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ENEL, De Paoli: “Creazione di valore condiviso strategia vincente nell'era della transizione energetica”

(Teleborsa) – Dopo aver illustrato i dettagli della Vision al 2030 di Enel con 190 miliardi di euro di investimenti in 10 anni, il CFO del Gruppo Alberto De Paoli affronta con Teleborsa il tema della Finanza sostenibile ponendo l’accento sulla “creazione di valore condiviso”, cardine del Piano Strategico della Società.

Enel crea valore anche per i suoi azionisti. Dipende da una politica di dividendi chiara e sostenibile?

“Enel da un po’ di tempo ha messo al centro della sua politica la creazione di valore condiviso. Quindi nella realtà l’obiettivo strategico di Enel è quello di riuscire a evidenziare il fatto che la propria attività genera valore per tutti gli stakeholder. Mi riferisco ovviamente gli azionisti ma anche ai Paesi in cui operiamo, ai nostri clienti, alle società, all’ambiente. Abbiamo una politica di creazione di valore a 360 gradi, definita chiaramente all’interno del nostro Piano Strategico: dobbiamo essere sicuri che una certa strategia di business abbia questa circolarità nella creazione di valore. La creazione di valore verso gli azionisti è un aspetto della creazione di valore del Gruppo. La politica e lo sviluppo di un business sostenibile porta un’azienda come la nostra a essere più profittevole, meno rischiosa, ad avere una predicibilità dei risultati e una gestione degli asset più facili, e dei percorsi di crescita importanti. Questo fa sì che anche la politica dei dividendi possa essere facilmente appoggiata su un maggiore livello di stabilità. Nel nostro caso abbiamo scelto la semplicità nel senso di avere dei dividendi garantiti per i prossimi tre anni, con una crescita di circa il 7% di questi dividendi. Ma ci appoggiamo anche sul concetto di quello che viene chiamato ‘total return’ che adesso è il nuovo leitmotiv di società che un tempo erano defense stocks e adesso si tramutano in società di crescita. Il tema è, dunque, garantire un certo livello di ritorno complessivo all’investitore attraverso la crescita dei livelli da una parte e la crescita della società dall’altra”.

Enel come di differenzia dai peer?

“Il nostro approccio è stato sempre abbastanza innovativo in ottica di un maggiore livello di semplificazione nei concetti su cui abbiamo operato e in questo direi che, attualmente, abbiamo fatto un passo in avanti maggiore rispetto agli altri. E forse questo è stato l’aspetto apprezzato dai mercati: una politica di dividendi chiara, semplice, di lungo periodo e incentrata su concetti di sviluppo sostenibile. Riteniamo, infatti, che nei mercati finanziari più è alto livello di semplificazione in un certo tipo di offerta, maggiore è il valore che le viene attribuito”.

Cosa significa per voi la ‘finanza sostenibile’ e qual è il ruolo che svolge Enel in questo campo?

“Partiamo dal fatto che la finanza è un supporto a quelle che sono le strategie aziendali. Essendo le nostre strategie incentrate sul concetto di sviluppo sostenibile, la finanza sostenibile deve essere al servizio di questo scopo. Guardando a quella che è l’offerta della finanza sostenibile troviamo, tuttavia, ancora alcuni elementi di ritardo. Sicuramente è in forte crescita ma non così tanto come la dimensione degli investimenti che dovrebbe finanziare. Anche se ora le cose stanno un po’ cambiando, abbiamo, inoltre, rilevato come la finanza sostenibile sia dominata da strumenti ritagliati su un concetto di sostenibilità antecedente a quello di cui stiamo discutendo, quello cioè di una sostenibilità basata su progetti e che quindi non pervadeva la strategia e gli obiettivi di business dell’azienda. L’evoluzione è quella di definire una finanza sostenibile che finanzi l’azienda nel suo complesso. Siccome c’era carenza di strumenti noi abbiamo innovato la finanza sostenibile con degli strumenti che fossero più fitting con la nostra strategia. Abbiamo, così, creato i sustainability linked bond che hanno un po’ innovato questo mercato finanziario. All’inizio sono stati criticati e isolati ma nella realtà, piano piano, grazie alla loro standardizzazione e al fatto che la Banca centrale europea ha finalmente deciso di acquistarli, anche altre aziende hanno cominciato a emetterli e si avviano a essere uno strumento che, probabilmente, comporterà un grosso shake nel mondo della finanza sostenibile. Il nostro concetto è che chi è sostenibile è meno rischioso, più profittevole e quindi deve potere avere accesso a un finanziamento che costi meno. Lasciamo da parte l’etica e portiamo la sostenibilità nel mondo normale della finanza. Questo è il connubio che consente il successo di questi strumenti e di tutto il mondo della finanza sostenibile”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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