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Enel, Starace: lavoro mi piace, ma decideranno gli azionisti

(Teleborsa) – “Non è un mistero che mi piace questo lavoro ed è un’attività estremamente soddisfacente, ma continuare a guidare Enel non è la mia scelta, è una scelta degli azionisti“. Lo ha affermato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di , rispondendo alle domande degli analisti sul Piano Strategico 2023-2025, in vista della scadenza del suo mandato triennale che si concluderà con la prossima assemblea degli azionisti del 2023. “Il piano è sfidante, ma le persone del gruppo sono pronte e saranno pronte a eseguire il piano in ogni caso“, ha aggiunto.

Il piano prevede un riposizionamento strategico dei business e delle aree geografiche, soprattutto con un piano di dismissioni. Dei 21 miliardi di euro di cessioni, 11 miliardi di euro andranno al consolidamento del debito e il resto sul lato equity patrimoniale“, ha spiegato il CFO Alberto De Paoli, aggiungendo che “l’unico cambiamento rispetto al piano precedente riguarda le cessioni”.

Enel ha già in corso discussioni per le cessioni di asset in Romania, Perù e Argentina, secondo quanto ha spiegato Starace: “Come immaginate quando abbiamo formulato il piano nei dettagli come è ovvio non siamo partiti dall’inizio perché alcune cessioni le avevamo già lanciate come uscita gas in Cile e spero che negoziati si concluderanno prima del 2022 e questo porterà alla stessa operazione in Spagna”.

“Abbiamo discussioni per la Romania, il Perù e l’Argentina. I processi sono a diversi stadi, non posso entrare nei dettagli, e questo vale per la stewardship in Grecia e Australia”, ha aggiunto. “Si tratta di un grande range di asset, e quindi i potenziali compratori sono aziende energetiche, fondi d’investimento, grid companies, quindi un gruppo molto largo di compratori“, ha puntualizzato il CFO.

Per quanto riguarda l’azione di cristallizzare del valore degli asset negli Stati Uniti, il CEO ha detto che “non c’è una visione pessimistica nei confronti del paese” e che l’Inflation Reduction Act ha un supporto bipartisan e quindi non ci saranno effetti negativi dai mutamenti politici. “Non c’è un problema di indebitamento o capex, ma dovremo vedere nei miglioramenti del mercato”, ha aggiunto. Per le attività statunitensi “ci potrebbe essere una IPO, se il clima delle quotazioni migliora, o una partnership con un fondo”.

La situazione in Italia ed Europa non è stabile – ha detto il CEO in risposta a una domanda di un analista in merito alle nuove misure del governo – Non c’è chiarezza sul price cap e quindi pensiamo che rimarrà una certa turbolenza. Il nuovo decreto non sembra influenzare i nostri numeri”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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