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Redditometro, il MEF avvia le consultazioni sul nuovo schema di decreto

(Teleborsa) – Il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia ha avviato la consultazione pubblica sul nuovo Redditometro. Lo schema di decreto – pubblicato sul sito del MEF – individua gli “elementi indicativi di capacità contributiva” che saranno analizzati a partire dall’anno di imposta 2016. Il Sole 24 ha anticipato la norma questa mattina prevedendo l’analisi dell’andamento delle spese in quattro grandi capitoli: consumi, investimenti, risparmio e spese per trasferimenti. La spesa viene poi valutata all’interno di 55 tipologie di famiglie che emergono dall’incrocio di 11 tipi di nuclei (dal giovane single con meno di 35 anni alla coppia con tre o più figli) e 5 macro aree geografiche (Centro, Isole, Nord-est, Nord-ovest e Sud). La consultazione, che è riservata alle associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori, prevede un termine per l’invio dei contributi fissato al 15 luglio prossimo.

L’obiettivo del decreto è quello di riavviare questo strumento per risalire in modo presuntivo ai redditi dei contribuenti persone-fisiche che di fatto era stato bloccato nel 2018 quando si decise di aggiornare i parametri ma anche di prevedere che l’attuazione sarebbe stata subordinata ad una consultazione dell’Istat e delle associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori.

Alla voce dei consumi sono state incluse moltissime voci. Riguardano gli alimenti e le bevande, l’abbigliamento e le calzature, le spese per l’acqua e il condominio, quelle per la manutenzione ordinaria della casa, le spese per la gestione – in termini di carburanti e cambio olio – di una autovettura, le spese per i trasporti pubblici, quelle per la scuola e l’università, per i prodotti di cura della persona. Altro capitolo importante per risalire al reddito sarà anche quello delle utenze – tutti dati già contenuti nell’anagrafe tributaria – come le spese per luce, gas, riscaldamento oppure per le spese telefoniche e l’acquisto di smartphone. Sarà valutata inoltre la capacità di risparmio, considerata come parte di reddito non utilizzata per consumi e investimenti. Sarà in particolare valutato anche l’incremento patrimoniale: quello su immobili e autoveicoli, ma anche su azioni, obbligazioni, fondi e polizze vita ad esempio.

Il fisco garantirà comunque la possibilità ai contribuenti di dare una prova contraria: ad esempio dimostrare che le spese sono state sostenute grazie a redditi non considerati oppure che le spese attribuite hanno un diverso ammontare o che la quota di risparmio utilizzata per i consumi si era formata negli anni precedenti.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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