7 Settembre 2022

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    Twitter, giudice respinge richiesta Musk di rinvio processo

    (Teleborsa) – Protagonista Twitter, che mostra un’ottima performance, con un rialzo del 3,73% dopo la vittoria a metà incassata da Elon Musk.Il patron di Tesla è stato autorizzato dal giudice capo della Cancelleria del Delaware, Kathaleen Jude McCormick ad aggiungere le rivelazioni di un informatore interno alla sua contro causa per la decisione di abbandonare l’accordo da 44 miliardi di dollari per l’acquisto di Twitter. Tuttavia il giudice ha respinto la sua richiesta di posticipare il processo, fissato il prossimo 17 ottobre. Su base settimanale, il trend del titolo è più solido rispetto a quello dell’S&P-500. Al momento, quindi, l’appeal degli investitori è rivolto con più decisione alla società che fornisce un servizio di notizie e microblogging rispetto all’indice di riferimento.Nuove evidenze tecniche classificano un peggioramento della situazione per Twitter, con potenziali discese fino all’area di supporto più immediata vista a quota 39,38 USD. Improvvisi rafforzamenti scardinerebbero invece lo scenario suesposto con un innesco rialzista e target sulla resistenza più immediata individuata a 40,72. Le attese per la sessione successiva sono per una continuazione del ribasso fino all’importante supporto posizionato a quota 38,67. LEGGI TUTTO

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    Apple, titolo stabile. Attesa per presentazione nuovi prodotti

    (Teleborsa) – Sostanzialmente appiattita sui valori precedenti la seduta di Apple, che sta facendo un moderato -0,01%, nel giorno della presentazione dei nuovi prodotti. Alle 19 italiane, nella sua sede in California, Apple presenterà il lancio dell’iPhone 14, dell’Apple Watch Series 8 e di un aggiornamento del sistema operativo iOS. Si tratta del primo evento in presenza dall’inizio della pandemia di coronavirus. L’analisi settimanale del titolo rispetto al Dow Jones mostra un cedimento rispetto all’indice in termini di forza relativa della casa di Cupertino, che fa peggio del mercato di riferimento.Il quadro tecnico di Apple suggerisce un’estensione della linea ribassista verso il pavimento a 153,8 USD con tetto rappresentato dall’area 155,6. Le previsioni sono per un prolungamento della fase negativa al test di nuovi minimi individuati a quota 153,1. LEGGI TUTTO

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    Wall Street poco mossa, focus sulla Fed

    (Teleborsa) – Partenza in cauto rialzo per la borsa di Wall Street con gli occhi degli investitori concentrati sulle banche centrali. La prossima riunione della Federal Reserve è in calendario i giorni 20-21 settembre ed il Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed – deciderà probabilmente di alzare i tassi di 75 punti base per la terza volta consecutiva. A fine giornata la banca centrale americana pubblicherà il Beige Book, il consueto rapporto elaborato ogni sei settimane sulla base delle informazioni raccolte nei 12 distretti in cui opera la Fed.Sul fronte macro, il deficit della bilancia commerciale negli Stati Uniti, a luglio, è diminuito ma meno del previsto. L’attenzione si sposta sul dato, in arrivo la prossima settimana, che riguarda i prezzi al consumo degli Stati Uniti e, che, con molta probabilità condizionerà le decisioni della Fed nel meeting di settembre.Sul versante societario, focus sul titolo Apple che presenterà il lancio dell’iPhone 14, dell’Apple Watch Series 8 e di un aggiornamento del sistema operativo iOS. Tra gli indici statunitensi, il Dow Jones continua la sessione sui livelli della vigilia e si ferma a 31.206 punti, mentre, al contrario, l’S&P-500 procede a piccoli passi, avanzando a 3.921 punti. Buona la prestazione del Nasdaq 100 (+0,75%); come pure, in moderato rialzo l’S&P 100 (+0,33%).Nell’S&P 500, buona la performance dei comparti utilities (+1,52%), beni di consumo secondari (+0,89%) e telecomunicazioni (+0,70%). Il settore energia, con il suo -2,13%, si attesta come peggiore del mercato.Tra le migliori Blue Chip del Dow Jones, McDonald’s (+1,30%), Nike (+0,99%), Walt Disney (+0,97%) e Boeing (+0,87%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Chevron, che ottiene -1,75%.Soffre Merck, che evidenzia una perdita dell’1,23%.Tentenna Walgreens Boots Alliance, che cede lo 0,59%.Tra i protagonisti del Nasdaq 100, Starbucks (+2,83%), Netflix (+2,35%), Exelon (+2,10%) e Constellation Energy (+1,98%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Astrazeneca, che prosegue le contrattazioni a -2,73%.Preda dei venditori Kraft Heinz, con un decremento dell’1,71%.Si concentrano le vendite su Old Dominion Freight Line, che soffre un calo dell’1,21%.Sostanzialmente debole Pinduoduo Inc Spon Each Rep, che registra una flessione dello 0,80%.Tra le variabili macroeconomiche di maggior peso nei mercati nordamericani:Mercoledì 07/09/202214:30 USA: Bilancia commerciale (atteso -70,3 Mld $; preced. -80,9 Mld $)Giovedì 08/09/202214:30 USA: Richieste sussidi disoccupazione, settimanale (atteso 240K unità; preced. 232K unità)17:00 USA: Scorte petrolio, settimanale (preced. -3,33 Mln barili)Venerdì 09/09/202216:00 USA: Scorte ingrosso, mensile (atteso 0,8%; preced. 1,8%)Martedì 13/09/202214:30 USA: Prezzi consumo, mensile (preced. 0%). LEGGI TUTTO

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    Filiera audiovisiva italiana, UniCredit lancia One4Cinema

    (Teleborsa) – UniCredit rilancia il proprio impegno a supporto delle imprese del settore cinematografico ed audiovisivo italiano con il progetto “One4Cinema”. Le nuove soluzioni presentate da UniCredit – spiega la banca in una nota – prevedono il sostegno agli investimenti delle aziende del comparto , con finanziamenti dedicati e linee di credito specifiche, al fine di sostenere le nuove produzioni in Italia e stimolare l’innovazione tecnologica e l’apertura o ristrutturazione di sale cinematografiche nel Paese.L’iniziativa è stata presentata oggi all’Hotel Excelsior di Venezia nell’ambito della 79 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, dove è emerso che l’industria cinematografica è un’eccellenza del Made in Italy, in grado di coniugare la capacità di raccontare l’immenso patrimonio artistico e culturale del nostro Paese con buoni fondamentali economici. Le circa 3mila aziende dell’industria creativa italiana generano infatti un giro d’affari di quasi 4 miliardi di euro, con ottimi risultati in termini di rendimento (EBITDA medio tra i 20% per le piccole imprese e il 30-40% per quelle di maggiori dimensioni).Nella difficile congiuntura attuale il business cinematografico e audiovisivo mondiale – rileva Unicredit – ha evidenziato un forte carattere anticiclico, continuando a registrare una crescita costante dei ricavi grazie allo sviluppo del mercato dello streaming che genera oggi 2/3 del valore dell’industria globale dell’intrattenimento.”Come UniCredit crediamo nel grande potenziale di sviluppo e innovazione dell’industria audiovisiva Made in Italy. Le opportunità per questo settore – dichiara Annalisa Areni, responsabile UniCredit Client Strategies – sono molte: penso per esempio al digitale, già oggi principale canale di fruizione e di monetizzazione dei contenuti audiovisivi con il 77% del giro d’affari del mercato globale. UniCredit vuole essere un partner strategico per le aziende del comparto e promuovere la crescita dell’industria culturale e creativa italiana, fornendo consulenza e soluzioni vantaggiose per aiutare le imprese della filiera ad affrontare un mercato in via di ridefinizione”.Il programma One4Cinema di UniCredit è un piano predisposto per supportare tutti i segmenti della filiera audiovisiva (dalla produzione alle industrie tecniche, dalla distribuzione alle sale) che prevede, oltre al sostegno agli investimenti con finanziamenti dedicati, anche una serie di azioni strutturate che hanno portato alla creazione di un proprio Expertise Center dedicato al settore audiovisivo, con sede a Roma, capace di fornire una gamma di soluzioni finanziarie e servizi di consulenza, specializzati e innovativi. “Lo sviluppo delle nostre industrie poggia sull’ intraprendenza dei leader della filiera cine audiovisiva e digitale, su un solido e costante sistema di regolazione e sostegno, e – dichiara Francesco Rutelli, presidente ANICA – sulla certezza che può derivare da un crescente impegno delle maggiori realtà bancarie: Unicredit UniCredit – Public sta dimostrando di comprendere questa fase trasformativa, e di voler puntare sulla crescita della filiera”.Con One4Cinema UniCredit intende ampliare il proprio sostegno al comparto che ha già portato la Banca a finanziare il settore negli ultimi 2 anni con oltre 200 milioni di euro di finaziamenti (medio-lungo termine, linee a breve, etc) al netto del Tax Credit. Inoltre, UniCredit ha aiutato le imprese ad attivare nuovi canali di funding, accompagnandoli in operazioni sul mercato dei capitali, quali i Basket Bond di filiera (Baket Bond Cultura di Iervolino and Lady Bacardi Entertainment S.p.A., Lucky Red, Leone Film Group, Minerva Pictures Group) e promuovendo iniziative volte alla formazione dei profili più richiesti dal mercato audiovisivo, incoraggiando anche percorsi di educazione finanziaria (partnership con ANICA Academy). LEGGI TUTTO

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    USA, cala deficit commerciale a giugno

    (Teleborsa) – Diminuisce il deficit commerciale americano. Nel mese di giugno 2022 la bilancia commerciale ha mostrato un disavanzo di 70,7 miliardi di dollari, in calo rispetto al passivo di 80,9 miliardi di dollari di maggio (dato rivisto da -79,6 miliardi).Il dato, comunicato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio americano, risulta superiore alle stime degli analisti, che erano per un disavanzo in diminuzione fino a -70,3 miliardi di dollari. Le esportazioni sono calate a 259,3 miliardi e le importazioni sono diminuite a 329,9 miliardi di dollari.(Foto: Maklay62 / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Abbandono scolastico al 12,7%, l'allarme di Save the Children

    (Teleborsa) – Il 23,1% dei 15-29enni in Italia si trova in un limbo, fuori da ogni percorso di lavoro, istruzione o formazione: il numero dei Neet è il più alto dell’Ue, oltre il doppio di Francia e Germania. Il 12,7% degli studenti non arriva al diploma, perché abbandona precocemente gli studi.C’è poi una percentuale rilevante, il 9,7% del totale, quasi un diplomato su 10 nel 2022, “senza le competenze minime necessarie per entrare nel mondo del lavoro o dell’Università”: nel rapporto Alla ricerca del tempo perduto. Save the Children la definisce “dispersione implicita” ed è connessa all’impoverimento educativo e alla povertà materiale.In vista della riapertura delle scuole, l’associazione segnala alcuni deficit strutturali a livello nazionale e locale, in termini di spazi, servizi e tempi educativi, mettendo in luce un paradosso: laddove la povertà minorile e più alta, e sarebbe dunque importante un’offerta formativa di qualità, “la scuola è più povera, privata di tempo pieno, mense e palestre”.Il rapporto segnala poi una forte disparità geografica nelle “dispersione implicita”, che risulta più alta in Campania, al 19,8%. Save the Children prende come riferimento i dati Invalsi del 2022: se si guarda alle competenze nelle singole materie, in Campania, Calabria e Sicilia più del 60% degli studenti non raggiunge il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese dal 70% degli studenti in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. L’abbandono scolastico nella maggior parte delle regioni del Sud va ben oltre la media nazionale (del 12,7%), con punte in Sicilia (21,1%) e Puglia (17,6%) e valori decisamente più alti rispetto a Centro e Nord anche in Campania (16,4%) e Calabria (14%).Servirebbero – stima l’organizzazione – un miliardo e 445 milioni per garantire il tempo pieno in tutte le classi della scuola primaria statale. Un’offerta adeguata di spazi e di tempi educativi – sottolinea – può contribuire efficacemente a ridurre le disuguaglianze educative territoriali: “Proprio dove i bambini, le bambine e gli adolescenti affrontano, con le loro famiglie, le maggiori difficoltà economiche c’è al contrario maggior bisogno di un’offerta educativa più ricca”. “Per questo – osserva Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children – chiediamo al nuovo governo che si formerà un investimento straordinario che parta dalla attivazione di aree ad alta densità educativa’ nei territori più deprivati”: investire il 5% del Pil, al pari della media europea, vorrebbe dire rendere disponibili circa 93 miliardi, contro i circa 71 stanziati nel 2020. LEGGI TUTTO

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    Turi (commercialisti): “La sfida dei professionisti con la crisi del debitore”

    (Teleborsa) – “Il Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, entrato in vigore lo scorso 15 luglio 2022, rappresenta l’ennesima sfida culturale per i professionisti, i quali dovranno confrontarsi, volendo citare solo talune delle peculiarità del nuovo testo normativo, con l’universalizzazione delle procedure concorsuali, estese ad ogni categoria di debitore, cui aggiungere una nuova visione del rapporto con la ‘crisi del debitore’, vista la propensione a favorire meccanismi di allerta e composizione tempestiva”. È quanto ha affermato Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli presentando il forum che si terrà martedì 13 settembre 2022 alle ore 15,00 presso la sala conferenze (piazza dei Martiri, 30). Al forum interverranno Gianpiero Scoppa, presidente della Sezione fallimentare del Tribunale di Napoli); Livia De Gennaro e Marco Pugliese, magistrati della Sezione fallimentare del Tribunale di Napoli; Maria Caputo, consigliere segretario dell’Odcec Napoli; Carolina Rumboldt, vicepresidente della Commissione Diritto della Crisi di Impresa; Immacolata Maria Lorenza Vasaturo, Gioina Iuliano e l’avvocato Gaetano Caggiano; componenti della Commissione Diritto della Crisi di Impresa. Le conclusioni saranno affidate a Fabrizio Di Marzio, ordinario di Diritto Privato presso l’Università degli studi G. D’Annunzio di Chieti-Pescara.”Il nuovo ‘codice della crisi’ avrà un impatto significativo sul tessuto economico e sociale, quale riflesso della sua manifestazione giuridica. Tra le altre cose – sostiene Ciro Esposito, presidente della Commissione crisi di impresa e insolvenza dell’Odcec di Napoli – si assiste innanzitutto alla ‘universalizzazione’ delle procedure concorsuali che non riguardano più unicamente gli ‘imprenditori commerciali’, essendo estese ad ogni categoria di debitore (imprenditore agricolo, ‘piccolo imprenditore’, professionista e consumatore). Anche questi avranno, la possibilità di curare la propria ‘crisi’ accedendo a strumenti concordatari tesi a trovare soluzione alla loro condizione. Ciò tenuto conto che il legislatore impone, al debitore in crisi, una cura tempestiva della propria condizione, mettendogli a disposizione vari percorsi di guarigione. Ne viene tuttavia, che ove il debitore (sia esso anche consumatore o professionista) non segua la strada della ‘cura tempestiva’ potrà patire la liquidazione concorsuale di tutto il suo patrimonio, secondo una procedura simile a quello che una volta si chiamava fallimento e che oggi viene qualificato, in maniera più soft, come liquidazione. In questo contesto – aggiunge il presidente della Commissione crisi di impresa e insolvenza –, i professionisti vedono aumentare le loro occasioni di impegno professionale, patendo, al tempo stesso, una amplificazione delle responsabilità. Si pensi alla figura dell’esperto, nominato in sede di composizione negoziata della crisi, o ancora alle ulteriori possibilità di assistenza professionale a vantaggio degli imprenditori in crisi, nella ricerca di soluzioni alla medesima. Si tratta di incarichi che richiedono specifiche competenze professionali e che possono essere forieri di soddisfazioni, ma anche causa di grandi responsabilità ove si somministri colpevolmente la cura sbagliata, ovvero si realizzino ‘accanimenti terapeutici’. Anche coloro che assumono la carica di membri del collegio sindacale vedono aumentare le loro prerogative di intervento, con una amplificazione delle correlative responsabilità. Insomma il nuovo codice, al di là dei suoi limiti costituiti da una non facile comprensione delle singole regole e da una certa asistematicità, si presenta come una rilevantissima occasione per chi voglia accedere ad una cura tempestiva della malattia della crisi, ma al tempo stesso uno strumento di sofferenza per coloro che, non curanti, non realizzino processi di guarigione, potendo patire la perdita concorsuale di tutto il patrimonio. Non si deve commettere l’errore di pensare – conclude Esposito – che il codice sia una marea, perché è un diluvio”. LEGGI TUTTO

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    Energia, l'Ue mette a punto il price cap sul gas russo. Putin: Europa non più centrale, cresce la domanda cinese

    (Teleborsa) – Si avvicina l’appuntamento di venerdì 9 settembre quando si terrà la riunione di emergenza dei ministri Ue dell’Energia. Secondo quanto riportato dal Financial Times, la Commissione europea sta lavorando all’ipotesi di proporre un “price cap” fissato 200 euro per MWh (MegaWattora) sul prezzo dell’elettricità prodotta da fonti alternative al gas. Il quotidiano londinese parla di “bozze di proposte” allo studio dell’esecutivo comunitario, che raccomandano agli Stati membri di imporre il tetto sull’elettricità ottenuta da rinnovabili come l’eolico, o dal nucleare, o da centrali a carbone ad un livello di prezzo pari a quello di mercato se le catene di approvvigionamento funzionassero regolarmente. La misura dovrebbe inoltre risultare sufficiente a non scoraggiare futuri investimenti in fonti alternative al gas. Tra le proposte anche obblighi di riduzione dei consumi di elettricità del 5% durante gli orari di maggior utilizzo. Le proposte verranno discusse comunque oggi dai rappresentanti permanenti dei 27 Stati membri dell’Ue (Coreper), in vista della riunione di venerdì. “Proporremo un tetto al prezzo sul gas russo”, ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen durante un punto stampa. “L’obiettivo è molto chiaro: dobbiamo tagliare le entrate russe che Putin usa per finanziare la sua atroce guerra in Ucraina”.La presidente von der Leyen durante una conferenza stampa ha parlato anche delle altre proposte elaborate: la prima riguarderà “obiettivi vincolanti di riduzione dei consumi di elettricità negli orari di picco”, durante i quali si verificano le impennate dei prezzi. Secondo, “proporremo un tetto al fatturato delle compagnie che producono elettricità a basso costo”. In pratica quelle a basse emissioni di CO2, come le rinnovabili che al momento stanno realizzando utili inattesi “che non riflettono i costi di produzione”. “Proporremo di reindirizzare questi utili ai più vulnerabili”, ha proseguito. Terzo, una misura analoga riguarderà le società che operano su fonti fossili. Quarto, le compagnie energetiche riceveranno sostegni in forma di liquidità o garanzie pubbliche per fronteggiare le difficoltà. Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin, a Vladivostok nel suo discorso all’Eastern Economico Forum, ha dichiarato che la Russia non fornirà più petrolio e gas a quei Paesi occidentali che imporranno un price cap sull’energia russa. “Non consegneremo nulla se è contrario ai nostri interessi, in questo caso economici. Né gas, né petrolio, né carbone. Niente”, ha aggiunto Putin. “Limitare i prezzi del gas russo è un’altra stupidità che non ha futuro”, ha dichiarato Putin. “Il mercato europeo delle risorse energetiche – ha aggiunto – era un tempo privilegiato, ora non lo è più”. Per il presidente russo, infatti, “la domanda di risorse energetiche della Cina cresce e gli accordi energetici con la Russia funzionano”.Putin ha detto di avere in mente anche di imporre restrizioni sull’esportazione di grano e sementi ucraini verso l’Europa e di volerne discutere con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Putin ha detto che “è impossibile isolare la Russia’, sottolineando che “la Russia non ha perso e non sta perdendo nulla a causa dell’Operazione speciale (l’invasione dell’Ucraina, ndr), ma ha anzi rafforzato la propria sovranità”. Il leader russo si è detto certo che “l’economia globale attraversa un periodo difficile, ma la logica della cooperazione vincerà sicuramente”. LEGGI TUTTO