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Energia, Cingolani: difficile credere a stabilizzazione prezzi gas dopo I trimestre

(Teleborsa) – Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha definito la situazione legata al gas “molto complessa”. “Se a fine anno si era detto che c’era una aspettativa in cui dopo il primo trimestre ci si aspettava di avere una stabilizzazione dei prezzi del gas, ora è difficile da credere perché sono subentrate condizioni geopolitiche diverse. Serve una soluzione diversa”, ha spiegato Cingolani, in audizione alle commissioni riunite Industria e Attività produttive di Senato e Camera.

L’occasione è stata utile anche per fare il punto sulle misure allo studio del Governo per far fronte al caro bolletta. “Sarò molto franco. Non credo che possiamo continuare ogni trimestre a tirar fuori del cash che mitiga per altro una parte dell’aumento che di solito è a due zeri. Allora mentre aspettiamo di capire se questa cosa è strutturale o contingente ormai con tutti i paesi europei è arrivato il momento di fare un intervento strutturale“, ha affermato il ministro. “In generale l’Authority fa le previsioni a fine trimestre e al momento è possibile fare stime solo in base ai trend dei prezzi del gas che sono un po’ oscillanti in questo periodo. Molto dipenderà dalla situazione geopolitica, Usa-Germania, Russa-Ucraina”, ha spiegato il ministro. “Tutto gira intorno al North Stream e non sembra onestamente promettere molto bene e possiamo solo stare a vedere cosa succederà”, ha aggiunto.

“È difficile fare previsioni ma gli analisti concordano che i tempi dei rincari potrebbero essere lunghi e difficilmente si esauriranno a marzo 2022. Quindi a questo punto, senza indugio è necessario mettere in campo misure strutturali non solo contingenti”, ha ribadito il ministro. Tra le misure allo studio c’è un taglio dell’Iva, mentre altri 700-800 milioni arriveranno dalle risorse aggiuntive delle aste di CO2 in capo al Mite, ha dichiarato il ministro. “Stiamo riflettendo, bisogna riflettere di interventi sull’Iva ma questa non è una prerogativa del Mite. Possiamo suggerirlo ma le operazioni di defiscalizzazione sono importanti e questa è prerogativa del Mef. Si stanno facendo tutte le riflessioni del caso”. In studio anche, tra le misure principali, “una riguarda un’analisi di cartolarizzazione degli oneri Asos, oneri di sistema pari a circa 11 miliardi all’anno e varrà una riduzione di 4-5 miliardi tra 5 anni e altri 5 a dieci anni. Sarebbe possibile una misura di indebitamento per spostare una parte degli oneri a 5 o 10 anni quando l’ammontare complessivo si ridurrà”, ha spiegato ancora Cingolani.

Tra le ipotesi allo studio del governo per il taglio dei costi della bolletta un intervento potrebbe arrivare da una diversa modulazione della vendita di energia fotovoltaica incentivata. Il risparmio potrebbe raggiungere 1,5 miliardi cui si aggiungerebbe un altri 1-2 miliardi dalla estrazione di rendita degli impianti idro incentivati.

Cingolani ha infine escluso la possibilità che il Paese si ritrovi a corto di energia e a rischio black out. “In Italia, a meno che non venga un mese di febbraio tremendamente glaciale, non corriamo questo rischio. Le nostre riserve sono un po’ meno piene degli anni passati ma non sostanzialmente diverse. Altri Paesi europei, specie al Nord, potrebbero avere problemi superiori”, ha dichiarato.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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