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Caro carburanti, per trasporto “crisi senza fine”

(Teleborsa) – Il “caro carburanti” ha aperto una voragine nei conti aziendali e, in assenza di ulteriori e più incisive misure di sostegno, molte imprese di trasporto passeggeri rischiano a breve di chiudere i battenti. Questa è la preoccupazione, delle Associazioni Anav, Asstra e Agens che rappresentano le imprese del Tpl e una parte qualificata del trasporto commerciale con autobus. Per le associazioni “dopo la grave crisi pandemica è iniziata una lunga via crucis già con le prime avvisaglie delle tensioni politiche internazionali che, poi, hanno portato al gravissimo conflitto ucraino.

Nel 2022 il costo del gasolio è letteralmente esploso con un impatto deflagrante sui bilanci delle nostre aziende di trasporto che dispongono di un parco veicolare composto per oltre il 98% da autobus alimentati a gasolio, per non parlare della eccezionale impennata del costo del metano e dell’energia elettrica”. “I dati ufficiali del ministero dello Sviluppo economico ci dicono – sottolineano le Associazioni – che, nonostante il taglio di 25 centesimi dell’accisa varato dal Governo a marzo scorso, il prezzo del gasolio, al netto dell’Iva, è aumentato nei primi otto mesi dell’anno di quasi il 25% rispetto al 2019 con un impatto in termini di maggiori costi di produzione dei servizi di trasporto di circa 240 milioni di euro. Con questo trend di aumenti e sempreché venga rinnovato il taglio di accisa, il settore dovrà sostenere, da qui a fine anno, ulteriori 140 milioni di euro di extra-costi per l’acquisto di carburanti . Si parla di complessivi 380 milioni di euro, una cifra record che inciderà per oltre 6 mila euro ad autobus”.

Le Associazioni aggiungono che “non bisogna dimenticare, poi, l’impatto della spirale inflazionistica innescata dal caro-energia. L’Istat ha comunicato che ad agosto l’inflazione di fondo, quella al netto di prodotti energetici ed alimentari, ha toccato +4,4% rispetto al 2021. Rispetto al 2019 l’incremento è di oltre il 5%. Se consideriamo l’andamento da inizio anno l’impatto a oggi sui costi dei fattori di produzione maggiormente esposti è stimabile almeno in ulteriori 70 milioni di euro”. “È evidente quindi la gravità della situazione e la necessità di ulteriori misure di sostegno per un settore come quello del trasporto collettivo, tra i più colpiti dalle restrizioni imposte dalla pandemia e ancora in attesa del pieno recupero dei livelli di domanda pre-covid”.

“Apprezziamo – concludono le Associazioni – i primi interventi messi in campo dal Governo, ma dobbiamo sottolineare che la crisi economica e di liquidità che le imprese si trovano oggi ad affrontare può essere efficacemente contrastata solo attraverso misure più corpose, incisive e adeguate alla situazione in atto. In questo senso, al fine di evitare il default della maggior parte delle oltre 6mila imprese che compongono il settore e di assicurare la continuità e la regolarità di un servizio essenziale per i cittadini soprattutto nell’attuale contesto congiunturale di estrema difficoltà delle famiglie, chiediamo interventi urgenti nel preannunciato prossimo provvedimento del Governo.”


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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