Dicembre 2022

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    Terna, Donnarumma: “Fondamentali investimenti in reti, rinnovabili e accumuli”

    (Teleborsa) – “Gli investimenti nello sviluppo delle reti di trasmissione e nelle fonti di energia rinnovabili, accompagnati da quelli, non meno rilevanti, in accumuli di energia elettrica, sono fondamentali per abilitare la transizione energetica e per renderci indipendenti dal gas importato”. È quanto ha spiegato l’amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma, intervenendo oggi al convegno MoltoEconomia.”Terna, coerentemente con il suo ruolo di regista del sistema elettrico nazionale,– ha aggiunto Donnarumma – ha un Piano decennale di Sviluppo della rete da 18,1 miliardi di euro con investimenti tesi a renderla ancora più efficiente rinforzando, in particolare, le dorsali di trasporto dal Sud al Nord del Paese. Investimenti che sono destinati ad aumentare e che hanno visto superare il miliardo di euro nei primi nove mesi del 2022, prima volta nella storia del Gruppo. Questo piano, inoltre, genererà importanti ricadute economiche e occupazionali: numerosi studi hanno evidenziato come ogni miliardo di euro investito in infrastrutture elettriche ne genera circa tre in termini di PIL, con la creazione di circa mille posti di lavoro. Per cogliere le opportunità legate allo sviluppo delle rinnovabili, è anche fondamentale avere un sistema sempre più interconnesso a livello internazionale. Grazie alla sua posizione geografica, l’Italia è al centro del Mediterraneo e può diventare l’hub energetico di collegamento tra il Nord Africa e l’Europa continentale. Terna gestisce già oggi 26 linee elettriche transfrontaliere e nel suo Piano di Sviluppo decennale ha inserito una serie di progetti, oltre a quelli già in corso, per collegare ulteriormente l’Italia con gli altri Paesi confinanti e con quelli nel Mediterraneo. Uno dei principali progetti di interconnessione prevede la realizzazione di un collegamento elettrico sottomarino tra Italia e Tunisia con un elettrodotto lungo oltre 200 chilometri che richiederà un investimento complessivo di 850 milioni di euro. Negli ultimi mesi si sono fatti dei passi in avanti sul fronte delle rinnovabili: a ottobre le richieste di connessione alla rete di trasmissione nazionale di nuovi impianti green hanno raggiunto il valore complessivo di circa 300 GW di potenza, di cui 95GW riguardano impianti eolici offshore per i quali, entro la fine del 2022, Terna rilascerà la soluzione tecnica di connessione – ha proseguito l’ad di Terna –. È un dato significativo, pari a oltre 4 volte il fabbisogno di 70 GW di nuova capacità rinnovabile necessario per raggiungere i target definiti dal nuovo pacchetto UE ‘Fit-for-55’ al 2030. Realizzare questi 70GW porterebbe a un risparmio di oltre 26 miliardi di metri cubi di gas, valore sostanzialmente pari alle quantità che il nostro Paese ha importato dalla Russia negli ultimi dodici mesi. Bisogna proseguire su questa strada e accelerare il più possibile i processi di autorizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici. I progetti ci sono, gli investitori e le aree idonee anche, la rete di Terna è e sarà in grado di supportare la crescita. Per accompagnare l’integrazione delle rinnovabili, è necessario un cambio di passo anche nello sviluppo degli accumuli. Purtroppo, negli ultimi anni, gli investimenti in questo campo sono stati insufficienti e Terna ha da tempo evidenziato la necessità di promuovere, specialmente nel Sud Italia, lo sviluppo di capacità di accumulo di grande taglia per accompagnare l’integrazione delle energie rinnovabili nella rete. Per realizzare i 10GW di accumuli previsti dal Pniec al 2030 – ha concluso Donnarumma – si può stimare un investimento complessivo pari a circa 15 miliardi di euro che avrebbe un duplice beneficio: da un lato, un impatto positivo sul PIL pari a oltre 40 miliardi di euro; dall’altro, l’immissione in rete, grazie agli accumuli, di circa 16 terawattora all’anno di energia rinnovabile”. LEGGI TUTTO

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    Sewing (Deustche Bank): impatto negativo da vigilanza BCE troppo restrittiva

    (Teleborsa) – “A mio avviso, in Deutsche Bank non c’è bisogno di un regolatore che ci dica come ridurre e cosa fare” con i leveraged loan. Lo ha detto il CEO Christian Sewing in una conferenza organizzata dal Financial Times. I banchieri e “i gestori del rischio in Deutsche Bank hanno svolto un ottimo lavoro per contenere e assicurarsi che avessimo un book in cui abbiamo il controllo assoluto”.Le parole del banchiere tedesco possono essere lette all’interno di uno scontro che va avanti da mesi tra alcune grandi banche dell’eurozona e la Vigilanza BCE, accusata di interferire eccessivamente nella gestione degli istituti. A inizio novembre era emerso che Lorenzo Bini Smaghi, presidente della francese Société Générale, aveva scritto alla BCE per protestare contro le richieste dei funzionari di essere presenti alle riunioni del consiglio di amministrazione.Stamattina Andrea Enria, presidente del consiglio di vigilanza della BCE, ha detto che “nella valutazione di vigilanza di quest’anno, intendiamo applicare le maggiorazioni di capitale del secondo pilastro a un numero ristretto di banche, a causa di carenze sostanziali nei loro quadri di gestione del rischio per le operazioni con leva finanziaria”.Già nella giornata di ieri Sewing aveva dichiarato che apprezzerebbe una maggiore uniformità nelle normative globali per il business dei prestiti con leva finanziaria. “Apprezzerei se avessimo una regola globale perché penso che le regole della BCE siano leggermente diverse da quelle della FED”, ha ribadito oggi, spiegando che questo è “da un punto di vista competitivo qualcosa che può avere un impatto negativo su di noi”. LEGGI TUTTO

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    algoWatt, finanziamento per progetto europeo smart grid

    (Teleborsa) – algoWatt, GreenTech Solutions Company quotata su Euronext Milan, si è aggiudicata un finanziamento di 310 mila euro nell’ambito del programma Horizon Europe per il progetto FlexCHESS – Flexibility services based on Connected and interoperable Hybrid Energy Storage System.Si tratta di un progetto della durata complessiva di 36 mesi e con investimenti pari a circa 2,9 milioni di euro, che ha previsto un finanziamento comunitario di circa 2,3 milioni per il Consorzio coordinato da Universite D’aix Marseille (AMU) e che vede la partecipazione di 10 partner tra società energetiche, utilities, centro di ricerca e atenei.Il progetto FlexCHESS intende rivoluzionare i paradigmi esistenti di gestione dell’accumulo di energia sviluppando un approccio di flessibilità multilivello basato sul concetto di Virtual Energy Storage System (VESS) in grado di immagazzinare l’energia in eccesso attraverso sistemi di accumulo di energia ibridi (HESS), modificandone architettura e comportamento per sostenere le dinamiche di produzione e consumo, cambiamento climatico e mercato dell’energia.FlexCHESS rilascerà una Open Flexibility Platform (OFP) scalabile e configurabile per facilitare l’aggregazione di diverse tecnologie ESS. A questo propositi, algoWatt coordinerà le attività preposte all’implementazione e all’integrazione delle funzionalità intelligenti della OF. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, Bernabè (Acciaierie d'Italia): arrivare ad assemblea con soluzione problemi finanziari

    (Teleborsa) – “Gli azionisti sono in contatto tra di loro e dovranno arrivare all’assemblea con una soluzione dei problemi finanziari di Acciaierie d’Italia”. Lo ha detto il presidente, Franco Bernabé, in vista dell’assemblea del 2 dicembre dell’ex Ilva. “Il piano per la decarbonizzazione, per la transizione energetica è pronto – ha spiegato nel corso del Sustainable Future Forum -, i progetti ci sono manca il finanziamento, e spetta agli azionisti decidere che cosa vorranno fare in termini di finanziamento di un processo di transizione che è molto oneroso e comporta nell’arco di 10 anni un investimento di 5 miliardi e mezzo circa”.I prezzi dell’energia hanno avuto un impatto gigantesco sull’Ilva. Noi avevamo una bolletta di circa 200 milioni di euro in un anno normale, tipo il 2019 e 2020, siamo passati a un costo complessivo di 1,4 miliardi, insostenibile per qualsiasi impresa”, ha aggiunto. “Gli strumenti che il governo ha adottato, la defiscalizzazione, i crediti di imposta sono stati certamente molto utili – ha spiegato -, ma ci ha imposto comunque una riorganizzazione dell’assetto produttivo in modo tale da minimizzare i consumi. Questo è avvenuto anche nell’industria a valle che ha fermato la produzione per i costi”.”Riequilibrare la governance. È quanto urge in questo momento storico all’ex Ilva, il più grande polo siderurgico d’Europa. Alla vigilia dell’assemblea dei soci, inizialmente prevista per lo scorso 25 novembre e poi rinviata a domani 2 dicembre, è necessario metter mano agli assetti del sodalizio di Acciaierie D’Italia, nato attraverso una partnership tra privato e pubblico. Per la Fim Cisl, che parla con il segretario generale Roberto Benaglia e il segretario nazionale, Valerio D’Alò “rimane indispensabile che lo Stato acceleri il percorso d’ingresso come socio di maggioranza. C’è bisogno di riequilibrare la governance. Lo Stato, negli anni, ci ha messo molto denaro, ce ne metterà altri 2 miliardi. Come sindacato vogliamo che queste risorse vengano spese effettivamente per recuperare il declino registrato dal Gruppo. E i dati della produzione lo dimostrano. Oggi Acciaierie d’Italia, in questo modo, non è in condizione di poter reggere uno stabilimento e una produzione come quella che l’Italia merita”. “Con il riequilibrio della governance, dove chi mette i soldi possa gestire la partita in prima persona, porterebbe benefici all’intero sistema, ormai compromesso, di relazioni industriali e darebbe anche una risposta di un interesse realmente strategico del Gruppo Acciaierie D’Italia. Soluzione importante anche per l’anello debole degli appalti e dell’indotto, troppo spesso condizionati dalle incertezze causate da una gestione poco virtuosa. Senza trascurare, ridando loro centralità, i lavoratori di Ilva in Amministrazione Straordinaria, quest’ultima in campo allo Sato e proprietaria degli impianti in cui opera Acciaierie D’Italia. È giunto il momento di fare chiarezza. Lo chiedono i lavoratori, insieme ad una città ed un territorio sempre più martoriata da una crisi occupazionale senza precedenti”. LEGGI TUTTO

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    Trawell Co, Intesa alza target price e conferma Buy

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha alzato a 10,7 euro per azione (da 9,1 euro) il target price su Trawell Co, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nei servizi di protezione e rintracciamento bagagli per i passeggeri aeroportuali, confermando il giudizio Buy sul titolo. Gli analisti ricordano che TraWell ha recentemente annunciato le nuove concessioni degli aeroporti di Malpensa e Linate, che descrivono come “una pietra miliare per la società”, “destinata a incrementare le vendite e la redditività sulla scia della ripresa del traffico passeggeri”. “Il flusso di notizie complessivamente positivo (il nuovo accordo con Malpensa e Linate e alcuni recenti rinnovi di concessione) che ha caratterizzato quest’ultimo periodo, inclusi i solidi risultati del primo semestre del 2022, non trova riscontro nell’andamento del titolo, che a nostro avviso sottostima le solide potenzialità della società”, si legge nella ricerca.In vista dell’aggiornamento del piano industriale della società, che dovrebbe essere svelato nel primo trimestre del 2023, Intesa Sanpaolo ha aggiornato le stime per includere l’accordo con Malpensa e Linate. Il broker deriva un’aggiunta dalle nuove concessioni di almeno il 15% alle previsioni di vendita per il 2023 e un margine EBITDA del 19,2% (migliore di 60 punti base rispetto alle stime pre-accordo). Inoltre, prevede che l’utile netto del 2023 cresca del 23% rispetto alle stime precedenti.Intanto, spicca il volo Trawell Co, che si attesta a 5,8 euro per azione, con un aumento del 4,69%. Operativamente le attese sono per un proseguimento della giornata in senso positivo con resistenza vista in area 5,86 e successiva a quota 6,04. Supporto a 5,68. LEGGI TUTTO

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    Ucraina, Xi Jinping incontra Michel: soluzione politica è nell'interesse di tutti

    (Teleborsa) – Per il presidente cinese Xi Jinping la risoluzione della crisi in Ucraina “con mezzi politici” è negli interessi di tutti i Paesi europei e dell’Eurasia. “Nella situazione attuale, è necessario evitare l’escalation e l’espansione della crisi, insistere nel persuadere alla pace e nel promuovere colloqui, nel controllare l’impatto di ricaduta della crisi e nell’essere vigili contro i rischi in campo”, ha detto il presidente cinese al presidente del Consiglio europeo Charles Michel, oggi in visita a Pechino, secondo il resoconto fornito del network statale Cctv. La Cina “è disposta a tenere il dialogo con l’Ue sui diritti umani sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco”, ha assicurato inoltre Xi Jinping.Cina ed Europa devono “rispettare i reciproci interessi fondamentali e le preoccupazioni, in particolare su sovranità, indipendenza e integrità territoriale”, ha aggiunto. In particolare, per il leader cinese sono una priorità “la non interferenza negli affari interni reciproci e la salvaguardia congiunta del fondamento politico delle relazioni bilaterali”.Nel corso dell’incontro a Pechino, durato circa tre ore, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel “ha sottolineato che l’Ue conta sulla Cina, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per invitare la Russia a rispettare i principi fondamentali della Carta dell’Onu e contribuire a porre fine alla brutale distruzione e occupazione russa”. Il portavoce di Michel, Barend Leyts, al termine dell’incontro ha fatto sapere che “entrambi i leader hanno sottolineato che le minacce nucleari sono irresponsabili e altamente pericolose”. LEGGI TUTTO

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    Ascopiave cede a Hera l'8% di EstEnergy per 79,2 milioni di euro

    (Teleborsa) – Ascopiave, gruppo quotato su Euronext STAR Milan e uno dei principali operatori nazionali nel settore della distribuzione del gas naturale, ha siglato con Hera, multiservizi quotata su Euronext Milan, l’accordo per la cessione di una quota dell’8% del capitale di EstEnergy, la joint venture commerciale nata nel 2019 e che costituisce il maggiore operatore energy del Nord-Est con oltre un milione di clienti. Il valore di cessione ha come base il fair market value della società, stimato in 79,2 milioni di euro con pagamento nel mese di dicembre 2022.La cessione deriva dall’esercizio parziale dell’opzione di vendita detenuta da Ascopiave sulla propria partecipazione nella società, così come stabilito negli accordi sottoscritti tra le parti in occasione della costituzione della partnership, spiega una nota.Per effetto dell’operazione, che verrà perfezionata entro la fine del 2022, la partecipazione di Hera in EstEnergy salirà al 60% mentre Ascopiave continuerà a detenere il 40% del capitale.L’operazione consentirà al Gruppo Ascopiave di migliorare la sostenibilità della propria struttura patrimoniale, contribuendo alla copertura finanziaria degli investimenti di medio periodo nelle attività core e di diversificazione. Hera, invece, rafforza ulteriormente la propria presenza nel Nord Est. LEGGI TUTTO

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    Inflazione, Gentiloni: “Forse ha raggiunto il picco, vedremo”

    (Teleborsa) – Nell’area euro “l’inflazione forse ha raggiunto il picco, vedremo”. Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, commentano i dati più recenti sul caro vita durante un evento del Messaggero. A novembre sull’inflazione “per la prima volta si è vista una decrescita abbastanza sensibile, molto legata a quello che era stato il principale motore di crescita dell’inflazione, e cioè l’energia”, ha detto.Su rischi di recessione e ripresa “l’Italia è chiaro che ha un problema in più rispetto agli altri paesi europei, che è, a parte tanti problemi storici strutturali, un problema di pagare l’altro debito. Questa questione ovviamente è un limite alle possibilità di espansione di sostegno economico”. Ma ci sta “l’antidoto del Pnrr: quindi in che modo riusciremo a spendere questi quattrini secondo me sarà molto molto importante perché l’Italia non resti il mitico fanalino di coda della crescita europea”. Lo spazio è limitato sulle politiche espansive ma “se non utilizziamo quello sarà più difficile, credo, continuare ad essere diciamo così almeno non dico nel gruppo di testa ma almeno insieme agli altri grandi paesi europei”, ha avvertito.Sui Pnrr “tutti paesi hanno difficoltà, alcuni paesi hanno chiesto rinvii sulla data del 2026 ma questi rinvii non sono possibili dal punto di vista tecnico, politico e legale. So quali siano le difficoltà che abbiamo di attuazione. Però guardiamo anche ai nostri vicini: l’unico paese europeo che ha maggiori difficoltà di assorbimento delle risorse europee dell’Italia è la Spagna. E la Spagna sta a testa bassa cercando di mantenere gli impegni per per il Pnrr. Loro hanno delle difficoltà diverse dalle nostre, legate alle autonomie e al processo decisionale. Quindi – ha detto – bisogna correggere quello che va corretto ma lavorare per per attuare” questo piano. “Penso che la la sfida debba essere mantenuta. Questa è un’occasione e questa occasione non va e non può essere perduta”. LEGGI TUTTO