Aprile 2022

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    Wall Street a due velocità. Vola Twitter

    (Teleborsa) – La borsa di Wall Street avvia la prima seduta della settimana all’insegna dell’incertezza mentre gli investitori guardano al conflitto in Ucraina e alle nuove sanzioni in arrivo dall’Occidente verso la Russia. Sul fronte economico, gli addetti ai lavori sono sempre più convinti che la Federal Reserve sarà più aggressiva in materia di tassi di interesse, per contrastare l’inflazione, salita ai massimi degli ultimi 40 anni. Sul versante societario, vola il titolo Twitter, dopo la notizia resa nota dalla Sec, secondo cui Elon Musk, numero uno di Tesla, avrebbe rilevato una quota di oltre il 9% nella società di micro-blogging. Sulle prime rilevazioni, il Dow Jones scende a 34.698 punti, con uno scarto percentuale dello 0,35%, mentre, al contrario, resta piatto l’S&P-500, con le quotazioni che si posizionano a 4.544 punti. In moderato rialzo il Nasdaq 100 (+0,3%); pressoché invariato l’S&P 100 (-0,05%).Nell’S&P 500, buona la performance dei comparti telecomunicazioni (+0,70%), energia (+0,52%) e informatica (+0,43%). Tra i peggiori della lista del paniere S&P 500, in maggior calo i comparti utilities (-0,93%), beni di consumo per l’ufficio (-0,83%) e finanziario (-0,74%).In cima alla classifica dei colossi americani componenti il Dow Jones, Salesforce.Com (+1,75%), Apple (+0,53%) e Microsoft (+0,51%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su McDonald’s, che prosegue le contrattazioni a -1,53%.In rosso JP Morgan, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,40% dopo aver parlato di potenziale perdita da 1 miliardo per esposizione alla Russia.Spicca la prestazione negativa di Procter & Gamble, che scende dell’1,36%.Boeing scende dell’1,27%.Tra i protagonisti del Nasdaq 100, Pinduoduo Inc Spon Each Rep (+7,27%), JD.com (+4,97%), Baidu (+3,83%) e Okta (+2,11%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Starbucks, che continua la seduta con -3,34%.Calo deciso per Paccar, che segna un -1,96%.Sotto pressione American Electric Power, con un forte ribasso dell’1,21%.Soffre Kraft Heinz, che evidenzia una perdita dell’1,13%.Tra le variabili macroeconomiche di maggior peso nei mercati nordamericani:Lunedì 04/04/202216:00 USA: Ordini industria, mensile (atteso -0,5%; preced. 1,4%)Martedì 05/04/202214:30 USA: Bilancia commerciale (atteso -88,5 Mld $; preced. -89,7 Mld $)15:45 USA: PMI composito (preced. 55,9 punti)15:45 USA: PMI servizi (preced. 56,5 punti)16:00 USA: ISM non manifatturiero (atteso 58 punti; preced. 56,5 punti). LEGGI TUTTO

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    Openjobmetis, operatività sullo share buy-back

    (Teleborsa) – Openjobmetis, dal 28 marzo all’1 aprile 2022, con riferimento al piano adottato con delibera approvata dall’Assemblea dei soci in data 30 aprile 2021 ed avviato dal Consiglio di Amministrazione con delibera del 14 maggio 2021, ha comunicato di aver acquistato 2.500 azioni proprie al prezzo medio di 11,6200 euro, per un controvalore pari a 29.050,01 euro.A seguito delle transazioni effettuate, l’agenzia per il lavoro detiene attualmente un totale di 363.133 azioni proprie, pari al 2,6483% del capitale sociale. LEGGI TUTTO

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    Hertz acquisterà fino a 65.000 veicoli elettrici da Polestar

    (Teleborsa) – Hertz, colosso statunitense dell’autonoleggio, e Polestar, divisione di Volvo specializzata in auto elettriche premium, hanno annunciato una nuova partnership globale che include l’acquisto di fino a 65.000 veicoli elettrici (EV) in cinque anni. La disponibilità di veicoli dovrebbe iniziare nella primavera del 2022 in Europa e alla fine del 2022 in Nord America e Australia. La partnership con Polestar “si basa sull’annuncio di Hertz lo scorso ottobre di offrire ai propri clienti la più grande flotta di noleggio di veicoli elettrici del Nord America e una delle più grandi al mondo”, ha spiegato la società statunitense.”Siamo entusiasti di collaborare con Polestar e non vediamo l’ora di introdurre i loro prodotti EV premium nelle nostre flotte di vendita al dettaglio e rideshare – ha affermato Stephen Scherr, CEO di Hertz – La partnership odierna con Polestar rafforza ulteriormente la nostra ambizione di diventare un partecipante leader nel moderno ecosistema della mobilità e di farlo come un’azienda all’avanguardia per l’ambiente. Lavorando con leader del settore dei veicoli elettrici come Polestar, possiamo aiutare ad accelerare l’adozione dell’elettrificazione fornendo al contempo ai noleggiatori, clienti aziendali e partner di rideshare un prodotto EV premium, un’esperienza eccezionale e una minore impronta di carbonio”. LEGGI TUTTO

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    JPMorgan, potenziale perdita da 1 miliardo per esposizione a Russia

    (Teleborsa) – “Non siamo preoccupati per la nostra esposizione diretta alla Russia, anche se potremmo comunque perdere circa 1 miliardo di dollari nel tempo. Ma stiamo monitorando attivamente l’impatto delle sanzioni in corso e la risposta della Russia, preoccupati anche per gli effetti secondari e collaterali su così tante aziende e paesi”. Lo ha scritto Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, nella lettera gli azionisti di quest’anno, svelando per la prima volta l’esposizione della banca d’affari statunitense al paese guidato da Vladimi Putin. “Potrebbero essere aggiunte molte altre sanzioni, che potrebbero aumentare drammaticamente e in modo imprevedibile il loro effetto. Insieme all’imprevedibilità della guerra stessa e all’incertezza che circonda le catene di approvvigionamento delle materie prime globali, ciò crea una situazione potenzialmente esplosiva”, ha aggiunto.Nella lettera agli azionisti, che affronta molti temi dell’economia e della finanza, sono state anche fornite nuove stime per la crescita globale. “Ci aspettiamo che le ricadute della guerra e le conseguenti sanzioni riducano il PIL russo del 12,5% entro metà anno (un calo peggiore del calo del 10% dopo il default del 1998) – ha scritto Dimon – I nostri economisti attualmente pensano che l’area euro, fortemente dipendente dalla Russia per petrolio e gas, vedrà una crescita del PIL di circa il 2% nel 2022, invece del ritmo elevato del 4,5% che ci aspettavamo solo sei settimane fa. Al contrario, si aspettano che l’economia statunitense avanzi di circa il 2,5% contro un 3% stimato in precedenza. Ma avverto che queste stime si basano su una visione abbastanza statica della guerra in Ucraina e delle sanzioni ora in vigore”.Ampio spazio è dedicato alle scelte della banca centrale americana. “Non invidio la FED per quello che deve fare: più forte è la ripresa, più alti saranno i tassi che seguiranno (credo che questo potrebbe essere significativamente più alto di quanto si aspettano i mercati) e più forte sarà l’inasprimento quantitativo (QT). Se la FED fa le cose giuste, possiamo avere anni di crescita e l’inflazione alla fine comincerà a diminuire. In ogni caso, questo processo causerà molta costernazione e mercati molto volatili. La FED non dovrebbe preoccuparsi della volatilità dei mercati a meno che non influiscano sull’economia reale. Un’economia forte ha la meglio sulla volatilità del mercato”.”Una cosa che la FED dovrebbe fare, e sembra aver fatto, è esentarsi – darsi la massima flessibilità – dall’aumentare i tassi di soli 25 punti base e farlo secondo un programma regolare. E mentre possono annunciare come intendono ridurre il bilancio della FED, dovrebbero essere liberi di modificare questo piano in un attimo per affrontare gli eventi reali nell’economia e nei mercati – ha continuato – Una FED che reagisce con forza ai dati e agli eventi in tempo reale creerà alla fine più fiducia”. LEGGI TUTTO

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    Intermonte, Intesa Sanpaolo conferma Buy e rivede stime

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha ridotto a 3,50 euro per azione (da 3,60) il prezzo obiettivo su Intermonte, investment bank indipendente quotata su Euronext Growth Milan e specializzata in intermediazione istituzionale, ricerca, capital markets, M&A e advisory sul mercato italiano, mantenendo il giudizio sul titolo a “Buy”. La revisione della raccomandazione è arrivata dopo che la società ha approvato il bilancio 2021.Gli analisti mantengono un giudizio positivo su Intermonte, in quanto: ha mostrato un buon andamento dei ricavi nel 2021, confermato nei primi due mesi del 2022; ha una solida posizione patrimoniale (CET1 ratio 39,9% a fine 2021), lasciando spazio sia a opportunità di crescita esterna sia a una soddisfacente politica di remunerazione per gli azionisti; offre un dividend yield medio 2022-24 del 10%, secondo le loro stime.Dato l’attuale difficile contesto geopolitico e macroeconomico a livello internazionale, Intesa Sanpaolo adotta una posizione più cauta sull’andamento dei ricavi, in particolare nel 2022, e stima costi leggermente più elevati sia nel 2022 che nel 2023. Gli analisti si aspettano che la società chiuda l’anno con ricavi di 42,8 milioni di euro e un utile netto di 8,7 milioni di euro. Questi valori dovrebbero salire nel 2023, rispettivamente, a 46,4 milioni di euro e 9,7 milioni di euro.(Foto: Intermonte) LEGGI TUTTO

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    CEO Deutsche Bank: recessione tedesca inevitabile con stop a gas russo

    (Teleborsa) – La Germania dovrebbe affrontare “un ulteriore deterioramento della situazione se ci fosse uno stop alle importazioni o alle consegne di petrolio e gas naturale russi” e “una recessione sarebbe presumibilmente inevitabile”. Lo ha detto Christian Sewing, CEO di Deutsche Bank e presidente dell’associazione bancaria tedesca. “Se si dovesse arrivare a un embargo sulle importazioni allora potremmo parlare di un’inflazione che è almeno temporaneamente a due cifre – ha sottolineato nel corso di una conferenza stampa – Ma avremo permanentemente un fenomeno che tutti non abbiamo visto negli ultimi 30 anni e questa è l’inflazione a lungo termine”.”Tassi di inflazione elevati hanno enormi effetti redistributivi e mettono a dura prova le persone a basso reddito – ha evidenziato Sewing – Sono quindi veleno per la stabilità della nostra economia e anche della nostra società. C’è molto per suggerire che la Banca centrale europea dovrà presto porre fine ai suoi acquisti netti di obbligazioni e inviare il primo segnale sul tasso di interesse”.Come risultato della guerra contro l’Ucraina, la necessità di investimenti in Germania ed Europa continuerà ad aumentare nei prossimi anni, specialmente nella trasformazione verso un’economia sostenibile e per diventare meno dipendenti dai combustibili fossili. Anche per questo, secondo Sewing, devono essere mobilitati capitali privati. Affinché ciò abbia successo, l’Europa ha finalmente bisogno di un vero mercato finanziario unico. “Non esiste un pacchetto di stimolo più conveniente rispetto alla Banking and Capital Markets Union – ha affermato Sewing – Ad oggi, un mercato europeo dei capitali frammentato impedisce il pieno sfruttamento delle opzioni di finanziamento. Questo blocco deve essere revocato”.Infine, nel suo intervento come presidente dell’associazione bancaria tedesca, ha detto che negli ultimi anni le banche tedesche hanno ridotto significativamente la loro esposizione alla Russia e che i loro rischi sono gestibili e le loro riserve di capitale più elevate che mai. Allo stesso tempo, l’associazione bancaria è critica nei confronti di ulteriori contributi al Fondo di risoluzione europeo, che è già riempito con 52 miliardi di euro e l’aumento della cosiddetta riserva di capitale anticiclica. “Tutto ciò limita la capacità delle banche di prestare. E questo in un momento in cui le banche sono particolarmente richieste come finanziatrici di investimenti”, ha affermato Sewing. LEGGI TUTTO

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    Limita le perdite Piazza Affari, seduta contrastata in Europa

    (Teleborsa) – Modesta diminuzione per la Borsa di Milano, mentre tiene sui valori precedenti il resto dell’Europa. A dominare il sentiment degli investitori è ancora l’incertezza legata all’Ucraina, con nuove sanzioni in arrivo dall’Occidente verso la Russia. A Piazza Affari scende Generali, con prese di beneficio dopo i rialzi delle ultime sedute: il titolo aveva raggiunto nuovi massimi dal 2008, probabilmente spinto dagli acquisti dei contendenti nella battaglia per la governance (in vista dell’assemblea del 29 aprile). Movimenti nel comparto del lusso, con Moncler che è una delle migliori del FTSE MIB dopo che UBS ha portato il target price a 68,5 euro da 68 euro precedente. Scende invece Salvatore Ferragamo dopo che Kepler ha tagliato la raccomandazione a “Reduce” da “Hold” e il prezzo obiettivo a 15 euro da 19,5 euro. Debole TIM, penalizzata dalle incertezze sulla possibile OPA di KKR, che secondo indiscrezioni stampa starebbe preparando per oggi una risposta al CdA in cui farebbe intendere di non voler procedere con un’offerta vincolante e confermerebbe l’intenzione di collaborare su NetCo e sulle prospettive della rete unica.Lieve calo dell’Euro / Dollaro USA, che scende a quota 1,1. Lieve aumento dell’oro, che sale a 1.930,9 dollari l’oncia. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) mostra un guadagno frazionale dello 0,61%.Sui livelli della vigilia lo spread, che si mantiene a +154 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 2,04%.Tra i listini europei piatta Francoforte, che tiene la parità, senza spunti Londra, che non evidenzia significative variazioni sui prezzi, e ferma Parigi, che segna un quasi nulla di fatto.Prevale la cautela a Piazza Affari, con il FTSE MIB che continua la seduta con un leggero calo dello 0,34%; sulla stessa linea, in lieve calo il FTSE Italia All-Share, che continua la giornata sotto la parità a 27.358 punti.Senza direzione il FTSE Italia Mid Cap (-0,1%); come pure, pressoché invariato il FTSE Italia Star (+0,15%).In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Ferrari (+3,63%), Moncler (+3,04%), Leonardo (+2,62%) e Amplifon (+2,13%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Telecom Italia, che prosegue le contrattazioni a -4,32%.Si concentrano le vendite su Generali Assicurazioni, che soffre un calo del 3,27%.Vendite su Snam, che registra un ribasso del 2,31%.Seduta negativa per Saipem, che scende del 2,26%.Al Top tra le azioni italiane a media capitalizzazione, GVS (+2,17%), De’ Longhi (+2,11%), Rai Way (+1,95%) e SOL (+1,92%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Safilo, che prosegue le contrattazioni a -3,16%.Sensibili perdite per OVS, in calo del 2,43%.In apnea Carel Industries, che arretra del 2,19%.Seduta negativa per Juventus, che mostra una perdita dell’1,91%.Tra le variabili macroeconomiche di maggior peso:Lunedì 04/04/202208:00 Germania: Bilancia commerciale (atteso 9,6 Mld Euro; preced. 9,4 Mld Euro)16:00 USA: Ordini industria, mensile (atteso -0,5%; preced. 1,4%)Martedì 05/04/202200:30 Giappone: Spese reali famiglie, mensile (atteso -1,5%; preced. -1,2%)08:45 Francia: Produzione industriale, mensile (atteso 0,3%; preced. 1,6%)10:00 Unione Europea: PMI servizi (atteso 54,8 punti; preced. 55,5 punti). LEGGI TUTTO

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    Caro prezzi, aziende costruzioni al collasso

    (Teleborsa) – “Quasi il 30% delle imprese italiane è a rischio collasso per il caro prezzi”.A lanciare il grido d’allarme sono i rappresentanti di 800 aziende del settore costruzioni provenienti da tutta Italia che si sono autoconvocati, a Roma per un confronto sul tema e per chiedere al governo “provvedimenti legislativi coraggiosi e lungimiranti” perchè al momento “il PNRR è a rischio”. Ciò è dovuto alla corsa ai rialzi: non solo gasolio e benzina, pur determinanti nei trasporti del comparto, ma anche i materiali specifici come ferro o calcestruzzo sono schizzati alle stelle. Rincari che i costruttori segnalano da oltre un anno e che adesso, complice la situazione geopolitica in Ucraina, sono diventati ancora più pesanti. Secondo le stime dei rappresentanti che si sono riuniti a Roma, il comparto costruzioni in Italia conta circa 1.500.000 imprese considerando le industrie produttrici di materiali, i sistemi e i componenti per le costruzioni, le imprese di costruzioni strutturate anche PMI, micro imprese di un addetto iscritte alle Camere di commercio con partita Iva, distributori e rivenditori di materiali edili, intermediari vari, noleggiatori di macchine e attrezzature. Un comparto che rappresenta il 29,4% delle imprese italiane.Secondo gli imprenditori, “i dicasteri interessati hanno introdotto (peraltro in maniera tardiva) delle modifiche normative del tutto insufficienti, visto che continuano a lasciare le responsabilità in capo alle stazioni appaltanti e ai Rup (Responsabili unici del procedimento). E’ questo il motivo per cui i contratti in corso di esecuzione non potranno essere portati a termine, mentre per i nuovi appalti esiste il rischio concreto che i cantieri non aprano i battenti. Il tutto, con l’insorgere di contenziosi e con la mancata fruizione delle opere”. I costruttori portano come esempio il comparto Anas, dove le aziende sono circa 1.500, la forza lavoro conta circa 5mila unità e il fatturato del 2020 è di 2,3 miliardi di euro. Le gare aggiudicate da Anas non più gestibili ammontavano a 4,4 miliardi di euro nel 2019 e a 6,4 miliardi di euro nel 2020 perchè gli incrementi delle materie prime (rispetto alle gare aggiudicate) pesano per il 35%. Il Governo ha messo a disposizione 150 milioni di euro ma i costi per sopperire solo gli aumenti del comparto Anas sono, su base annuale, oltre 600 milioni. Data la situazione, le 800 imprese propongono in una lettera a Draghi una serie di soluzioni. Per i lavori in corso di esecuzione: un aggiornamento straordinario dei prezzari in uso, al fine di ristabilire l’equilibrio contrattuali; per gli Accordi Quadro già aggiudicati sulla base di prezzari non aggiornati (risalenti al 2020 o prima), imporre un aggiornamento dei progetti prima dell’affidamento degli applicativi; consentire la risoluzione contrattuale per eccessiva onerosità sopravvenuta, senza sanzioni e/o segnalazioni all’Anac per l’appaltatore; garantire l’esonero da responsabilità per causa di forza maggiore, nel caso di ritardi/inadempimenti dovuti agli incrementi in atto e alle difficoltà di reperimento dei materiali. Per i lavori di prossimo affidamento: prevedere un costante aggiornamento straordinario dei prezzari da porre a base di gara, al fine di tener conto della crisi congiunturale internazionale; inserire nei contratti una vera clausola di revisione dei prezzi in linea con le migliori esperienze internazionali, per garantire il costante allineamento del contratto alle fluttuazioni, al rialzo e al ribasso, del mercato. LEGGI TUTTO