Maggio 2022

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    AerCap esce da Russia con contraccolpo da 2,7 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – AerCap, la più grande società di leasing di aeromobili al mondo, ha cessato le sue attivi in Russia registrando un addebito ante imposte di 2,7 miliardi di dollari (2,4 miliardi di dollari al netto delle imposte) nel primo trimestre del 2022, composto da svalutazioni di attrezzature di volo, parzialmente compensate dalla cancellazione di attività e passività legate al leasing.La società ha terminato il noleggio di tutti i propri aerei e motori con compagnie aeree russe. Prima dell’invasione russa, al 31 dicembre 2021, aveva 135 aerei e 14 motori in leasing con compagnie aeree russe, che rappresentavano circa il 5% della flotta di AerCap in base al valore contabile netto al 31 dicembre 2021. La società ha spostato 22 aerei e 3 motori al di fuori della Russia, mentre 113 aerei e 11 motori rimangono in Russia.”Durante il primo trimestre, abbiamo cessato tutte le nostre attività di leasing alle compagnie aeree russe e abbiamo registrato una perdita principalmente per i nostri aerei e motori che rimangono in Russia – ha detto il CEO Aengus Kelly – Abbiamo presentato richieste di risarcimento assicurative relative a questi beni e perseguiremo vigorosamente tutti i rimedi disponibili per recuperare le nostre perdite”.AerCap ha presentato una richiesta di risarcimento per circa 3,5 miliardi di dollari in relazione a tutti gli aeromobili e motori rimasti in Russia. Tuttavia, il tempi e l’importo di eventuali recuperi nell’ambito delle polizze assicurative legate a questi bene “sono incerti e non abbiamo rilevato crediti per reclami al 31 marzo 2022”. LEGGI TUTTO

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    Mascherine a scuola, sottosegretario Sasso: rimuovere obbligo

    (Teleborsa) – Rimuovere l’obbligo di indossare la mascherina nelle aule scolastiche. Lo chiede il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso. “Una richiesta che mi è arrivata anche da tante famiglie, che ci sollecitano ad adottare una misura di buon senso per l’ultima parte dell’anno scolastico – afferma -. Come Lega lo stiamo chiedendo da diverse settimane, in considerazione sia del miglioramento dei dati epidemiologici sia della brusca impennata delle temperature, che soprattutto nel Mezzogiorno rende davvero difficile seguire le lezioni: oggi, in diversi centri, siamo abbondantemente oltre i 30 gradi”.”Tra l’altro, è ormai dimostrato che a scuola il rischio di contagio riguarda soprattutto le fasi di entrata e di uscita, non certo quando gli studenti sono seduti ognuno al proprio posto. Si potrebbe lasciare l’obbligo di indossare la mascherina solo quando ci si alza dal banco o si circola nei corridoi. Ci appelliamo ancora una volta alle autorità sanitarie affinché i protocolli siano rivisti al più presto: la decisione finale spetta al ministro Speranza, che mi auguro si dimostri più in sintonia con il Paese reale rispetto a quanto fatto finora”, conclude il sottosegretario in quota Lega. LEGGI TUTTO

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    Knot (BCE) non esclude rialzo tassi di 50 punti base

    (Teleborsa) – “Il primo rialzo dei tassi di interesse è ora scontato per la riunione di politica monetaria del 21 luglio, e questo mi sembra realistico”. Lo ha detto Klaas Knot, presidente della Banca dei Paesi Bassi e membro del Consiglio direttivo della BCE, in una intervista alla tv olandese. Il banchiere ha lasciato intendere che non si può escludere un aumento di 50 punti base, anche se saranno necessari dati ancora più negativi sul fronte dell’inflazione per arrivare a questo scenario.”Sulla base delle attuali conoscenze, la mia preferenza sarebbe aumentare il nostro tasso ufficiale di un quarto di punto percentuale – ha aggiunto – A meno che i nuovi dati in arrivo nei prossimi mesi indichino che l’inflazione si sta ulteriormente ampliando o si sta accumulando. Se così fosse, non è da escludere nemmeno un aumento maggiore”. A una domanda specifica sull’entità di una tale mossa, Knot ha detto che “in tal caso, un passo successivo logico ammonterebbe a mezzo punto percentuale”.Knot ha affermato che, sebbene al momento non preveda una recessione globale, le persone dovranno comunque affrontare un’inflazione più elevata nei prossimi mesi e la normalizzazione della politica monetaria è “l’unica opzione”. LEGGI TUTTO

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    Walmart, margini sotto le attese per aumento costi e pressioni supply chain

    (Teleborsa) – Walmart, la più grande catena al mondo nel canale della grande distribuzione organizzata, ha registrato un fatturato di 141,6 miliardi di dollari nel primo trimestre dell’anno fiscale 2023 (terminato il 30 aprile 2022), in crescita del 2,4% sullo stesso periodo dello scorso anno nonostante l’impatto negativo per 5 miliardi di dollari da dismissioni. L’utile operativo è diminuito del 23% a 5,3 miliardi di dollari, mentre l’utile per azione rettificato è stato di 1,30 dollari. Gli analisti, secondo dati Refinitiv, si aspettavano un utile per azione rettificato di 1,48 dollari su un fatturato di 138,9 miliardi di dollari.”In tutte le nostre attività, abbiamo avuto un trimestre di crescita forte – ha commentato il CEO Doug Mc Millon – Siamo grati ai nostri associati per il loro duro lavoro e creatività. I risultati finali sono stati inaspettati e riflettono l’ambiente insolito. I livelli di inflazione negli Stati Uniti, in particolare nel settore alimentare e dei combustibili, hanno creato più pressione sul mix di margini e sui costi operativi di quanto ci aspettassimo. Ci stiamo adeguando e bilanceremo le esigenze di valore dei nostri clienti con la necessità di fornire una crescita dei profitti per il nostro futuro”.Il tasso di profitto lordo consolidato è diminuito di 87 punti base, principalmente a causa di Sam’s Club e 38 punti base di Walmart negli Stati Uniti per i costi elevati della catena di approvvigionamento e il mix di prodotti. Le spese operative consolidate come percentuale delle vendite nette sono aumentate di 45 punti base, principalmente a causa dell’aumento dei costi salariali in Walmart negli Stati Uniti.La società ha alzato le prospettive di vendita per l’intero anno, ma ha abbassato le aspettative di profitto. Walmart ha affermato che prevede un aumento delle vendite nette di circa il 4% in valuta costante per l’intero anno, mentre in precedenza aveva previsto un aumento del 3%. Il risultato operativo consolidato dovrebbe diminuire dell’1% a valuta costante, rispetto alle stima precedente di un aumento del 3%. LEGGI TUTTO

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    Buoni pasto, le associazioni della distribuzione e della ristorazione chiedono una riforma radicale

    (Teleborsa) – Se non ci sarà una riforma radicale del sistema di erogazione dei buoni pasto, le imprese della distribuzione commerciale e della ristorazione potrebbero smettere di accettare i ticket. Un danno enorme per circa 3 milioni di lavoratori pubblici e privati che utilizzano quotidianamente questo strumento per assicurarsi il pasto. A lanciare l’ultimo grido di allarme prima di avviare azioni più drastiche sono le principali associazioni dei settori interessati – Ancd Conad, Ancc Coop, Fiepet Confesercenti, Federdistribuzione, Fida e Fipe Confcommercio – desiderose di accendere un riflettore sulla degenerazione del sistema dei buoni pasto, alla vigilia della pubblicazione della gara BP10, indetta dalla centrale unica di acquisto, Consip. A fare il punto della situazione, sono stati i rappresentanti delle sei organizzazioni, nel corso di una conferenza stampa: Alessandro Beretta, segretario generale Ancd Conad, Marco Pedroni, presidente Coop Italia e Ancc Coop, Giancarlo Banchieri, presidente Fiepet Confesercenti, Alberto Frausin, presidente Federdistribuzione, Donatella Prampolini, presidente Fida, e Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio. Due le priorità inserite in un manifesto: la riduzione immediata dei ribassi sul prezzo richiesti in fase di gara alle società emettitrici dei buoni pasto, e la riforma complessiva del sistema, seguendo l’impianto in vigore in altre Paesi, per assicurare il rispetto del valore nominale del ticket ed eliminare le gravose commissioni pagate dagli esercizi presso i quali i buoni pasto vengono utilizzati.Prima dello scoppio della pandemia, circa 10 milioni di lavoratori pranzavano quotidianamente fuori casa. Di questi, circa 3 milioni beneficiavano di buoni pasto e il 64,7% li utilizzava come prima forma di pagamento ogni volta che usciva dal proprio luogo di lavoro. Complessivamente si stima che nel 2019 siano stati emessi in Italia 500 milioni di buoni pasto, di cui 175 milioni acquistati dalle pubbliche amministrazioni, che li hanno messi a disposizione di 1 milione di lavoratori. In totale, ogni giorno i dipendenti pubblici e privati spendono nei bar, nei ristoranti, nei supermercati i e in tutti gli esercizi convenzionati 13 milioni di buoni pasto. Una battaglia – dicono le sei sigle riunite – volta a garantire la sostenibilità di un servizio essenziale per oltre 3 milioni di lavoratori, che si rende necessaria nel momento in cui lo Stato pretende di finanziare la propria spending review, scaricando i costi sull’ultimo anello della catena. Ad oggi si rischia che il costo sostenuto dal mondo della ristorazione con il sistema dei buoni pasto sia addirittura superiore in termini di valore, all’ultima tornata di ristori destinati al settore, circa 40 milioni di euro. Una distorsione cui le imprese chiedono di porre rimedio immediatamente, cominciando dalla prossima gara Consip. La stazione appaltante per il servizio di buoni pasto all’interno della pubblica amministrazione, Consip, effettua le gare solo nominalmente con il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa mentre, di fatto si traduce, nell’aggiudicazione a chi offre il prezzo più basso. Nel corso delle ultime due gare, 2018 e 2020, gli esercenti si sono trovati a pagare commissioni medie del 19,8% (BP8) e del 17,80% (BP9). Questo meccanismo – sostengono ancora le organizzazioni – finisce per scaricare il risparmio della pubblica amministrazione sui pubblici esercizi e sulla distribuzione commerciale. Per ciascun buono da 8 euro il bar, il negozio alimentare o il supermercato ne incassa poco più di 6. Una volta scalati anche gli oneri di gestione (conteggio, spedizione, pos, ecc.) e quelli finanziari si registra un deprezzamento del 30%: ogni 10mila euro di buoni incassati, gli esercizi convenzionati perdono circa 3mila euro. LEGGI TUTTO

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    Energy Recovery Fund, Patuanelli: credo sia opzione indifferibile

    (Teleborsa) – “Credo che sia indifferibile l’opzione di un Energy Recovery Fund, una tranche di debito comune per consentire agli Stati europei di affrontare il tema del caro della bolletta e delle materie prime”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli parlando a margine del meeting Techagriculture in corso a Napoli. “Come abbiamo affrontato la pandemia, con un quadro europeo di riferimento che ha saputo dare gli strumenti agli Stati membri per mettere in campo tutte le risorse necessarie a sostenere l’economia, anche in questo caso l’Europa deve ragionare in questo modo”. “Ad oggi – prosegue il Ministro – abbiamo fatto tutto quello che potevamo senza scostamento di bilancio, e credo che non si debba pensare in assoluto che lo scostamento sia un male, credo che il rischio di uno scostamento sia inferiore al rischio di perdere interi settori produttivi o di portare le persone alla soglia di povertà”. “Sicuramente è un altro segnale che la difficoltà economica che pensavamo di aver superato con un 2021 con la crescita più alta di quella attesa, ha un momento di stop legato alla crisi internazionale e questo era più che prevedibile da quando il conflitto è esploso” conclude Patuanelli. LEGGI TUTTO

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    JD.com, ricavi in aumento e sopra le attese nel primo trimestre 2022

    (Teleborsa) – JD.com, una delle principali piattaforme e-commerce cinesi, ha registrato ricavi netti pari a 239,7 miliardi di yuan (37,8 miliardi di dollari) nel primo trimestre del 2022, in aumento del 18% rispetto al primo trimestre del 2021 e superiori alle stime degli analisti di 236,66 miliardi di yuan, secondo dati Refinitiv.La perdita netta attribuibile agli azionisti è stata di 3 miliardi di yuan (0,5 miliardi di dollari), rispetto a un utile netto di 3,6 miliardi di yuan nello stesso periodo dell’anno scorso. Gli account annuali dei clienti attivi sono aumentati del 16,2% a 580,5 milioni nei dodici mesi chiusi al 31 marzo 2022, da 499,8 milioni nei dodici mesi chiusi al 31 marzo 2021.Commentando i risultati, il CEO Lei Xu ha fatto riferimento al ruolo della società nel supportare la popolazione cinese durante gli ultimi lockdown. “Stiamo sfruttando attivamente le nostre competenze chiave per supportare le comunità locali e le imprese nelle regioni colpite dall’ultimo focolaio di Omicron”, ha sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Warren Buffett scommette su Citigroup e vende Verizon

    (Teleborsa) – Berkshire Hathaway, la holding di Warren Buffett, ha svelato i nuovi investimenti fatti nel primo trimestre del 2022, una mossa che ha solitamente effetti sui corsi azionari delle società coinvolte per l’influenza dell’oracolo di Omaha. Tra le decisioni prese nei primi mesi dell’anno, spiccano l’investimento da quasi 3 miliardi di dollari in Citigroup e la vendita di quasi tutta la partecipazione da 8,3 miliardi di dollari in Verizon Communications, secondo quanto emerge da un documento depositato presso la SEC.Berkshire ha riferito di nuove partecipazioni in Ally Financial (società finanziaria specializzata nel settore automobilistico), Celanese (società chimica e di materiali speciali), Markel (holding per operazioni assicurative, riassicurative e di investimento), McKesson (società di distribuzione di prodotti farmaceutici e fornitura di tecnologia al mondo healthcare) e Paramount Global (conglomerato dei media precedentemente noto come ViacomCBS).Tra le quote acquistate, già comunicate al mercato, ci sono anche quelle di Chevron e Occidental Petroleum, HP e Activision Blizzard. Le vendite di azioni sono state pari a 9,7 miliardi di dollari e includono anche AbbVie e Bristol-Myers Squibb. La società di Buffett ha chiuso il primo trimestre con 106,3 miliardi di dollari in contanti ed equivalenti, in calo rispetto ai 146,7 miliardi di dollari di tre mesi prima, riflettendo in gran parte i nuovi investimenti. LEGGI TUTTO