aziende di pianificare gli investimenti che siamo pronti a sostenere con nuovo credito – spiega Nocentini –. Dall’inizio della pandemia abbiamo supportato le aziende di tutta la Lombardia con erogazioni a medio-lungo termine, compresi gli interventi per il Covid-19, per circa oltre 9 miliardi di euro. Abbiamo inoltre concesso oltre 67mila moratorie per un debito residuo di oltre 13 miliardi e favorito circa 200 accordi regionali di filiera. Ora è il momento di fare un passo in più per accelerare insieme il rilancio, con un impegno orientato a un futuro sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale”.”Gli ultimi dati rilevati dal nostro Ufficio Studi – dichiara Grassi – dimostrano come il sistema produttivo varesino non stia giocando in difesa, ma anzi stia reagendo e guardando al futuro con progetti concreti e innovativi. Abbiamo bisogno, però, di partner che, per decidere di sostenerci, non si concentrino tanto sui bilanci di un anno atipico come il 2020, ma che sappiano invece guardare ai nostri fondamentali e alla nostra capacità di avere una visione sui mercati, soprattutto quelli internazionali che da sempre ci premiano”. Il piano, che su scala nazionale prevede un plafond di 50 miliardi, punta a mettere in campo tutte le iniziative opportune per consentire alle imprese di affrontare le esigenze, ancora diffuse, dettate dall’emergenza e dalla crisi pandemica. Anticipando i bisogni di liquidità e supporto in vista delle prossime scadenze delle misure governative, la misura fondamentale del programma – spiega Intesa Sanpaolo – stabilisce nuove soluzioni di allungamento della durata dei finanziamenti in essere, ampliando le iniziative di sostegno alla liquidità già messe in atto nel corso del 2020. Previsti inoltre ulteriori interventi per preparare le pmi al rilancio economico e al recupero di competitività attraverso investimenti per la transizione digitale e sostenibile, in linea con i futuri obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il programma “Motore Italia” di Intesa Sanpaolo si compone di cinque linee di intervento, calibrate sulle direttrici strategiche della crescita del Paese che potranno innescare nuove erogazioni di credito alle pmi italiane per oltre 50 miliardi di euro, grazie anche al supporto delle risorse rese disponibili attraverso il Fondo Centrale di Garanzia e Sace: Liquidità ed estensione dei finanziamenti; Investimenti per la transizione tecnologica; Investimenti per la transizione sostenibile; Finanza strutturata e straordinaria; e Soluzioni non finanziarie e partnership qualificate. LEGGI TUTTO

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    Covid, italiani più poveri. Ceto medio crolla al 27%

    (Teleborsa) – Dal quasi 40% del pre-pandemia il ceto medio italiano è oggi crollato al 27% mentre nel Paese la tensione sociale è salita al 73%. Al momento i due sentimenti dominanti in Italia sono la paura (28%) e l’attesa (33%) seguiti da altre pulsioni negative come delusione (24%), tristezza (22%) e rabbia (13%). Serenità, dinamismo e passione animano, ciascuna, solo il 5% dell’opinione pubblica. Il sistema di welfare è sorretto dalle donne (61% contro il 21%) anche se il loro ruolo non è riconosciuto. Questo lo scenario tracciato dal Rapporto Ipsos-Flair 2021 realizzato su su un campione di 1000 persone rappresentativo della popolazione italiana per ogni quesito e volto a decodificare i mutamenti in corso attraverso i valori, i comportamenti, le trasformazioni dei singoli individui e della società italiana nel suo complesso. La presentazione del Rapporto 2021 oggi al Cnel ha visto gli interventi del presidente del Cnel Tiziano Treu; di Nando Pagnoncelli ed Enzo Risso, presidente e direttore scientifico Ipsos; di Vladimiro Giacché, responsabile Comunicazione, Studi e Marketing strategico Banca del Fucino; di Linda Laura Sabbadini, editorialista La Repubblica e di Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.”L’Italia è un Paese ambiguo sul da farsi, incompleto nella sua capacità di agire, avvolto, come in un eterno ossimoro, in una danza immobile, in cui i personaggi in scena lottano per le proprie maschere”, ha detto Pagnoncelli.”Molti dei danni collaterali del Covid li cominciamo a intravedere, ma – ha sottolineato Risso – non riusciamo ancora a pesarne fino in fondo la portata. Non sappiamo quando, se e come finirà la pandemia. Non sappiamo ancora il reale impatto economico, tantomeno quello di lungo periodo: quanti saranno i nuovi disoccupati, quanti professionisti commercianti, operatori turistici o piccoli imprenditori perderanno la propria impresa o attività. Non riusciamo a definire in tutte le sue sfaccettature, la dimensione dei danni arrecati al sapere, alla formazione delle future classi dirigenti, né riusciamo a quantificare gli effetti futuri sui comportamenti sociali, culturali e sui consumi”.”Lo scenario delineato dal Rapporto Ipsos, che è emerso anche dai documenti presentati dal Cnel negli ultimi mesi al Parlamento e al Governo, – ha affermato Treu – ci obbliga a correre e recuperare il tempo perduto. Milioni di imprenditori e lavoratori, soprattutto donne e giovani, aspettano risposte che tardano ad arrivare. Le prospettive di ripresa sociale e personale dalle ferite della pandemia sono più complesse dei processi di mera ricostruzione economica e richiedono quindi misure altrettanto complesse di protezione e di promozione umana affinché la transizione epocale in atto sia effettivamente giusta e non si limiti a innovare nelle scelte della economia, ma sappia aiutare le persone a sostenere l’impatto delle novità economiche e tecnologiche e a beneficiarne”. LEGGI TUTTO

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    AstraZeneca, OMS: i benefici superano i rischi, si prosegua con le vaccinazioni

    (Teleborsa) – L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che i suoi esperti stanno valutando gli ultimi dati sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca, ma ritiene che al momento i benefici superino i suoi rischi e raccomanda di continuare le vaccinazioni. “Al momento l’OMS valuta che i benefici del vaccino AstraZeneca superino i rischi e quindi raccomanda di continuare con le vaccinazioni”, si legge in una nota dell’Organizzazione in cui si fa riferimento ai paesi dell’Ue che hanno sospeso l’uso del vaccino dopo la segnalazione di problemi nella coagulazione del sangue. “Gli eventi tromboembolici si verificano frequentemente. Il tromboembolismo venoso è la terza malattia cardiovascolare più comune a livello globale”, continua il comunicato. L’OMS ha ricordato che nel corso delle campagne di vaccinazione è normale che i si segnalino potenziali eventi avversi: “ciò non significa necessariamente che gli eventi siano legati alla vaccinazione stessa, ma è buona norma indagare su di essi”. L’OMS ha infine sottolineato che le segnalazioni mostrano anche che il sistema di sorveglianza funziona e che sono in atto controlli efficaci, aggiungendo di essere in contatto regolare con l’EMA e le autorità di regolamentazione in tutto il mondo. LEGGI TUTTO