Maggio 2022

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    Eni, Descalzi: “Gas russo sostituito al 100% in inverno 2024-2025”

    (Teleborsa) – Sebbene il progress delle acquisizioni sia positivo l’Italia non riuscirà a coprire il gas russo al 100% prima dell’inverno 2024-25. È quanto ha affermato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, parlando alla convention di Forza Italia a Napoli. “Il problema dei volumi – ha detto Descalzi – è positivo, in progress, ma non riusciamo a coprirli per l’inverno ’22-23 se non al 50%, incominciando da ottobre-novembre. Nello stesso periodo dovremo riempire gli stoccaggi e senza il gas russo è estremamente difficile. Escludendo il gas russo riusciremo a coprire l’80% dei fabbisogni nell’inverno del 23-24 e il 100% nell’inverno 24-25. Dobbiamo fare ancora di più in termini di rinnovabili e devono crescere molto di più di quanto stanno facendo adesso, e deve crescere il gas nazionale. Parlando di energia e vendendo la situazione non dobbiamo stare tranquilli, c’è un problema di volumi e di prezzi – ha proseguito Descalzi –. L’Italia importa il 90% della sua energia, parlo di gas e petrolio. Il gas russo sta continuando e non sappiamo per quanto continuerà e questo ha creato problemi sui prezzi già cresciuti notevolmente prima della guerra e prima delle avvisaglie perché negli ultimi 8 anni c’è stato il 40-45% in meno di investimenti dal momento che paesi come la Cina hanno iniziato ad aumentare il consumo di gas. Si è creata una domanda forte e pochi investimenti e un’offerta debole. Problema accentuato dalla guerra in Ucraina che può far mancare il gas russo. Noi – ha spiegato Descalzi – ci siamo mossi non tanto da altri fornitori ma sulle nostre riserve che Eni ha in tutti i paesi nordafricani e africani o mediorientali. Sono nostre produzioni via tubo, via Algeria e Libia e poi gas naturale liquefatto in Egitto. Ora cerchiamo di reindirizzare queste produzioni”.Interpellato sulla necessità di un tetto al prezzo del gas in Europa Descalzi si è detto favorevole. “Penso sia una cosa che vada fatta e se non mettiamo un tetto a livello europeo – ha spiegato l’ad di Eni – diamo spazio alle speculazioni perchè adesso il gas non manca, ci sono tutte le fonti attive e nonostante questo ci sono dei prezzi che non sono assolutamente giustificati dai volumi che sono presenti. Noi siamo favorevoli – ha detto – al fatto che ci sia un prezzo e al fatto che i guadagni che fanno i produttori che sono tutti al di fuori dell’Europa siano guadagni ragionevoli, perché il divario tra costi di produzione e il prezzo dell’hub europeo a cui si vende il gas che è veramente nei fatti non giustificabile. So che il tema viene discusso in Europa ma non tutti sono d’accordo. I paesi nordeuropei non vogliono il tetto. chi ha un mix energetico come il nostro soffre ma non è una sofferenza ben distribuita. Penso che con un po’ più di solidarietà e comprensione in Europa, sia un accordo che deve essere assolutamente raggiunto”. LEGGI TUTTO

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    Banca Carige, depositate liste per rinnovo CdA

    (Teleborsa) – Banca Carige ha comunicato che sono state depositate le liste di candidati per la nomina del consiglio di amministrazione all’ordine del giorno dell’assemblea convocata per il 15 giugno 2022. La lista presentata dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, titolare di una partecipazione pari al 79,418% del capitale sociale, comprende: Gianni Franco Papa, Roberto Ferrari, Elvio Sonnino, Mirca Marcelloni, Sabrina Bruno, Paola Demartini, Miro Fiordi, Gaudiana Giusti, Francesco Micheli. La lista presentata da Cassa Centrale Banca, titolare di una partecipazione pari al 5,915% del capitale, è composta da Diego Schelfi.Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ha anche chiesto di determinare in nove il numero dei componenti del consiglio di amministrazione della banca ligure. LEGGI TUTTO

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    Europa, focus su diversificazione fonti dopo stop gas russo a Finlandia

    (Teleborsa) – A due giorni di distanza dalla presentazione della domanda per aderire alla NATO, la Finlandia si trova a fronteggiare la prima contromisura della Russia. Gasum, il distributore di gas di proprietà dello Stato finlandese, ha dichiarato che le importazioni di gas naturale dalla Russia saranno interrotte da sabato. Le forniture perse avranno probabilmente un impatto limitato sull’economia della nazione nordica, con il gas che rappresenta solo circa il 5% del suo mix energetico e viene utilizzato principalmente dalle fabbriche, ma è un campanello d’allarme anche per gli altri paesi europei.Si moltiplicano infatti le iniziative dei vari stati per diminuire la dipendenza dalle forniture russe. Per il prossimo inverno, il governo finlandese ha concordato di affittare un terminale GNL galleggiante insieme all’Estonia. “La nuova nave GNL è un passo significativo nel miglioramento della sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Finlandia – ha detto il ministro delle finanze Annika Saarikko – Ciò consentirà di staccarsi dall’energia russa. L’importanza del progetto non può essere sottovalutata ora”.La Germania tenta di diversificare le proprie fontiOggi Qatar e Germania hanno firmato accordi per approfondire la loro partnership energetica, con particolare attenzione alle forniture di idrogeno e gas naturale liquefatto (GNL). “La questione della sicurezza energetica gioca un ruolo importante per noi. La Germania svilupperà le sue infrastrutture per essere in grado di importare gas liquefatto via nave”, ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz durante una conferenza stampa congiunta con l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani.La Germania potrebbe ricevere gas naturale liquefatto nel 2024 da Golden Pass, una nuova struttura negli Stati Uniti di cui Qatar Energy è uno stakeholder. Inoltre, Scholz ha affermato che la Germania costruirà due nuovi terminali GNL per accelerare l’importazione di gas naturale liquefatto da altri paesi, con le nuove strutture che dovrebbero essere completate entro il 2026.L’allarme per l’Italia nonostante i passi avantiNella giornata odierna è arrivata un allarme anche per l’Italia. L’analisi delle infrastrutture di approvvigionamento del gas esistenti, effettuata dagli analisti di CDP, “evidenzia come l’Italia risulti vicina alla soglia critica di inadeguatezza” e il sistema “incontrerebbe serie difficoltà a soddisfare la domanda massima giornaliera di gas” in caso di stop completo del flusso dalla Russia. L’Italia, sottolinea il rapporto, “è tra i Paesi europei energeticamente più dipendenti dall’estero: quasi tre quarti delle materie prime arrivano da Paesi terzi (73% a fronte di una media Ue del 57%)” e soprattutto da “un numero limitato di paesi caratterizzati da elevati profili di rischio geopolitico”. L’Italia “più di altri paesi europei ha intrapreso un percorso di riduzione della dipendenza dall’estero” ma l’economia è “ancora molto dipendente dal gas russo” in un contesto in cui il gas naturale rappresenta il 42% dei consumi interni di energia.I timori per la recessione con taglio alle fornitureGli analisti continuano intanto a evidenziare i rischi di una recessione con una improvvisa interruzione delle forniture di gas russo all’Europa, con l’economia dell’Eurozona che si contrarrebbe alla fine del 2022 o all’inizio del 2023 secondo Fitch. Secondo l’agenzia di rating, una perdita del 30% delle forniture di gas si tradurrebbe in un calo del 2% del PIL della zona euro, mentre per la Germania la perdita della fornitura di gas russo comporterebbe un calo del PIL vicino al 4%. “Nel tempo ci sarebbe la possibilità di sostituire le forniture russe perse con altre fonti di gas ed energia – si legge nel rapporto – Ma una perdita immediata delle importazioni russe, un rischio significativo e in aumento con il protrarsi della guerra in Ucraina, sarebbe praticamente impossibile da sostituire completamente nel breve periodo”. LEGGI TUTTO

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    Piazza Affari annulla i rialzi. Sale lo spread

    (Teleborsa) – I mercati europei hanno perso slancio nel finale di seduta, con Milano e Parigi che hanno chiuso appena sopra la parità, dopo che Wall Street è virata in ribasso, dopo un’apertura di seduta positiva. I mercati europei erano stati ben comprati per la maggior parte della seduta, con il sentiment degli investitori che era migliorato dopo che la banca centrale cinese aveva tagliato di 15 punti base il Loan prime rate per i prestiti quinquennali, oltre le attese. Lo spread ha chiuso la giornata sopra quota 203 punti base, con l’obbligazionario italiano tornato sotto pressione a causa delle aspettative per una BCE che farà di tutto per abbattere l’inflazione, nonostante i timori per una recessione nel Vecchio Continente.Sessione debole per l’Euro / Dollaro USA, che scambia con un calo dello 0,30%. L’Oro è sostanzialmente stabile su 1.840,7 dollari l’oncia. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) mostra un timido guadagno e segna un +0,59%.In salita lo spread, che arriva a quota +203 punti base, con un incremento di 8 punti base, con il rendimento del BTP decennale pari al 2,97%.Tra le principali Borse europee bilancio decisamente positivo per Francoforte, che vanta un progresso dello 0,72%, buona performance per Londra, che cresce dell’1,19%, e senza spunti Parigi, che non evidenzia significative variazioni sui prezzi.Nessuna variazione significativa in chiusura per il listino milanese, con il FTSE MIB che si attesta sui valori della vigilia a 24.095 punti; sulla stessa linea, rimane intorno alla linea di parità il FTSE Italia All-Share, che chiude la giornata a 26.286 punti.Leggermente negativo il FTSE Italia Mid Cap (-0,31%); sui livelli della vigilia il FTSE Italia Star (-0,15%).Alla chiusura di Milano risulta che il controvalore degli scambi nella seduta odierna è stato pari a 2,55 miliardi di euro, con un incremento del 19,59%, rispetto ai precedenti 2,13 miliardi di euro; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,52 miliardi di azioni della seduta precedente agli odierni 0,55 miliardi.A fronte dei 442 titoli scambiati, sono giunte richieste di acquisto per 243 azioni. In lettera invece 192 titoli. Pressoché stabili le rimanenti 7 stocks.Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, svetta Nexi che segna un importante progresso del 4,45%.Vola Inwit, con una marcata risalita del 3,69%.Brilla Enel, con un forte incremento (+3,15%).Ottima performance per Recordati, che registra un progresso del 2,53%.I più forti ribassi, invece, si sono verificati su CNH Industrial, che ha archiviato la seduta a -6,25%.Crolla Saipem, con una flessione del 4,00%.Si concentrano le vendite su Moncler, che soffre un calo dell’1,95%.Vendite su Fineco, che registra un ribasso dell’1,72%.Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, Bff Bank (+2,83%), Intercos (+2,25%), Cattolica Assicurazioni (+2,25%) e Mfe B (+1,91%).Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Carel Industries, che ha chiuso a -4,13%.Vendite a piene mani su Technogym, che soffre un decremento del 3,75%.Pessima performance per Sanlorenzo, che registra un ribasso del 3,39%.Sessione nera per Tod’s, che lascia sul tappeto una perdita del 2,74%.Tra le variabili macroeconomiche di maggior peso:Venerdì 20/05/202201:30 Giappone: Prezzi consumo, annuale (preced. 1,2%)08:00 Germania: Prezzi produzione, annuale (atteso 31,5%; preced. 30,9%)08:00 Germania: Prezzi produzione, mensile (atteso 1,4%; preced. 4,9%)08:00 Regno Unito: Vendite dettaglio, mensile (atteso -0,2%; preced. -1,2%)08:00 Regno Unito: Vendite dettaglio, annuale (atteso -7,2%; preced. 1,3%). LEGGI TUTTO

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    FTSE MIB, lunedì 23 maggio calo tecnico dell'1,44% con dividendi

    (Teleborsa) – FTSE Russell ha comunicato che lunedì 23 maggio 2022 il FTSE MIB mostrerà un calo tecnico dell’1,44% in apertura, in quanto staccano il dividendo 18 azioni del paniere. I titoli interessati dallo stacco cedola sono A2A (0.0904), Amplifon (0.2600), Atlantia (0.7400), Azimut Holding (1.3000), BPER Banca (0.0600), Banca Generali (1.1500), DiaSorin (1.0500), Eni (0.4300), Finecobank (0.3900), Generali (1.0700), Interpump Group (0.2800), Intesa Sanpaolo (0.0789), Inwit (0.3225), Italgas (0.2950), Moncler (0.6000), Pirelli & C (0.1610), Recordati (0.5700), Unipol (0.3000).(Foto: © alessandro0770 | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Caro bollette, Bonomi: la soluzione è mettere un tetto al prezzo del gas

    (Teleborsa) – Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, è tornato a sostenere la necessità di mettere un tetto al prezzo del gas per arginare il caro bollette. “Lo abbiamo chiesto in tute le salse”, ha dichiarato all’evento “Med in Italy” organizzato a Palermo dai Giovani Imprenditori. “Bastava fare un’operazione sui contratti di merito – ha spiegato – Bastava chiedere agli importatori copia dei contratti, vedere i prezzi e per quanti anni, perché noi siamo convintissimi che sono contratti di fornitura pluriennali a dei prezzi ben definiti”. “È evidente che c’è in corso una speculazione fortissima, una speculazione su cui non si capisce perché nessuno voglia intervenire”, ha aggiunto”Non è vero che Confindustria non vuole la tassazione sugli extra-profitti, noi non vogliamo che si generi quella speculazione perché quella speculazione la stanno pagando imprese e famiglie – ha proseguito Bonomi –. Bisogna agire a monte, è evidente”.Il suicidio energetico “noi non è che lo abbiamo fatto oggi, lo abbiamo fatto in decenni di scelte scriteriate”, ha spiegato il presidente degli industriali. “Solo per rimanere nel campo della Russia, a marzo 2014 termina il conflitto in Crimea e a maggio 2014 la comunità europea manda un documento chiedendo ai paesi membri di diminuire la dipendenza dal gas russo, l’Italia cosa ha fatto? L’ha raddoppiata”, ha evidenziato. “Questo dà l’idea di come non c’è non visione sul futuro. Quindi oggi siamo costretti, famiglie e imprese, a pagare scelte politiche sbagliate di decenni”, ha ribadito. “Noi dobbiamo cambiare il nostro mix energetico e ci troviamo a cambiarlo in una situazione molto complicata – ha sottolineato –, dove si pensava che la transizione fosse solo dal fossile alle rinnovabili e invece dobbiamo cambiare fossile con fossile se vogliamo diventare indipendenti nel breve periodo dalle forniture, in un contesto geostrategico completamente cambiato in 2-3 mesi”. LEGGI TUTTO

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    Russia, Banca centrale: economia si adatta velocemente a nuove condizioni

    (Teleborsa) – Secondo il capo del dipartimento di politica monetaria della Banca centrale russa, Kirill Tremasov, l’economia del paese guidato da Vladimir Putin si sta adattando abbastanza rapidamente alle mutevoli condizioni che sta affrontando, dopo l’invasione dell’Ucraina e l’imposizione delle sanzioni da parte dell’Occidente.”Abbiamo condotto un’indagine lungo aprile e maggio, e vediamo che la situazione sta leggermente migliorando ad ogni indagine – ha detto durante una conferenza stampa, secondo quanto riportato dall’agenza TASS – Chiediamo alle aziende vari aspetti problematici, tra cui tariffe, quali problemi hanno riscontrato, sulla domanda, sull’occupazione e così via. E vediamo che a partire da aprile il saldo delle risposte su tutti questi elementi è andato gradualmente migliorando, il che significa che l’economia russa ha iniziato ad adattarsi alle condizioni in mutamento abbastanza velocemente finora”.”Nonostante i cambiamenti in atto nella nostra economia, gli obiettivi e i principi della politica monetaria rimangono invariati – ha aggiunto – La stabilità dei prezzi resta una priorità”. La Bank of Russia prevede che il PIL si contrarrà dell’8-10% nel 2022, dello 0-3% nel 2023 e crescerà del 2,5-3,5% nel 2024. LEGGI TUTTO

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    ASPI, Free To X: prosegue Roadmap installazioni di stazioni di ricarica elettrica ad alta potenza

    (Teleborsa) – Prosegue l’attuazione del progetto di elettrificazione e sostenibilità di Free To X, start-up del gruppo Autostrade per l’Italia dedicata allo sviluppo di servizi avanzati per la mobilità, con l’inaugurazione della prima High Power Charging station in Abruzzo, a Torre Cerrano Ovest (A14 – Ancona-Pescara).”Fin da quando, lo scorso anno, il piano di elettrificazione della rete gestita da Aspi è stato avviato, Free To X – dichiara Giorgio Moroni, ceo Free To X – si è impegnata nella progettazione di un network che assicurasse la neutralità geografica da Nord a Sud e da Est ad Ovest, con l’obiettivo di portare avanti con omogeneità e continuità la fornitura del servizio agli utenti in viaggio lungo le dorsali del Gruppo”.Fino al completamento del piano, previsto per l’estate 2023, – fa sapere Aspi in una nota – saranno avviati in media 6/7 nuovi cantieri ogni mese e attualmente l’investimento complessivo per le 100 stazioni di ricarica ad alta potenza è maggiore di 70 milioni di euro.Una volta completato il piano di installazione, su 100 aree di servizio della rete Aspi, la distanza media tra un’area di ricarica e l’altra sarà di circa 50 km, pari all’interdistanza media delle aree di servizio a livello europeo, nonché – sottolinea Aspi – in linea con proposta di regolamento europeo (Alternative Fuel Infrastructure Regulation – AFIR), all’interno del pacchetto di misure sul clima “Fit for 55”.La stazione aperta oggi è la tredicesima di Free to X sulla rete di Autostrade per l’Italia. I cantieri già attivi – in fase avanzata – sono 24. Le stazioni interessate sono: San Nicola Est (A1 – Napoli-Roma), La Pioppa Est (A14 – Bologna-Ancona), La Pioppa Ovest (A14 – Bologna-Ancona), Montefeltro Ovest (A14– Bologna-Ancona), Torre Cerrano Est (Irpinia Nord (A16 – Napoli-Canosa), Irpinia Sud (A16 – Napoli-Canosa), Brughiera Est (A8 – Milano-Varese), Brughiera Ovest (A8 – Milano-Varese), Po Est (A13 –Bologna-Padova), Po Ovest (A13 – Bologna-Padova), Lario Ovest (A9 – Milano – Como), Lario Est (A9 – Milano – Como), San Zenone Est (A1 – Milano – Bologna), Brianza Sud (A4 – Milano-Brescia), Arno Est (A1 – Firenze – Roma), Aurelia Sud (A10 Genova – Savona), Arno Ovest (A1 Firenze – Roma),Firenze Nord (A11 Firenze – Mare), Peretola Sud (A11 Firenze – Mare), Canne della Battaglia Ovest (A14 Canosa – Taranto), Canne della Battaglia Est (A14 Canosa – Taranto), Torre Fantine Est (A14 Lanciano-Canosa), Torre Fantine Ovest (A14 Lanciano-Canosa).ì LEGGI TUTTO