20 Settembre 2022

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    Eurozona, Covid ha impattato decisione di anticipare pensione

    (Teleborsa) – La pandemia ha influito sulla scelta di andare in pensione di alcuni lavoratori più anziani, anche se a livello aggregato l’aumento non è stato su larga scala. È quanto emerge da uno studio della Banca centrale europea (BCE), secondo cui da marzo 2020 a giugno 2021 il 70% dei pensionati è andato in pensione come previsto, il 23% prima del previsto e il 7% più tardi del previsto. Queste cifre implicano che la maggior parte dei lavoratori andati in pensione non è stato ampiamente influenzato dalla pandemia. Al contrario, il 38% di coloro che si sono ritirati prima del rapporto previsto lo hanno fatto a causa della pandemia. Quindi, del 5,5% di tutti i lavoratori attivi che si sono ritirati dopo lo scoppio della pandemia, l’8,7% si è ritirato presto direttamente a causa della pandemia. Ciò equivale a circa lo 0,5% della forza lavoro di età compresa tra 55 e 74 anni, o circa 175.000 persone, il che è in linea con l’unico aumento marginale della pensione osservata nei dati aggregati.Lo studio della BCE evidenzia che la pensione anticipata è stata scelta da lavoratori in condizioni di salute peggiore, riflettendo le percezioni di rischi per la salute aumentati derivanti dalla pandemia.Allargando lo sguardo, il report evidenzia che l’aumento dell’attività dei lavoratori più anziani è stata una caratteristica dell’aumento del tasso di partecipazione della forza lavoro dell’area euro negli ultimi 15 anni. Il tasso di partecipazione della forza lavoro dell’eurozona è aumentato dal 61,7% nel 2005 al 64,6% nel 2019, guidato principalmente dalla maggiore attività nel mercato del lavoro dei lavoratori più anziani. Il tasso di partecipazione per le persone di età compresa tra 55 e 64 anni è aumentato di oltre 21 punti percentuali in questo periodo e di oltre 4 punti percentuali per i lavoratori di età compresa tra 65 e 74. “Questi sviluppi sono particolarmente importanti nel contesto di una società che invecchia, con la forza lavoro dell’area euro che diventa più anziana nel tempo”, scrivono i ricercatori. I lavoratori di età pari o superiore a 55 anni rappresentavano oltre il 20% della forza lavoro nel 2021, rispetto al 12% nel 2005. LEGGI TUTTO

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    Misure difesa commerciale UE: tutelati 460 mila posti lavoro in 2021

    (Teleborsa) – Le attività di difesa commerciale dell’Unione europea nel 2021 hanno direttamente tutelato 462.000 posti di lavoro nel 2021 in settori produttivi chiave dell’UE quali l’alluminio, l’acciaio, la ceramica e le tecnologie verdi. La relazione annuale dell’esecutivo UE indica che la Commissione ha intensificato le attività di monitoraggio per individuare e sanzionare gli operatori economici che si sottraggono ai dazi, in particolare attraverso l’elusione. “È fondamentale difendere i produttori e i lavoratori europei dai danni inflitti da coloro che non rispettano le norme commerciali – ha commentato Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo e Commissario per il Commercio – Garantire un commercio equo è oggi più importante che mai, a fronte del difficile contesto globale e delle minacce incombenti sulla sicurezza degli approvvigionamenti. Non possiamo consentire che le importazioni oggetto di dumping o di sovvenzioni danneggino l’industria dell’UE”.Alla fine del 2021 nell’UE erano in vigore 163 misure definitive di difesa commerciale: 109 misure antidumping definitive (31 delle quali estese), 19 misure antisovvenzioni (una delle quali estesa) e tre misure di salvaguardia, con un aumento di 13 misure rispetto al 2020.Il livello di attività d’inchiesta nel 2021 è stato in linea con gli anni precedenti. Le inchieste in corso sono state 88, di cui 29 inchieste originarie e 59 riesami, rispetto alle 85 del 2020. Alla fine del 2021 erano in corso 43 inchieste, come alla fine del 2020.Nel 2021 la Commissione ha avviato 14 nuove inchieste (11 antidumping e tre antisovvenzioni) rispetto alle 15 del 2020. Ha istituito dazi provvisori in 10 inchieste antidumping e ha concluso 12 inchieste con l’istituzione di dazi definitivi (11 antidumping e uno antisovvenzioni). LEGGI TUTTO

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    Edilizia USA, costruzioni case in aumento oltre attese

    (Teleborsa) – Segnali contrastanti giungono dal mercato edilizio USA ad agosto 2022. Secondo il Dipartimento del Commercio statunitense i nuovi cantieri avviati hanno registrato un aumento del 12,2%, attestandosi a 1,575 milioni di unità, dopo il calo del 10,9% registrato a luglio (dato rivisto da -9,6%). Le attese degli analisti avevano previsto un numero di cantieri in aumento fino a 1,445 milioni. I permessi edilizi rilasciati dalle autorità competenti hanno registrato nello stesso periodo un decremento del 10% a 1,517 milioni di unità, dopo il -0,6% registrato il mese precedente. Le attese degli analisti erano per una diminuzione dei permessi a 1,610 milioni. LEGGI TUTTO

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    Auto elettrica, Tavares presenta le incognite: costo delle batterie e concorrenza cinese

    (Teleborsa) – “Potremmo arrivare facilmente a 90mila 500e a Mirafiori, quello che ci frena è la mancanza di alcuni componenti. Stiamo affrontando la situazione, se riusciremo a gestirla faremo delle assunzioni”. È quanto ha dichiarato il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, durante l’incontro con la stampa all’Heritage Hub a Mirafiori. “Le limitazioni – ha spiegato Tavares – non dipendono dallo stabilimento. Nel 2021 abbiamo prodotte 45mila 500e, potremmo facilmente raddoppiare o triplicare questo numero, non ci sono colli di bottiglia nella produzione. Anzi ci sono stati miglioramenti anche sulla qualità, che è stellare”.Tavares ha poi spiegato che sul prezzo e quindi sull’accessibilità della auto elettrificate ci sono due grosse incognite: i prezzi delle materie prime che incidono sui costi delle batterie e la concorrenza cinese che sta arrivando in Europa con auto a prezzi molto competitivi. “La produzione di batterie è direttamente collegata ai prezzi delle materie prime che sono molto volatili e questo poi si trasferisce sui prezzi delle auto”, ha sottolineato il Ceo di Stellantis. “L’altro grosso rischio – ha continuato Tavares – è il prezzo di vendita dei veicoli elettrici da parte dei costruttori cinesi che stanno arrivando in Europa. Un fattore positivo per i consumatori, ma se l’industria dell’auto europea non riuscirà a competere, avremo un grosso problema. Per questo stiamo lavorando sull’accessibilità dei prodotti”.Altro tema toccato da Tavares è stato quello dell’energia necessaria per mantenere attive le fabbriche. “Investiremo nella produzione di energia per i nostri stabilimenti di produzione in Europa. Abbiamo diverse opzioni: installare noi capacità produttiva con rinnovabili, fare partnership con con chi installa impianti oppure con società energetiche. Decideremo entro fine mese”, ha annunciato. “L’obiettivo – ha comunque ribadito – è mantenere accessibili i veicoli elettrificati. Credo che riusciremo ad ottenerla entro il 2035”. “Se non ci muoviamo ora non avremo soluzioni valide per la classe media, per questo puntiamo sulle vetture ibride”, ha aggiunto.Tavares infine è tornato sulla decisione di abbandonare Acea, l’associazione europea dei costruttori di auto. “Non voglio spendere tempo e risorse in un’associazione che vuole parlare con istituzioni che non ascoltano”, ha dichiarato lui che in passato ha ricoperto anche la carica di presidente. “Ho un ottimo rapporto con Zipse (attuale presidente Acea, ndr), ma preferiamo fare altre cose con le nostre risorse. Le autorità europee non ci hanno ascoltato e questo è evidente, è stata una loro scelta. Ma se l’Ue non ascolta, allora non ci serve l’Acea, parlerò direttamente con gli stakeholders. Ad esempio attraverso il Freedom Mobility Forum”. LEGGI TUTTO

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    Air France prevede livello di attività vicino a 2019 in inverno

    (Teleborsa) – Air France, compagnia aerea francese che fa parte del gruppo Air France-KLM, ha affermato che questo inverno l’intera flotta sarà operativa e i livelli di capacità saranno vicini a quelli dell’inverno 2019. “Dopo un’estate caratterizzata da una forte domanda di viaggi, Air France continua a riaprire il suo network globale”, si legge in una nota. Durante la stagione invernale 2022-2023 (novembre 2022 – marzo 2023), la compagnia aerea servirà 171 destinazioni, di cui 86 a lungo raggio e 85 a corto e medio raggio.In particolare, Air France prevede di aprire una nuova rotta di Parigi-Charles de Gaulle-Newark (USA), nonché riprendendo i voli per Città del Capo (Sudafrica) e Tokyo-Haneda (Giappone).In Europa, la compagnia si concentrerà sulle destinazioni sciistiche. Il 10 dicembre 2022, quattro nuove destinazioni si uniranno alla rete Air France: Kittila (Finlandia), Tromso (Norvegia), Innsbruck e Salisburgo (Austria).Infine, le rotte estive Parigi-Orly – Tunisi (Tunisia), Marsiglia – Algeri (Algeria), Tolosa – Algeri (Algeria) e Tolosa – Orano (Algeria) saranno estese per la stagione invernale. LEGGI TUTTO

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    Merck riprende test di farmaco per HIV dopo stop FDA

    (Teleborsa) – Merck & Co. (conosciuta anche come MSD al di fuori di USA e Canada), una delle più grandi società farmaceutiche del mondo, ha annunciato che avvierà un nuovo programma clinico di Fase 3 per la sperimentazione di Islatravir. Si tratta di un farmaco per il trattamento delle persone con infezione da HIV. La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha esaminato e concordato con questo piano, si legge in una nota.Nel dicembre 2021 la FDA aveva sospeso gli studi relativi al trattamento, affermando che il componente del sistema immunitario che aiuta a combattere le infezioni era a un livello inferiore in alcuni pazienti. Ora gli studi riprenderanno con un dosaggio inferiore.”Siamo grati ai ricercatori dello studio e ai numerosi partecipanti ai test di Islatravir – ha affermato Eliav Barr, vicepresidente senior e capo dello sviluppo clinico globale di Merck – A seguito di ampie valutazioni e consultazioni con la FDA, siamo lieti di poter avviare il nostro nuovo programma clinico di Fase 3 per valutare Islatravir per il trattamento dell’infezione da HIV”. LEGGI TUTTO

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    Generation4Zurich: Fondazione Generation Italy e Zurich Italia presentano la Digital Factory

    (Teleborsa) – Un impegno full time dal lunedì al venerdì per 18 settimane e 650 ore di studio. Si articola così la prima Digital Factory del progetto Generation4Zurich, nata dalla collaborazione tra Zurich Italia e Generation Italy, fondazione no-profit creata da McKinsey & Company.Un percorso formativo – si legge in una nota congiunta – per diventare data analyst, rivolto ai giovani di tutta Italia tra i 18 e i 29 anni, che avrà inizio il 12 ottobre e non richiederà alcun titolo di studio specifico o competenze pregresse, solo impegno e motivazione. Per partecipare basterà superare un test di selezione disponibile sul sito di Generation Italy e un colloquio con lo staff Generation; si potrà quindi accedere a un percorso di formazione gratuita, che accompagnerà i 25 partecipanti nel mondo della data analysis.La nuova Digital Factory rientra nella più ampia cornice del progetto Generation4Zurich, volto ad avvicinare i giovani al mondo del lavoro, fornendo loro le competenze tecniche più richieste. Il corso verrà erogato in modalità ibrida: in parte si terrà presso la sede milanese di Zurich, in parte si svolgerà online. Tutti i partecipanti che porteranno a termine il percorso formativo avranno l’opportunità di sostenere un colloquio di lavoro con la compagnia assicurativa, ai fini di un loro inserimento professionale.”L’iniziativa – spiegano Generation Italy e Zurich – si inserisce in una fase storica complessa per le nuove generazioni, che devono affrontare numerose difficoltà per raggiungere una piena maturità sociale e condizioni di vita soddisfacenti. Assistiamo infatti ormai da anni a una carenza di persone preparate e con le giuste competenze dovuto a limiti dei percorsi formativi che spesso si dimostrano non essere in linea con le richieste del mercato del lavoro. Il tema della formazione specializzata è dunque inderogabile: l’indice globale dello sviluppo giovanile (Global Youth Development Index) in Italia registra un punteggio di 0.816, posizionandosi al 23esimo posto nella classifica mondiale, con una performance più critica nei campi dell’istruzione e dell’occupazione. In questo scenario, il ruolo dei privati assume nuova rilevanza: possono avvicinare i giovani al mondo del lavoro e favorirne la formazione specializzata, affiancandosi a percorsi formativi che siano più in sintonia con la domanda del mercato”.”Ci troviamo di fronte ad un paradosso: a fronte di 1 milione di giovani che cerca attivamente lavoro, – commenta Oscar Pasquali, ceo di Generation Italy – le imprese faticano a ricoprire ogni anno circa 900mila posizioni di lavoro. Questo disallineamento è particolarmente forte in ambito digitale, dove sono oltre 38mila le posizioni per cui le aziende non sono riuscite a trovare candidati idonei. Con la Digital Factory di Generation4Zurich vogliamo offrire a giovani motivati e di talento l’opportunità di avviare una carriera in ambito digitale, offrendo loro un’opportunità di crescita personale e professionale”.”Da anni Zurich collabora con partner accademici e istituzionali di primo piano per lo sviluppo di progetti di valore dedicati alla formazione dei giovani e allo sviluppo dei talenti. Crediamo infatti – dichiara Giovanni Giuliani, ceo di Zurich Italia – che il nostro futuro, come parte integrante dell’economia del Paese, sia necessariamente legato a quello delle nuove generazioni. Siamo in diretto contatto con più di 2 milioni di famiglie, tra clienti, partner e dipendenti e, nell’anno del nostro 120esimo anniversario in Italia, abbiamo deciso di investire in formazione, digitalizzazione e innovazione per restituire valore al Paese e tutelare il futuro dei giovani. Il progetto Digital Factory di Generation4Zurich vuole favorire la nascita di un legame e un coinvolgimento reciproco e diretto tra la Compagnia e i nuovi talenti, perseguendo allo stesso tempo i valori di digitalizzazione e innovazione, a beneficio di tutti i nostri stakeholder”. LEGGI TUTTO

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    Morgan Stanley paga 35 milioni alla SEC per mala gestione dati clienti

    (Teleborsa) – Morgan Stanley Smith Barney (MSSB), unità del colosso statunitense che si occupa di wealth management, ha accettato di pagare una penale di 35 milioni di dollari alla Securities and Exchange Commission (SEC), dopo che quest’ultima ha trovato gravi falle, in un periodo di cinque anni, nella protezione delle informazioni di identificazione personale (personal identifying information, PII) di circa 15 milioni di clienti.Il provvedimento della SEC rileva che, dal 2015, MSSB non ha smaltito correttamente i dispositivi contenenti le PII dei suoi clienti. In più occasioni, MSSB ha assunto un’azienda di traslochi e storage senza esperienza o esperienza nei servizi di distruzione dei dati per disattivare migliaia di dischi rigidi e server contenenti le PII di milioni dei suoi clienti.”I fallimenti di MSSB in questo caso sono sorprendenti. I clienti affidano le loro informazioni personali a professionisti finanziari con la consapevolezza e l’aspettativa che saranno protette, e MSSB non è riuscita a farlo”, ha affermato Gurbir S. Grewal, direttore della divisione Enforcement della SEC. Senza ammettere o negare le conclusioni della SEC, MSSB ha accettato di pagare la sanzione. LEGGI TUTTO