Dicembre 2021

Monthly Archives

More stories

  • in

    L'FMI avverte la Banca d'Inghilterra di evitare l'inazione sull'inflazione

    (Teleborsa) – Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) sollecita la Banca d’Inghilterra a evitare “bias di inazione” sull’inflazione, mentre i prezzi al consumo si apprestano a raggiungere il picco di circa il 5,5% nella primavera del 2022. L’avvertimento arriva al termine della revisione annuale dell’FMI sull’economia britannica. La previsione dell’organizzazione internazionale prevede una crescita del PIL di circa il 6,8% nel 2021 e del 5% nel 2022, con un lieve rallentamento nel primo trimestre del 2022 a causa delle restrizioni di recente introduzione e dei colli di bottiglia dell’offerta ancora prevalenti durante il primo semestre del 2022. L’inflazione, dopo aver raggiunto il picco nella prossima primavera, è vista tornare gradualmente all’obiettivo entro l’inizio del 2024 (aiutato dal calo dei prezzi globali dell’energia, da catene di approvvigionamento più solide e da politiche di gestione della domanda più rigorose). Sul medio termine, l’FMI prevede che la crescita dovrebbe rallentare a circa l’1,5%, con il PIL reale che si assesta a circa 2-2,5% al di sotto della sua tendenza pre-pandemia, a causa della carenza di investimenti nel 2020-21 e da una ripresa non completa della partecipazione alla forza lavoro.Sull’operato della Bank of England, viene sottolineato che “anche la politica monetaria svolge un ruolo chiave nella gestione della volatilità, ma potrebbe trovarsi di fronte a difficili compromessi”. In particolare, “il Comitato per la politica monetaria dispone degli strumenti per affrontare la volatilità, inclusa la discrezionalità per gestire il percorso dell’inflazione fino al livello prefissato. Tuttavia, non sarebbe una cosa semplice vedere attraverso estesi cambiamenti nei salari e nei prezzi relativi mantenendo le aspettative ancorate”. LEGGI TUTTO

  • in

    Future USA in ribasso. Focus su dati macro e FED

    (Teleborsa) – Dopo un’apertura di settimana negativa (con i tre indici principali in rosso nella giornata di ieri), i future USA indicano che il mercato americano è senza direzione e dovrebbe iniziare la seduta in maniera contrastata. Wall Street non sembra quindi pronta a un rimbalzo dalle perdite di ieri, in quanto permance incertezza sul diffondersi della variante Omicron e sulle scelte che faranno le banche centrali di tutto il mondo in questa settimana. Gli occhi sono puntati sulla FED, che potrebbe annunciare un avvio più veloce del tapering e un inizio anticipato di rialzo dei tassi.Il contratto sul Dow Jones mostra un +0,02% a 35.658 punti, mentre quello sullo S&P 500 mostra un rialzo dello 0,20% a 4.659 punti. Il derivato sul Nasdaq segna un -0,51% a 15.999 punti.Sul fronte macroeconomico, l’unico dato significativo della giornata odierna è quello sui prezzi alla produzione. Prima dell’Opening Bell, il Dipartimento del Lavoro americano (BLS) diffonderà l’indice di novembre, che dovrebbe aumentare dello 0,5% su mese e del 9,2% su anno.Tra i titoli sotto osservazione ci sono Pfizer (uno studio finale sulla sua pillola antivirale Covid-19 ha dimostrato che è efficace all’89% nel prevenire ricoveri e decessi in pazienti ad alto rischio), Tesla (Elon Musk ha venduto altre azioni per 906 milioni di dollari), Weibo (è stata multata nuovamente dalle autorità cinesi), Ralph Lauren (downgrade da parte di Goldman Sachs), Beyond Meat (upgrade da parte di Piper Sandler). LEGGI TUTTO

  • in

    NGEU, Ue emetterà altri 50 miliardi di bond

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha annunciato i piani di emissione per coprire il fabbisogno di finanziamenti nell’ambito di NextGenerationEu per il primo semestre del 2022, che prevedono l’emissione di 50 miliardi di euro di obbligazioni comuni a lungo termine tra gennaio e giugno 2022, che saranno integrati da buoni dell’Ue a breve termine.Secondo quanto riferisce una nota, con queste operazioni l’UE sarà in grado di coprire tutti i pagamenti dovuti a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di tutti gli altri programmi nell’ambito dello strumento per la ripresa NextGenerationEU nel corso di tale periodo. L’attuale piano di finanziamento, si legge, si basa sulle previsioni più recenti per il futuro fabbisogno di pagamenti di NextGenerationEu. Dato che il dispositivo per la ripresa e la resilienza, che rappresenta il 90% dei pagamenti a titolo di NGEu, è uno strumento basato sulla performance e che i pagamenti nel 2022 saranno subordinati al completamento dei traguardi e degli obiettivi dei piani nazionali degli Stati membri per la ripresa e la resilienza, l’ammontare esatto del fabbisogno di finanziamenti e la tempistica dei pagamenti potrebbero variare. Eventuali modifiche saranno comunicate al mercato in modo tempestivo e trasparente.Sempre oggi la Commissione ha anche adottato la decisione annuale di assunzione di prestiti per il 2022, in cui sono indicati gli importi massimi dei prestiti che la stessa è autorizzata a contrarre entro la fine dell’anno. Le emissioni del 2022 si baseranno sul successo ottenuto dall’avvio del programma di ripresa NextGenerationEU nel 2021. Dal giugno 2021, sono stati raccolti 71 miliardi di euro per il piano, mediante obbligazioni dell’UE a lungo termine, di cui 12 miliardi attraverso la prima emissione di obbligazioni verdi NextGenerationEu.La Commissione continuerà inoltre a essere presente sul mercato nel contesto degli altri programmi di finanziamento (meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria, SURE e assistenza macrofinanziaria), con un volume di finanziamenti stimato nel periodo gennaio-giugno 2022 di circa 5,5 miliardi. La Commissione, conclude il comunicato, annuncerà i piani di emissione per il secondo semestre dell’anno nel giugno 2022. LEGGI TUTTO

  • in

    BT Group, Drahi raggiunge il 18%. Governo britannico in allarme

    (Teleborsa) – Il miliardario franco-israeliano Patrick Drahi ha comunicato di aver raggiunto una partecipazione del 18% in BT, uno dei maggiori operatori del settore telecomunicazioni nel Regno Unito. La mossa, anche se l’imprenditore ha detto di non avere intenzione di acquisire il gruppo, ha innescato una risposta difensiva dal governo britannico. “Il governo si impegna a rafforzare la nazione attraverso l’infrastruttura digitale, e non esiterà ad agire se sarà necessario proteggere la nostra importante infrastruttura nazionale di telecomunicazione”, ha detto un portavoce del governo britannico.BT ha affermato che il suo board è stato informato che Altice, il gruppo di telecomunicazioni di Drahi, che quest’ultimo ha aumentato la sua quota al 18% dal 12,1%. Secondo quanto riportato da Reuters, Drahi ha notificato la sua operazione ieri al nuovo presidente di BT, Adam Crozier, dopo la chiusura dei mercati. Il CEO Philip Jansen e Crozier si sono riuniti in serata con Nadine Dorries, segretaria di Stato per il digitale. “Il consiglio di amministrazione e il management del gruppo BT continueranno a gestire l’attività nell’interesse di tutti gli azionisti e rimarranno concentrati sull’esecuzione di successo della sua strategia”, ha affermato oggi BT in una nota.Bt Group registra una flessione del 5,86% rispetto alla vigilia, attestandosi a 164,6centesimi di sterlina (GBX). Operativamente ci si attende un’estensione all’ingiù della curva con area di supporto vista a 159,4 e successiva a quota 154,2. Resistenza a 171,4. LEGGI TUTTO

  • in

    Pensioni, Orlando: confronto riparte il 20 dicembre

    (Teleborsa) – Sulle pensioni “il confronto riparte il 20” dicembre. Lo ha detto il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, intervenendo ad un convegno organizzato dalla CGIL. “Abbiamo avuto una crescita esponenziale dei contratti pirata, quindi il tema della legge sulla rappresentanza è un tema assolutamente fondamentale”, ha detto il Ministro. “Per questo, io mi sono speso – ha spiegato Orlando – perchè andasse avanti la direttiva europea che affronta questo tema e che può essere per noi un shock esterno positivo perchè, a questo punto, dovremmo metterci attorno ad un tavolo e decidere o si determinano delle regole che fanno ripartire la contrattazione e la forzano” oppure “diversamente resta la prospettiva di proporre un salario minimo che ha, come tutti sanno dei pro e dei contro: il pro è quello di garantire un salario dignitoso, il contro è quello d’indebolire un meccanismo come quello della contrattazione che non affronta solo il tema del salario ma anche altri contemporaneamente”. Questa scelta andrà affrontata anche perchè “fermi non si può stare perchè sarebbe davvero drammatico se, a fronte dei miliardi d’investimento del PNRR, poco o nulla andasse a finire sui salari”, ha aggiunto il Ministro. LEGGI TUTTO

  • in

    Estrima, presentata domanda di ammissione su Euronext Growth Milan

    (Teleborsa) – Estrima, gruppo italiano attivo nel settore della micromobilità elettrica che produce i veicoli a marchio Birò, ha presentato a Borsa Italiana la domanda di ammissione funzionale all’ammissione alle negoziazioni delle proprie azioni ordinarie su Euronext Growth Milan, il segmento di Piazza Affari dedicato alle PMI dinamiche e competitive.La società ha avviato settimana scorsa il bookbuilding, con il quale intende raggiungere una valutazione pre-money compresa tra 35 e 50 milioni di euro, avendo fissato la forchetta di prezzo tra 3,50 e 5,00 euro per azione. I proventi dell’IPO saranno utilizzati per rafforzare la struttura patrimoniale e finanziaria della società e supportare gli obiettivi di crescita e sviluppo, tra cui l’espansione del business del gruppo Estrima nelle principali città europee. LEGGI TUTTO

  • in

    Pagamenti elettronici, Confcommercio: “Non servono sanzioni ma abbattimento costi e commissioni”

    (Teleborsa) – “L’impulso alla diffusione dei pagamenti elettronici va perseguito mettendo in campo scelte decise di abbattimento delle commissioni e dei costi a carico di imprese e consumatori, a partire dal potenziamento dello strumento del credito d’imposta sulle commissioni pagate dall’esercente, e prevedendo la gratuità dei cosiddetti micropagamenti”. Questo l’appello lanciato a Governo e Parlamento da Confcommercio in seguito all’approvazione alla Camera dell’emendamento che introduce una multa di 30 euro più il 4 per cento del valore della transazione per la mancata accettazione di pagamenti con bancomat o carte di credito. “Puntare asimmetricamente sulle sanzioni e sulle sole sanzioni non giova ai processi di modernizzazione del sistema dei pagamenti, processi, peraltro, già in pieno sviluppo – commenta Confcommercio –. Al Parlamento ed al Governo – conclude la Confederazione – chiediamo dunque un cambiamento di rotta”. LEGGI TUTTO

  • in

    Assicurazioni, Swiss Re: 2021 tra anni più costosi per catastrofi naturali

    (Teleborsa) – Gli eventi meteorologici estremi nel 2021 hanno provocato danni assicurati a causa di catastrofi naturali stimati in 105 miliardi di dollari, il quarto più alto dato dal 1970, secondo una ricerca di Swiss Re. Mentre l’uragano Ida, negli Stati Uniti, è stato il disastro naturale più costoso nel 2021, la tempesta invernale Uri e altri eventi secondari hanno causato più della metà delle perdite totali. I disastri causati dall’uomo hanno innescato altri 7 miliardi di dollari di danni assicurati, portando il totale a 112 miliardi di dollari nel 2021.”Nel 2021, i sinistri assicurati per calamità naturali hanno nuovamente superato la media decennale precedente, proseguendo il trend di aumento annuo dei danni del 5-6% registrato negli ultimi decenni. Sembra essere diventata la norma che almeno un evento di pericolo secondario, come una grave inondazione, una tempesta invernale o un incendio boschivo, provochi ogni anno perdite superiori a 10 miliardi di dollari”, ha affermato Martin Bertogg, responsabile di Cat Perils presso Swiss Re.I due disastri naturali più costosi dell’anno sono stati entrambi registrati negli Stati Uniti. L’uragano Ida, che ha coinvolto un’area che va da New Orleans a New York, ha portato a 30-32 miliardi di dollari di danni assicurati, mentre a causa della tempesta di neve Uri, che ha colpito principalmente il Texas, sono stati registrati 15 miliardi di dollari danni assicurati.L’evento più costoso in Europa è stato l’alluvione di luglio in Germania, Belgio e paesi vicini, che ha causato fino a 13 miliardi di dollari di danni assicurati, a fronte di perdite economiche superiori a 40 miliardi di dollari. L’inondazione è stata il disastro naturale più costoso per la regione dal 1970 e anche il secondo più alto al mondo, dopo l’alluvione in Thailandia del 2011, secondo l’analisi del gruppo assicurativo.”L’impatto dei disastri naturali che abbiamo sperimentato quest’anno evidenzia ancora una volta la necessità di investimenti significativi nel rafforzamento delle infrastrutture critiche per mitigare l’impatto delle condizioni meteorologiche estreme”, ha affermato Jérôme Jean Haegeli, capo economista del gruppo Swiss Re – Gli investimenti nelle infrastrutture supportano la crescita sostenibile e la resilienza e devono essere potenziati”. LEGGI TUTTO