Maggio 2021

Monthly Archives

More stories

  • in

    Innovatec, CdA passa da 5 a 6 membri. Entra Elio Catania

    (Teleborsa) – Il consiglio di amministrazione di Innovatec, quotata sul mercato AIM Italia e attiva nel settore Clean Tech, ha deliberato di incrementare il numero dei componenti del CdA stesso da 5 a 6 membri. La richiesta di aumentare il numero di consiglieri era arrivata dall’azionista Sostenya Group Limited. Tale integrazione serve a consentire l’ingresso, nell’organo amministrativo della società, di Elio Catania, “persona di elevato standing nel panorama italiano e internazionale, e attuale presidente dell’advisory board dell’emittente”, sottolinea Innovatec.L’elezione dell’ulteriore consigliere sarà effettuata dall’assemblea, secondo quanto previsto dallo statuto sociale, con le maggioranze di legge e senza il voto di lista. L’amministratore così nominato scadrà insieme con quelli attualmente in carica e, quindi, alla data di approvazione del bilancio chiuso al 31 dicembre 2023. Nella stessa riunione il consiglio di amministrazione ha anche approvato il bilancio di sostenibilità 2020 di Innovatec. LEGGI TUTTO

  • in

    FederlegnoArredo, nel 2020 filiera perde il 9,1%. Esportazioni crollano dell'11,7%

    (Teleborsa) – La filiera italiana del Legno-Arredo, composta da circa 71.500 imprese con oltre 307mila addetti, chiude il 2020 con una contrazione del -9,1% rispetto al 2019. Una flessione del fatturato determinata dal mercato interno (-7,5%) ma soprattutto da quelli esteri (-11,7%). Questo il quadro che emerge dai consuntivi 2020 di FederlegnoArredosono, diffusi in occasione della conferenza stampa di presentazione della nuova edizione del Salone del mobile. Secondo l’associazione delle imprese del settore tali risultati risentono di un lockdown più severo rispetto ad altri Paesi concorrenti, del brusco rallentamento degli scambi internazionali e della mancanza di fiere. Il mercato domestico nel 2020 ha registrato un calo dei consumi collegato soprattutto alla fase di emergenza sanitaria e alla chiusura delle attività commerciali, ma ha beneficiato in parte del nuovo impulso alla domanda dovuto alla riscoperta della casa da parte degli italiani. Fenomeno che ha riguardato sia gli interni, con la necessità di maggior comfort e di creare spazi con destinazioni differenti, come nel caso dello smart working e della didattica a distanza, sia gli spazi esterni che hanno ritrovato una nuova centralità. Le difficoltà logistiche con il blocco dei trasporti e degli spostamenti e la mancanza delle fiere, fondamentali strumenti di internazionalizzazione, hanno invece fortemente rallentato lo sviluppo del fatturato estero e la realizzazione delle commesse in corso, spesso slittate di mesi. Dopo i dati pesantemente negativi del primo semestre dell’anno, a partire dall’estate le imprese hanno registrato un recupero importante, ma non sufficiente a colmare il danno determinato dai mesi di chiusura, fondamentale per ridurre comunque l’entità della perdita riscontrata nella prima parte del 2020.Le vendite in Italia arretrano del -7,5%. Le numerose agevolazioni fiscali disponibili per il 2020 ne hanno limitato la caduta e stanno alimentando la domanda del 2021. Subiscono invece una contrazione più significativa i comparti legati al mondo non residenziale: ufficio, retail e hospitality. Le esportazioni della filiera Legno-Arredo chiudono il 2020 a -11,7%. Dopo un avvio nel primo bimestre in linea con lo stesso periodo del 2019, l’export ha accusato una forte contrazione fino a maggio. L’andamento complessivo del Macrosistema Arredamento e Illuminazione che comprende l’arredamento, l’illuminazione, l’arredobagno, l’ufficio e i mobili professionali e commerciali, sintetizza nella sua variazione (-8,9%) andamenti profondamente differenti tra il comparto Casa e quello Contract. Grazie al parziale recupero a partire da giugno, i comparti più connessi all’ambiente domestico hanno chiuso l’anno con una flessione più contenuta (arredamento – 7,8%, arredobagno -9%), rallentano i comparti come l’ufficio e i mobili professionali e commerciali, più legati ai settori non residenziali. Il Macrosistema Arredamento e Illuminazione chiude l’anno 2020 con un export complessivo di 11,1 miliardi di euro, con un calo rispetto al 2019 del -10,1%. La Francia, nonostante il calo (-7,1%) rimane il primo sbocco commerciale, seguita dalla Germania (-1,8%) e Stati Uniti (-3,6%) primo mercato extra-europeo. Anche il Sistema Arredamento subisce, nell’anno segnato dalla pandemia Covid-19, una battuta d’arresto. Complessivamente la contrazione del fatturato nel 2020, contenuta grazie a un significativo recupero nella seconda metà dell’anno, è pari al -7,8%, più marcata (-8,3%) sui mercati esteri, che rappresentano circa la metà del fatturato totale, rispetto a quello domestico (-7,3%). Le esportazioni del Sistema Arredamento nel corso del 2020 realizzano un valore complessivo di 6,4 miliardi di euro, con una flessione rispetto al 2019 del -8,3%. Nonostante un calo del -3,1% la Francia, con 1,1 miliardi di euro, rimane il primo sbocco dell’export per le aziende italiane del Sistema Arredamento. In un anno come il 2020, tanto complesso e problematico per le conseguenze del Covid-19, le contenute crescite delle esportazioni verso Stati Uniti (+0,6%) e Germania (+1,5%), testimoniano la solidità e la forte presenza dell’arredo Made in Italy in questi due importanti mercati. Secondo un’indagine elaborata dal Centro Studi di FederlegnoArredo, le principali difficoltà riscontrate dalle imprese della filiera Legno-Arredo in questo periodo sono state l’aumento dei prezzi delle materie prime e la mancanza di eventi di contatto con il mercato. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, scorte petrolio settimanali in calo di 1,7 milioni di barili

    (Teleborsa) – Sono diminuite oltre le attese le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha confermato che gli stocks di greggio, negli ultimi sette giorni al 21 maggio 2021, sono scesi di circa 1,7 milioni a 484,3 MBG, contro attese per un calo di 1 milione.Gli stock di distillati hanno registrato invece un decremento di 3 milioni a 129,1 MBG, contro attese per una calo di 1,9 milioni, mentre le scorte di benzine hanno registrato un ribasso di 1,7 milioni a quota 232,5 MBG (era atteso un calo di 0,6 milioni).Le riserve strategiche di petrolio calano di 1,6 milioni a 628,5 MBG. (Foto: Raimond Castillo / Pixabay) LEGGI TUTTO

  • in

    ITA, Franco: accordo con UE in via definizione

    (Teleborsa) – E’ in via di definizione l’accordo con l’Unione europea sull’avvio di ITA, la newco Alitalia. Lo ha detto il Ministro dell’Economia, Daniele Franco nel corso del Question Time alla Camera, aggiungendo che l’obiettivo è quello di massimizzare il Piano industriale della newco per la quale è previsto “un perimetro più contenuto rispetto ad Alitalia, nei termini di rotta, flotta e attività collegate, ma coerente con l’impostazione del Piano della nuova società e capace di assicurare lo sviluppo anche occupazionale”.Le stime dell’impatto delle misure restrittive sull’economia “non costituiscono una stima del costo del lockdown perchè calcolano la perdita meccanica del PIL rispetto a uno scenario senza pandemia, senza includere gli effetti indiretti delle chiusure. La corretta valutazione di questo costo dovrebbe tener conto del fatto che in assenza di misure di contenimento, e con il conseguente serio aggravamento della situazione epidemiologica, le difficoltà per il funzionamento dell’economia sarebbero state molto significative e sarebbero state necessarie probabilmente misure ancora più restrittive”, ha detto Franco, rispondendo in merito all’impatto delle chiusura sul PIL. “Dall’inizio pandemia in tutti i paesi – ha osservato Franco – è sempre stato cruciale il bilanciamento tra gli effetti restrittivi immediati delle misure di contenimento da un lato e i costi sanitari e i costi economici futuri della loro mancato adozione dall’altro. Le stime su effetti delle chiusure, inoltre, non tengono conto degli effetti positivi delle ingenti misure fiscali messe in campo: in loro assenza la contrazione del PIL registrata sarebbe stata superiore”. “La maggior parte delle valutazioni quantitative disponibili – ha spiegato – si riferisce all’impatto sul sistema economico prodotto nella prima fase della pandemia. Le stime di Bankitalia relative alla perdita di valore aggiunte territoriali nel primo lockdown mostrano che ogni settimana di blocco dell’attività economica comporta una riduzione del PIL annuale dello 0,5%”. Invece, la quantificazione dell’impatto delle misure restrittive nella seconda e terza ondata “è resa più complessa dalla maggiore articolazione settoriale e territoriale degli interventi e dalla maggior variabilità temporale della loro applicazione”. Tuttavia, ha spiegato il ministro, il MEF “ha sviluppato una valutazione delle restrizioni riguardanti i servizi e del loro impatto diretto sul valore aggiunto del settore: secondo queste stime le restrizioni sui servizi nel quarto trimestre 2020 hanno pesato sul valore aggiunto settoriale per il 6,6%, per poi salire all’8,2% nel primo trimestre 2021; si stima che si ridurrà al 5,9% nel secondo trimestre e all’1,7% nel terzo trimestre”.La misura del Superbonus “è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione a giugno 2023 per le casi popolari. Il Governo si è impegnato a inserire nel disegno di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi della sua applicazioni nel 2021 con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati e al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e di sicurezza degli edifici”, ha detto. Il Superbonus, ha spiegato, “è stato introdotto per rilanciare rapidamente l’intero comparto dell’edilizia e far ripartire i cantieri, è inoltre importante per accelerare la transizione energetica del paese in vista degli obiettivi indicati anche in sede europea. Nell’ambito del PNRR, il Superbonus rappresenta una delle principali proposte progettuali e l’ammontare complessivo delle risorse previste, tra PNRR e fondo complementare, è di oltre 18 miliardi”.Nel decreto Sostegni bis la soglia di fatturato per ottenere contributi a fondo perduto può salire fino a 15 milioni di euro, ha proseguito Franco ricordando che “la soglia per gli interventi a fondo perduto è stata portata da 5 a 10 milioni” nel dl Sostegni. Tale limite è stato confermato nel dl “ma si prevede che essa possa essere elevato 15 milioni dove emergano risorse non utilizzate” ha ricordato. “Le modalità di determinazione dell’ammontare del contributo e ogni modalità di attuazione saranno definiti con decreto del Ministro dell’Economia”.Il Titolare del Tesoro ha anche riferito che il gettito dell’imposta sui servizi digitali per il 2020 ammonta a 233 milioni di euro. “Il termine per il pagamento della prima rata per l’imponibile anno 2020 è stato prorogato al 17 maggio 2021, fissando al 30 giugno il termine per invio della dichiarazione annuale – ha spiegato.A oggi sono stati ripartiti versamenti effettuati con modello F24 fino al 17 maggio per un importo di 98 milioni da parte di 49 soggetti, 40 società di capitali e 9 soggetti non residenti, e sono stati rilevati alla Ragioneria dello Stato bonifici effettuati direttamente in Tesoreria per un importo di 135 milioni, complessivamente quindi risulta un gettito dell’imposta sui servizi digitali per il 2020 ammonta a 233 milioni”. LEGGI TUTTO

  • in

    BCE, Panetta: “Inflazione a lungo al di sotto del 2% influisce su nostra credibilità”

    (Teleborsa) – “Stiamo attualmente assistendo a un aumento transitorio dell’inflazione guidato dall’aumento dei prezzi delle materie prime a livello globale, dagli effetti statistici e dall’inversione del taglio tedesco dell’IVA. Ma questa sarà una gobba temporanea: non dovrebbe durare oltre quest’anno, in quanto non è autosufficiente e non è guidata a livello nazionale. In ogni caso, l’inflazione sottostante, trainata principalmente dai servizi domestici, resta molto bassa, allo 0,7% ad aprile”. È quanto dichiarato da Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, in un’intervista al giornale economico giapponese Nikkei.”Guardando più avanti, le nostre proiezioni di marzo prevedevano che l’inflazione a medio termine sarebbe rimasta contenuta: solo l’1,2% nel 2022 e l’1,4% nel 2023. Non dovremmo estrapolare da quanto sta accadendo negli Stati Uniti. Non ci aspettiamo lo stesso tipo di domanda in aumento e mercato del lavoro rigido che genererebbero pressioni sui prezzi più durature”, ha continuato il funzionario della BCE. “Mi preoccupa il fatto che, nel nostro orizzonte politico, l’inflazione rimarrà ben al di sotto del nostro obiettivo del 2%- ha ammesso Panetta – Ciò potrebbe influire sulla nostra credibilità dopo tanti anni di “mancata” inflazione. Inoltre, un’inflazione troppo bassa aggrava il costo reale del debito in un momento in cui i rapporti debito pubblico e privato stanno aumentando per compensare il crollo del reddito causato dalla pandemia.Panetta di dice ottimista sulla ripresa dell’economia europea dalla crisi pandemica, ma ricorda che il Vecchio Continente è ancora lontano dalla situazione pre Covid-19. “In primo luogo, la ripresa è incompleta: il PIL dell’area euro è ancora del 5,5% al di sotto del livello pre-pandemia e ancora più al di sotto del trend di crescita pre-crisi. Ciò significa che milioni di posti di lavoro persi durante la pandemia non sono stati recuperati”, ha affermato. “In secondo luogo, l’economia fa ancora affidamento sull’ossigeno fornito dalla politica monetaria e fiscale: siamo lontani dal punto in cui possiamo vedere una crescita autosufficiente – ha continuato – In un tale contesto, un ritiro prematuro del sostegno politico rischierebbe di soffocare la ripresa prima che diventi autosufficiente. E aggraverebbe l’incertezza, pesando ulteriormente sulla domanda”.Rispondendo a una domanda sull’opportunità di rallentare il ritmo di acquisti del programma PEPP a partire da giugno, Panetta ha detto: “A mio avviso, solo un aumento sostenuto delle pressioni inflazionistiche, riflesso in una tendenza al rialzo dell’inflazione sottostante e che porta l’inflazione e le aspettative di inflazione in linea con il nostro obiettivo, potrebbe giustificare una riduzione dei nostri acquisti. Ma questo non è quello che abbiamo previsto a marzo. E, da allora, non ho assistito a cambiamenti nelle condizioni di finanziamento o nelle prospettive economiche che abbiano spostato verso l’alto il percorso dell’inflazione”.Per Panetta la BCE dovrebbe continuare a lavorare ad un euro digitale per essenzialmente due ragioni. “Vediamo che le persone acquistano sempre di più online e che utilizzano metodi di pagamento digitali con una frequenza crescente. Se queste due tendenze continuano, il ruolo del contante come mezzo di pagamento potrebbe diminuire in modo significativo – ha osservato – Ma il contante è lo strumento di pagamento emesso dalla banca centrale, il suo legame tangibile con i cittadini. Fornire denaro sovrano sicuro come bene pubblico è stata per secoli una missione fondamentale delle banche centrali. Penso che dovremmo continuare a svolgere questa missione fondamentale”. In secondo luogo, “dobbiamo impedire che il mercato europeo dei pagamenti al dettaglio sia dominato da una manciata di attori non europei che potrebbero essere relativamente immuni dal controllo normativo e dalla supervisione delle autorità europee – ha continuato – Ciò potrebbe comportare una concorrenza e una protezione dei dati insufficienti. E in assenza di una soluzione europea per i pagamenti digitali, alla fine sarebbe in gioco la nostra sovranità monetaria e finanziaria”. LEGGI TUTTO

  • in

    ENEL, Starace: “Digitale, driver principale della transizione energetica”

    (Teleborsa) – “La parola digitale ha implicazioni molto profonde nella nostra industria, il digitale è il driver principale della transizione energetica e noi non potevamo essere soltanto spettatori, abbiamo utilizzato al massimo questa grande leva di valore”. È quanto ha affermato l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, nel corso dell’EY Summit Infrastrutture – Transizione digitale ed energetica. “Fino ad ora – ha proseguito Starace – i fatti sono andati nella direzione che pensavamo e, avendo anticipato questi temi, siamo riusciti a coglierne il successo. La digitalizzazione delle reti è un passaggio inevitabile che richiede una capacità di investimento straordinaria e va accompagnata con grande decisione dai regolatori di tutto il mondo”. Parlando del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) Starace ha detto di essere “fiducioso con cautela del fatto che il Paese riesca a spendere le risorse europee del Recovery ma il nodo principale della transizione energetica e digitale – ha sottolineato – non è tanto semplificare i processi autorizzativi ma capire che cosa questa trasformazione comporta per le persone, qual è il cambiamento professionale a cui dobbiamo guardare, quanti tecnici nuovi dobbiamo formare, quanti operai specializzati abbiamo bisogno, quanti manager devono cambiare la testa, non è un tema di cambiare qualche legge”. Per l’ad “il vero problema è che per scaricare a terra quei 200 miliardi servono un sacco di persone al lavoro a fare lavori un po’ diversi di quelli che erano abituati prima. Quindi la formazione, la riqualificazione professionale è importante. Inutile dire – ha aggiunto Starace – che siccome c’è la perdita di lavoro si ferma tutto, non si ferma niente, si perdono e basta e non si guadagna nulla. Paralizzarsi nel terrore della perdita di posti di lavoro è controproducente, bisogna preoccuparsi della creazione dei posti di lavoro, perchè quelli li perdi in ogni caso”. LEGGI TUTTO

  • in

    Wall Street in leggero rialzo

    (Teleborsa) – Sosta intorno alla parità la Borsa di New York, con il Dow Jones che si attesta a 34.365 punti (+0,07%); sulla stessa linea, resta piatto l’S&P-500, con le quotazioni che si posizionano a 4.195 punti (+0,07%). Leggermente positivo il Nasdaq 100 (+0,24%); pressoché invariato l’S&P 100 (+0,12%). Le dichiarazioni dei funzionari della Federal Reserve hanno contribuito a calmare le preoccupazioni sull’inflazione, mentre il calo dei rendimenti obbligazionari sostiene i titoli tecnologici per la terza sessione consecutiva. Apprezzabile rialzo nell’S&P 500 per il comparto beni di consumo secondari.Tra i protagonisti del Dow Jones, Nike (+1,48%), Home Depot (+1,25%), Salesforce.Com (+0,92%) e Walt Disney (+0,52%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Honeywell International, che prosegue le contrattazioni a -5,18%.Tentenna Walgreens Boots Alliance, che cede lo 0,87%.Sostanzialmente debole Johnson & Johnson, che registra una flessione dello 0,69%.Al top tra i colossi tecnologici di Wall Street, si posizionano Bed Bath & Beyond (+5,05%), Discovery (+2,85%), Discovery (+2,54%) e American Airlines (+1,92%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Biogen, che ottiene -0,84%.Si muove sotto la parità Charter Communications, evidenziando un decremento dello 0,65%.Contrazione moderata per Vodafone, che soffre un calo dello 0,65%. LEGGI TUTTO

  • in

    Italia, filiali bancarie in calo del 3,4% nel 2020. Meno della media UE

    (Teleborsa) – Nel corso del 2020 è proseguito il calo del numero di filiali bancarie nell’UE, con una media di -8,62% tra tutti gli Stati membri. Le contrazioni sono state osservate in 24 dei 27 Paesi e sono state comprese tra -2,28% e -30,66%. Il numero totale di filiali nell’UE era 143.158 alla fine del 2020, l’82,8% nell’area euro. In Italia il calo è stato inferiore alla media: si è passati da 24.350 a 23.520 sportelli, per un calo del 3,4%.È quanto ha comunicato la Banca centrale europea (BCE) nell’aggiornamento del suo set di dati finanziari strutturali per il settore bancario del Vecchio Continente. Nel corso del 2020, il numero di dipendenti degli istituti di credito è diminuito in 22 Stati membri dell’UE, con un calo medio dell’1,55% in tutti i paesi. Questa diminuzione del numero di dipendenti bancari è una tendenza che è stata osservata nella maggior parte dei paesi dal 2008. In Italia si è passati da 280.219 a 273,669, corrispondente a un calo del 2,34%. Guardando agli altri grandi Paesi europei, a fine 2020 in Germania c’erano 575.508 bancari, in Francia 402.899 e in Spagna 171.432.I dati della BCE indicano anche che il grado di concentrazione nel settore bancario (misurato dalla quota di attività detenute dalle cinque maggiori banche) continua a variare notevolmente tra gli Stati membri dell’UE. A livello nazionale, la quota delle attività totali dei cinque maggiori enti creditizi variava dal 31,60% al 97,03% alla fine dello scorso anno, mentre la media dell’UE era del 67,25%. In Italia l’indicatore è salito dal 47,9% al 49,3% (a fine 2016 era del 43%). LEGGI TUTTO