Dicembre 2022

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    S&P: non sarà semplice affrontare la pressione sul credito globale

    (Teleborsa) – Al termine di un anno in cui il Covid, la guerra in Europa e la relativa crisi energetica, e la forte inflazione hanno turbato i mercati e rallentato l’economia globale, i primi segnali di allentamento di alcune di queste pressioni fanno sperare che le condizioni del credito possano stabilizzarsi nel secondo semestre del 2023. Ma trovare una via d’uscita alle tensioni che gravano sul credito lascia poco margine di errore, secondo l’outlook per il Credito Globale 2023 di S&P Global Ratings.”Nel breve termine, prevediamo un’intensificazione delle pressioni sul credito, con un ordine mondiale sempre più frammentato e fragile – ha affermato Alexandra Dimitrijevic, Global Head of Analytical Research and Development di S&P Global Ratings – I settori che dipendono dalla spesa discrezionale, come i beni di consumo e la vendita al dettaglio, i settori ad alta intensità energetica come i prodotti chimici e i settori sensibili ai tassi come l’edilizia abitativa, probabilmente ne soffriranno di più. Altri, come le materie prime e i produttori di energia, stanno beneficiando dell’attuale contesto”.S&P prevede che i tassi di insolvenza delle imprese di grado speculativo negli Stati Uniti e in Europa raddoppieranno. Le principali banche centrali continuano a essere rigide per contrastare l’inflazione, mentre i governi dispongono di sempre meno strumenti fiscali avendo accumulato debito durante la pandemia.Molti emittenti hanno accumulato un margine sufficiente durante il lungo periodo di condizioni di finanziamento favorevoli per superare il periodo di crisi – almeno per qualche tempo – sostenendo la qualità del credito in molti settori. Tuttavia, i rating sono più bassi rispetto a prima della pandemia e i livelli di indebitamento sono più elevati, con il 29% delle società non finanziarie con rating “B-” o inferiore.I rischi per lo scenario di base di S&P rimangono decisamente al ribasso, a causa di una situazione geopolitica sempre più frammentata e fragile. L’inasprimento delle condizioni di finanziamento sulla scia di un’inflazione radicata, una recessione più profonda e più lunga del previsto e una persistente inflazione dei costi dei fattori di produzione potrebbero comprimere ulteriormente i margini delle imprese e i bilanci pubblici, portando a un più netto deterioramento del credito.”La grande mancanza nell’identificare correttamente l’incipiente pressione inflazionistica dello scorso anno come persistente implica che i politici sbaglieranno dal lato di fare troppo piuttosto che troppo poco – ha affermato Paul Gruenwald, capo economista di S&P Global – Di conseguenza, la finestra per un atterraggio morbido e non recessivo si sta chiudendo rapidamente; è molto probabile che si verifichi un rallentamento significativo”. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Pichetto Fratin: inflazione pesa su progetti

    (Teleborsa) – L’inflazione pesa in maniera decisa sui progetti del PNRR. Lo ha sottolineato il ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto all’evento annuale Pnrr 2022. “Alcuni cambiamenti li dobbiamo certamente fare. La revisione del Pnrr di cui tanto si discute – ha detto – è una revisione che con la Commissione europea va valutata rispetto a quello che è cambiato complessivamente. Sono cambiate alcune finalità, ci siamo anche accorti di avere alcuni punti che possono essere migliorati”.”Quando sono state previste le opere del Pnrr noi non avevamo l’8-10% di inflazione e su quelle che sono le opere del nostro ministero che sono opere sostanziali, l’effetto del maggior costo delle materie prime è dirompente. Ho chiesto al dipartimento Pnrr del ministero di fare una stima puntuale rispetto alle misure previste e ci dice che su 34,7 miliardi a oggi si può ragionare su 39 miliardi in più con inflazione all’8%”, ha detto ancora Pichetto Fratin. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Gentiloni: Va interpretato come missione nazionale

    (Teleborsa) – Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che a volte sembra un po’ un tormentone, va interpretato come una missione nazionale. L’azione di tutto il governo è fondamentale, ma c’è bisogno anche del protagonismo degli Enti locali, delle Regioni, del mondo del lavoro e delle imprese. Allora riusciremo a portarlo a termine”. Lo ha detto il Commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni, a conclusione del suo intervento al convegno sullo stato di attuazione del PNRR. Sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza il governo attuale, così come quello precedente “sta lavorando bene. “Finora il nostro Paese ha dimostrato grande capacità di mantenere gli impegni. Dobbiamo dare atto al governo precedente di aver lavorato bene. Il governo attuale sta lavorando altrettanto bene. La missione della Commissione – ha spiegato Gentiloni – ha verificato in questi due giorni il livello di impegno straordinario che c’è da parte di tutte le nostre amministrazioni”.Nella fase di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “i servizi della Commissione europea sono disponibili e pronti a collaborare per risolvere strozzature, difficoltà, singoli progetti che incontrano problemi concreti”, ha proseguito il Commissario spiegando che “le difficoltà non mancano”, derivanti soprattutto dall’aumento dei prezzi dei materiali e dell’energia. “La collaborazione in corso sarà fondamentale – ha precisato – per attuare il Piano, per valutare quello che c’è da correggere e farlo mentre si lavora all’attuazione degli impegni presi”.Per il Ministro dell’Economia Giorgetti, il Piano Nazionale di Ripresa e Resiienza è “la più grande occasione che abbiamo oggi per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo e rimuovere gli ostacoli che hanno bloccato lo sviluppo del Paese negli ultimi decenni, criticità che la stessa Commissione europea ha evidenziato più volte nei suoi rapporti annuali”. Il Piano è importante non solo per le risorse finanziarie che mette a disposizione, ha precisato Giorgetti, ma anche per le riforme strutturali che prevede. “Uno dei principi guida del Pnrr è che nessuna strategia di investimento può esprimere da sola tutto il suo potenziale, se non è integrata da ambiziose riforme strutturali. In tale ottica – ha spiegato il Ministro – il Pnrr dell’Italia include fondamentali riforme, sia di carattere trasversale (tra cui la riforma della Giustizia e la riforma della Pubblica amministrazione, il nuovo codice degli appalti, la legge sulla concorrenza), sia riforme settoriali, come il lavoro sommerso, le disabilità, i trasporti pubblici locali”.Il Ministro ha anche fatto il punto sullo stato dell’arte. “In questi giorni stiamo lavorando intensamente per conseguire i 55 obiettivi del secondo semestre 2022, per poter presentare a Bruxelles la terza richiesta di pagamento entro la fine di dicembre prossimo. Siamo già a buon punto e centreremo sicuramente anche questo traguardo”. Giorgetti ha ricordato che i precedenti obiettivi sono stati raggiunti, grazie all’impegno di tutte le amministrazioni e che complessivamente l’Italia ha finora ricevuto 67 miliardi di euro. “Abbiamo presentato la prima e la seconda richiesta di pagamento alla Commissione europea nei tempi previsti. Questo – ha spiegato – ci ha permesso di ricevere un totale di 42 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti i 24,9 miliardi di euro ricevuti quale prefinanziamento iniziale. LEGGI TUTTO

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    FILA, Cristian Nicoletti nuovo CFO e Investor Relator

    (Teleborsa) – Il CdA di FILA, quotata su Euronext STAR Milan e attiva nella vendita di articoli per le arti visive e plastiche, la creatività e il disegno, ha nominato Cristian Nicoletti quale nuovo Chief Financial Officer e dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari della società. La nomina avrà efficacia dalla data di effettiva cessazione del rapporto di Stefano De Rosa con FILA (ossia il 6 febbraio 2023), che aveva annunciato le sue dimissioni a fine novembre. Nicoletti ricoprirà anche il ruolo di Investor Relator e referente informativo di FILA. Il manager è in FILA dal 2006 e attualmente ricopre la posizione di Group Reporting & Business Analysis VP.”Sono molto soddisfatto della scelta di Cristian Nicoletti come CFO di FILA – ha commentato il CEO Massimo Candela – Il suo solido percorso professionale all’interno della società e il suo già diretto coinvolgimento nella gestione di una divisione di eccellenza all’interno del gruppo, lo rendono la risorsa ideale per questo ruolo, assicurando che le attività siano svolte in continuità”. “Sono inoltre molto contento che Stefano De Rosa abbia accettato di rimanere nel board di Pencil e la sua esperienza e il suo contributo saranno ancora preziosi per me e per il gruppo intero”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Banca Generali è la “Best Sustainable Private Bank Italy 2022”

    (Teleborsa) – La sensibilità verso il mondo ESG e la scelta di guidare il mercato finanziario italiano verso un approccio agli investimenti più sostenibile premiano Banca Generali che è stata riconosciuta a livello internazionale dalla rivista inglese CFI – Capital Finance International come la “Best Sustainable Private Bank Italy 2022″ nell’ambito dei propri riconoscimenti annuali.La giuria del premio, composta da analisti finanziari e giornalisti, ha apprezzato l’impegno verso il mondo degli investimenti ESG, che oggi rappresentano circa il 15% degli asset gestiti, grazie alla piattaforma che porta gli obiettivi sociali dei clienti all’interno dei portafogli, restituendo attraverso un particolare algoritmo il valore relativo al rendimento in termini di sostenibilità così da verificarne in modo tangibile l’impatto nei confronti del pianeta.Oltre all’offerta relativa ai prodotti sostenibili, la Banca guidata dall’AD Gian Maria Mossa è stata valutata positivamente per aver messo insieme diverse competenze al fine di rispondere ai bisogni dei diversi stakeholders ed escludendo dal proprio universo d’investimento le società che violano il Global Compact delle Nazioni Unite, operando secondo un modello di business che crea valore condiviso, incentrato sulla qualità del servizio, innovazione e sostenibilità.”Il premio ricevuto da CFI conferma il posizionamento di Banca Generali tra le banche più attente alla sostenibilità in Europa e segue la traiettoria già confermata dalle altre più importanti rating agencies internazionali come Sustainalytics, Standard Ethics e MSCI. Siamo felici di questa ulteriore conferma e proseguiremo nell’assicurare un sempre maggiore dialogo costruttivo con tutti gli stakeholders al fine di creare valore aggiunto nel lungo periodo” ha commentato Carmelo Reale, Responsabile Area General Counsel e Group Sustainability di Banca Generali.Un premio che quindi va a conferma di quanto già dichiarato da MSCI, che ha innalzato a novembre il rating della Banca del Leone da BBB ad A, e l’inclusione nell’indice MIB ESG di Borsa Italiana ed Euronext a ottobre del 2021. Inoltre, di recente conferma è l’adesione alla Carta “Donne in banca” dell’Associazione Italiana Bancaria (ABI) che promuove, presso il settore bancario e finanziario, la valorizzazione della diversità di genere. LEGGI TUTTO

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    Credit Suisse, presidente: deflussi denaro clienti si sono “praticamente fermati”

    (Teleborsa) – I deflussi del denaro dei clienti di Credit Suisse si sono “praticamente fermati”, dopo che il colosso bancario svizzero ha registrato 84 miliardi di franchi svizzeri di prelievi di asset dei clienti nelle prime settimane del quarto trimestre, dopo la presentazione del piano di rilancio e dubbi sulla stabilità della banca. Lo ha detto il presidente Axel Lehmann in un’intervista con Bloomberg TV, affermando che i principali indicatori di stabilità finanziaria della banca sono forti e che il suo livello di liquidità sta migliorando dopo i cali delle ultime settimane.Già nella giornata di ieri, a una conferenza del Financial Times, aveva detto che i deflussi dei clienti si sono parzialmente invertiti e pochissimi clienti se ne sono andati del tutto.Il liquidity coverage ratio della banca, che misura la quantità di asset facilmente vendibili disponibili per far fronte alle obbligazioni, è attualmente al 140%. La scorsa settimana la metrica era scesa tra il 120% e il 130%, da un livello di circa il 190% alla fine del terzo trimestre. Lehmann ha anche affermato che il leverage ratio della banca, che misura il capitale rispetto alle esposizioni, era ora superiore al 6% ed era uno dei più alti del settore. LEGGI TUTTO

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    Irce, Intesa lima target price e conferma Hold

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha abbassato a 2,1 euro per azione (da 2,2 euro) il target price su Irce, gruppo quotato su Euronext STAR Milan e operatore nel settore dei conduttori per avvolgimento di macchine elettriche e nel settore dei cavi elettrici, confermando il giudizio Hold sul titolo.Gli analisti fanno notare che il management ha indicato che nel quarto trimestre ci sarà una contrazione della domanda. “Tuttavia l’aumento dei prezzi di vendita e la diminuzione del costo dell’energia si stanno traducendo in un lieve recupero di marginalità – si legge nella ricerca – Di conseguenza, la società prevede di chiudere il 2022 con un risultato positivo, seppur in calo rispetto al 2021, tenuto anche conto che le attività extra europee non sono state influenzate dall’aumento dei prezzi dell’energia”. LEGGI TUTTO

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    Manovra, Bonomi: delusi su cuneo, scarsa attenzione su Sud e crescita Paese

    (Teleborsa) – “Serve un taglio del cuneo di almeno 4 punti perché abbia un effetto significativo: troppe volte nei decenni alle nostre spalle piccoli tagli di 1 o 2 punti non hanno avuto alcun effetto. Nel 2021, il cuneo in Italia è stato pari al 46,5% del costo del lavoro, uno dei più elevati tra i paesi avanzati (la media dell’Eurozona è al 42%)”. L’appello al governo che arriva direttamente dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso della sua audizione, alla Camera, sulla legge di Bilancio. E oggi, secondo Bonomi, “che l’inflazione è a doppia cifra e la bolletta energetica è altissima, sarebbe la via migliore per mettere subito nelle tasche dei lavoratori molto più reddito disponibile di quanto non avvenga con la logica dei micro-tagli e dei micro-sussidi su bollette, carburante e affitti”. Le risorse per “un taglio deciso al cuneo contributivo e per una seria riforma dell’occupabilità ci sono”, ha aggiunto il leader degli industriali. Per trovarle “siamo convinti che basterebbe rimodulare qualche punto percentuale di allocazione degli oltre mille miliardi di spesa pubblica superati in questo 2022, senza creare deficit aggiuntivo”, ha aggiunto.La proposta di Confindustria è nota: “un taglio dei contributi di 16 miliardi sui lavoratori dipendenti con redditi fino a 35 mila euro, due terzi a beneficio dei lavoratori e un terzo dei datori di lavoro. In questo modo, il lavoratore che guadagna 35 mila euro avrebbe un beneficio di 1.223 euro e il cuneo scenderebbe al 42,5%, avvicinandosi a quello medio dell’eurozona (42%)”, ha concluso. “Non vediamo attenzione alla crescita del Paese”, ha incalzato il numero uno degli Industriali. “Le risorse mancate per gli investimenti delle imprese si devono anche al fatto che una parte di quelle a disposizione, al netto degli interventi sull’energia, vengono impiegate per obiettivi a nostro avviso non prioritari in questa fase di emergenza e, comunque, discutibili nel merito. Ci riferiamo alle misure sulle flat tax e a quelle in tema di prepensionamenti”. Sul fronte delle flat tax, Bonomi ha fatto notare che si tratta, in realtà, di “un’estensione di regimi forfetari esistenti, che minano il principio di progressività delle imposte e, soprattutto, creano sperequazioni tra lavoro autonomo e subordinato. In proposito, riteniamo doveroso evidenziare che, sulla base di nostre prime stime, l’ampliamento del regime forfetario ai redditi fino a 85mila euro – ha spiegato – comporterà un abbattimento d’imposta di circa il 50% per i contribuenti interessati”. E ancora: “è vero che, ad oggi, si tratta dello 0,1% del totale dei contribuenti effettivi Irpef, ma misure distorsive come questa minano alla base il lavoro dipendente, col rischio concreto di “spostamento” sul lavoro autonomo e con inevitabili effetti sulla sostenibilità del sistema previdenziale”. Analoghi rilievi “sul carattere disorganico delle misure previste nel Ddl riguardano l’esperimento di una flat tax incrementale per i soggetti che non rientrano nel regime forfettario. Complessivamente, le due flat tax drenano risorse pubbliche per poco meno di 1,2 miliardi nel 2024”. Quanto ai prepensionamenti, a giudizio del leader degli industriali, “si tratta di scelte che allontanano di nuovo dall’obiettivo di mettere in sicurezza la spesa previdenziale italiana, senza arrecare alcuna utilità, come già attestato dai numeri, in termini di ricambio generazionale e accesso dei giovani al mercato del lavoro”.Sul PNRR: “Occorre una rigorosa attuazione, essenziale per avere la credibilità necessaria sia a ottenere le indispensabili rimodulazioni del Piano imposte dall’emergenza bellica, sia a “giocare” in modo efficace la partita cruciale della riforma della governance economica europea”. Sul Pnrr “evidenziamo che il tempo stringe rispetto a obiettivi e traguardi di fine anno: tra questi, l’attuazione della legge sulla concorrenza, tassello basilare, e peraltro non rinviabile, per modernizzare il Paese, nonché la prosecuzione dell’azione di semplificazione di norme e procedimenti amministrativi necessaria per velocizzare gli investimenti”. “Non vorremmo che per effetto dello spacchettamento di deleghe all’atto della formazione del governo subentrino problemi per la Cabina di regia del Pnrr, che deve essere pronta a interventi di sussidiarietà dall’alto in caso di ritardi conclamati nell’attuazione di milestone e target del piano, dei bandi e delle gare da parte delle Autonomie”, ha concluso. LEGGI TUTTO