Agosto 2022

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    Lavoro, Orlando: contributo a coop sociali che assumono rifugiati

    (Teleborsa) – Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, ha firmato nei giorni scorsi il decreto interministeriale che stabilisce i criteri di assegnazione di un contributo (riduzioni o sgravi contributivi) in favore delle cooperative sociali che abbiano assunto persone alle quali è stato riconosciuto lo status di protezione internazionale.Il contributo, spiega il Ministero in una nota, è riconosciuto sotto forma di esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico delle cooperative sociali dovuti per le assunzioni, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL, nel limite massimo di importo pari a 350 euro su base mensile.Il contributo si applica per ciascuno degli anni dal 2018 al 2020, per le nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato decorrente dal primo gennaio 2018 e con riferimento ai contratti stipulati non oltre il 31 dicembre 2018, per le persone cui è stato riconosciuto lo status di protezione internazionale a partire dal 10 gennaio 2016. Il beneficio sarà riconosciuto in base all’ordine cronologico di invio della domanda all’INPS da parte delle cooperative sociali e comunque fino all’esaurimento delle risorse disponibili: il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha già messo a disposizione dell’Istituto 500mila euro. Non verranno riconosciute ulteriori agevolazioni, salvo eventuale integrazione delle risorse, da parte del Ministero, entro il limite massimo complessivo previsto per il triennio 2018-2020, pari a 1,5 milioni di euro, ai sensi dell’art. 1, comma 109, della legge 205 del 27 dicembre 2017. Il Decreto interministeriale in oggetto è stato trasmesso al Ministero dell’Interno per la firma di concerto. LEGGI TUTTO

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    Banca Ifis, Intesa passa a “Buy” dopo risultati Q2

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha abbassato il prezzo obiettivo sul titolo Banca Ifis, gruppo attivo nello specialty finance e quotato su Euronext STAR Milan, a 19,4 euro per azione (da 23,8 euro) e ha migliorato il giudizio sul titolo a “Buy” da “Add”. Ora l’upside potenziale è di quasi il 50%. La revisione è arrivata dopo che la società ha comunicato i risultati del secondo trimestre 2022, che gli analisti descrivono come “al di sopra delle aspettative” grazie ad accantonamenti per perdite su crediti inferiori alle attese (costo del rischio a 95 pb, esclusa la divisione NPL).Nonostante un probabile rallentamento dell’economia nel secondo semestre dell’anno, il management ha confermato gli obiettivi del Piano Industriale, che prevedono un utile netto di 118 milioni di euro nel 2022, valore descritto dagli analisti come “in linea con le nostre aspettative”. I ricavi stanno attualmente “evolvendo più rapidamente del previsto e la società può fare affidamento su importanti accantonamenti per compensare un potenziale deterioramento della qualità degli asset”, viene sottolineato.Il CET1 è sceso di 80 pb t/t al 14,92% (vs. 15,3% previsto), penalizzato dall’applicazione integrale del nuovo DoD (-67 pb, inatteso). Nel terzo trimestre dell’anno, secondo Intesa Sanpaolo, la società dovrebbe beneficiare di 75 pb della modifica dell’art. 127 del CRR (già atteso) e dalla cessione di un portafoglio di prestiti al SSN (+24pb). “Considerando tali elementi e gli utili portati a nuovo, calcoliamo un rapporto CET1 PF molto solido del 16,3%”, conclude la ricerca. LEGGI TUTTO

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    OPA Cellularline, Consob chiede a Esprinet modifiche a documento offerta

    (Teleborsa) – Consob ha richiesto di apportare modifiche ed integrazioni al Documento di Offerta depositato l’8 agosto e relativo all’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria promossa da 4 SIDE S.r.l. (società il cui capitale sociale è interamente detenuto da Esprinet), sulla totalità delle azioni ordinarie di Cellularline, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nel settore degli accessori per smartphone e tablet. Esprinet è un gruppo quotato su Euronext STAR Milan e attivo nella distribuzione di IT, Consumer Electronics e Advanced Solutions.Consob ha anche predisposto la sospensione del termine per l’approvazione del Documento di Offerta fino al completamento del quadro informativo, e in ogni caso, per un periodo non superiore a 15 giorni di calendario a partire dalla data di sospensione del predetto termine. LEGGI TUTTO

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    CPP Investments, patrimonio in calo del 4,2% su crollo mercati finanziari

    (Teleborsa) – Il Canada Pension Plan Investment Board (che opera come CPP Investments), uno dei più grandi investitori di private equity al mondo, ha concluso il primo trimestre dell’anno fiscale 2023 (terminato il 30 giugno 2022) con un patrimonio netto di 523 miliardi di dollari canadesi (circa 396 miliardi di euro), rispetto ai 539 miliardi di dollari alla fine del trimestre precedente. La diminuzione di 16 miliardi del patrimonio netto per il trimestre è consistita in una perdita netta di 23 miliardi e 7 miliardi in trasferimenti netti dal Canada Pension Plan (CPP). “Il rendimento netto negativo del 4,2% dimostra la resilienza rispetto alla performance dei mercati globali”, sottolinea una nota.”I mercati finanziari hanno vissuto i primi sei mesi dell’anno più difficili nell’ultimo mezzo secolo e il primo trimestre fiscale del Fondo non è stato immune da un calo così diffuso. Tuttavia, la nostra strategia di gestione attiva, diversificata tra classi di attività e aree geografiche, ha moderato l’impatto sul Fondo, preservando il valore dell’investimento”, ha affermato John Graham, Presidente e CEO. “Le condizioni incerte del business e degli investimenti che abbiamo notato nel trimestre precedente continuano e prevediamo di vedere questa turbolenza persistere per tutto l’anno fiscale – ha aggiunto – Il nostro portafoglio resiliente è stato progettato per creare valore a lunghissimo termine, anche se subiamo una perdita a doppia cifra in un anno su venti”. Il Fondo ha ottenuto rendimenti netti annualizzati a cinque e 10 anni rispettivamente dell’8,7% e del 10,3%.I risultati trimestrali del Fondo sono stati guidati dalle perdite nelle strategie di public equity, a causa dell’ampio calo dei mercati azionari globali. Gli investimenti in private equity, credito e immobili hanno contribuito modestamente alle perdite del trimestre. I guadagni dei gestori di portafoglio esterni, le strategie di trading quantitativo e gli investimenti in energia e infrastrutture hanno contribuito positivamente ai risultati. Il Fondo ha inoltre registrato perdite nel reddito fisso a causa dei tassi di interesse più elevati imposti dalle banche centrali per combattere l’inflazione. Queste perdite sono state compensate da guadagni in valuta estera di 3,1 miliardi poiché il dollaro canadese si è indebolito rispetto al dollaro USA. LEGGI TUTTO

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    In rialzo Wall Street dopo prezzi produzione minori del previsto

    (Teleborsa) – Dopo il rallentamento dei prezzi al consumo arrivato nella giornata di ieri, che ha innescato il rally di Wall Street, anche la moderazione dei prezzi alla produzione diffusi oggi spinge il sentiment degli investitori, nella speranza che la corsa dei prezzi per aziende e consumatori abbia effettivamente raggiunto il picco. Secondo il Dipartimento del Lavoro americano (BLS), i prezzi alla produzione sono diminuiti dello 0,5% su mese (rispetto +0,2% del consensus) e hanno registrato un incremento del 9,8% su base annua (rispetto al +10,4% del consensus). Non è chiaro se i dati macroeconomici di questi giorni basteranno per cambiare l’atteggiamento aggressivo della banca centrale americana.”Nonostante queste notizie moderatamente buone, il compito per la FED rimane molto difficile: gli ottimi numeri occupazionali della scorsa settimana e i continui segnali di crescita salariale mostrano che il mercato del lavoro rimane estremamente positivo – commenta Paolo Zanghieri, Senior Economist di Generali Investments – I progressi limitati e incerti sul fronte dell’inflazione visibili nei dati appena pubblicati non sono sufficienti perché la FED si muova verso un ritmo di normalizzazione molto meno aggressivo”.Sempre sul fronte macroeconomico, sono aumentate leggermente e in linea con le attese le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA.Tra le trimestrali uscite tra ieri e questa mattina, spicca la performance positiva di Walt Disney. Il colosso dell’intrattenimento – attivo nei parchi a tema e da alcuni anni anche nello streaming – ha annunciato un totale di 221 milioni di clienti di streaming, superando per la prima volta quelli di Netflix.Hanno invece deluso Sonos (produttore di apparecchiature audio), che ha tagliato la sua guidance per il contesto macroeconomico difficile, Bumble (società di dating online), che ha rivisto al ribasso l’outlook citando l’inflazione e i venti contrari dei cambi, Six Flags (la società di parchi a tema), con il calo delle presenze che si è fatto sentire su profitti e ricavi trimestrali.Intanto, l’OPEC ha tagliato le sue previsioni sulla crescita della domanda mondiale di petrolio nel 2022. Dopo un primo semestre migliore delle attese, nella seconda parte dell’anno si faranno sentire l’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina, l’inflazione elevata e gli sforzi per contenere la pandemia da coronavirus.Lieve aumento per la Borsa di Wall Street, con il Dow Jones che sale dello 0,60% a 33.511 punti; sulla stessa linea, piccolo scatto in avanti per l’S&P-500, che arriva a 4.235 punti. Poco sopra la parità il Nasdaq 100 (+0,58%); sulla stessa linea, guadagni frazionali per l’S&P 100 (+0,54%).In luce sul listino nordamericano S&P 500 i comparti energia (+2,12%), telecomunicazioni (+1,64%) e finanziario (+1,15%).Tra i protagonisti del Dow Jones, Walt Disney (+9,32%), DOW (+2,20%), JP Morgan (+1,97%) e Chevron (+1,89%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Johnson & Johnson, che ottiene -1,38%.Sotto pressione Merck, che accusa un calo dell’1,27%.Tra i protagonisti del Nasdaq 100, Pinduoduo Inc Spon Each Rep (+6,94%), AirBnb (+3,47%), Micron Technology (+2,69%) e Booking Holdings (+2,44%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Astrazeneca, che prosegue le contrattazioni a -2,26%.Deludente Docusign, che si adagia poco sotto i livelli della vigilia. LEGGI TUTTO

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    Scuola, Pacifico (Udir): “Dirigenti chiedono conferma organico Covid e più aule”

    (Teleborsa) – Rivedere le norme sul dimensionamento scolastico e sul numero di studenti per aula, aumentando il numero delle classi e degli insegnanti, anche con la conferma dell’organico Covid, è fra le priorità indicate dai dirigenti scolastici per la ripresa del nuovo anno scolastico. Manca meno di un mese al riavvio delle lezioni e la situazione non è tanto diversa da quella che abbiamo lasciato. Per questo Marcello Pacifico, leader di Udir, ricorda che i dirigenti scolastici chiedono più classi, di rivedere le norme sul dimensionamento e la conferma dell’organico Covid, che è risultato essenziale per le nostre scuole. “Ci aspetta un altro anno scolastico impegnativo: bisogna mettere i presidi nelle condizioni di svolgere al meglio il loro compito”, afferma il sindacalista.Fra i temi da affrontare per il nuovo anno ci sarebbe poi l’annosa questione delle assunzioni dei dirigenti scolastici, dal momento che negli ultimi 20 anni è stato cancellato un posto su tre e che le sedi senza una dirigenza sono oltre 500. Un recente decreto del MEF ne ha rimpiazzati solo 317, una “manciata di posti” – sottolinea Pacifico – che non risolve i problemi della scuola. LEGGI TUTTO

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    OPEC, domanda greggio rivista al ribasso. Pesano geopolitica e ripresa Covid

    (Teleborsa) – Per la terza volta da aprile, l’OPEC ha tagliato le sue previsioni sulla crescita della domanda mondiale di petrolio nel 2022. Dopo un primo semestre migliore delle attese, nella seconda parte dell’anno si faranno sentire l’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina, l’inflazione elevata e gli sforzi per contenere la pandemia da coronavirus. È quanto sostiene l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio nel suo Monthly Oil Market Report, il documento mensile che analizza i trend di mercato.I numeri rivisti per il 2022La crescita della domanda mondiale di petrolio nel 2022 è rivista al ribasso rispetto alla valutazione del mese precedente, ma mostra ancora una crescita “sana” di 3,1 mb/g, inclusa la tendenza recentemente osservata di bruciare più greggio nella produzione di energia. Il documento stima che la domanda di petrolio nell’area OCSE cresca di 1,6 mb/g, mentre quella non OCSE dovrebbe crescere di 1,5 mb/g. La domanda totale di petrolio dovrebbe raggiungere una media di circa 100 mb/g nel 2022.La prima metà di quest’anno è rivista al rialzo, in un contesto di domanda di petrolio migliore del previsto nei principali paesi consumatori dell’OCSE. Tuttavia, la domanda di petrolio nel secondo semestre 2022 è rivista al ribasso, tra le aspettative di una ripresa delle restrizioni COVID-19 e le continue incertezze geopolitiche.Stima invariata per il 2023Per il 2023, la previsione di crescita della domanda mondiale di petrolio rimane invariata a 2,7 mb/g, con una domanda totale di petrolio in media di 102,7 mb/g. L’OCSE dovrebbe crescere di 0,6 mb/g e il non-OCSE di 2,1 mb/g. La domanda di petrolio nel 2023 dovrebbe essere supportata “da una performance economica ancora solida nei principali paesi consumatori, nonché dal miglioramento degli sviluppi geopolitici e dal miglioramento del COVID-19 in tutte le regioni”, sottolinea l’OPEC.Taglio anche per la crescita globaleConsiderando l’andamento dell’economia nella prima parte dell’anno, ma soprattutto la combinazione di alta inflazione e stretta finanziaria, pandemia e crescenti tensioni geopolitiche, l’OPEC ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita economica globale sia per il 2022 che per il 2023. La previsione di crescita del PIL per il 2022 si attesta ora al 3,1%. Anche la crescita nel 2023 viene rivista al ribasso raggiungendo il 3,1%. “Si tratta, tuttavia, di una crescita ancora solida, se confrontata con i livelli di crescita pre-pandemia, mediamente solo leggermente superiori e non gravati dalle attuali problematiche potenzialmente impattanti. Pertanto, è ovvio che prevale un rischio di ribasso significativo”, si legge nel documento. LEGGI TUTTO

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    ILO, nel mondo 73 milioni di giovani disoccupati

    (Teleborsa) – I giovani sono stati colpiti in modo sproporzionato dalla pandemia: è quanto rileva un rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) dal quale emerge che dall’inizio del 2020, i giovani tra i 15 e i 24 anni, hanno subito una perdita di posti di lavoro molto maggiore rispetto agli adulti e che il numero totale di giovani disoccupati nel mondo raggiungerà i 73 milioni nel 2022. La cifra rappresenta un leggero miglioramento rispetto al 2021 (75 milioni), ma rimane 6 milioni al di sopra del livello del 2019, prima della pandemia, afferma il rapporto Global Employment Trends for Youth 2022. Inoltre – sottolinea l’Ilo – la quota di giovani senza lavoro, istruzione o formazione (NEET) nel 2020 – l’ultimo anno per il quale è disponibile una stima globale – è salita al 23,3 % , un livello non raggiunto da almeno 15 anni.La situazione delle giovani donne è peggiore rispetto ai giovani uomini: si prevede infatti che quest’anno solo il 27,4% avrà un impiego, rispetto al 40,3% dei giovani uomini, indica l’Ilo. Altrettanto importanti le differenze tra le diverse regioni nel mondo. Solo i paesi ad alto reddito raggiungeranno tassi di disoccupazione giovanile vicini ai livelli del 2019 entro la fine del 2022, mentre in altri paesi dovrebbero rimanere di oltre un punto percentuale in più rispetto ai valori pre-crisi, prevede il rapporto. In Europa e in Asia centrale, ad esempio, il tasso di disoccupazione giovanile dovrebbe essere di 1,5 punti percentuali superiore alla media globale nel 2022, rispettivamente del 16,4% contro il 14,9%, mentre in America Latina, si prevede che raggiungerà il 20,5% . Gli Stati arabi hanno inoltre il tasso di disoccupazione giovanile più alto e in più rapida crescita al mondo, pari al 24,8%, secondo le previsioni dell’Ilo.Lo studio dell’Ilo sottolinea anche alcune opportunità. Un numero crescente di paesi sviluppati e in via di sviluppo sta riesaminando i modelli di crescita per passare a modelli economici “verdi” e “blu” e secondo il rapporto, l’attuazione congiunta di misure ambientali, digitali e sanitarie nell’ambito di un’ampia campagna di investimenti aumenterebbe il prodotto interno lordo globale del 4,2% e creerebbe 139 milioni di posti di lavoro aggiuntivi in tutto il mondo, di cui 32 milioni per i giovani le persone.Per l’Ilo, infine, il passaggio dagli aiuti di emergenza al sostegno alla ripresa può gettare le basi per un’economia più sostenibile, inclusiva e resiliente. In questo contesto, le lacune nella protezione dei giovani devono essere corrette ponendo i problemi legati alla disoccupazione, all’inattività e alla precarietà dei giovani al centro delle politiche di ripresa economica. LEGGI TUTTO