Dicembre 2022

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    BTP ancora in sofferenza. Prosegue scontro tra ministri italiani e BCE

    (Teleborsa) – Il mercato italiano dei titoli di Stato continua a essere sotto pressione il giorno dopo la riunione della BCE, che ha alzato i tassi di 50 punti base e soprattutto ha segnalato che dovrà effettuare ulteriori aumenti per riportare i prezzi all’obiettivo. Gli analisti hanno subito aggiornato le loro stime, anticipando ulteriori aumenti di 50 punti base nelle riunioni di febbraio e marzo, prima di un rallentamento a maggio 2023. Già nella giornata di ieri i Titoli di Stato italiani erano stati colpiti dalle vendite, con i rendimenti che erano schizzati sopra quelli dei titoli greci.Alle 15.00, il rendimento del BTP decennale è del 4,34%, in aumento di 20 punti base rispetto alla chiusura di ieri. Il corrispondente Bund si attesta al 2,17% (+9 punti base), per uno spread a quota 217 punti base, un livello che non si vedeva da inizio novembre. Il decennale britannico è al 3,37%, quello francese al 2,70%, quello spagnolo al 3,27%, quello portoghese al 3,19% e quello greco al 4,22%.Il crollo delle Borse europee di ieri e le vendite sui Titoli di Stato italiani hanno spinto diversi esponenti del governo italiano a criticare l’operato di Francoforte e della presidente Christine Lagarde, la quale ha sottolineato che il ciclo di rialzi della BCE non è giunto al termine e suggerito che è attualmente più lontana dal suo tasso terminale rispetto alla FED e anche alla BoE.”Incredibile, sconcertante e preoccupante che mentre c’è un governo che sta facendo di tutto per aumentare stipendi e pensioni e tagliare le tasse, la BCE, in un pomeriggio di metà dicembre, approvi una norma che brucia miliardi di euro di risparmi in Italia e in tutta Europa” ha detto questa mattina il leader leghista Matteo Salvini, che è anche ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.Molto critico anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, secondo cui “ferma restando l’indipendenza della BCE, non è positivo per l’UE e per l’economia reale italiana alzare i tassi di interesse. È giusto che lo faccia la FED, ma in Europa non ha senso, visto che l’inflazione è legata all’aumento del costo dell’energia”.Il fatto che la BCE “abbia voluto comunicare altri aumenti dello 0,5 futuri, che hanno avuto un impatto molto duro sul mercato e, insieme alla stretta creditizia che l’Europa sta imponendo alle banche, rischiano di avere un’inflazione che non diminuisce. E dall’altro lato un’economia che va in recessione. Le due cose contemporaneamente non sono sopportabili, questo è un tema politico. Io ieri ho voluto solo rilevare questa cosa, non criticare la Lagarde. Ognuno ha le due idee, ma una riflessione complessiva sul tema va fatta”, ha detto ministro della Difesa, Guido Crosetto, il primo a reagire ieri sera dopo le decisioni di Francoforte.Nonostante il messaggio della BCE sia stato percepito molto hawkish, c’è stato il rischio che anche in questa occasione l’aumento dei tassi fosse di 75 punti base. Più di un terzo dei policymaker della Banca centrale europea avrebbe preferito un aumento dei tassi di interesse di 75 punti base, secondo Bloomberg, che ha citato persone a conoscenza della questione. Il Consiglio direttivo avrebbe optato per la mossa di 50 punti base proposta dal Chief Economist Philip Lane dopo un dibattito sui meriti di un aumento maggiore e che ha portato a un compromesso sulla decisione complessiva.Secondo le fonti sentite da Reuters, lo stallo sarebbe terminato quando Lagarde ha messo sul piatto la possibilità di segnalare ulteriori aumenti di 50 punti base e di lanciare un messaggio “hawkish” sull’inflazione durante la sua conferenza stampa, convincendo un numero sufficiente di banchieri centrali a sostenere la proposta di Lane di aumentare i tassi di mezzo punto percentuale. LEGGI TUTTO

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    FI: “Aumento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75”

    (Teleborsa) – “Grazie a Forza Italia ci saranno la proroga del superbonus al 31 dicembre e l’aumento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75″. Lo ha detto a Mattino5 la presidente dei senatori di Forza Italia Licia Ronzulli.”Questa manovra – ha aggiunto – tiene conto del quadro economico e, in modo responsabile, non mette a rischio i conti pubblici ma garantisce le fasce medio-basse”.”In molti paventavano rischi indicibili in caso di vittoria elettorale del centrodestra: siamo al governo e nessuno dei pericoli prospettati si è concretizzato. La promozione della manovra da parte dell’Ue, in barba a chi aspettava una bocciatura, è lì a dimostrarlo”, aggiunge Ronzulli. LEGGI TUTTO

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    Unicredit e Azimut: Orcel: “Se avremo successo modello replicabile altrove”

    (Teleborsa) – L’obiettivo della partnership nel risparmio gestito fra Unicredit ed Azimut nel risparmio gestito, annunciata questa mattina, “non è quello di acquisire masse extra, ma di offrire ai nostri clienti il miglior prodotto”. Lo ha affermato l’Ad di Unicredit, Andrea Orcel, nel corso di una conferenza stampa.Il manager ha poi sottolineato che l’M&A non è “la strategia giusta” nel settore dell’asset management dove per vincere bisogna competere sulle masse andando “ad un certo livello di scala” o sulle nicchie “dove uno aggiunge molto valore”. “A me interessa vendere il miglior prodotto ai clienti che ho già, e semmai di aumentarli in seguito”, ha aggiunto.La partnership serve alla banca per “ricostruire la catena di valore nell’asset management” – ha aggiunto – e per ricostruire “ad una ad una” le fabbriche di prodotto.Orcel ha ha aggiunto che l’impatto sui conti della partnership con Azimut “li vedremo dal 2024 in avanti” perché “ci sono dei tempi tecnici per la costruzione della fabbrica e per farla partire”. L’obiettivo della partnership è duplice: “vogliamo dare un servizio migliore ai nostri clienti e lo facciamo per guadagnarci, ci aspettiamo di ottenere entrambe le cose”. “Se la partnership con Azimut in Italia, come credo, avrà successo è replicabile in altri posti”, ha sottolineato l’Ad di Unicredit, aggiungendo che allo scadere dell’attuale accordo con Amundi fra 5 anni “o ci saranno altre partnership o ci saranno altri partner”. Il Presidente di Azimut Pietro Giuliani ha ricordato che l’azienda “ha una base clienti di circa il 50% fuori dall’Italia ed è disposta ad aumentare il peso dell’Italia e dell’Europa, purché venga alla luce un campione nazionale nell’asset management”. “E’ un prezzo che si può pagare”, ha concluso. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Intesa Sanpaolo: “Settimana corta dal 2023. In ufficio 4 giorni per 9 ore”

    (Teleborsa) – Andare incontro alle esigenze di conciliare gli equilibri di vita professionale e lavorativa dei dipendenti. Questo l’obiettivo della rivoluzione annunciata da Intesa Sanpaolo, primo datore di lavoro privato in Italia con 74mila persone (96mila nel mondo). La Banca ha, infatti, reso noto che proporra` ai dipendenti del Gruppo operanti in Italia un nuovo modello organizzativo del lavoro.Tra le principali novita`, – spiega Intesa Sanpaolo in una nota – un’evoluzione dello smart working con la possibilita` di lavoro flessibile fino a 120 giorni all’anno, senza limiti mensili e la settimana corta di 4 giorni da 9 ore lavorative a parita` di retribuzione, su base volontaria e compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive della Banca.Nel dettaglio la proposta prevede la possibilita` di aumentare su base volontaria il lavoro flessibile da casa fino a 120 giorni all’anno, con un’indennita` di buono pasto di 3 euro al giorno, per tener conto anche delle spese sostenute lavorando da casa, e di lavorare 4 giorni a settimana aumentando a 9 le ore giornaliere su base volontaria, a parita` di retribuzione, senza obbligo di giorno fisso. Dal gennaio 2023, le persone che lavorano in Intesa Sanpaolo, potranno individualmente accedere a queste modalita`, compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive aziendali. Sara` anche avviato un periodo di sperimentazione in circa 200 filiali.Sulla nuova organizzazione dello smart working e degli orari di lavoro Intesa Sanpaolo non ha, tuttavia, ancora trovato un accordo con i sindacati. In particolare la trattativa – fanno sapere – Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin in una nota – si è arenata su alcune richieste: estensione dello smart working e del 4×9 a tutti i colleghi della rete filiali; individuazione di strumenti tecnici che permettano una reale disconnessione al termine del proprio orario di lavoro; incremento per tutti del valore del buono pasto; riconoscimento del buono pasto intero per le giornate di smart working; indennizzi per le spese energetiche e di connessione, contributo per l’allestimento della postazione di lavoro. La banca ha comunque deciso di andare avanti con la sua proposta annunciandone l’avvio nel 2023. “Il confronto con le Organizzazioni Sindacali, pur svolgendosi in maniera proficua e costruttiva, – fa sapere Intesa Sanpaolo – non ha trovato una condivisione sul complesso dei contenuti, ma Intesa Sanpaolo, confermando l’attenzione alle persone del Gruppo, continuera` a proporre le migliori soluzioni a chi lavora nella prima banca italiana, introducendo le novita` da gennaio 2023”. “Il modello organizzativo che si prefigura con queste nuove misure – sottolinea Intesa Sanpaolo – mettera` la Banca nelle migliori condizioni di competitivita` per affrontare le sfide che la attendono alla luce del mutevole contesto economico e sociale, in particolare la transizione verso i servizi digitali e ad alta innovazione tecnologica”. LEGGI TUTTO

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    Accenture aumenta guidance su EPS dopo trimestre oltre le attese

    (Teleborsa) – Accenture, una delle maggiori società a livello mondiale nel campo della consulenza aziendale, ha riportato ricavi per 15,7 miliardi di dollari nel primo trimestre dell’anno fiscale 2023 (terminato il 30 novembre 2022), un aumento del 5% in dollari e del 15% in valuta locale rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I ricavi del trimestre riflettono un impatto dei cambi negativo di circa il 9,5%, rispetto all’impatto negativo dell’8,5% precedentemente ipotizzatoL’utile netto è stato di 2 miliardi di dollari, rispetto a 1,82 miliardi di dollari per il primo trimestre dello scorso anno. L’utile per azione (EPS) è stato di 3,08 dollari, un aumento dell’11%. Il consensus, secondo dati Refinitiv, era per un utile per azione di 2,92 dollari su ricavi per 15,6 miliardi di dollari.”I nostri ottimi risultati del primo trimestre riflettono la nostra attenzione mirata alla creazione di valore per i nostri clienti, nonché i significativi investimenti nella nostra attività e le capacità che abbiamo anno dopo anno per soddisfare l’evoluzione delle esigenze dei nostri clienti”, ha commentato la CEO Julie Sweet.Le prospettive per l’intero anno fiscale 2023 presuppongono ora che l’impatto del cambio estero sui suoi risultati in dollari sarà di circa il 5% negativo (in precedenza prevedeva un impatto negativo sui cambi del 6%).Accenture continua a prevedere una crescita dei ricavi compresa tra l’8% e l’11% in valuta locale. La società ora prevede che l’utile per azione sarà compreso tra 11,20 e 11,52 dollari, con un aumento dal 5% all’8% (in precedenza si aspettava che l’EPS fosse compreso tra 11,09 e 11,41 dollari). LEGGI TUTTO

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    Banca Mediolanum, coefficienti largamente superiori ai requisiti BCE

    (Teleborsa) – Banca Mediolanum, big italiana del risparmio gestito, ha coefficienti patrimoniali largamente superiori ai requisiti minimi comunicati dalla Banca centrale europea. Lo ha reso noto la società dopo che la BCE ha comunicato i limiti minimi di capitalizzazione, ad esito del periodico processo di revisione e di valutazione prudenziale (SREP), che saranno vincolanti a partire dal 01/01/2023. I requisiti patrimoniali ammontano a: CET1 Ratio al 8,84%; Tier 1 Ratio al 10,63%; Total Capital Ratio al 13,00%.Tali valori includono un livello di Pillar 2 Capital Requirement (P2R) pari a 150 bps e una raccomandazione di Pillar 2 Capital Guidance (P2G) pari a 100 bps.Al 30 settembre 2022 i requisiti patrimoniali del CET1 Ratio, Tier 1 Ratio e Total Capital Ratio erano pari al 20,73%. LEGGI TUTTO

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    ITA, Ferraris: “Possibili accordi commerciali. Non gestiamo compagnie aeree”

    (Teleborsa) – “Abbiamo le competenze per gestire i treni e da qui dobbiamo partire. Guardiamo al mondo del trasporto aereo con attenzione, in ottica commerciale, come abbiamo fatto recentemente firmando un accordo anche con Aeroporti di Roma”. Con queste parole Luigi Ferraris, Amministratore delegato del Gruppo FS Italiane ha commentato l’ipotesi di un intervento delle FS nella privatizzazione di ITA Airways. L’accordo con AdR – ha ricordato l’Ad di FS – “prevederà una piena integrazione del biglietto fra trasporto aereo e trasporto su rotaia. Stiamo portando avanti l’idea di avere un biglietto unico per un cliente che sale a Chicago e vuole andare a Napoli e potrà farlo direttamente, eseguendo tutte le pratiche di sbarco del bagaglio e di sdoganamento direttamente a Napoli”.”E’ chiaro che ormai tutti i mezzi di trasporto si devono parlare – ha proseguito Ferraris – però la gestione è diversa ed è evidente che le competenze per gestire una compagnia aerea non ce le abbiamo, facciamo un altro mestiere, dopodiché ci possono essere degli sviluppi commerciali interessanti che stiamo portando avanti a 360 gradi”.”Crediamo nell’integrazione del trasporto per i passeggeri e per le merci, ormai i vari vettori devono convergere su un’offerta sempre più integrata”, ha concluso il numero uno del0 Gruppo. Ferraris ha fornito anche qualche anticipazione sul bilancio 2022, confermando che è previsto un fatturato in crescita del 14% perchè quello che sta per chiudersi è stato “anno molto positivo”, mentre dal punto di vista della redditività, l’Ad ricorda che anche il Gruppo ha sentito gli effetti de caro energia, ma complici i maggiori volumi sarà in grado di chiudere con un utile consolidato, seppur controbilanciato dai contributi Covid ricevuti nel 2021 nell’ordine dei 600-700 milioni.Parlando infine delle gare del PNRR, Ferraris ha parlato di una rivisitazione del codice degli appalti e del processo di acquisizione, affermando che “questo è un tema sul quale si sta lavorando”, ma “c’è anche un tema legato inevitabilmente alla dinamica dei prezzi, che non è ancora risolta, perché il 2022 ha visto interventi importanti e si sta lavorando sul 2023 in modo da creare le condizioni per continuare ad aprire le gare”. “Abbiamo introdotto clausole bidirezionali – ha sottolineato – nel senso che siamo attualmente in una fase di bolla e penso che, fra qualche anno quando andremo a spendere, i prezzi saranno più bassi, quindi bisogna creare delle condizioni perchè ci possano essere anche delle rivisitazioni di prezzo al ribasso. Ci vuole più rapidità e flessibilità, ma mi sembra che da quesot punto di vista vedo molta spinta da parte del governo”. LEGGI TUTTO

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    De Nora avvia iter autorizzativo per gigafactory a Cernusco

    (Teleborsa) – Industrie De Nora, società quotata su su Euronext Milan e specializzata nell’elettrochimica e nella filiera dell’idrogeno verde, ha avviato l’iter autorizzativo per la realizzazione del progetto “Italian Gigafactory”, che mira alla produzione di elettrolizzatori per la generazione di idrogeno verde tramite elettrolisi dell’acqua e alla realizzazione di componentistica per celle a combustibile, usate nella produzione di energia senza emissione di CO2.La società ha presentato richiesta di espressione di parere preventivo al Comune di Cernusco sul Naviglio circa la realizzabilità di un nuovo hub produttivo in un’area industriale dismessa a sud-est del territorio di Cernusco sul Naviglio attualmente di proprietà privata, in relazione alla quale sono in corso trattative per l’acquisto.La Giunta Comunale, riunitasi in data 16 dicembre, ha valutato di interesse pubblico la proposta e ha dato mandato al Dirigente del Settore Tecnico del Comune di svolgere tutte le attività necessarie.Subordinatamente al buon esito dell’iter autorizzativo, si legge in una nota, è previsto l’avvio dei lavori di costruzione della Gigafactory nella seconda metà del 2023. LEGGI TUTTO