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BCE, Lagarde: non acceleriamo normalizzazione, guerra impatta inflazione

(Teleborsa) – “Nel secondo trimestre acquisteremmo meno e nel terzo trimestre potremmo concludere gli acquisti. Se i dati non dovessero sostenere questa previsione del medio termine, in quel caso il consiglio è pronto a cambiare sia in termini di timeline che di quantità degli acquisti. La nostra decisione è condizionale e non stiamo accelerando in nessun modo“. Lo ha detto la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, nella conferenza stampa post-meeting della BCE, in cui Francoforte ha deciso di ricalibrare gli acquisti del programma APP. La numero uno della BCE, sottolineando che non è un’accelerazione nel ritorno a normali condizioni di politica monetaria, ha detto che le decisioni comunicate oggi sono nel solco di quanto fatto alle riunioni di dicembre e febbraio. “Confermiamo approccio step by step e una massima opzionalità in risposta alla massima incertezza, ma in ogni caso ci atteniamo al mandato”, ha aggiunto.

La maggiore incertezza sulle decisioni della BCE deriva ovviamente dal conflitto in Ucraina. “La guerra avrà un impatto materiale sull’attività economica e sull’inflazione attraverso l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, l’interruzione del commercio internazionale e una fiducia più debole – ha detto – L’entità di questi effetti dipenderà dall’evoluzione del conflitto, dall’impatto delle sanzioni vigenti e da eventuali ulteriori misure”.

La Banca centrale europea ha comunque già rivisto le stime per crescita e inflazione. Nello scenario base, che incorpora una prima valutazione delle implicazioni della guerra, la crescita del PIL è stata rivista al ribasso per il breve termine, a causa della guerra in Ucraina. Le proiezioni prevedono che l’economia crescerà del 3,7% nel 2022, del 2,8% nel 2023 e dell’1,6% nel 2024. La linea di base per l’inflazione è stata rivista in modo significativo al rialzo, con un’inflazione annua al 5,1% nel 2022, 2,1% nel 2023 e 1,9% nel 2024. L’inflazione al netto di generi alimentari ed energia dovrebbe raggiungere una media del 2,6% nel 2022, 1,8% nel 2023 e 1,9% nel 2024, in aumento rispetto alle proiezioni di dicembre. “L’inflazione potrebbe essere considerevolmente più alta nel breve termine – ha detto Lagarde – Tuttavia, in tutti gli scenari, l’inflazione dovrebbe ancora diminuire progressivamente e stabilizzarsi a livelli intorno al nostro obiettivo di inflazione del 2% nel 2024″. “L’inflazione nel medio termine cresce nel target in tutti gli scenari, che comunque sono peggiorativi”, ha sottolineato in un altro passaggio.

Le domande dei giornalisti hanno cercato di avere più dettagli in merito alla formulazione della BCE per quanto riguarda l’innalzamento dei tassi. “Qualsiasi modifica dei tassi di interesse di riferimento della BCE avverrà qualche tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività nel quadro del PAA”. Lagarde ha cercato di sviare su cosa significhi la formula “qualche tempo dopo“, prima di affermare che “può essere la settimana dopo o anche più avanti. L’orizzonte temporale non è la cosa più importante, ma sono i dati che ci spingeranno a prendere la decisione”.

Con riguardo alle reazioni del mercato in seguito alla diffusione dello statement del consiglio direttivo, con i mercati che hanno perso terreno e i rendimenti dei titoli di stato che sono saliti, ha detto: “Chi ci segue non prende le decisioni, chi le prende è il consiglio direttivo, che valuta i dati in base al mandato, guardano le previsioni, i rischi e le incertezze del momento. Sulla base di questi dati, cerchiamo di stabilire un percorso corretto e questo è quello che abbiamo fatto. Mettere incertezza su situazione già incerta è sbagliato”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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