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G.M. Leather, Malagutti: in Borsa per standing e M&A per entrare in fascia alta

(Teleborsa) – Debutta il 13 luglio a Piazza Affari il gruppo vicentino G.M. Leather, attivo nel settore della lavorazione e della commercializzazione delle pelli destinate alla realizzazione di prodotti per i settori dell’arredamento, della pelletteria e della moda, delle concerie e dell’automotive aftermarket. Borsa Italiana ha disposto oggi l’ammissione alle negoziazioni delle azioni ordinarie e dei warrant sul mercato Euronext Growth Milan (EGM), il segmento dedicato alle piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita. Il gruppo, fondato dalla famiglia Marcigaglia, è attivo da oltre 45 anni nel settore della concia e lavorazione pelli, con sede ad Arzignano (Vicenza), nel più grande distretto conciario italiano.

La quotazione in Borsa serve per acquisire uno standing maggiore e finanziare la crescita inorganica, con il gruppo che sta valutando alcuni dossier all’interno del proprio distretto per entrare in fasce premium non ancora ben presidiate. L’obiettivo è accelerare una crescita che è stata comunque già importante negli scorsi anni, con il fatturato che è raddoppiato dal 2017 al 2021 e l’EBITDA che è cresciuto del 300%. “Siamo cresciuti in maniera importante negli ultimi anni, con una crescita elevata a livello di volumi di fatturato ed esponenziale a livello di marginalità – racconta a Teleborsa l’amministratore delegato Marco Malagutti – Ciò è dovuto agli investimenti in macchinari, alla costante attenzione ai processi produttivi e ai costi, e alla grandissima capacità di acquisto che l’azienda ha dimostrato di avere grazie alla sua esperienza”.

G.M. Leather si occupa delle attività di approvvigionamento della materia prima e commercializzazione sia della materia prima che del prodotto finito. La filiera produttiva è presidiata in modo diretto, per le lavorazioni a maggiore valore aggiunto e personalizzazione, e attraverso storiche relazioni con alcuni partner attivi nel distretto per le attività maggiormente standardizzate. Il gruppo si pone come partner per primari clienti internazionali (principalmente in USA, UK, Germania, Hong Kong e Cina) quali distributori e brand attivi nel settore dell’arredamento, della moda e pelletteria. Nel 2021 ha realizzato ricavi per 49,7 milioni di euro (in crescita del 70% rispetto al 2020), di cui il 76,2% generati all’estero e il 23,8% in Italia, e un EBITDA pari a 4,4 milioni di euro (rispetto a 3,5 milioni di euro nel 2020).

La scelta della Borsa

“Inizialmente abbiamo valutato la possibilità di far entrare come soci dei fondi di private equity o dei club deal – spiega l’AD – ma abbiamo valutato positivamente la strada della Borsa perché questo consentiva alla famiglia di mantenere il DNA operativo dell’azienda, mettendo a disposizione del mercato una percentuale di minoranza, mentre con il private equity si parlava di percentuali di maggioranza con governance altrui”.

Il manager è consapevole di entrare a Piazza Affari in un momento non facile, con tante società che non si quotano o abbandonano il processo. “Anche se siamo consapevoli di aver raccolto somme inferiori a quelle che avremmo raccolto in periodi diversi, quello che riteniamo fondamentale è il passaggio allo status di quotata – afferma – È sicuramente un fattore distintivo e ci darà una spinta importante nei rapporti con tutti i nostri interlocutori (clienti, fornitori, stakeholder finanziari). Siamo inoltre la prima azienda quotata del settore in Italia, e forse al mondo, e anche questo è un aspetto importantissimo”.

I numeri del collocamento

In fase di collocamento G.M. Leather ha raccolto 4 milioni di euro, di cui 3.601.500 euro in aumento di capitale e 399.000 euro dall’eventuale esercizio dell’opzione di greenshoe (in aumento di capitale) concessa a a Integrae SIM. Il flottante al momento dell’ammissione è del 12,4% (14,2% assumendo l’integrale esercizio dell’opzione di greenshoe) e la capitalizzazione di mercato all’IPO è pari a 19,35 milioni di euro (19,75 milioni di euro assumendo l’integrale esercizio dell’opzione di greenshoe). Il prezzo di ciascuna azione è stato fissato in 1,75 euro.

Prima dell’ammissione, l’intero capitale era detenuto da Assunta S.r.l. (interamente riconducibile alla presidente Carmen Marcigaglia). Dopo l’ammissione, assumendo l’integrale esercizio dell’opzione di greenshoe: Assunta S.r.l. avrà in mano il 79,74% del capitale, Smart Capital S.p.A. (holding di partecipazioni con capitale permanente specializzata in investimenti di Private Equity e di Private Investments in Public Equity) il 6,08%, il mercato il 14,18%.

Smart Capital ha sottoscritto 686.000 azioni di G.M. al prezzo di IPO per un controvalore complessivo pari a 1.200.500 euro, agendo quale Cornerstone Investor nell’ambito dell’operazione. Il collocamento, rivolto a primari investitori, ha avuto ad oggetto complessive massime 2.286.000 azioni ordinarie. Ad esito dell’aumento di capitale, alla data di inizio delle negoziazioni, il capitale sociale è composto da 11.058.000 azioni ordinarie prive di valore nominale.

L’utilizzo dei proventi

G.M. Leather ha le idee chiare sui benefici che potrà avere la quotazione, tanto per la crescita interna che per quella esterna. “I proventi, circa 4 milioni di euro lordi, sicuramente favoriranno la crescita interna, che però era già a piano e già spesata, quindi già finanziata – spiega Malagutti – Le acquisizioni che stiamo valutando hanno un costo un po’ più alto, però queste somme possono essere una base di partenza a cui aggiungere una certa leva, per andare ad acquisire aziende che ci portano un significativo valore aggiunto“.

Le società target fanno parte del distretto conciario di Arzignano, quello che G.M. Leather conosce meglio e in cui il rischio di esecuzione per operazioni di M&A è minore. “Stiamo valutando l’acquisizione di un’azienda che ci consentirà di entrare nella fascia alta della pelletteria – racconta il manager – Noi internamente ci stiamo focalizzando già sulla fascia medio-alta, con una serie di nuovi progetti e diversi ordini da clienti importanti; ci sarebbero quindi una completezza della gamma e sinergie importanti, perché potremmo valorizzare la parte di pelle che l’azienda target rivende come scarto, perché non funzionale alla produzione dei loro prodotti”.

L’outlook positivo

Tra i fattori che rendono il management ottimista ci sono la grande capacità di muoversi sul mercato, ottenendo deal vantaggiosi, e gli importanti investimenti in ricerca e sviluppo realizzati negli ultimi anni. “Pur non essendo i player più importanti del distretto, in quanto ci sono gruppi che fatturano cinque volte di più, riusciamo a fare mercato nell’acquisto delle pelli, con un prezzo di acquisto inferiore ad aziende dimensionalmente più grandi”, sottolinea l’AD. Dal 2019 al 2021 G.M. Leather ha investito oltre 1,5 milioni di euro in ricerca e sviluppo, e nel 2022 ha sviluppato oltre 100 articoli per la pelletteria (di cui almeno la metà prezzati e quindi valutati positivamente dalle maison del lusso), nonostante la business unit del lusso sia partita solo febbraio 2022.

Malagutti è sicuro che il gruppo riuscirà a replicare il successo ottenuto nel settore dell’arredamento anche nel campo della pelletteria e del lusso. “Le maison del lusso sono abituate a comunicare utili in crescita a doppia e tripla cifra, e dopo gli anni difficili della pandemia stanno prestando molta attenzione ai costi e alle prospettive di continuità delle forniture – spiega – Noi continuiamo a investire sulle pelli, che sono il nostro prodotto di partenza, e non abbiamo problemi. Se ci chiedono di tenere fermi i prezzi per un anno, come hanno già fatto, siamo in grado di farlo perché abbiamo la merce in magazzino. Siamo in grado di fornire velocemente, a qualità apprezzate e a prezzi competitivi. Riteniamo che questi fattori ci faranno attraversare il difficile momento, tra post-pandemia e guerra, e l’aumento dei costi delle utilities e delle materie prime”.

Per ora G.M. Leather sta gestendo con relativa tranquillità anche gli aumenti dei costi dell’energia e i problemi alle catene di approvvigionamento che hanno colpito le aziende di tutto il mondo. “Sull’approvvigionamento non abbiamo riscontrato grosse difficoltà, perché abbiamo rapporti consolidati con fornitori di pelli, anche perché nel 2020 e 2021 abbiamo sempre pagato regolarmente – spiega il manager – Per quanto riguarda le materie prime, ovvero quelle per la conciatura e per ottenere il prodotto finito, da metà 2021 abbiamo iniziato uno sfoltimento dei fornitori, mettendoli in competizione sui prezzi e quasi azzerando l’aumento dei costi delle materie prime, che stanno comunque aumentando. Sulle utilities avevamo fatto un contratto che bloccava il costo dell’energia da agosto 2021 ad agosto 2022, e a settembre 2022 partirà un cogeneratore a metano che consente acquistare l’energia a un prezzo conveniente, quindi ci sarà un aggravio ma sarà limitato”.

(Foto: Kelly Sikkema | Unsplash)


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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