Febbraio 2023

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    USA, richieste sussidi disoccupazione sotto le attese

    (Teleborsa) – Salgono meno delle attese le nuove richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 18 febbraio, i “claims” sono risultati pari a 192 mila unità, in calo di 3.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 195.000. Il dato si confronta con i 200 mila del consensus. La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a s 191.250 unità, in aumento di 1.500 unità rispetto al dato della settimana precedente di 189.750. La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente. Infine, nella settimana all’11 febbraio, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.654.000, in calo di 37.000 mila unità rispetto alle 1.691.000 unità della settimana precedente e al di sopra del 1.700.000 attesi. LEGGI TUTTO

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    Cybersecurity, aumentano gli attacchi informatici: danni tangibili per 1 impresa su 7

    (Teleborsa) – Gli attacchi informatici sono in continuo aumento, con 1.141 incidenti gravi rilevati dal Clusit nel solo primo semestre 2022, +8,4% rispetto allo stesso periodo 2021, e le minacce interessano sempre più anche infrastrutture critiche. In questo contesto, il 67% delle imprese rileva un aumento dei tentativi di attacco e il 14% ha subito conseguenze tangibili a seguito di incidenti informatici, come interruzioni del servizio, ritardi nell’operatività dei processi o danni reputazionali. Più in generale, a causa della turbolenza in atto, il 92% delle aziende riscontra impatti, positivi o negativi, direttamente riconducibili al contesto geopolitico, che spaziano da un maggiore interesse alla sicurezza da parte del Top Management fino a una necessità di riorganizzazione delle attività di gestione del rischio cyber. Questi alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi al convegno “Cybersecurity: verso un fronte comune”, che proseguirà anche nella giornata di domani.In Italia sta crescendo l’attenzione per la cybersecurity, che nel 2023 si conferma la principale priorità di investimento nel digitale tra le imprese, sia grandi che pmi. Ben il 61% delle organizzazioni sopra i 250 addetti ha deciso di aumentare il budget per le attività di sicurezza informatica negli ultimi 12 mesi. E complessivamente nel 2022 il mercato italiano della cybersecurity raggiunge il valore di 1,86 miliardi di euro, con un’accelerazione eccezionale del +18% rispetto al 2021. Il rapporto tra spesa in cybersecurity e PIL in Italia si attesta allo 0,10%, in lieve crescita rispetto allo 0,08% dell’anno precedente. Si tratta però di un risultato che colloca il nostro paese all’ultimo posto tra quelli del G7. La classifica è guidata da Stati Uniti e Regno Unito, con un rapporto dello 0,31%. Per Francia e Germania il rapporto è, rispettivamente, lo 0,19% e lo 0,18%. “Di fronte a un costante aumento degli attacchi, nel 2022 molte organizzazioni hanno intrapreso, proseguito o potenziato investimenti in sicurezza, adottando nuove tecnologie o rivedendo i processi per proteggere il patrimonio informativo – spiega Gabriele Faggioli, responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection –. Questo avviene anche grazie alla spinta propulsiva del PNRR e sotto la guida della nuova Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale che oggi ha un ruolo fondamentale di indirizzo per un fronte comune per le sfide che abbiamo di fronte. Il mercato della cybersecurity cresce in modo significativo e l’aumento degli investimenti degli attori privati e pubblici, insieme alla chiara strategia istituzionale, rappresentano un segnale incoraggiante in vista dei prossimi anni”.”Oggi la sfida è definire una strategia strutturata di lungo periodo, per creare un fronte comune contro le minacce – dice Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection –. Per questo obiettivo, servono investimenti con fondi focalizzati rispetto alle priorità aziendali, figure specializzate con competenze di sicurezza informatica e piani di formazione strutturati per tutti i livelli aziendali, insieme a una gestione del rischio cyber con approccio maturo, in un processo di risk management integrato basato su metriche di quantificazione finanziaria facilmente comprensibili per il board aziendale”.Il mercato della cybersecurity in Italia – Il mercato della cybersecurity, dopo la crescita del 15% del 2021, conosce un’ulteriore spinta del 18% nel 2022, dettata dalla ripresa degli investimenti delle organizzazioni e da una progressiva presa di coscienza sulle minacce, raggiungendo il valore di 1.855 milioni di euro. Una crescita sostenuta in buona parte dalle medie imprese, che iniziano finalmente a introdurre azioni concrete in materia di cybersicurezza. Suddividendo il mercato nelle diverse componenti di spesa, il 50% è dedicato a servizi, in crescita rispetto allo scorso anno, e l’altra metà a soluzioni di cybersecurity, tra cui Endpoint and Extended Detection and Response, SIEM, Identity & Access Management, Vulnerability Management e Penetration Testing. Per tipologia, invece, le quote maggiori vanno ad aspetti di security tradizionali, ma le componenti più innovative vedono un importante aumento. Al primo posto la categoria di Network & Wireless Security con il 26% di investimenti, seguita da Endpoint Security (23%) e Cloud Security (14%).L’organizzazione della cybersecurity – Si potenzia la governance della sicurezza informatica nelle organizzazioni italiane. Nel 53% delle imprese oggi è presente un Chief Information Security Officer (CISO) formalizzato, che si colloca principalmente all’interno della Direzione IT (37%). Parallelamente, però, si stanno avviando iniziative di sensibilizzazione sui possibili impatti cyber delle attività dei dipendenti: l’80% delle organizzazioni (in aumento) ha definito piani di formazione strutturati, che quasi sempre coinvolgono tutti gli attori aziendali. L’efficacia della formazione dipende dalla capacità di focalizzarsi sugli impatti diretti e concreti sperimentati dai dipendenti nelle attività quotidiane.La gestione del rischio cyber – Le imprese italiane considerano la gestione dei rischi con una visione sempre più olistica, per indirizzare le priorità di investimento. Nel 49% delle organizzazioni la gestione del rischio cyber avviene in un processo integrato di risk management aziendale, anche se rimane una quota rilevante che lo tratta come un rischio a sé stante o addirittura non lo monitora costantemente. Solo nel 32% delle aziende vengono applicate metodologie di quantificazione finanziaria del rischio. Questo approccio, sebbene complesso da affrontare, permette di far percepire in maniera efficace ai vertici aziendali l’importanza della cybersecurity, mettendo in evidenza i possibili impatti per il business di un potenziale incidente. LEGGI TUTTO

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    USA, CFNAI, migliora l'attività nazionale a gennaio

    (Teleborsa) – Accelera la crescita dell’attività economica americana. L’indice FED Chicago sull’attività nazionale (CFNAI) è pari a 0,23 punti a gennaio 2023, rispetto ai -0,46 punti di dicembre (dato rivisto da -0,49).La media mobile a tre mesi, sempre a gennaio, si è portata a -0,26 punti rispetto ai -0,34 punti di dicembre.L’indice CFNAI è una media pesata di ben 85 indicatori che riflettono lo stato di salute dell’attività economica nazionale.(Foto: Carlee Dittemore / Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, PIL sotto le attese

    (Teleborsa) – Sotto le attese il dato del PIL americano nel 4° trimestre 2022, che nelle seconda lettura è stato comunicato al +2,7% su base trimestrale. Il dato, diffuso oggi dal Dipartimento del Commercio americano, si confronta con il +2,9% della prima lettura, il +2,9% del consensus e il +3,2% registrato nel trimestre precedente. Le spese personali reali, motore principale della crescita americana, sono cresciute dell’1,4% rispetto al +2,3% precedente. L’indice PCE price (PCE price index), che dà un’approssimazione sulla misura dell’inflazione ed è monitorato con attenzione dalla Federal Reserve per valutare l’andamento dei prezzi, segna un +3,7% e si confronta con un +4,3% del trimestre precedente. L’indice PCE core, che esclude cibi freschi ed energia, registra un +4,3%, rispetto al +3,9% delle attese e al +4,7% del trimestre precedente. LEGGI TUTTO

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    Eni, CFO: approccio opportunistico e bilanciato all'M&A

    (Teleborsa) – Nell’arco del nuovo piano strategico, Eni intende “valorizzare le nuove entity” come Plenitude e Sustainable Mobility, quindi i numeri presentati oggi “assumono una diluizione che può arrivare da IPO o l’ingresso di soci di minoranza”. Lo ha affermato Francesco Gattei, CFO di Eni, rispondendo alle domande degli analisti durante il 2023 Capital Markets Update.Con riguardo all’M&A, “monitoriamo il mercato e infatti l’anno scorso si sono viste alcune acquisizioni per Plenitude, la divisione Mobility e nell’Upstream”.”Continuiamo ad avere un approccio opportunistico all’M&A – ha aggiunto – Vogliamo bilanciare questo mood delle acquisizioni con le disposal, quindi anche con un approccio bilanciato”. LEGGI TUTTO

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    Ricerca sull'idrogeno, Ansaldo Green Tech e Università di Genova danno il via a “Nemesi”

    (Teleborsa) – Con la firma del decreto di concessione Ansaldo Green Tech e Università di Genova hanno formalizzato il loro impegno nel progetto NEMESI (Nuovi Elettrodi e Membrane per Elettrolizzatori a Scala Industriale), presentato a maggio 2022 nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, Componente 2 “Energia Rinnovabile, Idrogeno, Rete e Mobilità Sostenibile”, Investimento 3.5 “Ricerca e Sviluppo sull’Idrogeno” del Piano Nazionale di Riprese e Resilienza.Il progetto, sviluppato da Ansaldo Green Tech con il contributo scientifico del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale (DICCA) della Scuola Politenica dell’Università di Genova, ha l’obiettivo di sviluppare elettrodi e membrane innovativi per la produzione di idrogeno in elettrolizzatori di taglia industriale basati sulla tecnologia AEM (Anion Exchange Membrane). Il progetto beneficiario del finanziamento ha un valore di 4 milioni di euro che saranno destinati alle attività di sviluppo e all’allestimento di nuovi laboratori presso la sede manifatturiera del Gruppo di Ansaldo Energia e dell’Università, dove verranno realizzati e testati i componenti sperimentali.”Questo progetto segna il ritorno del gruppo Ansaldo Energia nello sviluppo di componenti elettrochimici, dopo la precedente esperienza di Ansaldo Fuel Cell – afferma Daniela Gentile, amministratore delegato di Ansaldo Green Tech –. Nemesi rappresenta per Ansaldo Green Tech il primo passo del percorso per diventare, nel giro di pochi anni, Original Equipment Manufacturer nel settore dell’elettrolisi”.”L’Agenda 2030 rende imperativo agire efficacemente e prontamente a favore della transizione ecologica. L’impegno congiunto di Ansaldo Green Tech e dell’Università di Genova rappresenta un segnale concreto in questa direzione oltre che essere un esempio vincente di sinergia ricerca-industria – dichiara Federico Delfino, rettore dell’Università di Genova –. Il nostro Ateneo è sensibile ai temi di energia rinnovabile e, in generale, di sostenibilità, riservando a essi ampio spazio nella formazione, nella ricerca e nelle attività di terza missione”.”Rispetto alle più tradizionali tecnologie, gli elettrolizzatori AEM riducono sensibilmente l’utilizzo di materiali critici quali platino e iridio, risultando quindi potenzialmente più competitivi, e non lavorando in ambiente alcalino anche più sicuri e rispettosi dell’ambiente – dichiara Ombretta Paladino, responsabile scientifico del progetto per l’Università –. Il progetto si basa sull’integrazione di attività di ricerca applicata mediante lo sviluppo e prova di nuovi materiali e la progettazione ed esecuzione di campagne sperimentali orientate allo scale-up su postazioni di prova di dimensioni differenti realizzate all’interno dei laboratori”. LEGGI TUTTO

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    Eni, CFO: tasse extraprofitti per 500 milioni di euro nel 2023 in Italia

    (Teleborsa) – Eni pagherà 1 miliardo di euro nel 2022 e 500 milioni di euro nel 2023 per l’imposta sugli extraprofitti in Italia (in inglese windfall tax). Lo ha affermato Francesco Gattei, CFO di Eni, rispondendo alle domande degli analisti durante il 2023 Capital Markets Update, spiegando che la windfall tax non è vista come qualcosa che peserà in tutto l’arco di piano (cioè fino al 2026).Discorso diverso per il Regno Unito, dove Eni pagherà 100 milioni nel 2022 e 330 milioni nel 2023, e dove ci sarà un “continuo windfull contribution”.L’altro paese dove c’è una tassa sugli extraprotti consistente è la Germania, dove riguarda in particolare il downstream. Qui sono attesi 150 milioni di euro nel 2024, per il diverso modo in cui è applicata dalla normativa. LEGGI TUTTO

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    Plenitude, Descalzi: IPO è ancora una possibilità che dipende dai mercati

    (Teleborsa) – Per Plenitude, la società di Eni che integra rinnovabili, soluzioni energetiche per i clienti e una rete capillare di ricarica per veicoli elettrici (EV), “non c’è un piano A e un piano B”. Lo ha affermato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, rispondendo alle domande degli analisti durante la presentazione del Piano Strategico per il periodo 2023-2026.”Possiamo fare un’IPO, che è ancora una possibilità che dipende dai mercati, e possiamo anche cercare dei partner, o avere entrambe le cose”, ha spiegato.”Il vero obiettivo è estrarre valore”, ha puntualizzato.Eni prevede che la capacità di generazione rinnovabile di Plenitude aumenterà a oltre 7 GW entro il 2026 e a oltre 15 GW entro il 2030. La società ha come obiettivo di più che raddoppiare i punti di ricarica entro il 2026; si prevede che l’EBITDA di Plenitude aumenti per il 2026 di tre volte rispetto al 2022. LEGGI TUTTO