Aprile 2022

Monthly Archives

More stories

  • in

    Turismo, Orlando: “Occorre salvaguardare occupazione ed evitare licenziamenti”

    (Teleborsa) – Nel turismo occorre salvaguardare l’occupazione ed evitare procedure unilaterali di licenziamento facendo uso di tutti gli ammortizzatori sociali. Lo ha detto il Ministro del welfare Andrea Orlando, intervenendo al Tavolo sul Turismo a Roma. “Nel primo trimestre di quest’anno, per agevolare il ricorso agli ammortizzatori sociali, siamo intervenuti con due specifiche norme a sostegno del settore turistico”, ha spiegato Orlando, citando l’esonero fino al 31 marzo del pagamento del contributo addizionale e le 8 settimane aggiuntive di cassa integrazione fruibili fino al 31 dicembre 2022 dai datori di lavoro che occupano fino a 15 dipendenti.Questi due interventi si collocano in un contesto più generale di riforma strutturale degli ammortizzatori sociali, operata con la legge di bilancio, che ha esteso la platea di lavoratori coperti dalle integrazioni salariali. Sono coperti 12,4 milioni di lavoratori: 9,9 milioni i dipendenti di aziende a cui viene estesa la Cigs, 1,5 milioni di lavoratori di imprese che occupano fino a 5 dipendenti a cui viene per la prima volta riconosciuto l’assegno ordinario del Fis, 1 milione i lavoratori a cui viene riconosciuto l’assegno di integrazione salariale del Fis in affiancamento alla CIGS. “L’estensione della Cigs anche alle imprese del turismo che occupano più di 15 dipendenti consente di dotare le imprese del settore di strumenti di gestione della crisi e dei processi di trasformazione e riorganizzazione, salvaguardando i livelli occupazionali ed investendo sulle competenze delle persone”, ha affermato il Ministro. “C’e’ un punto però dal quale non possiamo sfuggire, la volontà dell’impresa di utilizzare questi strumenti, che per quanto possano essere ancora di maggior vantaggio, non possono assecondare una logica liquidatoria delle imprese o di restart, perché sono tutti strumenti che sono finalizzati alla continuità dell’attività”, ha concluso Orlando, ribadendo c he il Ministero impedirà la strumentalizzazione di questi strumenti finalizzata a licenziare e riassumere. LEGGI TUTTO

  • in

    Banco BPM, emesso bond perpetuo AT1 per 300 milioni di euro

    (Teleborsa) – Banco BPM ha emesso uno strumento perpetuo Additional Tier 1 per un ammontare pari a 300 milioni di euro. L’operazione si inserisce nell’ambito dell’efficientamento della struttura di capitale e consente di raggiungere il target di capitale Additional Tier 1 del gruppo, rafforzandone ulteriormente la posizione patrimoniale. I titoli, destinati ad investitori istituzionali, sono emessi alla pari e pagano una cedola semestrale, fissa e non cumulativa, pari al 7% e potranno essere richiamati dall’emittente a partire dal 12 aprile 2027 e successivamente ogni 6 mesi.In caso di non richiamo, la nuova cedola a tasso fisso sarà determinata sommando lo spread originario al tasso mid swap in euro a 5 anni da rilevarsi al momento della data di ricalcolo e resterà fissa per i successivi 5 anni (fino alla successiva data di ricalcolo). Il pagamento della cedola è totalmente discrezionale e soggetto a talune limitazioni. Il titolo prevede inoltre la riduzione a titolo temporaneo del valore nominale qualora il coefficiente CET1 del gruppo scendesse al di sotto del 5,125%.Gli investitori che hanno partecipato all’operazione sono principalmente fund managers (84%), banche (7%) e assicurazioni e fondi pensioni (7%), mentre la distribuzione geografica vede la presenza prevalente di investitori esteri (tra cui Regno Unito col 42% e la Francia con il 15%) e dell’Italia (20%). Morgan Stanley ha agito in qualità di Sole Bookrunner, insieme a Banca Akros (parte correlata di Banco BPM) in qualità di Other Bookrunner. LEGGI TUTTO

  • in

    Lane (BCE): forse entro metà anno vedremo picco dell'inflazione

    (Teleborsa) – “Nel contesto di un aumento del 45% dei costi energetici, in questo momento l’inflazione è più di quanto vorremmo. Pensiamo che potrebbero mancare alcuni mesi. Forse entro metà anno vedremo il picco. Ma penso che dipenda dalla guerra”. Lo ha detto Philip Lane, capo economista della BCE, in un’intervista con Antenna TV. “Molto probabilmente, con la natura dello shock energetico, i prezzi si stabilizzeranno a questi prezzi elevati o inizieranno a diminuire – ha aggiunto – Ma lo slancio dell’inflazione rallenterà, quindi pensiamo che nella seconda metà dell’anno il tasso di inflazione scenderà. E pensiamo che sarà molto più basso l’anno prossimo e l’anno successivo”.A una domanda sul rischio di stagflazione per l’area euro, ha risposto che va ricordato come ci sia uno “slancio nell’economia europea a causa della riapertura dopo la pandemia. Abbiamo Next Generation EU che fornisce investimenti pubblici in molti paesi. Quindi, quando metti tutto insieme, quello che pensiamo è – sì – un rallentamento dell’economia, ma l’economia continuerà a crescere quest’anno. Quindi questo è molto importante e pensiamo che, a differenza degli anni ’70, questi sono alcuni mesi di alti tassi di inflazione. Non è un decennio di alti tassi di inflazione e pensiamo che l’inflazione diminuirà entro la fine dell’anno”.Lo scenario della guerra e dell’alta inflazione non deve però mettere in secondo piano la necessità di una transizione verso un’economia più sostenibile, nonostante gli alti prezzi dell’energia. “Penso che sia chiaro, forse più che mai. Sappiamo che la dipendenza dell’Europa dalla Russia è dovuta al fatto che non abbiamo effettuato la transizione. Abbiamo ancora troppo petrolio e gas nel nostro mix energetico, quindi sappiamo che non può succedere dall’oggi al domani, ma dobbiamo aumentare la quota di energie rinnovabili: pannelli solari, energia eolica e così via. Questa è l’unica risposta. Ora, ovviamente il piano deve essere credibile, il piano deve essere finanziato, quindi è una grande sfida per questo decennio. Non è da un giorno all’altro, ma penso che la risposta sia chiara: è accelerare la transizione”. LEGGI TUTTO

  • in

    SCM SIM, partnership con PreviOn per servizi di check-up previdenziale

    (Teleborsa) – Solutions Capital Management SIM (SCM SIM), quotata sul mercato Euronext Growth Milan, ha stretto una partnership con la società fintech PreviOn per poter offrire alla propria clientela servizi di check up previdenziale, ampliando la propria gamma di consulenza nel wealth management. I clienti di SCM SIM potranno conoscere in modo dettagliato la loro posizione previdenziale, con un’analisi soggettiva e oggettiva dell’estratto contributivo dell’INPS e delle casse previdenziali.”Il check up contributivo è uno strumento indispensabile per garantire a se stessi e ai propri cari un’età pensionabile serena e, soprattutto, in perfetta linea di continuità – ha commentato il CEO Antonello Sanna – In particolare, temi come l’educazione universitaria e post laurea dei figli richiedono un’attenta pianificazione che ha le sue basi in strumenti di controllo come questi. Conoscere, con precisione e in modo chiaro, la propria posizione previdenziale consente di orientare con efficacia le proprie scelte e di cogliere nel modo migliore le opportunità per il futuro”. LEGGI TUTTO

  • in

    Arterra Bioscience, soci avviano ABB per cedere fino a 23,3%

    (Teleborsa) – Arterra Bioscience, azienda green biotech specializzata in ricerca e sviluppo nell’ambito delle biotecnologie e quotata su Euronext Growth Milan, ha comunicato che i soci Isagro e Maarten Chrispeels hanno dato avvio alla cessione di un numero massimo di 1.552.655 di azioni da loro detenute attraverso una procedura di accelerated bookbuilding (ABB). Si tratta di massimo il 23,3% del capitale sociale della società.L’ABB è riservato a investitori qualificati in Italia e istituzionali all’estero. Il collocamento fuori mercato, spiega una nota, è finalizzato ad incrementare il flottante e la liquidità del titolo mediante l’ingresso di investitori istituzionali di elevato standing. Il collocamento è coordinato da Banca Profilo, che agisce in qualità di Global Coordinator e Sole Bookrunner. LEGGI TUTTO

  • in

    Ecofin, fallisce accordo su direttiva per tassazione minima multinazionali

    (Teleborsa) – La Polonia torna a mettersi di traverso all’Ecofin, riunitosi in Lussemburgo, sulla direttiva europea che introduce l’aliquota minima del 15% sulle multinazionali, cioè il “secondo pilastro” dello storico accordo Ocse sulla tassazione globale sulle imprese, che necessità del sì unanime deli Ventisette. La Polonia ha mantenuto le sue riserve ed ha posto il veto sulla direttiva, nonostante il notevole sforzo della presidenza di turno francese per risolvere tutte le problematiche sollevate da Varsavia e da altri Paesi europei. Non si è espressa l’Ungheria, che probabilmente si è nascosta dietro a Varsavia per bloccare la direttiva. Dietro l’opposizione dei due stati membri si sospetta un interesse politico a far pesare il proprio veto su un tema di grande interesse per la UE, che ha attivato un meccanismo di condizionalità e bloccato i PNRR dei due Paesi per le mancate riforme del sistema giudiziario (Polonia) e del sistema anti-corruzione (Ungheria).”Dopo cinque anni di lavoro, quando abbiamo risolto tutte le difficoltà tecniche e abbiamo 26 paesi membri che ormai sostengono questa tassazione minima”, ha affermato visibilmente irritato il Ministro francese Bruno Le Maire, chiedendo “quali sono i motivi per cui la Polonia è ancora contraria a un consenso di tutti i paesi membri su quello che rappresenta un progresso significativo in materia di giustizia e di efficacia fiscale a livello internazionale?”. “Manteniamo la nostra posizione secondo cui entrambi i pilastri devono essere considerati come un pacchetto”, ha ribadito la ministra delle Finanze polacca Magdalena Rzeczkowska, aggiungendo “la Polonia vuole introdurre un regime globale equo per impedire l’evasione e l’elusione fiscale, e rimane immutata questa sua dedizione”.Le Maire allora ha espresso il suo “rammarico” per questa posizione ed ha ammesso di non essere “affatto convinto delle argomentazioni addotte dalla Polonia”.Altri Paesi, come Estonia, Svezia, Malta, e Lituania, che in precedenza avevano posto delle riserve, hanno votato a favore della direttiva e ringraziato la presidenza di turno francese per lo sforzo di mediazione e per la soluzione di tutti i “problemi tecnici” che avevano indicato. LEGGI TUTTO

  • in

    Deutsche Bank prevede recessione in USA nel 2023

    (Teleborsa) – Deutsche Bank prevede che gli Stati Uniti registreranno una recessione nel 2023 a causa della rapida stretta monetaria della FED per combattere l’inflazione. “La nostra previsione di una recessione negli Stati Uniti il prossimo anno è attualmente fuori dal consensus”, hanno riconosciuto gli economisti David Folkerts-Landau e Peter Hooper, aggiungendo però che prevedono “non sarà così a lungo”. La banca tedesca è infatti la prima, tra le grandi banche d’affari, a prevedere una recessione per gli USA. Ieri Goldman Sachs ha affermato che la recessione è “tutt’altro che inevitabile”.Deutsche Bank prevede che la banca centrale statunitense ridurrà il suo bilancio da 8,9 trilioni di dollari di quasi 2 trilioni di dollari entro la fine del prossimo anno e prevede che l’economia “subirà un duro colpo dall’inasprimento extra della FED entro la fine del prossimo anno e l’inizio del 2024”. La previsione sulla disoccupazione (che è scesa ulteriormente al 3,6% a marzo) stima una salita al 4,9% nel 2024. LEGGI TUTTO

  • in

    Clabo prevede ricavi 2022 per 52-55 milioni di euro

    (Teleborsa) – Clabo, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel settore delle vetrine espositive professionali per gelaterie, pasticcerie, bar, caffetterie e hotel, ha registrato nel primo trimestre del 2022 ricavi pari a 14,2 milioni di euro (contro i 13,6 milioni del primo trimestre 2019, gli 11,5 milioni del 2020 e i 12,1 milioni dell’anno scorso). Gli ordini sono stati pari a 15,8 milioni di euro, in aumento del 10,5% rispetto allo stesso periodo del 2021. Per l’intero 2022, la società si aspetta ricavi per 52-55 milioni di euro, contro i 54,5 milioni del 2019, i 35,8 milioni del 2020 e i 50,8 milioni dell’anno scorso.”Abbiamo chiuso un buon primo trimestre, superando, in termini sia di ricavi che di ordini il 2019, ultimo anno pre-pandemico – ha commentato l’AD Pierluigi Bocchini – Il contesto macroeconomico è sicuramente complesso a causa dell’incertezza legata agli sviluppi del conflitto bellico in Ucraina ed all’andamento dei prezzi delle materie prime e dei costi dell’energia. Ciò nonostante, la crescita che stiamo registrando su tutti i principali mercati ci rende confidenti che il 2022 possa essere finalmente l’anno di recupero e probabile superamento dei livelli di ricavi pre-pandemia”.”Il management è fortemente impegnato nello sviluppo dei nuovi prodotti, di nuove tecnologie e di nuovi mercati per poter raggiungere e, se possibile, superare gli obiettivi che ci siamo posti, sempre avendo in mente delle traiettorie di crescita e di sviluppo pienamente sostenibili – ha aggiunto – Il 2022 sarà inoltre il primo anno nel quale pubblicheremo il nostro report di sostenibilità”. LEGGI TUTTO