Aprile 2022

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    Designer Brands alza la guidance, titolo festeggia

    (Teleborsa) – Protagonista a Wall Street il titolo Designer Brands che mostra un’ottima performance, con un rialzo del 5,16%.A fare da assist alle azioni contribuisce la revisione al rialzo della guidance 2022 decisa dal rivenditore di abbigliamento ed accessori. Per quest’anno la società ha alzato le stime sull’utile portandole a 1,80-1,90 dollari dal range di 1,75-1,85 dollari indicato in precedenza. Il confronto del titolo con l’S&P-500, su base settimanale, mostra la maggiore forza relativa di Designer Brands rispetto all’indice, evidenziando la concreta appetibilità del titolo da parte dei compratori.Allo stato attuale lo scenario di breve di Designer Brands rileva una decisa salita con obiettivo individuato a 15,01 USD. In caso di momentanea correzione fisiologica il target più immediato è visto a quota 14,3. Le attese sono tuttavia per un innalzamento della curva fino al top 15,72. LEGGI TUTTO

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    Da PIL a inflazione, l'impatto della guerra sull'economia: gli scenari Bankitalia

    (Teleborsa) – “Nella prima parte del 2022 i mercati finanziari italiani hanno risentito dell’acuirsi dell’incertezza e dell’avversione al rischio. Le quotazioni azionarie, soprattutto quelle del comparto bancario, sono diminuite in connessione con l’avvio della guerra; hanno poi recuperato parzialmente. Lo spread sovrano e i costi di finanziamento delle imprese e delle banche sono saliti”. Lo rileva la Banca d’Italia nel Bollettino economico. In uno scenario “più severo” di aggravamento della guerra in Ucraina e tensioni con la Russia sulle sanzioni, con un arresto delle forniture di gas naturale da Mosca, il PIL dell’Italia “diminuirebbe di quasi mezzo punto percentuale sia quest’anno sia il prossimo”. Sono le cifre ipotizzate della Banca d’Italia in una analisi intitolata “l’impatto della guerra in Ucraina sull’economia italiana: scenari illustrativi”, inserito nel bollettino Economico. Reca tre diversi scenari ipotetici, con relative stime economiche, uno mite, uno intermedio e questo, appunto, più severo in cui “a fronte di quanto prefigurato nel Bollettino economico dello scorso gennaio, il prodotto – dice Bankitalia – risulterebbe ridimensionato per più di 7 punti percentuali complessivamente nel biennio 2022-23. L’inflazione si avvicinerebbe all’8 per cento nel 2022 e scenderebbe al 2,3 nel 2023”. Peraltro “nell’attuale contesto di fortissima incertezza non si possono escludere scenari ancora più sfavorevoli. Le conseguenze del conflitto sull’economia italiana dipenderanno anche in misura rilevante dalle politiche economiche che potranno essere adottate per contrastare le spinte recessive – aggiunge l’istituzione di Via Nazionale – e frenare le pressioni sui prezzi evidenziate negli scenari qui presentati”.I tre scenari ipotizzati “non esprimono una valutazione riguardo l’evoluzione ritenuta più probabile per l’economia negli anni a venire – precisa Bankitalia – e non costituiscono pertanto un aggiornamento delle proiezioni per l’Italia”. Nello scenario più favorevole, che ipotizza “una rapida risoluzione del conflitto e un significativo ridimensionamento delle tensioni a esso associate, la crescita del Pil sarebbe di circa il 3 per cento nel 2022 e nel 2023; l’inflazione si porterebbe, rispettivamente, al 4 e all’1,8 per cento. Nello scenario intermedio – si legge – formulato supponendo una prosecuzione delle ostilità, il PIL aumenterebbe attorno al 2 per cento in entrambi gli anni; l’inflazione sarebbe pari al 5,6 e al 2,2 per cento. Nello scenario più severo, che presuppone anche un’interruzione dei flussi di gas russo solo in parte compensata da altre fonti, il Pil diminuirebbe di quasi mezzo punto percentuale nel 2022 e nel 2023; l’inflazione si avvicinerebbe all’8 per cento nel 2022 e scenderebbe al 2,3 l’anno successivo”. “Questo ampio ventaglio di stime – puntualizza l’istituzione – non tiene conto di possibili nuove risposte delle politiche economiche che saranno essenziali per contrastare le spinte recessive e le pressioni sui prezzi derivanti dal conflitto”.”Sulla base degli indicatori più recenti, stimiamo che nel primo trimestre del 2022 il PIL abbia registrato una riduzione di poco più di mezzo punto percentuale sul periodo precedente. Le informazioni congiunturali finora disponibili segnalano una flessione sia dell’attività manifatturiera sia di quella nei servizi; in quest’ultimo comparto il calo sarebbe connesso soprattutto con l’indebolimento della spesa delle famiglie”, rileva ancora Banca d’Italia. “Gli indici dei responsabili degli acquisti delle imprese della manifattura e dei servizi sono scesi rispetto alla fine del 2021, pur rimanendo in marzo su livelli elevati. Le rilevazioni di marzo dei climi di fiducia, le prime successive all’invasione dell’Ucraina, mostrano un marcato peggioramento per le famiglie, soprattutto della componente prospettica, a fronte di una tenuta della fiducia delle imprese. In prospettiva – aggiunge Bankitalia – il conflitto in Ucraina potrebbe gravare sul Pil dell’Italia tramite diversi canali”.”La guerra in Ucraina acuisce i rischi al ribasso per l’attività e al rialzo per l’inflazione. In seguito all’invasione, un’ampia parte della comunità internazionale ha risposto tempestivamente nei confronti della Russia con sanzioni che non hanno precedenti per severità ed estensione. Gli effetti immediati del conflitto sulle quotazioni nei mercati finanziari globali sono stati significativi – si legge – sebbene si siano attenuati dalla metà di marzo; la volatilità rimane elevata in molti segmenti di mercato”. “I prezzi delle materie prime, soprattutto energetiche, per le quali la Russia detiene una quota rilevante del mercato mondiale, sono aumentati ulteriormente. Nel complesso – dice lo studio – la guerra acuisce i rischi al ribasso per il ciclo economico mondiale e al rialzo per l’inflazione”.”Tra le principali economie mondiali, la Germania e l’Italia mostrano la maggiore dipendenza dalle materie prime provenienti dalla Russia: l’input di energia e metalli da questo paese rappresenta il 7 per cento del fabbisogno totale dell’Italia e l’8 della Germania. Le stesse economie potrebbero inoltre essere tra le più colpite, in via diretta e indiretta attraverso le catene globali del valore, da un blocco delle esportazioni verso la Russia”, rileva ancora Bankitalia sottolineando che “la domanda finale russa assorbe lo 0,6 per cento del valore aggiunto totale prodotto in Italia e lo 0,9 di quello prodotto in Germania; la quota è in media pari allo 0,3 per i paesi avanzati – si legge – e allo 0,4 per le economie emergenti”.L’eventuale interruzione dei flussi di gas russo “potrebbe essere compensata per circa due quinti, entro la fine del 2022 e senza intaccare le riserve nazionali di metano, attraverso l’incremento dell’importazione di gas naturale liquefatto, il maggiore ricorso ad altri fornitori e l’aumento dell’estrazione di gas naturale dai giacimenti nazionali”, si stima ricordando nel bollettino economico che dalla Russia proviene più di un quinto delle importazioni totali di energia, ma “per il solo gas naturale la quota supera il 45 per cento”. “Nel medio periodo – aggiunge Bankitalia – sarebbe possibile compensare pienamente le importazioni di gas russo con più cospicui investimenti sulle fonti rinnovabili, oltre che mediante il rafforzamento delle importazioni da altri paesi”.Sul come sostituire il gas naturale dalla Russia, lo studio di Bankitalia ipotizza “soluzioni quali l’incremento dell’importazione di gas naturale liquefatto, in particolare dagli Stati Uniti e dal Qatar; il maggiore ricorso ad altri fornitori, come l’Algeria e l’aumento dell’estrazione di gas naturale dai giacimenti nazionali”. Limitatamente al gas impiegato per la produzione di energia elettrica, poi “fra le strategie a cui sarebbe possibile ricorrere rientra anche la riapertura delle centrali a carbone, al costo tuttavia di un aggravio significativo delle emissioni inquinanti. Nel medio periodo – si legge – sarebbe possibile compensare pienamente le importazioni di gas russo con maggiori investimenti sulle fonti rinnovabili e con il rafforzamento delle importazioni da paesi diversi dalla Russia (attraverso i gasdotti e, soprattutto, gli impianti di rigassificazione). LEGGI TUTTO

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    Dl bollette, via libera delle commissioni. In aula alla Camera lunedì

    (Teleborsa) – È arrivato il via libera, da parte delle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, al disegno di legge di conversione del decreto bollette. Il provvedimento è atteso in aula a Montecitorio lunedì. Le misure stanziate dal dl ammontano a quasi 8 miliardi, di cui circa 5,5 per fare fronte al caro energia con misure come la cancellazione degli oneri di sistema per le utenze domestiche per il secondo trimestre e il potenziamento del bonus sociale. La restante parte va a sostegno delle filiere produttive più in difficoltà in questa fase. Sono previste, inoltre, liberalizzazioni per le rinnovabili e l’aumento della produzione di gas nazionale.Secondo quanto prevede l’emendamento Energy release al decreto bollette, approvato dalle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, il Gestore dei servizi energetici (Gse) comprerà energia dagli impianti rinnovabili con contratti di ritiro e vendita di lunga durata, pari ad almeno tre anni, e la destinerà con prezzi agevolati in priorità ai clienti industriali energivori, alle piccole e medie imprese e ai clienti localizzati in Sicilia e Sardegna. L’emendamento ha il fine di garantire la piena integrazione e remunerazione di medio termine degli investimenti in fonti rinnovabili nel mercato elettrico e di trasferire ai consumatori i benefici di questa integrazione. (Foto: © pejo / 123RF) LEGGI TUTTO

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    USA, scorte ingrosso cresciute oltre attese a febbraio

    (Teleborsa) – Crescono oltre le attese le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di febbraio, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato un aumento del 2,5% a 818,2 miliardi di dollari, superiore al +2,1% stimato dagli analisti. Il dato si confronta con il +1,2% precedente (rovisto da +2,1%). Su base annua si registra una salita del 19,9%. Nello stesso periodo le vendite sono salite dell’1,7% su base mensile a 675,8 miliardi di dollari, rispetto al +5% precedente. Su anno si è registrato un incremento del 25,5%. La ratio scorte/vendite è pari all’1,21 contro l’1,27 di un anno prima. LEGGI TUTTO

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    Innovazione, al via la seconda edizione di 'Terna Ideas'

    (Teleborsa) – Terna ha lanciato la nuova edizione di “Terna Ideas”, il programma di corporate entrepreneurship ideato per promuovere la cultura dell’innovazione aziendale e ricercare soluzioni tecnologiche per rafforzare il proprio ruolo di regista e abilitatore della transizione energetica. Una delle principali novità del 2022 – spiega Terna in una nota – è la sostenibilità, che acquista maggiore centralità diventando uno dei criteri chiave e trasversale, sia nella proposizione che nella valutazione delle idee. Nel dettaglio “Terna Ideas” si concentrerà su 3 nuove sfide, incentrate sulla ricerca di idee riguardanti: l’evoluzione dell’offerta formativa e delle modalità di lavoro; l’incremento dell’efficienza nella gestione della rete elettrica attraverso strumenti digitali e la valorizzazione dei dati; soluzioni che consolidino l’impegno aziendale in azioni di economia circolare. Terna sosterrà le migliori iniziative trasformandole in veri e propri progetti in grado di creare valore per l’azienda e non solo.”Terna Ideas – evidenzia la nota – mette al centro le persone del Gruppo dando ai lavoratori la possibilità di esprimersi come imprenditori, incoraggiando il loro potenziale e valorizzandone creatività e competenze. Questo rientra nella strategia di Terna che, per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità attraverso l’innovazione, ha scelto di adottare l’approccio dell’Open Innovation: aperto alle realtà dell’ecosistema esterno dell’innovazione – come ad esempio startup, università e centri di ricerca – e rivolto alle proprie persone, attraverso il loro coinvolgimento attivo e partecipativo. In merito a quest’ultimo aspetto, infatti, ‘Terna Ideas’ prevede un percorso formativo su concetti e strumenti chiave dell’innovazione, aperto a tutta la popolazione aziendale”.Per rispondere alla crescente complessità del sistema elettrico, caratterizzato sempre più dalle fonti rinnovabili, nell’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2025 “Driving Energy”, l’azienda guidata da Stefano Donnarumma ha previsto circa 1,2 miliardi di investimenti – dei 10 miliardi complessivi – dedicati all’innovazione e alla digitalizzazione. In particolare, Terna si concentrerà sulle soluzioni più tecnologiche per il controllo da remoto delle stazioni elettriche e delle infrastrutture di trasmissione, grazie all’utilizzo di sensori, sistemi di monitoraggio e diagnostica, anche predittiva, realtà virtuale e intelligenza artificiale, per migliorare la sicurezza, l’affidabilità e la resilienza delle reti elettriche, a beneficio anche dei territori.La prima edizione, nel 2021, ha coinvolto l’intera popolazione aziendale, con la partecipazione di 400 persone, la pubblicazione di 143 idee e l’avvio di un percorso di sviluppo progettuale per le 3 iniziative vincitrici. Lo scorso anno, “Terna Ideas” si è anche aggiudicato il “Premio Innovazione Smau”, un riconoscimento della grande propensione all’innovazione delle imprese italiane assegnato alle realtà che più di altre hanno fornito un apporto innovativo concreto alla propria azienda. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM-Credit Agricole, l'ultimo atto dello shopping francese in Italia

    (Teleborsa) – Con l’acquisito del 9,2% di Banco BPM da parte di Crédit Agricole si è riacceso il focus sul risiko bancario italiano, anche se i francesi per ora parlano di partnership e della volontà di non superare il 10%, e sullo shopping delle società d’oltralpe sul territorio italiano, con gli imprenditori e la finanza francese che negli ultimi 20 anni hanno messo le mani su innumerevoli gioielli italiani, senza che il flusso di capitali e d’influenza sia stato reciproco.Nel campo del lusso sono passati sotto il controllo francese, tra gli altri, Fendi, Bulgari, Loro Piana, Pomellato, Gucci (confluiti in conglomerati come LVMH e Kering, che non hanno mai avuto corrispondenti in Italia). L’industria ha visto EDF acquistare Edison e Lactalis rilevare Parmalat. Lasciando da parte Telecom Italia, una partita molto complessa dove comunque l’azionista più rilevante è Vivendi di Vincent Bolloré, bisogna invece sottolineare come i deal che hanno coinvolto Luxottica e Fiat abbiano avuto come risultati delle alleanze che tendono verso Parigi (con la costituzione di EssilorLuxottica e Stellantis).L’acquisto di BNL da parte di BNP ParibasNel campo della finanza, a parte il passaggio di Borsa Italiana all’interno del gruppo Euronext, i due protagonisti dello shopping in Italia sono Credit Agricole e BNP Paribas. Quest’ultimo è presente in Italia dal 1967 come BNP e dal 1979 come Paribas, ma ha consolidato la sua presenza nel paese con l’acquisto di BNL nel 2006 che, a seguito del processo d’integrazione, presidia oggi l’attività di banca commerciale. La struttura proprietaria della Banca Nazionale del Lavoro ha subito diversi cambiamenti, ma alla fine il controllo è stato acquisito dai francesi, che hanno finalizzato l’operazione dopo il fallimento di due tentativi di acquisizione, attraverso un’offerta pubblica di acquisto (OPA) da parte del Banco de Bilbao, già azionista di riferimento della banca, e da parte di Unipol.Lo shopping di Crédit Agricole nel centro-nordIl blitz non concordato di Credit Agricole su Banco BPM fa tornare alla mente quanto fatto su Credito Valtellinese dal gruppo francese guidato in Italia da Giampiero Maioli. In quel caso Crédit Agricole comprò una quota del 5% nel luglio 2018, nell’ambito di una partnership a lungo termine nel settore delle assicurazioni sulla vita, per poi arrivare ad un’OPA tre anni dopo, nel 2021.Il cambio di passo del gruppo francese in Italia risale però a metà degli anni 2000. In particolare, nel 2007 Banca Intesa cedette per motivi di antitrust (in seguito alla fusione con Sanpaolo IMI) il controllo di Cariparma e di FriulAdria a Crédit Agricole. Il passo successivo arrivò nel 2010, quando un accordo con Intesa Sanpaolo portò alla cessione al gruppo Cariparma-FriulAdria dell’80% della Cassa di Risparmio della Spezia.Nel 2017 Crédit Agricole Italia perfezionò l’acquisto, dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, di Cassa di Risparmio di Cesena, Banca Carim – Cassa di Risparmio di Rimini e Cassa di Risparmio di San Miniato.L’allarme del Copasir La presenza straniera sul settore bancario e assicurativo è stata oggetto di una relazione del Copasir di fine 2020. Il documento del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha sottolineato che “le influenze e gli interessi che grandi imprese ed altri soggetti possono proiettare sulle dinamiche economico-finanziarie interne rappresentano un fattore potenzialmente rischioso non solo in relazione a ricadute sul versante sociale, industriale e occupazionale, ma anche con riferimento alle possibili minacce agli interessi nazionali”.La relazione del Copasir ha posto l’attenzione in modo diretto anche su Unicredit, con il CEO francese Jean Pierre Mustier che però nel frattempo ha lasciato il posto ad Andrea Orcel. Il comitato ravvisava “negli ultimi anni alcune iniziative apparentemente volte ad affrancare la banca dall’Italia. In tal senso potrebbero essere infatti inquadrate le operazioni di cessione di UniCredit di alcuni “gioielli italiani”, quali Fineco e Pioneer, ovvero la riduzione del portafoglio di BTP”.La normativa sul golden powerAd inizio pandemia, in un momento in cui le quotazioni di borsa erano crollate, rendendo alcune società prede più facili per capitali stranieri, il governo italiano ha allargato la normativa sul golden power. Il DL 8 aprile 2020 ha rafforzato la disciplina dei poteri speciali nei settori di rilevanza strategica, ampliando l’ambito di intervento anche ai settori bancario e assicurativo. Con le incertezze causate dalla guerra in Ucraina, il governo sarebbe pronto a imprimere una nuova stretta alla normativa. “In un momento di fortissima tensione e incertezza internazionale, il delicato equilibrio tra l’esigenza di attrarre capitali stranieri e quella di mantenere il controllo su operatori strategici in alcuni settori economici vitali va perseguito ridefinendo alcuni aspetti e al contempo assicurando una maggiore adeguatezza delle strutture amministrative preposte”, ha detto alcune settimane fa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli. LEGGI TUTTO

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    Spirit Airlines inizia discussioni con JetBlue su possibile “proposta superiore”

    (Teleborsa) – Spirit Airlines, compagnia aerea low-cost statunitense, ha detto che la proposta ricevuta da JetBlue Airways “potrebbe ragionevolmente portare a una proposta superiore” rispetto all’accordo di fusione di Spirit con Frontier Group Holdings, società madre di Frontier Airlines. Il board di Spirit, dopo aver consultato i consulenti finanziari e legali esterni della società, ha comunicato che intende avviare discussioni con JetBlue.Spirit afferma di rimanere “vincolato dai termini dell’accordo di fusione con Frontier e il consiglio di Spirit non ha stabilito che la proposta di JetBlue costituisca in realtà una proposta superiore come definita nell’accordo di fusione con Frontier”. Inoltre, Spirit sottolinea che non può esserci alcuna garanzia che le discussioni con JetBlue si tradurranno in una transazione. LEGGI TUTTO

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    Maire Tecnimont, Pierroberto Folgiero confermato AD

    (Teleborsa) – Dopo la nomina da parte dell’assemblea, arrivata in mattinata, il CdA di Maire Tecnimont ha preso atto della conferma di Fabrizio Di Amato quale Presidente del Consiglio di Amministrazione e ha confermato allo stesso alcuni poteri, tra i quali la gestione dei rapporti istituzionali e delle relazioni esterne nonché la sovraintendenza all’attuazione dei piani strategici e di sostenibilità approvati dal board. Il CdA ha anche confermato Pierroberto Folgiero quale Amministratore Delegato e Direttore Generale, conferendogli le deleghe esecutive per la direzione e il coordinamento delle attività del gruppo quotato su Euronext Milan e attivo nella trasformazione delle risorse naturali.Inoltre, il Consigliere non esecutivo indipendente Francesca Isgrò è stato nominato alla carica di Lead Independent Director, mentre a Alessandro Bernini (Group Chief Financial Officer) è stato nominato nuovo Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, dopo le dimissioni rassegnate da Dario Michelangeli dall’incarico. Dario Michelangeli continuerà a ricoprire la responsabilità di Administration and Financial Statements Vice President della società.Infine, è stata confermata l’istituzione dei Comitati interni al Consiglio e nominati i componenti, ed è stato nominato il nuovo Organismo di Vigilanza. LEGGI TUTTO