Dicembre 2022

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    Italgas completa acquisizione restante 49% di Eda Thass da Plenitude

    (Teleborsa) – Depa Infrastructure, società del gruppo Italgas attiva nella distribuzione del gas naturale in Grecia, ha concluso l’acquisizione del rimanente 49% di Thessaloniki – Thessalia Gas Distribution (EDA Thess) detenuto da Eni Plenitude. L’operazione, spiega una nota, si inserisce nel processo di privatizzazione di Depa Infrastructure, promosso dal Governo greco e concluso lo scorso 1° settembre.Il prezzo pagato per il 49% di EDA Thess è pari a 165 milioni di euro (equity) in esecuzione degli accordi in essere tra Depa Infrastructure e il venditore. Con la transazione odierna, Depa Infrastructure detiene il 100% delle società operative EDA Attikis, DEDA e EDA Thess, i tre principali player della distribuzione del gas in Grecia, che gestiscono complessivamente circa 7.500 chilometri di rete e 610.000 punti di riconsegna attivi. LEGGI TUTTO

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    ASPI, negli ultimi tre anni raddoppiato numero donne in posizione manageriale

    (Teleborsa) – Autostrade per l’Italia è una delle prime aziende del settore a ottenere una delle più importanti certificazioni per la parità di genere, la UNI/Pdr 125:2022 introdotta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), per il programma di Diversity Equity & Inclusion. L’attestazione – spiega l’azienda in una nota – conferma l’impegno di Autostrade per l’Italia nel garantire il riequilibrio di genere, attraverso un percorso strutturato e continuativo di rinnovamento per ridurre il gender gap e il gender pay gap. La società è infatti impegnata nell’adozione e attuazione di politiche, strategie e pratiche volte a garantire pari opportunità, puntando sul riconoscimento del merito con percorsi di crescita professionale, che rafforzano la presenza delle donne nei diversi ruoli dell’organizzazione in un settore in cui la presenza maschile è dominante.La certificazione di parità ha il principale obiettivo di incentivare le imprese ad adottare policies e misure concrete per garantire un riequilibrio di genere, favorendo l’occupazione e l’empowerment femminile. Sei le aree dell’organizzazione messe sotto osservazione durante il processo di analisi – cultura e strategia, governance, processi del personale, opportunità di crescita in azienda neutrali per genere, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità – e 33 i KPI (Key Performance Indicator) qualitativi e quantitativi, per misurare e rendicontare il sistema di gestione aziendale per la parità di genere, con l’obiettivo di colmare gli eventuali gap e favorire un percorso ancora più virtuoso di empowerment delle donne.Il processo di valutazione di Autostrade per l’Italia è stato condotto da Bureau Veritas, leader mondiale nei servizi di ispezione, verifica di conformità e certificazione, tra i primi enti ad accreditarsi presso Accredia per il rilascio di tale certificazione.”Il nostro Piano di trasformazione culturale e generazionale – sottolinea Gian Luca Orefice, direttore Human Capital, Organization & HSE di Autostrade per l’Italia – pone al centro oltre 9000 lavoratori di un Gruppo integrato lungo tutta la filiera dell’ingegneria e delle costruzioni, con l’obiettivo di promuovere qualunque forma di diversità e di diffondere un ambiente di lavoro inclusivo dove i talenti possano liberare le loro energie, in un processo di crescita diffusa e virtuoso e dove ci sia spazio per tutti soprattutto per le donne. L’obiettivo è portare oltre il 40% la componente femminile dei nuovi collaboratori e raddoppiare le posizioni di vertice coperte da donne grazie a programmi di accelerazione delle carriere femminili. È il tempo della centralità delle persone, inclusività e valorizzazione delle diversità sono elementi che fanno parte del profondo ripensamento del ruolo dell’impresa che si propone come infrastruttura sociale attenta a tutte le relazioni con gli stakeholder interni ed esterni”.”E con questa consapevolezza – prosegue Alessia Ruzzeddu, responsabile Welfare, Diversity, Equity & Inclusion Management del Gruppo ASPI – abbiamo messo in campo molteplici iniziative nell’ambito di un vasto ed ambizioso programma di DE&I che ci ha permesso di raggiungere due importanti traguardi: la certificazione di parità di genere (UNI/Pdr 125:2022), insieme alla attestazione del grado di maturità del framework D&I ai sensi dello standard internazionale ISO 30415 (ottenuta nel mese di maggio 2022), a conferma dell’impegno concreto nella promozione di un ambiente di lavoro inclusivo orientato a valorizzare il merito di ogni persona, e a sostenere l’empowerment femminile per uno sviluppo sostenibile e fortemente innovativo di un Gruppo che ha l’ambizione di affermarsi come leader europeo della mobilità sostenibile”.Questa rapida trasformazione ha consentito al Gruppo Autostrade per l’Italia di raggiungere importanti traguardi nelle politiche di valorizzazione dei talenti femminili: l’azienda conta oggi il 37% delle donne con una laurea STEM, percentuale cresciuta di oltre 7 punti nell’ultimo triennio; il 22% delle posizioni di responsabilità è ricoperto da donne, negli ultimi 3 anni c’è stato un raddoppio delle donne in posizioni manageriali. L’azienda ha anche definito una policy per garantire una sempre più numerosa rappresentanza femminile nei board di tutte le società del Gruppo; quanto alle retribuzioni non registra gender pay gap, anzi nelle ultime assunzioni di posizioni manageriali ne registriamo uno addirittura rovesciato con uno 3% a favore delle dipendenti donne. LEGGI TUTTO

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    Directa lancia Libera: nuova piattaforma per clientela “investor”

    (Teleborsa) – Directa SIM, società attiva nel trading online e quotata su Euronext Growth Milan, ha lanciato Libera, una nuova piattaforma di investimenti per la clientela “investor”. Si tratta di investitori autonomi e consapevoli, che vogliono gestire in maniera indipendente i propri risparmi, ma che non sono attivi tanto quanto la clientela “trader”. La clientela “investor”, coltivata dalla società a partire dal 2020 e con un maggiore focus dopo la quotazione a Piazza Affari, ruota meno il proprio portafoglio rispetto ai day trader e garantisce più stabilità sulle masse.Libera è stata concepita per un pubblico non specializzato, e quindi le funzioni presenti nelle piattaforme sviluppate nei 25 anni precedenti sono state ripensate e riorganizzate nell’ottica dell’usabilità come priorità assoluta. È stata operata una semplificazione soprattutto nell’accesso alle informazioni e alle funzioni dispositive: in poche parole l’investimento è stato affrontato da un punto di vista diverso.Le funzioni non presenti sono ad esempio i grafici sofisticati, oppure il flashbook, che è un brevetto esclusivo Directa per i trader più attivi, oltre che la possibilità di organizzarsi la schermata in un modo personalizzato come una consolle di una sala operativa. Altre funzioni concepite per i trader non sono presenti: un esempio è l’option ruler, il simulatore di strategie in opzioni. Sono invece state curate altre funzionalità da “investitore” come ad esempio i PAC in ETF, che permettono un investimento automatico in ETF impostando ordini di accumulo in maniera gratuita, permettendo anche a chi non ha tempo di impostare piani a lungo termine di portafogli diversificati e mediando i prezzi di ingresso.”In soli tre anni abbiamo affiancato all’offerta per i trader online più sofisticati, una gamma di soluzioni per gli investitori digitali moderni, che ha attratto decine di migliaia di nuovi clienti – ha commentato Vincenzo Tedeschi, amministratore delegato di Directa – Siamo convinti che servire i due diversi profili di approccio ai mercati finanziari, che per alcuni clienti coesistono nella gestione del loro portafoglio, dia loro migliori servizi e contemporaneamente maggiore stabilità ai nostri ricavi”.”Directa può ora crescere ancora più forte sviluppandosi su entrambe queste direttrici nei prossimi anni, oltre ad avviare a breve una terza linea di business nell’ambito del private banking”, ha aggiunto.(Foto: Maxim Hopman on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Manovra, da assegno unico a pensioni: le novità

    (Teleborsa) – È stato depositato nella tarda notte di ieri, intorno alle 3, l’ultimo emendamento del governo alla manovra, che contiene le principali misure annunciate ieri sera in Commissione bilancio dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Si tratta del terzo pacchetto di proposte di modifica dell’esecutivo che di fatto riscrive molti articoli del disegno di legge. Tra le novità figurano le misure per agevolare le società sportive nel pagamento dei debiti fiscali, l’aumento a 25.000 euro della soglia di reddito entro la quale si applica il taglio del cuneo fiscale del 3%, l’aumento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75, l’intervento sul reddito di cittadinanza che nel 2023 sarà versato per sette mesi anziché per otto, l’aumento del 50% dell’assegno unico per le famiglie con quattro figli o più, il congedo parentale di un mese all’80% riconosciuto anche al padre. Nell’emendamento del governo anche un corposo pacchetto di misure sull’energia.Sale da 6.000 a 8.000 euro la decontribuzione per i datori di lavoro privati che nel 2023 assumono a tempo indeterminato. Lo prevede l’emendamento del governo alla manovra. Nel dettaglio, l’esonero dei contributi al 100% è riconosciuto per dodici mesi, nel limite massimo di 8.000 euro. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.Quanto all’aumento a 600 euro mensili delle pensioni minime per gli over 75 si applica soltanto nel 2023. Secondo la relazione tecnica sono circa 5,5 milioni i soggetti interessati e il costo dell’intervento ammonta a 270 milioni di euro.Dal primo gennaio 2023 aumenta del 50% la maggiorazione mensile prevista per l’assegno unico per le famiglie con quattro figli o più. Con lo stesso emendamento si prevede che l’aumento dal 30% all’80 per cento dell’indennità di congedo parentale per un mese fino ai sei anni del bambino sia riconosciuto anche la padre, comunque in via alternativa.Intanto, in scia al pressing di Bruxelles è saltata la norma sul Pos. “Come abbiamo sempre sostenuto, il problema non sono le sanzioni, ma le commissioni, che incidono in modo eccessivo soprattutto per quelle attività che vendono prodotti e servizi con piccoli margini fissi, dai gestori carburanti alle tabaccherie. Un credito di imposta mirato – e adeguato nella dotazione delle risorse – potrebbe essere una soluzione efficace. In particolare, se riuscisse a far terminar la querelle, apparentemente infinita, suscitata dalla questione Pos”. Ad affermarlo è Confesercenti. “Da sempre – sottolinea l’associazione – pensiamo che una maggiore diffusione delle carte di credito e debito sia opportuna ed utile. Nel dibattito di questi giorni sul Pos si è voluto, con toni molto spesso fuori dalle righe, associare la non accettazione della moneta elettronica alla evasione fiscale. Riteniamo giusto che chi vuole pagare con la carta di credito lo possa fare. Ma fino a che non ci saranno compensazioni con i costi delle commissioni, non si può chiedere di accettare i pagamenti via Pos e rimetterci. Per noi la priorità era e rimane abbattere il costo della moneta elettronica, non rifiutare carte e bancomat ma rendere queste modalità di pagamento più convenienti” LEGGI TUTTO

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    BNL e BNP Paribas in Italia per Telethon: raccolti oltre 7,8 milioni di euro +7% rispetto allo scorso anno

    (Teleborsa) – I numeri come segno concreto di un impegno che cresce e si rinnova di anno in anno: oltre 7,8 milioni di euro sono il risultato della raccolta 2022 di BNL BNP Paribas e delle Società del Gruppo in Italia a favore della Fondazione Telethon, per la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. La cifra supera del 7% quella realizzata lo scorso anno. L’annuncio è arrivato in diretta su Rai 1 da una rappresentanza di colleghe e colleghi di BNL BNP Paribas, alla presenza di Alessandro Betti, Responsabile Raccolta Fondi Telethon.Toscana, Piemonte, Campania, Veneto, Puglia, Friuli Venezia Giulia sono solo alcune delle regioni che si sono maggiormente distinte quest’anno nelle donazioni, seguite da tutte le altre in una gara di solidarietà nazionale che vede però tutti vincitori.Ammonta a circa 330 milioni euro il totale in 31 anni di partnership tra BNL BNP Paribas e Fondazione Telethon, una delle maggiori iniziative di fund raising in Europa. Sono stati supportati finora 2.804 progetti di ricerca e l’attività di 1.676 ricercatori; 2 le terapie geniche approvate, 137 i pazienti trattati e 6 gli studi clinici in corso.Andrea Munari, Presidente di BNL, ed Elena Goitini, Amministratore Delegato della Banca e Responsabile del Gruppo BNP Paribas in Italia, ringraziano i clienti – privati e imprese – gli stakeholder, i partner, i 17mila collaboratori e quanti, con generosità, hanno reso possibile questo nuovo successo in termini di raccolta e dedizione. Fondazione Telethon e BNL BNP Paribas da anni camminano insieme guidati da reciproca fiducia nella scienza come motore di evoluzione e conoscenza, nella consapevolezza che la ricerca sia un bene comune su cui puntare ed investire, facendo sistema. “La ricerca è un impegno che parla al plurale” è il claim che la Banca ha scelto quest’anno in linea con una vision aziendale che punta, nelle proprie attività, a generare un impatto positivo, sostenibile ed inclusivo, per il benessere delle persone, la salvaguardia dell’ambiente e un futuro migliore, soprattutto per le nuove generazioni. Solo nel 2021, le donne e gli uomini di BNL BNP Paribas hanno destinato alla causa di Telethon oltre 27mila ore di volontariato. E il dato è in aumento, a sottolineare quanto tale impegno sia diffuso e condiviso.Quest’anno, inoltre, si è tornati ad organizzare eventi di solidarietà con il pubblico presso decine di agenzie BNL BNP Paribas sul territorio, aperte straordinariamente oggi fino alle 18 per dare il benvenuto a chi vorrà fare la propria donazione. Stasera, in collaborazione con la Banca, il Teatro Petruzzelli di Bari parteciperà alla raccolta per Telethon con la Prova Generale della Traviata. Si è invece da poco conclusa, con il consueto successo, la tradizionale Staffetta di Udine, che ha animato il centro della città.Si può donare a Telethon tutto l’anno, con bonifico bancario per i privati sul c/c n. 9500 intestato alla Fondazione Telethon IBAN IT82J0100503215000000009500, per le imprese sul c/c n.11100, sempre intestato alla Fondazione Telethon, IBAN IT55L0100503215000000011100, oppure tramite carta di credito sul sito bnl.it. È possibile contribuire anche attraverso lo shop solidale telethon.bnpparibas.it con l’acquisto dei “Cuori di cioccolato” per Telethon, le sfere natalizie di BNL e altri doni. I clienti della Banca hanno a disposizione inoltre gli ATM, sempre attivi, il numero verde 060.060, il banking online per privati, famiglie e imprese, le app di BNL e di Hello bank! LEGGI TUTTO

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    Fed, Williams conferma la lotta dura contro l'inflazione

    (Teleborsa) – John Williams, il presidente della Fed di New York, non dà molte speranze ai mercati sulla politica monetaria. In un’intervista a Bloomberg, il governatore ha spiegato che l’inflazione è ancora “ostinatamente alta” e che la Federal Reserve aumenterà i tassi di interesse quanto necessario per controllare i prezzi. Williams ha riconosciuto che l’inflazione ha iniziato a rallentare, ma è convinto che i prezzi dovranno rallentare ulteriormente prima che la Fed allenti la manovra restrittiva. Il banchiere, stretto alleato di Powell, non sorprende quindi riprendendo il messaggio lanciato questa settimana dal capo della banca centrale americana dopo l’ultimo rialzo dei tassi. Mercoledì la Federal Reserve ha aumentato il suo tasso di interesse principale di mezzo punto percentuale, segnando il settimo aumento da marzo.Sul picco dei tassi, Williams ha detto che i suoi colleghi si aspettano che raggiunga il 5-5,5% l’anno prossimo. “I tassi di interesse reali devono essere ridotti e rimanere lì”, ha affermato chiarendo allo stesso tempo di non aspettarsi che il tasso a breve termine raggiunga il 6%, sebbene non lo escluda.Per quanto riguarda la Fed, il recente rapporto sull’Indice dei prezzi al consumo (CPI) ha dato nuova linfa ai mercati, con i rendimenti dei titoli di Stato che hanno registrato una tendenza al ribasso e sostenuto un contesto ampiamente positivo per gli asset di rischio. Tuttavia, “i commenti della Fed hanno rispecchiato un tono leggermente più falco del previsto” – dichiara Harry Richards, investment manager Fixed Income di Jupiter Asset Management – che aggiunge: “È emerso chiaramente che il Federal Open Market Committee (FOMC) sia consapevole del rallentamento dell’inflazione osservato recentemente. Tuttavia, necessita di maggiori garanzie che si tratti di una tendenza duratura e che l’inflazione sia effettivamente sulla strada giusta. Ha riconosciuto che i beni di consumo hanno già mostrato segni concreti di disinflazione e che la traiettoria dell’inflazione relativa agli immobili dovrebbe vedere presto un picco e infine un ritracciamento (basta guardare i dati attuali sugli affitti del mercato immobiliare statunitense)”.Tuttavia – continua Richards – si registra ancora incertezza per quanto riguarda la componente servizi dell’indice CPI, poiché è chiaramente molto più legata al mercato del lavoro, che su base “spot” appare ancora piuttosto forte. Il risultato è stato un rialzo di soli 50 pb invece degli incrementi di 75 pb visti nelle ultime quattro riunioni, ma è stato integrato da commenti da falco.In particolare, il FOMC ha sottolineato la necessità di fare ulteriori passi in avanti in termini di rialzi dei tassi e di mantenere la politica in territorio restrittivo per un certo periodo di tempo per garantire che la battaglia contro l’inflazione venga vinta. In base alla nostra analisi, continuiamo a ritenere che la Fed stia sopravvalutando l’effettiva forza del mercato del lavoro e, in ultima analisi, ci aspettiamo che i dati ufficiali sul lavoro si deteriorino in modo piuttosto significativo nel corso del prossimo anno. Le proiezioni del FOMC vedono già alcuni tagli nel ’24. Se il mercato del lavoro dovesse mostrare segni di indebolimento più consistenti nei prossimi mesi, si potrebbe prevedere un taglio anticipato, addirittura già nel secondo semestre del ’23. LEGGI TUTTO

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    Benzinai, Pichetto: presto tavolo, gestori sospendano sciopero

    (Teleborsa) – Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, in relazione allo sciopero proclamato dalle organizzazioni di rappresentanza dei gestori carburanti della rete autostradale, annuncia “una rapida convocazione di un tavolo di lavoro in coordinamento con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al fine di esaminare le istanze poste alla base dell’agitazione dalla categoria e le problematiche relative al comparto”. Invita pertanto le organizzazioni sindacali, “in vista di tale impegno, a considerare l’opportunità della sospensione dell’attuale programma di chiusura degli impianti”.Terminerà alle ore 22.00 di questa sera lo sciopero di tre giorni proclamato dalle Organizzazioni di categoria dei Gestori delle aree di servizio autostradali -Faib, Fegica ed Anisa – “per squarciare il velo di silenzio e connivenze che da oltre 22 anni consente il perpetuarsi di un ‘sistema’ volto a sfruttare in modo indisturbato e ad esclusivi fini privati, l’abnorme ricchezza che solo un bene pubblico in concessione può generare, a tutto danno della collettività in generale e degli utenti di un servizio con standard qualitativi pessimi e prestato a prezzi ingiustificatamente fuori mercato”. È quanto si legge in una nota congiunta diffusa dalle tre sigle sindacali. Con il Ministero dei Trasporti, “allora come oggi e malgrado gli avvicendamenti susseguitisi nelle cariche politiche, come in quelle tecniche, a sorvegliare che nessuno osi disturbare il ‘manovratore’, in palese contraddizione con il mandato istituzionale sancito dalle leggi”. “L’inerzia ed il silenzio assoluto sul tema del Ministro Salvini – altrimenti loquace – anche di fronte alle circostanziate denunce che le piccole imprese di gestione si sono prese la responsabilità di mettere a sua disposizione, nonostante le fortissime pressioni di cui sono state fatte oggetto, non può che essere letto come un atto di complicità esplicita e copertura politica verso il ‘sistema’”. LEGGI TUTTO

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    Fondi di investimento USA, Miranda: “Rischio effetti disastrosi per i risparmiatori italiani”

    (Teleborsa) – Una norma fiscale americana ha il potenziale di creare effetti disastrosi per i risparmiatori italiani che investono in fondi comuni di investimento di gestori italiani, che a loro volta hanno nel proprio portafoglio attività finanziarie emesse da “partnership” di diritto statunitense. Infatti, secondo le norme fiscali Usa, le partnership con uno o più soci stranieri, sono obbligate ad applicare una ritenuta del 37.5% sugli utili di competenza, e dunque non già distribuiti, del socio estero. Questo l’avvertimento lanciato dal presidente di ExportUSA, Lucio Miranda che consiglia ai risparmiatori italiani di controllare questo aspetto con il gestore del fondo italiano che segue le loro operazioni.Come mai tale criticità è emersa solo quest’anno?”La norma secondo la quale gli utili percepiti da un socio straniero di una partnership sono soggetti a una ritenuta d’acconto non è nuova ma è qualcosa che esiste da sempre. La novità è rappresentata dall’enfasi applicativa. Per l’anno fiscale 2021 abbiamo dovuto fare la richiesta di estensione alla deadline di presentazione del tax return di tutte le partnership che avevano all’interno un socio estero perché all’inizio dell’anno il fisco americano non aveva ancora pubblicato i regolamenti attuativi di questo nuovo capitolo riguardante le partnership. Nell’anno fiscale 2021 sono stati previsti due nuovi moduli da compilare in sede di dichiarazione redditi delle partnership che, quando uno o più soci non sono residenti fiscali americani, sono piuttosto complicati. E diventano ancor più complicati quando il socio della partnership americana è, a sua volta, una società trasparente estera: in questo caso entriamo, infatti, in un esercizio fiscale e contabile non da poco. L’enfasi dell’IRS, l’agenzia della riscossione americana, è sulle partnership che comprendono soci stranieri. Hanno probabilmente identificato questo ambito come uno di quelli in cui l’elusione o l’evasione è più alta che in altri, fatto sta che dall’anno fiscale 2021, con dichiarazione dei redditi da presentare quindi entro il 15 aprile 2022, le dichiarazioni dei redditi delle partnership americane con un socio estero sono diventate molto complicate a causa dell’introduzione di due moduli nuovi da compilare che richiedono molto lavoro a livello contabile: bisogna, infatti, allineare i dati contabili italiani ai principi contabili americani. Un procedimento che spesso non è semplicissimo come nel caso delle riserve non tassate che in America non esistono. Tra l’altro sono equiparate alle partnership tutte società trasparenti come ad esempio le LLC. La LLC è una società trasparente per cui quando ha più soci viene, di default, trattata come una partnership da parte del fisco americano. Se il socio non chiede di essere trattato altrimenti, la LLC rimane una partnership. Ci siamo accorti di questa problematica perché siamo stati contattati da parte di alcuni risparmiatori italiani che ci dicevano di aver comprato delle quote di un fondo di un gestore italiano e di aver ricevuto una lettera, da parte dello stesso gestore ricevuta a sua volta dal gestore americano, in cui si chiede di presentare entro due settimane l’ITIN (il numero fiscale per i non residenti ndr) , altrimenti sarebbero state detratte delle penali aggiuntive: il 37,5% di ritenuta d’acconto, un 10% di penale e il 26% netto frontiera da parte del fisco italiano. Un bagno di sangue”. Per ottenere l’ITIN quanto tempo ci vuole?”Prima del Covid per ottenere l’ITIN ci volevano da 4 a 6 settimane. Ora ci vogliono non meno di 8 settimane. Poiché è impossibile ottenere un ITIN in così poco tempo, il risultato netto è che il risparmiatore italiano si vede decurtare i frutti del proprio investimento con percentuali da esproprio.Come riuscire ad avere l’ITIN in tempo?”Nel caso di questi risparmiatori si può ovviare a questo problema: si può allegare la richiesta dell’ITIN alla dichiarazione dei redditi. In questo modo il fisco americano mentre evade la mia pratica mi assegna anche l’ITIN. Il problema è, tuttavia, che il gestore americano impone ai risparmiatori italiani di consegnare l’ITIN entro il 31 dicembre e la dichiarazione dei redditi non si può fare prima del 10-15″-A monte c’è un problema di poca trasparenza da parte dei gestori?”Non penso. Ritengo che anche i gestori italiani siano stati colti alla sprovvista da questa lettera, non ne erano al corrente prima. Per il gestore americano quella dell’ITIN non è una richiesta problematica e, pertanto, non ha sentito la necessità di dare un congruo preavviso. La verità è che il gestore americano, il gestore italiano e anche il legislatore non conoscono o non vivono la quotidianità di situazioni di questo tipo. Il gestore americano probabilmente neanche lo sa che per chiedere un ITIN ci vogliono 8 settimane”. Quali le conseguenze per i risparmiatori che si trovano in questa situazione?”Questi risparmiatori si trovano a dover pagare una ritenuta d’acconto del 37,5% più il 10% di penale e in Italia anche il 26% sul netto frontiera che, se viene estesa la norma del governo Meloni, dovrebbe scendere al 14% per tutto il 2023. L’altro problema è quello di dover fare la dichiarazione dei redditi in America. Il socio straniero di una partnership è, infatti, tenuto a fare la dichiarazione dei redditi in America anche se non ha tasse da pagare. Questo è un onere amministrativo e burocratico non da poco soprattutto per chi non ha investito grandi cifre e – per ottenere il rimborso delle tasse pagate in eccesso – si ritrova a dover richiedere l’ITIN e a fare la dichiarazione dei redditi. Può succedere di avere 50mila euro investiti in un fondo e di questi 10mila sono investiti in un ETF gestito da una partnership americana. Per il piccolo risparmiatore è una mazzata ingiustificata rispetto all’entità dell’investimento. Hanno fatto una norma orientata a diminuire elusione ed evasione senza pensare che avrebbero tirato dentro nella maglie strette di questa normativa anche piccoli risparmiatori”. LEGGI TUTTO