Aprile 2022

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    OPA La Doria, adesioni oltre l'8,5%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria promossa da Amalfi Holding (società che fa capo indirettamente a Investindustrial) sulle azioni La Doria, risulta che oggi, 19 aprile 2022, sono state presentate 170.309 richieste di adesione.Pertanto, complessivamente le richieste di adesioni sono a quota 531.503, pari all’8,52% dell’offerta.L’offerta, iniziata il 28 marzo 2022, terminerà il prossimo 21 aprile 2022.Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie di La Doria acquistate sul mercato nei giorni 20 e 21 aprile 2022 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Covid, nelle ultime 24 ore 27.214 nuovi casi e e 127 decessi

    (Teleborsa) – Nelle ultime 24 in Italia si sono registrati 27.214 nuovi casi di Covid, contro i 18.389 di ieri, e 127 decessi (ieri 79). I tamponi molecolari e antigenici processati nelle ultime 24 ore sono stati 174.098. Dati che fanno scendere il tasso di positività dal 17,4% di ieri al 15,6% (-1,8%). È quanto emerge dal bollettino quotidiano di Protezione Civile e ministero della Salute. In aumento i pazienti in terapia intensiva, che con 38 nuovi ingressi, nel saldo entrate/uscite, sono 11 in più rispetto a ieri, 422 in totale. In crescita anche i ricoveri ordinari di pazienti con sintomi (+274; ieri +182) per un totale di 10.214.Dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono state contagiate 15.758.002 persone mentre le vittime salgono a 161.893. I guariti sono 14.387.830, 35.763 in più di ieri. Ad oggi sono 1.208.279 i positivi in Italia, 8.564 in meno di ieri. LEGGI TUTTO

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    Primo volo neonata Aeroitalia

    (Teleborsa) – Si chiama AeroItalia la nuova compagnia aerea con base a Forli, che è diventata operativa dopo avere ottenuto il certificato di operatore aereo. Il primo volo è stato effettuato decollando dall’aeroporto “Méditerranée” di Montpellier in Francia e facendo rotta sullo scalo romagnolo. Aeroitalia opera con velivoli B-737/800. LEGGI TUTTO

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    Banca Mondiale, Zani: “Taglio stime PIL globale. Preoccupa rischio stagnazione”

    (Teleborsa) – “Preoccupano le stime al ribasso del PIL globale comunicate dalla Banca Mondiale che prevedono una contrazione della crescita nel 2022 dal 4,1% al 3,2%. I dati pubblicati, che evidenziano un rallentamento dell’economia per oltre 140 Paesi pari all’86% del PIL mondiale, aumentano i timori per una recessione globale in una fase di inflazione elevata e in crescita”. È quanto dichiara Moreno Zani, presidente di Tendercapital, player internazionale indipendente attivo nel settore dell’asset management, in merito ai dati sul PIL globale comunicati dalla Banca Mondiale.”La guerra fra Russia e Ucraina, l’imposizione di sanzioni, le incertezze geopolitiche dei Paesi limitrofi e i nuovi lockdown da Coronavirus che interessano la Cina, – sottolinea Zani – sono fattori destabilizzanti per gli equilibri economici globali. La dinamica dei prezzi, già surriscaldata da deficit sul lato dell’offerta, potrebbe risentirne negativamente spingendo l’inflazione verso nuovi massimi ed inficiare ulteriormente la capacità di spesa del settore privato con conseguente riduzione dei consumi. Le profonde implicazioni del conflitto sono confermate dall’ingente pacchetto di aiuti stanziato dalla Banca Mondiale che, per combattere la crisi in atto ed evitare una recessione globale, ha adottato misure pari a 170 miliardi di dollari, un piano di aiuti maggiore rispetto a quanto previsto per il Covid. In Italia assistiamo ad un rallentamento dell’economia dovuto alla crisi nell’Est Europa che ha portato ad un aumento dei costi energetici che incide su imprese e consumi privati. È pertanto fondamentale evitare una stagnazione che frenerebbe la nostra crescita. A tal fine – conclude Zani – è necessario intervenire mediante misure a sostegno dell’economia reale, accelerando, al contempo l’attuazione degli investimenti previsti nel PNRR”. LEGGI TUTTO

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    FMI, drastica revisione al ribasso PIL Russia e Ucraina. Italia e Germania le più colpite dell'Eurozona

    (Teleborsa) – Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica globale. La guerra ha determinato una drastica revisione al ribasso per l’economia della Russia e, in maniera ancor più marcata, per l’Ucraina. Ma a risentire del conflitto sono anche i paesi dell’Eurozona, soprattutto Italia e Germania a causa della loro forte dipendenza dalle importazioni di energia dalla Russia. Questo lo scenario tracciato dal Fmi nel World Economic Outlook aggiornato in occasione delle assemblee primaverili. Per quest’anno il Fmi stima una recessione dell’8,5% del PIL russo, cui dovrebbe seguire una ulteriore contrazione del 2,3% nel 2023. I dati, contenuti nel rapporto segnano un taglio di 11,3 punti sul 2022, rispetto alle previsioni dello scorso gennaio, e di 4,4 punti sul prossimo anno. Per l’Ucraina il Fmi prevede un tracollo del 35% del PIL quest’anno e omette di fare stime più estese “a causa dell’inusuale elevato livello di incertezza”. Per l’economia globale ora l’istituzione di Washington prevede una crescita del 3,6% sia sul 2022 che sul 2023, con tagli di 0,8 punti sul 2022 e di 0,2 punti sul 2023, rispetto alle stime di gennaio. Sull’eurozona il Fmi prevede 2,8% di crescita quest’anno e 2,3% il prossimo, con tagli rispettivamente di 1,1 punti e 0,2 punti. La Germania, con 1,7 punti di crescita prevista in meno sul 2022, e l’Italia, con 1,5 punti in meno, sono tra le economie avanzate oggetto delle maggiori revisioni al ribasso, da parte del Fmi a causa delle ricadute della guerra in Ucraina e delle sanzioni alla Russia. “Su Germania e Italia ci sono state tra le revisioni più rilevanti” ha confermato Petya Koeva Brooks, vicedirettrice del dipartimento ricerca del Fmi, durante la conferenza stampa di presentazione del Weo. Sulla Francia, invece, meno esposta alle forniture di energia dalla Russia la revisione è stata più tenue: 0,6 punti in meno sulla crescita 2022. Revisione al ribasso sulle previsioni di crescita anche per Stati Uniti e Cina. Secondo il Fmi quest’anno il PIL Usa segnerà un più 3,7%, mentre nel 2023 la crescita si modererà al 2,3%. I dati, contenuti nel World Economic Outlook, segnano ritocchi al ribasso di 0,3 punti rispetto alle stime di gennaio sia per quest’anno che per il prossimo. Per la Cina ora il Fmi prevede un più 4,4% del PIL quest’anno ma, a differenza di molti altri paesi, una accelerazione della crescita al più 5,1% il prossimo anno. Si tratta di revisioni al ribasso di 0,4 punti quest’anno e 0,1 punti sul prossimo. In un quadro di generalizzate revisione al ribasso per guerra all’Ucraina e sanzioni contro la Russia ci sono anche alcuni beneficiari in termini di crescita economica. L’Arabia Saudita, secondo il Fmi quest’anno vedrà il PIL balzare del 7,6% e il prossimo registrerà una crescita del 3,6%: si tratta di revisioni al rialzo, rispettivamente, di 2,8 punti e 0,8 punti sulle previsioni del gennaio scorso. E nelle stime contenute nell’ultimo Weo anche la Nigeria vede revisioni al rialzo delle stime di crescita: 0,7 punti in più quest’anno, al più 3,4%, e 0,4 punti in più il prossimo al più 3,1%. Entrambi i Paesi dovrebbero vedere gli introiti derivanti dall’export di petrolio aumentare, con i rialzi dei prezzi. LE PREVISIONI PER L’ITALIA – Quest’anno il Fmi si attende una crescita del PIL in Italia del 2,3%, dopo il rimbalzo del 6,6% del 2021 seguito al crollo del 9% del 2020, causato da lockdown e misure restrittive anti Covid. Sul 2023, secondo le cifre aggiornate nel World Economic Outlook, il Fmi prevede un più 1,7%. Si tratta, rispettivamente, di tagli di 1,5 punti e 0,5 punti rispetto alle previsioni effettuate lo scorso gennaio. Il Fmi prevede che l’Italia segua un percorso di leggero e graduale miglioramento dei conti pubblici, ma con alcune revisioni in peggio rispetto alle stime precedenti. Dopo il balzo del deficit al 9,6% del PIL sul 2020 di crisi dal lockdown e misure anti Covid e una prima moderazione al 7,2% nel 2021, sul 2022 il Fmi stima un deficit-PIL al 6% e sul 2023 al 3,9%. Più a lungo termine, sull’orizzonte 2027, secondo l’istituzione di Washington il disavanzo italiano scenderà al 2,5% del PIL, sotto quindi la soglia del 3% prevista dal Patto di stabilità e di crescita. Nell’aggiornamento precedente, che risale all’ottobre del 2021, il Fmi indicava un deficit-PIL italiano al 10,2% lo scorso anno, al 4,7% nel 2022 e al 2,4% nel 2026. Passando al debito pubblico, che nel 2020 era salito al 155,3% del PIL e lo scorso anno si era già attenuato al 150,9%, ora secondo il Fmi quest’anno risulterebbe quasi invariato al 150,6%, per poi limarsi al 148,7% nel 2023. Secondo le stime del World economic Outlook, più a lungo termine il debito pubblico italiano si attenuerebbe al 142,9% del PIL. Sei mesi fa il Fmi prevedeva il debito-PIL italiano al 154,8% sul 2021, al 150,4% nel 2022 e al 146,5% nel 2026. INFLAZIONE – Inflazione in forte accelerazione quest’anno in Italia, nell’eurozona e negli Usa, ma secondo il Fondo monetario internazionale il prossimo anno il carovita segnerà una moderazione. L’istituzione di Washington prevede che sulla media di quest’anno nella Penisola l’inflazione raggiunga il 5,3%, a fronte dell’1,9% dello scorso anno e di un valore addirittura negativo, il meno 0,1% nel 2020 di shock all’economia a seguito di lockdown e misure anti Covid. Secondo le tabelle inserite nel World Economic Outlook, il prossimo anno la crescita dei prezzi al consumo media risulterà più che dimezzata in Italia con un più 2,5%. Più a lungo termine è attesa una inflazione al 2%. Sull’area euro il Fmi prevede un 5,3% di inflazione quest’anno, dopo il 2,6% del 2021, e una moderazione al 2,3% nel 2023. Più a lungo termine, sul 2027, pronostica un carovita all’1,9%. Sugli Usa, infine, il Fmi prevede 7,7% di inflazione quest’anno, 2,9% nel 2023 e 2% più a lungo termine. “In molti paesi l’inflazione è diventata una preoccupazione chiave. In alcune economie avanzate, inclusi gli Stati Uniti e alcuni paesi europei – afferma il capo economista del Fondo monetario internazionale, Pierre-Olivier Gourinchas – ha raggiunto i livelli più elevati da oltre quarant’anni, in un contesto di mercati del lavoro tirati. C’è un crescente rischio che le aspettative di inflazione deraglino, portando a una risposta di inasprimento più aggressiva da parte delle banche centrali. Nei mercati emergenti in via di sviluppo, gli aumenti di alimentari e carburanti possono aumentare notevolmente i rischi sociali”. DISOCCUPAZIONE – La disoccupazione è in lieve calo in Italia quest’anno, ma in risalita, seppur lieve, il prossimo, secondo le ultime previsioni del Fmi. Dal 9,5% registrato nel 2021, quest’anno il tasso di disoccupazione nella Penisola dovrebbe attenuarsi al 9,3%, ma poi risalire al 9,4% nel 2024. Nell’eurozona, invece, la disoccupazione dal 7,7% del 2021 scenderebbe al 7,3% nel 2022 e al 7,1% nel 2023. LEGGI TUTTO

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    Def, la maggioranza a lavoro sulla bozza da presentare in Parlamento: temi caldi fisco ed energia

    (Teleborsa) – Essere pronti in caso di peggioramento della situazione peggiora a fare uno scostamento di Bilancio per avere più risorse in deficit per il sostegno di famiglie e imprese, insistere in Ue per la creazione di un Recovery energia, ulteriori azioni contro il “caro energia” e per la trasparenza del mercato, procedere con il piano di diversificazione delle fonti per liberarsi del gas russo senza abbandonare latransizione energetica e gli obiettivi del Green Deal. Sono alcune delle indicazioni contenute nella bozza della risoluzione al Def su cui è al lavoro la maggioranza. Il documento si compone complessivamente di 25 punti anche se ci sarebbero ancora distanze tra i partiti. Per questo è atteso nel tardo pomeriggio una riunione da remoto tra le forze di maggioranza per fare il punto della situazione.Domani entrambi i rami del Parlamento, prima Montecitorio poi Palazzo Madama, dovranno esprimersi in Aula. Sul delicato tema del fisco, di “così grande valenza politica”, si auspica uno “spirito di piena collaborazione”, e si chiede di “tener adeguatamente conto delle risultanze dell’indagine conoscitiva svolta presso le Commissioni riunite Finanze di Senato e Camera, e della necessità di una riforma volta alla semplificazione del sistema e alla riduzione complessiva della pressione fiscale”. Tra i punti che vengono sollevati anche la richiesta di un nuovo piano di rateizzazione delle cartelle di pagamento già emesse consentendo una “consistente dilazione” dei pagamenti ma anche il Superbonus con la cedibilità del credito per le villette. Dalla riunione – prevista inizialmente alle 18 e poi spostata alle 18,30 – dovrà uscire, secondo quanto si apprende, la bozza definitiva su cui domani si esprimerà il Parlamento domani. LEGGI TUTTO

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    Travelers Companies, titolo scivola nonostante trimestre sopra attese

    (Teleborsa) – Si muove in ribasso il titolo Travelers Company che tratta in perdita del 4,74% sui valori precedenti. nonostante risultati del primo trimestre superiori alle attese. L’utile per azione adjusted del gruppo assicurativo si è attestato a 4,22 dollari sopra i 3,57 dollari stimati dal consensus. I ricavi sono pari 8,37 miliardi oltre gli 8,01 miliardi attesi dal mercato.La tendenza ad una settimana della compagnia di assicurazioni americana è più fiacca rispetto all’andamento del Dow Jones. Tale cedimento potrebbe innescare opportunità di vendita del titolo da parte del mercato.Tecnicamente, Travelers Company è in una fase di rafforzamento con area di resistenza vista a 181,5 USD, mentre il supporto più immediato si intravede a 173,4. A livello operativo si prevede un proseguimento della seduta all’insegna del toro con resistenza vista a quota 189,6. LEGGI TUTTO

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    ANIMA holding, informativa relativa all'acquisto di azioni proprie

    (Teleborsa) – In relazione al programma di acquisto di azioni proprie autorizzato dall’Assemblea degli azionisti in data 31 marzo 2021 e il cui avvio è stato comunicato l’1 marzo 2022, ANIMA Holding ha reso noto di aver acquistato, dall’11 al 14 aprile 2022, complessivamente 428.421 azioni ordinarie al prezzo medio di 4,3216 euro, per un controvalore pari a 1.851.908,63 euro.A seguito degli acquisti comunicati il 19 aprile e considerate le azioni ordinarie precedentemente detenute in portafoglio dalla società, ANIMA Holding detiene 27.392.739 azioni proprie pari a circa il 7,43% del capitale sociale.Intanto, a Milano, il principale asset manager indipendente in Italia amplia il margine di guadagno rispetto ai valori della vigilia, e si attesta a 4,404 euro, con un aumento dello 0,36% LEGGI TUTTO