Agosto 2022

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    USA, Philly FED agosto migliora a 6,2 punti

    (Teleborsa) – Aumenta più delle attese l’attività del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia negli Stati Uniti. Ad agosto 2022 l’indice relativo all’attività manifatturiera del distretto FED di Philadelphia (Philly FED) è salito a +6,2 punti dai -12,3 di luglio. Il dato è superiore alle attese degli analisti, che indicavano un aumento più contenuto fino a -5 punti.Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste.Fra le componenti dell’indice, quello dei nuovi ordini è migliorato a -5,1 punti da -24,8 punti, quello sulle condizioni di business si è portato a -10,6 da -18,6, quello sull’occupazione si è attestato a 24,1 punti da 19,4 punti e quello sui prezzi a 43,6 punti da 52,2 punti, mentre quello sulla spesa per investimenti (capex) è migliorato a 18 punti da 4,4 punti. LEGGI TUTTO

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    Bank of England, a settembre iniziano aste per vendere corporate bond

    (Teleborsa) – La Banca d’Inghilterra punta a liquidare il proprio stock di 19,1 miliardi di sterline di corporate bond alla fine del 2023 o all’inizio del 2024, subordinatamente alle condizioni di mercato. Ciò avverrà attraverso una combinazione di: obbligazioni in scadenza; un programma di vendita di obbligazioni tramite aste; e il potenziale di riacquisto da parte degli emittenti delle obbligazioni.Il Corporate Bond Purchase Scheme (CBPS o Schema) è stato lanciato nell’agosto 2016, nell’ambito della nuova strategia di allentamento monetario voluta dall’allora governatore Mark Carney, e ampliato nel 2020. Il programma era mirato a obbligazioni “high rated” emesse da società non finanziare che contribuivano in modo significativo all’attività economica del Regno Unito, anche se non erano necessariamente britanniche.Lo stock di partecipazioni CBPS in termini di proventi di acquisto iniziale al 3 agosto 2022 era di 19,1 miliardi di sterline, con un valore nominale di 14,5 miliardi di sterline. Il metodo principale di vendita sarà un programma di aste multi-stock regolari. Queste inizieranno dalla settimana del 19 settembre 2022, in base alle condizioni di mercato.Solo le obbligazioni con scadenza entro il 6 aprile 2024 potranno essere vendute all’asta in prima istanza. Escludendo le obbligazioni in scadenza prima di tale data, il valore nominale delle obbligazioni idonee alla vendita tramite aste è attualmente di circa 13 miliardi di sterline.Le obbligazioni di tutti i settori saranno offerte settimanalmente, ad eccezione delle obbligazioni di emittenti nei settori dell’energia e del gas, che saranno offerte con cadenza quindicinale a causa del peso relativamente basso di questi settori all’interno del portafoglio complessivo. Come avvenuto in fase di acquisto, la Banca non pubblicherà una dimensione target specifica per ciascuna asta. La dimensione delle singole aste si adatterà automaticamente per riflettere la quantità e la qualità delle offerte ricevute. LEGGI TUTTO

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    Kohl's taglia ancora la guidance: inflazione riduce spesa consumatori

    (Teleborsa) – Kohl’s, catena statunitense di grandi magazzini, ha registrato ricavi totali pari a 4,09 miliardi di dollari nei tre mesi al 30 luglio 2022, in diminuzione dell’8,1% rispetto ai 4,45 miliardi di dollari dello stesso periodo dell’esercizio precedente. Le vendite nette e le vendite comparabili sono diminuite, rispettivamente, dell’8,5% e del 7,7%. Il margine lordo è stato del 39,6%, in calo rispetto al 42,5% dello stesso periodo del 2021. L’utile è diminuito del 63% a 143 milioni di dollari, mentre l’utile per azione è calato del 55% a 1,11 dollari. Il mercato, secondo dati Refinitiv, si aspettava un utile per azione di 1,03 dollari su ricavi totali per 3,85 miliardi di dollari.”I risultati del secondo trimestre sono stati influenzati dall’indebolimento del contesto macroeconomico, dall’inflazione elevata e dalla riduzione della spesa dei consumatori, che hanno messo sotto pressione soprattutto i nostri clienti a reddito medio – ha commentato la CEO Michelle Gass – Abbiamo adattato i nostri piani, implementando azioni per ridurre le scorte e ridurre le spese per tenere conto di una prospettiva di domanda più debole”.La società ha tagliato nuovamente le prospettive finanziarie per l’intero anno 2022. Si aspetta ora: vendite nette in calo tra -5% e -6% rispetto all’anno precedente (intervallo di crescita 0-1% in precedenza); margine operativo compreso tra il 4,2% e il 4,5%; utile per azione compreso tra 2,80 e 3,20 dollari, escluse eventuali spese non ricorrenti (contro una stima precedente tra 6,45 e 6,85 dollari). LEGGI TUTTO

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    BCE, Schnabel: “Economia area euro sta rallentando. Non esclusa recessione”

    (Teleborsa) – “Al momento non vedo alcuna indicazione di una prolungata e profonda recessione. Non è nemmeno chiaro che ci sarà una recessione tecnica nell’area dell’euro. Non lo escluderei”. È quanto afferma Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo della BCE in un’intervista alla Reuters, pubblicata sul sito della Bce.”L’economia dell’area dell’euro sta chiaramente rallentando. Alcuni dei rischi al ribasso che abbiamo identificato a giugno – evidenzia Schnabel – si stanno ora concretizzando. Indicatori come la fiducia dei consumatori o delle imprese sono ulteriormente diminuiti. Gli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) sono diminuiti notevolmente, non solo nel settore manifatturiero ma anche nei servizi. D’altra parte abbiamo avuto un secondo trimestre relativamente buono, il che dimostra che alcune sacche di resilienza stanno sostenendo la crescita economica”. La “resilienza” – secondo la banchiera centrale – sta in diversi fattori: in primis, nella domanda repressa, che si manifesta soprattutto nei servizi. Ma anche nel mercato del lavoro e nella politica fiscale. “Il turismo – spiega Schnabel – è stato probabilmente particolarmente forte. Questo è probabile che si trasferirà nel terzo trimestre, ma potrebbe svanire verso la fine dell’anno. Abbiamo anche un mercato del lavoro molto forte. Vediamo una continua grave carenza di manodopera, una disoccupazione storicamente bassa e un numero elevato di posti di lavoro vacanti. Ciò probabilmente implica che, anche se entriamo in una fase di recessione, le aziende potrebbero essere piuttosto riluttanti a licenziare lavoratori su larga scala. Ciò sosterrà i redditi delle famiglie. E infine, abbiamo la politica fiscale, che cerca di compensare, almeno in parte, il calo del reddito reale delle famiglie. Tuttavia – puntualizza Schnabel – vi è una forte indicazione che la crescita rallenterà e non escludo che entriamo in una recessione tecnica, soprattutto se l’approvvigionamento energetico dalla Russia verrà ulteriormente interrotto. I rischi al ribasso per la crescita economica sono aumentati anche a causa di ulteriori shock dal lato dell’offerta, causati dalla siccità o dal basso livello dell’acqua nei principali fiumi. Ma c’è eterogeneità tra paesi. Sembra che, tra i paesi più grandi dell’area dell’euro, la Germania sia la più colpita”. Rispondendo a una domanda sulle implicazioni del persistente superamento dell’inflazione al di sopra delle aspettative la banchiera centrale ha affermato che “l’inflazione complessiva nell’area dell’euro è aumentata nuovamente a luglio e ora si attesta all’8,9%. I prezzi dell’energia, in particolare del gas, dei prezzi dei generi alimentari – ha proseguito – stanno giocando un ruolo importante. Ma è molto più ampio di così. Vediamo tassi di inflazione elevati e in aumento nei servizi e per i beni industriali non energetici. È uno sviluppo ad ampio raggio. Se osservi una qualsiasi delle nostre misure dell’inflazione sottostante, si sta muovendo ulteriormente verso l’alto e si attesta ai massimi storici”.Secondo l’esponente della Bce “è probabile che queste pressioni inflazionistiche siano con noi per qualche tempo; non svaniranno rapidamente. Nonostante la normalizzazione della politica monetaria in corso, ci vorrà del tempo prima che l’inflazione torni al 2%. Ma le previsioni si sono rivelate piuttosto difficili negli ultimi anni e il nostro personale lavora continuamente per migliorare le proiezioni economiche. Ci sono alcuni fattori specifici post-pandemia che ora cerchiamo di prendere in considerazione. Ad esempio, abbiamo assistito a un passaggio relativamente rapido dai prezzi dell’energia e dei prezzi alla produzione ai prezzi al consumo. Stiamo anche assistendo a un livello elevato di margini di raffinazione. Tuttavia, – conclude Schnabel – dobbiamo essere consapevoli che qualsiasi modello di proiezione avrà difficoltà a gestire i cambiamenti strutturali fondamentali legati alla pandemia, alla guerra o alla transizione verde. Ciò è favorevole a dare più peso ai risultati effettivi dell’inflazione nelle decisioni di politica monetaria”. LEGGI TUTTO

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    Turchia, Banca centrale taglia tassi nonostante inflazione al +79%

    (Teleborsa) – Il Comitato di politica monetaria (MPC) della Banca centrale turca (CBRT) ha deciso di ridurre il tasso ufficiale dal 14% al 13%, nonostante l’inflazione sia salita al +79,6% a luglio, registrando il nuovo record degli ultimi 24 anni. La mossa ha sorpreso gli analisti, che si aspettavano un tasso fermo a quota 14%, e ha affossato la lira, anche se poi la valuta ha recuperato parte del terreno perso.”È importante che le condizioni finanziarie rimangano favorevoli per preservare lo slancio della crescita della produzione industriale e l’andamento positivo dell’occupazione in un periodo di crescenti incertezze sulla crescita globale e di crescente rischio geopolitico – si legge nello statement della CBRT – Di conseguenza, il Comitato ha deciso di ridurre il tasso di riferimento di 100 punti base e ha valutato che il livello aggiornato del tasso di riferimento è adeguato alle attuali prospettive”.L’inflazione ha iniziato a salire lo scorso autunno, quando la lira è crollata dopo che la banca centrale ha gradualmente ridotto il tasso di riferimento di 500 punti base al 14% in un ciclo di allentamento voluto dal presidente Recep Tayyip Erdogan, che gli esperti hanno giudicato senza senso dal punto di vista economico-finanziario. A fine luglio la banca centrale ha previsto che l’inflazione raggiungerà il 60,4% alla fine dell’anno, prima di rallentare al 19,2% entro la fine del prossimo anno e all’8,8% nel 2024.”La CBRT continuerà a utilizzare con decisione tutti gli strumenti disponibili nell’ambito della strategia di liraization fino a quando indicatori forti non indicheranno un calo permanente dell’inflazione e l’obiettivo a medio termine del 5% non sarà raggiunto nel perseguimento dell’obiettivo primario della stabilità dei prezzi”, si legge nel documento della Banca centrale. LEGGI TUTTO

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    Mercati europei positivi, inflazione confermata sui massimi storici

    (Teleborsa) – Si muovono in territorio positivo i principali mercati di Eurolandia. Sulla stessa scia rialzista il FTSE MIB. Confermata in aumento, a livelli molto elevati, l’inflazione dell’Eurozona nel mese di luglio 2022: i prezzi al consumo segnano un +8,9% su base tendenziale, come stimato nella stima flash ed indicato dal consensus (il più alto mai registrato dalla creazione dell’euro nel 1999). Isabel Schnabel, uno dei “falchi” della BCE, ha affermato che i prezzi potrebbero salire ancora nel breve termine, con le prospettive di inflazione che non sono cambiate dopo il rialzo dei tassi di interesse di luglio.Sul fronte delle banche centrali, quella norvegese ha aumentato il tasso di interesse di riferimento di 50 punti base, come da attese, e ha dichiarato che probabilmente lo aumenterà ancora a settembre con l’inflazione salita oltre le previsioni. Ieri dalle minute della FED è emerso che ulteriori rialzi potrebbero esserci per raggiungere la “massima occupazione” e l’obiettivo di riportare l’inflazione al 2% nel lungo periodo, ma l’ammontare dei rialzi dipenderà dai dati macro, lasciando intendere un rallentamento del ritmo di crescita dei tassi.Per quanto riguarda i risultati finanziari, AO World ha comunicato di aver chiuso l’esercizio in perdita a causa dell’aumento dei costi, Adyen ha registrato un EBITDA sotto le attese nel 1° semestre ma comunque in crescita, Geberit continua a vedere ricavi in netta crescita grazie soprattutto all’aumento dei prezzi di vendita.L’Euro / Dollaro USA mantiene la posizione sostanzialmente stabile su 1,017. Lieve aumento per l’oro, che mostra un rialzo dello 0,52%. Forte rialzo per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che mette a segno un guadagno dell’1,03%.Consolida i livelli della vigilia lo spread, attestandosi a +221 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,31%.Tra i mercati del Vecchio Continente piccoli passi in avanti per Francoforte, che segna un incremento marginale dello 0,69%, trascurata Londra, che resta incollata sui livelli della vigilia, e giornata moderatamente positiva per Parigi, che sale di un frazionale +0,41%.Il listino milanese mostra un timido guadagno, con il FTSE MIB che sta mettendo a segno un +0,57%; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share avanza in maniera frazionale, arrivando a 25.025 punti. Consolida i livelli della vigilia il FTSE Italia Mid Cap (+0,19%); come pure, sulla parità il FTSE Italia Star (+0,11%).Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, su di giri Tenaris (+3,21%).Acquisti a piene mani su Prysmian, che vanta un incremento del 2,44%.In luce Interpump, con un ampio progresso dell’1,98%.Andamento positivo per CNH Industrial, che avanza di un discreto +1,76%.Le più forti vendite, invece, si manifestano su Hera, che prosegue le contrattazioni a -1,63%.Si concentrano le vendite su Telecom Italia, che soffre un calo dell’1,28%.Vendite su Saipem, che registra un ribasso dell’1,20%.Seduta negativa per A2A, che mostra una perdita dell’1,17%.Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, Saras (+5,55%), Datalogic (+4,21%), Ariston Holding (+3,17%) e Carel Industries (+2,65%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Pharmanutra, che prosegue le contrattazioni a -2,06%.Sotto pressione Acea, che accusa un calo dell’1,81%.Scivola IREN, con un netto svantaggio dell’1,75%.In rosso Wiit, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,51%. LEGGI TUTTO

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    Mega Cap, colossi tech contano per 44% della capitalizzazione

    (Teleborsa) – I colossi tecnologici rappresentano il 44% della capitalizzazione di mercato totale di tutte le società Mega Cap, secondo una ricerca di BestBrokers. Le tre società di maggior valore – Apple (2.810 miliardi di dollari), Microsoft (2.170 miliardi di dollari) e Alphabet (1.560 miliardi di dollari) rappresentano quasi il 31% della capitalizzazione di mercato totale di tutte le società Mega Cap. Questo termine si riferisce alle più grandi società del mondo per capitalizzazione di mercato, con la soglia generalmente posta a 200 miliardi di dollari.Il settore tecnologico, rappresentato da 12 società Mega Cap, rappresenta circa 9.350 trilioni di dollari della capitalizzazione di mercato totale di tutti i 44 Mega Cap attuali, che ammonta a 21.187 trilioni di dollari. Tecnologia e Beni di consumo sono i due settori in cui operano le 5 aziende con maggior valore al mondo (Apple, Microsoft e Alphabet, Amazon e Tesla).Tecnologia (12), Beni di consumo (12) e Sanità (11) sono le nicchie con il maggior numero di aziende, mentre l’elenco è completato da Finanza (4), Servizi (3) e Utilities (2).Tra le 11 società Mega Cap del comparto Sanità sono presenti sotto-nicchie come la farmacia e la ricerca biologica. Tra le aziende più popolari ci sono quelle che hanno sviluppato i vaccini Covid-19: Johnson & Johnson (440,6 miliardi di dollari), Pfizer (276,45 miliardi di dollari) e AstraZeneca (205,36 miliardi di dollari).Nella settore Finanza rientra Berkshire Hathaway, il conglomerato di Warren Buffet che è la società finanziaria più preziosa al mondo con una capitalizzazione di mercato totale di 676,5 miliardi di dollari. Completano la lista JPMorgan, Bank of America e Industrial and Commercial Bank of China.Visa, Mastercard e Walt Disney sono le uniche società della lista che operano nel settore dei Servizi. Grazie anche alla crisi energetica e all’aumento dei prezzi del carburante, fanno parte delle Mega Cap anche Exxon Mobil (384,3 miliardi di dollari) e Chevron (308,7 miliardi di dollari), mentre Shell (161,6 miliardi di dollari) potrebbe presto unirsi all’elenco. LEGGI TUTTO

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    Dollaro ai massimi in tre settimane dopo verbali FED

    (Teleborsa) – Il dollaro scambia ai massimi in tre settimane contro l’euro dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultimo meeting della Banca centrale americana, dai quali emerge che ci potrebbero essere tassi alti per un lungo periodo per combattere l’inflazione. La FED parla di “poca evidenza” che le pressioni inflazionistiche si stiano attenuando, anche se indica la possibilità di un rallentamento nel ritmo dei rialzi senza però segnalare tagli nel 2023. Il cambio EUR/USD si attesta a 1,0166 alle 12.30 ora italiana.Dalle minute emerge anche, fanno notare gli analisti di ING, che la FED ha ritenuto che l’apprezzamento del dollaro sia stato utile per sopprimere i prezzi all’importazione e contribuire all’obiettivo della FED di riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%. “In altre parole, la FED sembra accogliere favorevolmente la forza del dollaro e non ci sono stati collegamenti di forza del dollaro che deprimono alcun settore nell’economia statunitense”, aggiungono.Il rafforzamento del dollaro non è comunque solo nei confronti dell’euro. L’US dollar index, un indice del valore del dollaro statunitense in relazione a un paniere di valute straniere, scambia vicino ai massimi degli ultimi sette giorni. Il dollar index si muove in rialzo dello 0,14% a quota 106,7.(Foto: PublicDomainPictures / Pixabay) LEGGI TUTTO