Marzo 2021

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    Brexit, nuove tensioni sul nodo Irlanda: gli unionisti dell'Ulster scrivono a Johnson

    (Teleborsa) – I veterani di un gruppo paramilitare unionista dell’Ulster hanno annunciato il ritiro della loro adesione all’accordo di pace irlandese del Venerdì Santo 1998 a causa della situazione commerciale post-Brexit che si è venuta a creare in Irlanda del Nord. Il Paese, infatti, nonostante l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea di fatto rimane all’interno del mercato comune europeo e dell’unione doganale, una decisione condivisa dai negoziatori di Bruxelles e Londra per evitare di ricostituire il confine fisico con l’Irlanda ma che sta creando diversi problemi alle aziende locali.In una lettera inviata a Boris Johnson, i militanti del Loyalist Communities Council hanno riferito al premier britannico di non ritenersi più vincolati agli impegni sottoscritti 23 anni fa a causa dell’interpretazione sulle intese di divorzio dall’Ue in materia commerciale e sui controlli sul transito merci fra Irlanda del Nord e resto del Regno Unito. Gli unionisti nordirlandesi considerano tali accordi, infatti, penalizzanti per i loro interessi e potenzialmente minacciosi per la sovranità britannica. Il gruppo ha precisato che non ci sarà alcun ritorno alla violenza e che la decisione verrà messa in atto solo attraverso mezzi “pacifici e democratici”.La protesta del Loyalist Communities Council è solo l’ultima manifestazione della tensione latente che si è sviluppata negli ultimi giorni sul nodo irlandese tra Regno Unito e Unione europea. Londra ieri ha infatti annunciato la volontà unilaterale di estendere fino a ottobre il “periodo di grazia” durante il quale si riserva di non eseguire quei controlli doganali interni sulle merci agroalimentari d’importazione in transito fra Ulster e Gran Bretagna. Una mossa per placare la protesta delle aziende del Nord Irlanda molto legate al mercato britannico ma che non è stata accolta con favore a Bruxelles – che ha trovato anche l’appoggio dell’Irlanda – visto che non era prevista dal protocollo post Brexit firmato per garantire sia il mantenimento della frontiera aperta fra Belfast e Dublino – come stabilito dalla pace del ’98 – sia l’integrità del mercato unico europeo. Gli europei infatti la ritengono una violazione del diritto internazionale.Boris Johnson ha definito la decisione una “misura tecnica temporanea” e ha auspicato la risoluzione della controversia “con il buon senso e la buona volontà” di tutti gli attori protagonisti. Ieri si è svolto un colloquio telefonico tra David Frost, ex negoziatore britannico e ora responsabile dei rapporti con l’Ue, e il vicepresidente della Commissione europea, Maros Sefcovic. In una nota, il governo di Londra ha spiegato che le parti hanno convenuto i restare in stretto contatto, mentre Bruxelles non esclude di ricorrere a vie legali. “La Commissione europea risponderà a questi sviluppi in conformità con gli strumenti legali stabiliti dall’accordo di recesso e dall’accordo sul commercio e la cooperazione”, si legge nel comunicato diffuso dopo il colloquio. “È la seconda volta che il governo del Regno Unito si prepara a violare il diritto internazionale”, si sottolinea con riferimento al tentativo di Londra dello scorso anno di superare l’accordo di divorzio da Bruxelles proprio sull’Irlanda del Nord, un episodio che che convinse la Commissione Ue ad aprire una procedura legale, disinnescata poi dall’accordo commerciale stretto a poco prima di Natale. LEGGI TUTTO

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    BPER Banca: “Da pandemia impatto su Equity Capital Markets ma emergono segnali di ripresa”

    (Teleborsa) – Facilitare l’avvicinamento della finanza all’economia reale. Questo l’obiettivo dell’evento digitale, organizzato da BPER Banca, “Investire dopo la pandemia. Prospettive per le PMI italiane. Multipli correnti e valutazioni delle IPO” che ha visto la presentazione dello studio sulla valutazione borsistica delle PMI italiane. Finalità del report – sponsorizzato da BPER Banca e sviluppato da Value Track, boutique milanese di analisi finanziaria e advisory – è trarre delle indicazioni di sintesi sui multipli azionari delle PMI italiane, sin dalla fase di ammissione a quotazione (IPO), e individuare scenari per le operazioni future di quotazione, anche alla luce delle novità regolamentari, in vigore dal 2021.”L’anno appena trascorso ha dimostrato come il ruolo delle banche sia stato essenziale per affrontare l’emergenza economica e sociale, in particolare nella gestione delle moratorie e della liquidità con finanziamenti assistiti da garanzie statali. Oggi il compito delle banche – ha sottolineato, aprendo il webinar, il responsabile della Direzione Imprese e Corporate Finance di BPER Banca Davide Vellani – è davvero diventato molteplice. Da un lato c’è un tentativo di indirizzare correttamente la liquidità al sostegno degli investimenti produttivi ma dall’altro è necessario adottare un approccio selettivo per sostenere e rilanciare le imprese realmente competitive cercando anche distimolare il loro rafforzamento patrimoniale e mettendo a disposizione prodotti e servizi adeguati. Ecco perché riteniamo che siano di grande importanza le attività volte a facilitare l’accesso delle PMI al mercato dei capitali che sappiamo, di fatto, essere l’entry gate per raccogliere le migliori opportunità di crescita con le M&A, una maggiore visibilità a livello internazionale, l’incremento della patrimonializzazione, e, ora più che mai, la maggiore resilienza che lo status di quotata può garantire”. Per Vellani “pur in un contesto in continua evoluzione è fondamentale fornire informazioni utili a fare chiarezza per compiere le scelte migliori possibili perché proprio in questi contesti sono maggiori i rischi ma anche le opportunità. In tanti settori – ha spiegato – si sono azzerati vantaggi competitivi e differenze di scala dimensionale. AIM Italia, in particolare, dimostra con il suo dinamismo che anche nel 2021 ci possono essere storie interessanti che danno prospettiva alle aziende e rendimenti agli investitori. Per questo motivo – ha concluso Vellani – BPER Banca mette in campo il team di Investment Banking, che fornisce servizi di consulenza e assistenza nell’ambito delle scelte di investimento e dei processi di quotazione in Borsa e per la raccolta di capitale di debito alternativo come i minibond”.Nel 2020 – secondo quanto emerge dallo studio presentato da Marco Greco e Valentina Romitelli di Value Track – la pandemia ha influito negativamente sulle attività di Equity Capital Markets riducendo numero e dimensione delle operazioni di quotazione. Nel quarto trimestre dello scorso anno, tuttavia, c’è stata una ripresa che, assieme alla pipeline dei primi sei mesi del 2021, rappresentano segni della forte volontà delle aziende di superare questa difficile fase. Le Ipo sul mercato italiano sono state 22 nell’anno appena passato, alle quali si aggiungono altre 7 ammissioni per un totale di 29 operazioni. Aim Italia si è confermato il segmento più dinamico della Borsa con 21 Ipo sul totale, anche se le operazioni sono state di dimensioni ridotte: 6,6 milioni di raccolta media. Inoltre, nel confronto con i mercati del nord Europa, l’Italia ha numeri molto più bassi per numero di Ipo.Esaminando lo scenario macroeconomico del 2021, Marco Fortis, direttore della Fondazione Edison e docente di Economia industriale all’Università Cattolica di Milano, in riferimento alla situazione italiana ha sottolineato come per vedere una crescita dell’economia del nostro Paese “sarà necessario che vengano utilizzate al meglio le risorse che arriveranno dall’Europa, cosa che Mario Draghi sicuramente farà”. Sarà, inoltre, fondamentale per Fortis che “il Pnrr punti molto ad accelerare la crescita del Mezzogiorno, soprattutto per quanto riguarda infrastrutture, trasporti e digitale e che il piano preveda una riforma della Pubblica amministrazione”. Mettendo a confronto l’Italia con la Germania Fortis ha evidenziato come il nostro Paese complessivamente non cresca come quello tedesco mentre lo fanno alcune regioni singole come la Lombardia. “Servirà – ha aggiunto Fortis – che cresca anche il Sud dell’Italia per crescere mediamente come loroLa spiegazione è nel grande divario che c’è nella produttività e nell’efficienza della Pubblica amministrazione. Il Pnrr deve essere utilizzato per ammodernare la Pa, non tanto per creare posti di lavoro che spesso sono clientelari, quanto per fornire servizi a valore aggiunto ai cittadini. In Germania è il settore pubblico che fa la differenza”.Il webinar ha visto, inoltre, gli interventi Riccardo Morassut di Assogestioni, che ha analizzato il ruolo dei Pir a sostegno dell’economia italiana, e Settimo Stigliano di Arca Sgr che ha parlato delle opportunità di investimento nelle eccellenze italiane. LEGGI TUTTO

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    Rosso a Wall Street aspettando Powell

    (Teleborsa) – Giornata “no” per la Borsa USA, con la crescita dei rendimenti dei Treasury americani che continua a spaventare gli investitori, in risposta alle prospettive di inflazione. Gli addetti ai lavori si aspettano indicazioni in tal senso dal presidente della Federal Reserve Jerome Powell nel suo intervento odierno al summit del Wall Street Journal.Tra gli indici statunitensi, il Dow Jones segna una in flessione dello 0,87%: sulla stessa linea, giornata negativa per l’S&P-500, che archivia la seduta a 3.820 punti, in calo dell’1,06%. In discesa il Nasdaq 100 (-1,4%); con analoga direzione, negativo l’S&P 100 (-0,91%).Nell’S&P 500, buona la performance dei comparti energia (+2,35%) e utilities (+0,43%). Tra i più negativi della lista dell’S&P 500, troviamo i comparti beni di consumo secondari (-2,00%), informatica (-1,81%) e materiali (-1,67%).Al top tra i giganti di Wall Street, Exxon Mobil (+3,63%), Chevron (+1,72%) e United Health (+1,03%).Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Walt Disney, che ha chiuso a -2,93%.Pessima performance per Home Depot, che registra un ribasso del 2,59%.Sessione nera per Johnson & Johnson, che lascia sul tappeto una perdita del 2,16%.Scivola IBM, con un netto svantaggio dell’1,88%.Tra i best performers del Nasdaq 100, Mondelez International (+2,70%), Facebook (+1,42%), Gilead Sciences (+1,34%) e Alphabet (+1,12%).Le più forti vendite, invece, si sono abbattute su Western Digital, che ha terminato le contrattazioni a -7,36%.In caduta libera Tesla Motors, che affonda del 5,87%.Pesante Micron Technology, che segna una discesa di ben -5,51 punti percentuali.Seduta drammatica per Seagate Technology, che crolla del 5,31%. LEGGI TUTTO

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    Covid, l'Italia blocca l'export di una partita di vaccini AstraZeneca verso l'Australia

    (Teleborsa) – L’Italia è il primo Paese dell’Ue a rifiutare l’export di vaccini AstraZeneca. È quanto hanno riportato diverse testate citando fonti da Bruxelles. Le autorità italiane lo scorso venerdì hanno notificato alla Commissione europea la decisione di bloccare l’esportazione di 250mila dosi della casa farmaceutica in Australia. La competente autorità italiana, si spiega, ha ricevuto una richiesta di autorizzazione all’esportazione di vaccini anti Covid-19 da parte di AstraZeneca ai sensi del Regolamento di esecuzione Ue 2021/111 della Commissione, approvato lo scorso 30 gennaio, “che subordina l’esportazione di taluni prodotti alla presentazione di un’autorizzazione di esportazione”.Secondo quanto previsto dallo stesso Regolamento, l’Italia ha inviato così la proposta di decisione di non autorizzazione formulata a livello nazionale alla Commissione europea a cui spetta la decisione finale. In base alla normativa, infatti, lo Stato membro è tenuto a decidere in merito alla richiesta di autorizzazione “conformemente al parere della Commissione”. La proposta italiana ha ricevuto il via libera della stessa Commissione che mantiene un quadro aggiornato e onnicomprensivo delle richieste di esportazioni di vaccini anti Covid-19 e dei corrispondenti impegni delle case farmaceutiche assunti nel quadro dei richiamati accordi di pre-acquisto. È stato infine il ministero degli Esteri che ha emanato formalmente il provvedimento di diniego all’esportazione, lo stesso giorno in cui Bruxelles ha informato l’Italia che concordava con il provvedimento in oggetto.Nel frattempo, sono 22.865 i casi Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Italia con 339.635 tamponi totali (ieri 358.884) di cui 183.052 molecolari (ieri 192.341) e 156.583 test rapidi (ieri 166.543). Il rapporto positivi/tamponi totali sale così 6,73% (ieri 5,81%). La Regione con più nuovi casi si conferma la Lombardia (5.174). Il Ministero della Salute riporta che i casi complessivi di Covid-19 da inizio emergenza hanno raggiunto ormai la soglia dei 3 milioni.Sono 339 i decessi registrati oggi, che porta il conteggio totale a 98.974 morti da inizio pandemia. Cresce sia il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva (oggi sono 64 in più, 2.475 totali), sia quello degli ospedalizzati con sintomi, 394 in più rispetto a ieri (sono 20.157 in totale). LEGGI TUTTO

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    Generali, Ceccon: “Vicini alla micro-impresa che è spina dorsale economia”

    (Teleborsa) – Le micro-imprese rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana, sono un asset fondamentale che va protetto, per favorire l’agognata ripartenza del Paese. E’ quanto sottolineato da Tommaso Ceccon, Responsabile Danni Imprese di Generali Italia, in una intervista a Teleborsa, in occasione della presentazione della nuova soluzione “Attiva Commercio” dedicata alle micro-imprese del commercio.La pandemia ha provocato uno shock per l’economia, colpendo le imprese più fragili, quelle piccole o piccolissime, ed uno dei punti di forza dell’Italia, il commercio ed il fascino del Made in Italy: qual è il significato di questa nuova soluzione di Generali?”Sappiamo quanto la piccola-media impresa rappresenti per l’economia del Paese. In Italia vi sono più di 5 milioni di aziende, di queste oltre il 95% ha un numero di dipendenti compreso tra 1 e 10, quindi la micro impresa è la vera spina dorsale della nostra economia. E’ indubbio che la crisi economica conseguente alla pandemia ha colpito e sta colpendo una parte di questi settori e, in particolare, quelle del commercio”.”E’ il motivo per il quale, proprio in questo momento, attraverso il lancio di un’iniziativa dedicata al commercio nella sua interezza, vogliamo essere al fianco delle imprese con soluzioni che aiutino il piccolo imprenditore del commercio a ripartire. Lo facciamo attraverso una soluzione integrata di servizi di protezione e assistenza, che si accompagna a quello che è il nostro il nucleo fondamentale di coperture assicurative, che sono complete ed aiutano l’imprenditore a poter affrontare la sua attività in serenità e concentrare tutti i suoi sforzi verso la ripresa della sua attività”.[embedded content]
    Generali si conferma partner di vita per le famiglie e vicino alle imprese per “generare futuro”. Quali sono le opportunità che vanno colte per favorire la ripresa del sistema Paese?”Il mondo della piccola e media impresa in Italia rappresenta un asset fondamentale per la ripartenza e per la ripresa che tutti quantiattendiamo”.”Il motivo che oggi ci porta qui oggi è proprio aiutare a sostenere il mondo della piccola impresa, con soluzioni dedicate, per poteravere un impatto positivo sull’economia e sul sistema sul sistema Paese. La consapevolezza dei rischi e la protezione è un elemento fondamentale per consentire l’operatività di aziende che, proprio per la loro struttura estremamente ridotta e vulnerabile, può mettere in crisi la sostenibilità stessa del sistema”.”Quello che abbiamo già fatto e facciamo anche con Attiva Commercio è fornire soluzioni, fornire servizi, garantire continuità operativa, tutelare le persone che fanno azienda, attraverso una soluzione estremamente ampia che abbina, oltre alla tradizionale componente di protezione, componenti di servizi, di assistenza e di prevenzione, che aiutano l’impresa a svolgere la sua attività, a prosperare ed ariprendere il proprio percorso”. LEGGI TUTTO

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    Petrolio, sorpresa Opec+: produzione invariata

    (Teleborsa) – Si infiammano i prezzi del greggio che registrano un rialzo di oltre 5 punti percentuali dopo il nulla di fatto dell’Opec+.Mentre è in corso il vertice virtuale dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) e, gli alleati, insieme chiamati Opec+, l’Arabia Saudita – secondo quanto riferisce Bloomberg – avrebbe invitato alla cautela i Paesi membri in merito alla possibile riduzione dei tagli alla produzione di petrolio per il mese di aprile. Il vertice del Cartello “allargato” è stato convocato proprio per decidere l’entità dei livelli produttivi in grado di garantire l’equilibrio tra domanda e offerta e la tenuta delle quotazioni petrolifere.Riad – sempre secondo indiscrezioni – starebbe considerando di estendere il taglio volontario della propria quota di produzione di 1 milione di barili al giorno fino a tutto il mese di aprile.Le quotazioni del greggio WTI sono salite fino a 64 dollari al barile e quelle del Brent a 67 dollari.Il mercato si aspettava che l’Opec+ avrebbe ridotto i tagli alla produzione di circa 500.000 barili al giorno a partire da aprile e che, in particolare, l’Arabia Saudita ponesse fine al suo taglio volontario alla produzione di un ulteriore milione di barili al giorno. La stretta di Riad era stata annunciata nel vertice dello scorso 5 gennaio, quando avevano sorpreso il mercato annunciando un taglio temporaneo per i mesi di febbraio e marzo. Ora i sauditi potrebbero decidere di prorogarlo (anche se è un’ipotesi che era ritenuta poco probabile fino a pochi giorni fa) oppure revocarlo, in tutto o in parte, a partire dal prossimo mese.(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Agenzia delle Entrate, Ruffini: l'Ue finanzierà il nostro progetto anti-evasione

    (Teleborsa) – Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha annunciato che l’Unione Europea ha selezionato il progetto dell’agenzia fiscale italiana per la valutazione del rischio di non-compliance tra le iniziative da sostenere con appositi finanziamenti, all’interno dei programmi europei a supporto delle riforme strutturali in risposta all’emergenza Covid-19.”Con tale progetto si prevede un importante potenziamento delle attività di contrasto ai fenomeni di evasione ed elusione fiscale – ha spiegato Ruffini nel corso di un’audizione sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alla Commissione Finanze del Senato – in sostanza, si provvederà ad introdurre, a sperimentare e ad utilizzare tecniche innovative di network analysis, di machine learning e di data visualization, al fine di realizzare un nuovo sistema di supporto ai processi di individuazione dei soggetti ad alto rischio di evasione”.Ruffini ha assicurato che “l’utilizzo di tali nuovi strumenti e metodologie sarà sempre subordinato al preventivo contraddittorio con i contribuenti e sarà prestata la massima attenzione alla privacy e alla protezione dei dati”. Con questo nuovo sistema, ha affermato, si potranno “prevenire e contrastare, in tempi sempre più rapidi, fenomeni evasivi ed elusivi, messi in essere mediante la realizzazione di strutture societarie e schemi transazionali anche complessi, le frodi IVA, anche intracomunitarie, l’utilizzo indebito di crediti d’imposta e di altre agevolazioni”.L’occasione è stata utile per il direttore dell’Agenzia delle Entrare per esprimere la sua posizione in merito alla riforma fiscale. “Deve costantemente e progressivamente puntare alla semplificazione degli adempimenti per i contribuenti e le imprese, alla digitalizzazione dei servizi, al pieno utilizzo e interoperabilità delle banche dati, nel rispetto della normativa sulla privacy”, ha detto. “La digitalizzazione – ha precisato – è un obiettivo che l’Unione europea in primis ci chiede di perseguire, in un contesto in cui la cooperazione tra Stati europei, ma anche tra Stati extraeuropei, nonché la condivisione di informazioni di interesse reciproco, è sempre di più indispensabile”. LEGGI TUTTO

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    Generali, Nardi: “Attiva Commercio consente di proteggere asset fondamentali impresa”

    (Teleborsa) – “Attiva commercio”, la nuova soluzione di Generali Italia per le PMI del commercio, si propone di rispondere a tutte le esigenze delle imprese nel condurre il loro business – continuità, persone, digitalizzazione, semplificazione – ed è pensata “esportando” il know how maturato dalla Compagnia nei suoi 190 anni di storia, alla luce del mutato contesto di riferimento. Lo ha spiegato in una intervista a Teleborsa, Arianna Nardi, Head of Marketing di Generali Italia, parlando della nuova soluzione per le micro-imprese del commercio.”Attiva commercio” non è propriamente una soluzione assicurativa, è piuttosto un universo di soluzioni per sostenere le imprese in questa fase cruciale. Ci racconta in cosa consiste?”Il settore di riferimento è estremamente vario – grossista, dettagliante, ambulante – ed è anche diverso per categoria merceologica: abbigliamento, farmacia, elettronica”.”Il punto fondamentale è che Attiva Commercio consente di proteggere gli asset fondamentali dell’impresa: le attività produttive, le persone, il patrimonio ed i dati. Oggi, facciamo ciò tendendo conto di quello che abbiamo vissuto in questo ultimo anno, riattivandoci rispetto a quelle che sono le forme di protezione dell’imprenditore – prevenzione, servizi, assistenza – per rispondere a quelle che sono le priorità in termini di continuità del business, protezione dei dipendenti, digitalizzazione, semplificazione amministrativa ed anche in alcuni casi, di accompagnamento verso i mercati esteri”.[embedded content]
    Possiamo dire che il punto di forza di questa proposta “su misura” per le micro imprese è la consulenza? La capacità di orientare le scelte e seguire passo dopo passo le imprese nel percorso di ripartenza?”Si, questo è il punto. Abbiamo condensato il know how di 190 anni di storia al fianco delle imprese, proprio per cercare di portare dei modelli già conosciuti nelle grandi e medie imprese a disposizione del dettagliante e del grossista”.”Ancor di più oggi sono importanti i temi della continuità operativa e la tematica della protezione del mondo digitale e quindi, con esperienze che commutiamo da alti settori, forniamo ad esempio il servizio “disaster recovery”, perché la parola d’ordine, nel caso di un evento che interrompa la capacità produttiva dell’impresa, è riattivare velocemente l’attività, proteggere il fatturato, proteggere i clienti””Allo stesso modo, occorre proteggere il patrimonio dei dati e la cultura d’impresa: abbiamo visto imprese che hanno cambiato la loro identità, ad esempio facevano catering ed hanno iniziato a fare corsi di cucina online, spedizioni di ingredienti a casa delle persone. Comincia quindi ad essere più strutturata la necessità di una rete informativa di dati che bisogna proteggere, perché ci sono i dati dei clienti, le fatture digitali, le scadenze e gli ordini”.”Tutti questi elementi devono essere protetti e monitorati nel tempo, attraverso azioni di prevenzione, come il modulo digitale sicuro, che monitora costantemente l’identità digitale dell’azienda sul web, ma il tema della cyber security, che non è poi così lontana, perché fa parte delle nostre vite”.”Ecco quindi che si avverte la necessità di riattivare nel più breve tempo possibile reti dati, archivi digitali, piuttosto che proteggere all’interno dell’impresa tutti i device, anche mobili, e di terzi”. LEGGI TUTTO