Febbraio 2023

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    TIM, Labriola: consolidamento ci sarà, per Consumer anche cross-border

    (Teleborsa) – “Questo è un mercato che si consoliderà, anche abbastanza rapidamente, e vogliamo giocare un ruolo”. Lo ha affermato Pietro Labriola, amministratore delegato di TIM, nella conferenza stampa che ha seguito la diffusione dei risultati 2022 e l’approvazione del Piano Industriale 2023-2025.Sollecitato sulla possibilità di M&A a livello europeo, il manager ha spiegato che “l’attività di rete cross-border, quando parliamo di infrastruttura, non ha alcun senso. Se qui ho una rete prevalentemente passiva, quali sono le sinergie a mettere assieme più reti a livello europeo?”. Margrethe Vestager ha parlato “più di servizi ai clienti, che siano famiglie o imprese. Su questo sono possibili degli accordi cross-border”.Scendendo ancora di più nel dettagli, ha affermato che “TIM Enterprise ha più bisogno di consolidarsi in Italia con chi magari fa system integration, più che con qualcuno che fa cloud a livello europeo. Per TIM Consumer potrebbe esserci consolidamento a livello cross-border. Dobbiamo però valutare se il modello è quello per fare economie di scale o aggregare più servizi per estrarre più valori”. In ogni caso, ha aggiunto, “che qualcosa succeda ne sono certo”.L’AD non ha voluto parlare di NetCo, vista l’offerta ricevuta da KKR – che deve essere valutata a livello di CdA – e altre proposte che potrebbero arrivare nei prossimi giorni, come quella di CDP-Macquarie di cui si parla sui giornali. Se una cessione di dovesse concretizzare, “da un punto di vista industriale, mantenere una quota di minoranza non sembra un’opzione valida, ma le posizioni possono essere riviste con le negoziazioni”. “Siamo nel mezzo di una negoziazione, e quindi non ci sembrava opportuno dare dei target per Netco e tutta un’altra serie di dettagli, che verranno rilasciati quanto prima”, ha detto in un altro passaggio.A una domanda sulle prospettive dell’azienda se nessuna operazione straordinaria dovesse concretizzarsi, ha risposto: “Passiamo dal parlare di un’azienda che sembrava che non potesse pagare gli stipendi a una che ha risolto tutti i problemi. Non è vera né l’una e né l’altra cosa. Nell’arco di piano, al 2025, non vediamo problemi particolari. Se scoppia un’altra guerra, si raddoppiano i tassi, ricomincia la guerra sui prezzi, se vengono recepite le ipotesi sul tavolo del ministero, allora può cambiare tutto”. Sempre a proposito di operazioni straordinarie, Labriola ha seccamente commentato che “non ci sono trattative o interlocuzione con Iliad”.Allargando lo sguardo alla condizione del gruppo e al percorso intrapreso, ha detto: “In un anno son cambiate tante cose, uscivamo da 3 profit warning, avevamo un impairment macro e in numeri erano quelli che erano. Avevamo un livello di credibilità dal punto di vista del mercato ai minimi storici. Quello che avevamo promesso di fare lo abbiamo fatto: abbiamo rispettato le guidance, e anzi fatto meglio, il Brasile sta andando esattamente come avevamo detto ed è un cash cow, il domestico finalmente dopo 7 anni dovrebbe tornare a crescere sui riocavi e sull’EBITDA”.”Abbiamo avuto il coraggio di dire che il livello di leverage che abbiamo oggi è un problema dal punto di vista industriale, che non ci permette di fare tante cose, e appesantisce la strategia dell’azienda in qualunque direzione vogliamo andare – ha aggiunto – Abbiamo quindi separato diversi business e abbiamo parlato di vendere la rete. Sono relativamente soddisfatto, ma siamo a metà del girone di andata, perché quello che abbiamo davanti è un progetto complesso, sia nell’andare in continuità che attuando le opzione inorganiche ipotizzate”.In queste condizioni è comunque “difficile poter pensare di tornare al pagamento del dividendo sulle azioni ordinarie. Il primo obiettivo deve essere migliorare i numeri e fare il deleverage, quando faremo entrambe le cose si potrà tornare a discutere sull’argomento”. LEGGI TUTTO

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    Barometro CRIF: nel 2023 aumento record richieste di finanziamenti personali (+31,4%)

    (Teleborsa) – Il 2023 si è aperto con un andamento della domanda di credito delle famiglie italiane a due velocità. Da un lato la contrazione strutturale delle richieste di nuovi mutui immobiliari e surroghe che perdura ormai da un anno e che fa segnare nel mese di gennaio un complessivo -22,8%. La dinamica restrittiva è influenzata dal venire meno della spinta delle surroghe, che nel periodo gennaio-ottobre 2022 segnano un -58,2%, mentre i nuovi mutui erogati registrano una flessione ancora modesta, precisamente del -2,4%, se consideriamo l’impennata dei tassi di interesse di questi ultimi mesi. Nel mese di gennaio 2023 continua invece a crescere l’importo medio dei mutui richiesti che segna un +3%, attestandosi a 147.319 euro, cifra record degli ultimi 10 anni. La domanda di mutui è controbilanciata dalla vivacità delle richieste di prestiti, che nel complesso di finanziamenti personali e finalizzati hanno visto un incremento del +11,7% rispetto a gennaio 2022, spinto dal +31,4% dei prestiti personali. Queste le principali evidenze che emergono dal Barometro CRIF sull’andamento delle richieste di credito da parte delle famiglie nel mese di gennaio 2023.Dopo la stretta della Banca Centrale Europea che ha innalzato i tassi di interesse, la cosiddetta “Manovra Mutui”, inserita dal Governo all’interno della Legge di Bilancio 2023, mira a fungere da strumento correttivo per dare sollievo alle famiglie. Nello specifico, – si legge nel report – la Manovra prevede la possibilità per l’intestatario di un mutuo immobiliare a tasso variabile di rinegoziarlo e passare a un tasso fisso se si verificano le seguenti condizioni: tasso variabile per un importo iniziale finanziato inferiore ai 200mila euro e una durata residua, all’atto della richiesta, inferiore ai 25 anni, a cui si somma un ISEE inferiore ai 35mila euro e uno storico regolare dei pagamenti delle rate. Dall’analisi CRIF sul proprio patrimonio informativo emerge che i mutui ipotecari a tasso variabile che rispecchiano le caratteristiche indicate nella Manovra e sono potenzialmente eleggibili alla rinegoziazione sono circa 300mila. Nello specifico, il bacino potenziale che emerge dall’analisi mostra che il 60% dei mutui a tasso variabile ha un numero residuo di rate superiore a 120 e il 45% del totale ha un importo residuo superiore a 80 mila euro. L’incidenza maggiore dei potenziali richiedenti risiede in Lombardia (24,8%), a seguire il Veneto (10,7%) e di poco inferiore l’Emilia-Romagna (9,9%).In scia con la dinamica positiva delle richieste di prestiti registrata nel 2022, nel mese di gennaio vi è un aumento record dei finanziamenti personali con un +31,4%, mentre quelli finalizzati all’acquisto di beni e servizi rimangono pressoché stabili con un +1,1%. Se guardiamo all’importo medio della domanda generale di prestiti, il valore complessivo di gennaio è pari a 8.341 Euro con una variazione, rispetto a gennaio 2022, del +4,1%. Per quanto riguarda invece lo spaccato delle due forme tecniche, il Barometro evidenzia che i prestiti finalizzati si attestano a un importo medio richiesto pari a 5.722 euro contro i 12.071 euro dei prestiti personali.Focalizzando l’attenzione sulla domanda di prestiti da piattaforme digitali, che nel 2022 ha segnato un incremento complessivo del +85%, gennaio 2023 inizia con il freno a mano tirato, registrando un -5% delle richieste rispetto al corrispettivo mese del 2022. “A livello generale questo inizio d’anno mostra una domanda di credito resiliente agli scossoni macroeconomici, anche se gli elementi di incertezza risultano ancora molteplici. Da un lato – commenta Simone Capecchi, executive director di CRIF – abbiamo infatti le ripercussioni geopolitiche del conflitto russo-ucraino, dall’altro una pressione inflattiva galoppante che mina il potere d’acquisto delle famiglie. Cartina di tornasole di questo contesto incerto sono proprio i tassi variabili dei mutui che ad oggi sono da considerarsi uno degli investimenti più onerosi per le famiglie, l’Euribor è infatti salito al 2,57%?e l’Eurirs a 30 anni al 2,37%. Si prevede, pertanto, che nei prossimi mesi, complice la ‘Manovra Mutui’, la surroga ritornerà ad essere uno strumento importante per tutti quei consumatori interessati a bloccare la fluttuazione della rata mensile per la durata residua del finanziamento”. LEGGI TUTTO

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    Salute, Schillaci: si procederà ad ampliamento degli studenti ammessi alle Facoltà di Medicina

    (Teleborsa) – Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato che il governo sta lavorando ad un ampliamento del numero di studenti ammessi nelle Facoltà di Medicina. “In dieci anni dal 2005 al 2015 oltre 10.000 medici hanno lasciato l’Italia per lavorare all’estero, un esodo di capitale umano che non possiamo più permetterci. In quest’ottica appare urgente porre i giovani al centro delle politiche di sviluppo offrendo loro la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni, sfatando l’idea che la nostra non è una nazione per giovani”, ha dichiarato il ministro intervenendo all’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università Cattolica di Roma”Solo fino a due o tre anni – ha aggiunto – fa venivano ammessi per ciascun anno tra gli 8.000 e i 10.000 studenti alla Facoltà di Medicina. Eppure già dieci anni fa la Conferenza dei Presidi della Facoltà di Medicina chiedeva insistentemente di portare a 12.000 il numero di studenti che vi potevano accedere”. Per questo, “i numeri resi pubblici con il decreto del 10 febbraio relativi all’accesso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia sono da considerarsi provvisori e credo si procederà a un ampliamento”. “Oggi – ha proseguito il ministro della Salute – siamo impegnati a fronteggiare l’emergenza della carenza di medici, una criticità che deriva da lontano: da una programmazione miope del numero di accesso alla facoltà di Medicina che non rispondeva alle reali esigenze del Paese”. Per trovare una soluzione in tempo reale al problema della carenza di medici, ha proseguito Schillaci, “è stato istituito presso il ministero dell’Università un gruppo di lavoro, che ha il compito di definire il fabbisogno dei medici e adeguare le capacità e l’offerta potenziale del sistema universitario”. Perché non bisogna dimenticare, ha concluso, “che nessuna innovazione tecnologica, per quanto indispensabile e necessaria, potrà mai sostituire la leva essenziale del nostro servizio sanitario nazionale: il capitale umano”. LEGGI TUTTO

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    Biogen, trimestrale sopra le attese. Continua diversificazione

    (Teleborsa) – Biogen, multinazionale statunitense attiva nel campo delle biotecnologie, ha registrato entrate del quarto trimestre 2022 pari a 2.544 milioni di dollari (sopra le stime di 2,44 miliardi di dollari), in calo del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’utile per azione (EPS) è aumentato del 52% a 3,79 dollari, mentre su base rettificata è aumentato del 19% a 4,05 dollari (sopra le stime di 3,48 dollari).Le vendite del suo farmaco per l’atrofia muscolare spinale Spinraza sono aumentate del 4,1% a 458,8 milioni di dollari, superando le stime di 425,1 milioni di dollari.Le entrate per l’intero anno sono state pari a 10.173 milioni (-7%) e l’EPS rettificato pari a 17,67 dollari (-8%).Per l’intero anno 2023, Biogen prevede entrate in diminuzione a un percentuale “Mid-single digit” rispetto all’intero anno 2022, mentre l’EPS rettificato dovrebbe assestarsi tra 15 e 16 dollari.”Strategicamente, stiamo lavorando per mettere Biogen su una traiettoria di crescita sostenibile mentre realizziamo due importanti opportunità a breve termine con LEQEMBI nella malattia di Alzheimer e zuranolone nella depressione, diversifichiamo ulteriormente il nostro portafoglio di prodotti e cerchiamo l’espansione attraverso opportunità organiche ed esterne, tra cui nuove partnership”, ha detto il CEO Christopher Viehbacher. LEGGI TUTTO

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    Barclays, utile netto 2022 in forte crescita a 25 miliardi sterline

    (Teleborsa) – Barclays ha registrato un’ottima performance nel 2022, riportato una forte crescita d utili e remunerazione del capitale a doppia cifra in tutte le aree operative. L’utile del Gruppo nell’esercizio 2022 è cresciuto del 14% a 25 miliardi di sterline, mentre l’utile prima degli oneri straordinari (1,2 miliardi) è cresciuto del 9% a 8,2 miliardi. EPS a 30,8p per azione. RoTE di gruppo al 10,4%.La divisione bancaria in UK ha registrato una crescita dell’utile dell’11% a 7,3 miliardi di sterline ed un aumento del margine di interesse del 13% a 5,9 miliardi,. RoTE al 18,7%. Per la divisione Corporate and Investment Bank (CIB) si registra un’ottima performance nei comparti Global Markets (+38%) e FICC – fixed income, currencies and commodities (+65%) che ha più che compensato la contrazione delle commisisoni per l’Investment Banking (-29%). Il RoTE della divisione CIB si attesta al 10,2%. Per la divisione Consumer, Cards & Payments (CC&P) si registra un aumento dell’utile del 35% a 4,5 miliardi di sterline con un RoTE al 10%. Cost-Income Ratio di gruppo al 67%, utile prima delle imposte pari a a 5miliardi di sterline.Forte posizione di capitale con un CET1 ratio al 13,9%, sulla parte alta del range indicato del 13-14% LEGGI TUTTO

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    Mezzi pesanti, la proposta di Bruxelles: zero emissioni per i nuovi bus dal 2030, -90% per i camion dal 2040

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha proposto nuovi obiettivi per le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti nuovi a partire dal 2030. “Camion, autobus urbani e pullman a lunga percorrenza generano oltre il 6% delle emissioni totali di gas serra dell’UE e più del 25% delle emissioni di gas serra del trasporto su strada: i nuovi obiettivi aiuteranno rendere meno inquinante il settore dei trasporti. Grazie ai livelli più severi di emissioni questo segmento del settore del trasporto su strada contribuirà alla transizione verso una mobilità pulita e agli obiettivi dell’UE in materia di clima e inquinamento zero”, si legge in una nota.La Commissione ha quindi proposto di introdurre gradualmente livelli di emissioni di CO2 più rigorosi per quasi tutti i veicoli pesanti nuovi con emissioni di CO2 certificate, nello specifico: emissioni ridotte del 45% a partire dal 2030; emissioni ridotte del 65% a partire dal 2035; emissioni ridotte del 90% a partire dal 2040. Inoltre per accelerare la diffusione degli autobus a emissioni zero nelle città, la Commissione propone che a partire dal 2030 tutti i nuovi autobus urbani non ne debbano più produrre. “Se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi climatici e azzerare l’inquinamento occorre che tutte le parti del settore dei trasporti contribuiscano attivamente. Nel 2050 quasi tutti i veicoli che circoleranno sulle nostre strade non dovranno più rilasciare emissioni: ce lo impone la normativa sul clima, lo esigono le nostre città, e i nostri fabbricanti si stanno preparando. Con la proposta odierna facciamo in modo che i nuovi camion siano meno inquinanti e che nelle nostre città aumenti il numero di autobus a zero emissioni. La lotta alla crisi climatica, una migliore qualità di vita dei cittadini e lo stimolo della competitività industriale dell’Europa vanno di pari passo”, ha dichiarato Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo”Sarà nostro impegno tutelare nelle sedi competenti, a Bruxelles e con i partner europei, gli interessi della filiera automotive e quindi della occupazione nel nostro Paese”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. L’Associazione europea dei costruttori di auto (Acea) ha che gli obiettivi di CO2 più elevati siano abbinati a “un’accelerazione significativa nell’implementazione delle infrastrutture e a un quadro rafforzato di incentivi e di tariffazione del carbonio”. “Raggiungere il -45% già entro il 2030 è molto ambizioso. Richiederebbe un’azione altrettanto ambiziosa da parte dei responsabili politici per garantire che gli altri attori della catena del valore dei trasporti e della logistica raggiungano gli stessi risultati”, ha dichiarato Martin Lundstedt, presidente del consiglio dei veicoli commerciali di Acea e Ceo di Volvo Group. “La mancata indicazione di una scadenza definitiva per i camion inquinanti è una pavida concessione all’industria e una pessima notizia per il clima – ha dichiarato invece Andrea Boraschi, responsabile Veicoli Puliti di Transport & Environment Italia – Entro il 2035 i camion elettrici saranno più economici dei diesel, garantendo la stessa capacità di percorrenza e di trasporto merci. Senza una indicazione chiara da parte della UE, tuttavia, i mezzi diesel potranno continuare a inquinare i nostri polmoni e il Pianeta ben oltre lo stretto indispensabile”. LEGGI TUTTO

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    OPA Prima Industrie, adesioni oltre il 12,5%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria promossa da Femto Technologies sulle azioni ordinarie di Prima Industrie, risulta che oggi, 14 febbraio 2023, sono state presentate 34.439 richieste di adesione.Pertanto, complessivamente le richieste di adesioni sono a quota 516.915, pari al 12,5% dell’offerta.L’offerta è iniziata il 30 gennaio 2023 e terminerà il 22 febbraio 2023.Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Prima Industrie acquistate sul mercato nei giorni 21 e 22 febbraio 2023 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Wall Street contrastata. Dato CPI allontana svolta Fed su tassi

    (Teleborsa) – Si muove a due velocità la borsa di Wall Street, al giro di boa, dopo la pubblicazione dell’inflazione che ha mostrato un rallentamento dei prezzi inferiore alle attese e che potrebbe spingere la Fed a proseguire il ritmo di rialzo dei tassi. Tra gli indici statunitensi, si muove sotto la parità il Dow Jones, che scende a 34.116 punti, con uno scarto percentuale dello 0,38%, mentre, al contrario, resta piatto l’S&P-500, con le quotazioni che si posizionano a 4.132 punti.In frazionale progresso il Nasdaq 100 (+0,28%); senza direzione l’S&P 100 (-0,07%).Nell’S&P 500, non si salva alcun comparto.Tra i protagonisti del Dow Jones, Boeing (+1,48%), Chevron (+1,26%), Nike (+0,56%) e Visa (+0,52%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Home Depot, che ottiene -1,69%.In rosso Travelers Company, che evidenzia un deciso ribasso dell’1,52%.Tentenna Honeywell International, con un modesto ribasso dell’1,34%.Giornata fiacca per Coca Cola, che segna un calo dell’1,31%.Tra i protagonisti del Nasdaq 100, Globalfoundries (+7,00%), Cadence Design Systems, (+6,97%), Nvidia (+4,53%) e Tesla Motors (+4,13%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Enphase Energy,, che prosegue le contrattazioni a -3,51%.Spicca la prestazione negativa di Paypal, che scende del 3,08%.Illumina, scende del 2,12%.Calo deciso per Dollar Tree,, che segna un -1,7%.Tra le variabili macroeconomiche di maggior peso nei mercati nordamericani:Martedì 14/02/202314:30 USA: Prezzi consumo, mensile (atteso 0,5%; preced. 0,1%)14:30 USA: Prezzi consumo, annuale (atteso 6,2%; preced. 6,5%)Mercoledì 15/02/202314:30 USA: Empire State Index (atteso -17,75 punti; preced. -32,9 punti)14:30 USA: Vendite dettaglio, mensile (atteso 1,6%; preced. -1,1%)14:30 USA: Vendite dettaglio, annuale (preced. 6%). LEGGI TUTTO