Febbraio 2023

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    Veicoli commerciali, Unrae: gennaio in crescita (+9,3%) dopo 11 mesi in calo

    (Teleborsa) – Dopo 11 mesi di calo delle immatricolazioni, il mercato dei veicoli commerciali apre il 2023 con una inversione di tendenza e registra a gennaio – come evidenziano le stime di Unrae – una crescita del 9,3%, con 13.264 immatricolazioni contro le 12.139 di gennaio 2022. La flessione del mercato durante quasi tutto il 2022 ha fatto avanzare il processo di invecchiamento del nostro parco circolante: a fine 2022, secondo gli ultimi dati, dei 4,23 milioni fi veicoli, il 41,4% era composto da mezzi ante Euro 4, con un’età media del parco totale di 14 anni. “Con l’attuale trend delle immatricolazioni, per la sostituzione completa del parco circolante sarebbero necessari oltre 26 anni”, commenta il Presidente dell’Unrae, Michele Crisci. “Considerato che i veicoli commerciali elettrici puri sono oggi appena il 2,7% del mercato – aggiunge Crisci – per lo sviluppo della mobilità urbana delle merci a zero o bassissime emissioni è necessario puntare sull’estensione degli incentivi anche ad alimentazioni diverse dall’elettrico”. Il presidente dell’Unrae ribadisce anche l’urgenza di “accelerare lo sviluppo della rete delle infrastrutture di ricarica, concedendo un credito d’imposta al 50% dal 2023 al 2025 per gli investimenti privati in ricariche fast da oltre 70 kW”. Dall’analisi delle motorizzazioni, nell’intero 2022 il diesel scende al 76,5% di quota, cedendo 6,6 punti, il benzina continua a crescere, raggiungendo una share del 5,4% (+2,2 p.p.), il Gpl sale al 3% di quota, il metano riduce la rappresentatività all’1,2%.I veicoli ibridi chiudono l’anno in crescita, con il 10,9% di share (+4,2 p.p.), confermando la seconda posizione fra le preferenze, i plug-in rappresentano lo 0,4% del totale e gli elettrici salgono al 2,7% del totale. La CO2 media dei veicoli fino a 3,5 t nei 12 mesi 2022 scende del 5,4% a 181,8 g/Km.(Foto: © Dmitry Kalinovsky/123RF) LEGGI TUTTO

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    Borse UE in altalena. Inflazione USA ai minimi da ottobre 2021, ma non basta per la Fed

    (Teleborsa) – Si chiude all’insegna della prudenza il bilancio nel Vecchio Continente, sotto i massimi di giornata, mentre si distingue la performance positiva mostrata Piazza Affari. Negativo anche il mercato USA, dopo la pubblicazione dell’inflazione americana che mostra un rallentamento inferiore alle attese e che potrebbe spingere la Fed a proseguire il ritmo di rialzo dei tassi.A sostenere i timidi guadagni delle piazze di Eurolandia, contribuiscono le notizie giunte dal fronte macroeconomico: la Zona Euro si conferma in crescita nel 4° trimestre del 2022, e dati confortanti anche nel mercato del lavoro.Sul mercato valutario, l’Euro / Dollaro USA mantiene la posizione sostanzialmente stabile su 1,072. L’Oro continua la seduta poco sotto la parità, con un calo dello 0,40%. Prevale la cautela sul mercato petrolifero, con il petrolio (Light Sweet Crude Oil) che continua la seduta con un leggero calo dell’1,65%.Retrocede di poco lo spread, che raggiunge quota +170 punti base, mostrando un piccolo calo di 2 punti base, mentre il rendimento del BTP a 10 anni si attesta al 4,10%.Tra i listini europei Francoforte è stabile, riportando un moderato -0,11%, resistente Londra, che segna un piccolo aumento dello 0,22%; andamento cauto per Parigi, che mostra una performance pari a +0,07%. Seduta in lieve rialzo per Piazza Affari, con il FTSE MIB, che termina a 27.498 punti; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share procede a piccoli passi, avanzando a 29.678 punti.Alla chiusura della Borsa di Milano, il controvalore degli scambi nella seduta odierna risulta essere stato pari a 2,29 miliardi di euro, in deciso ribasso (-21,21%), rispetto alla seduta precedente che aveva visto la negoziazione di 2,9 miliardi di euro; mentre i volumi scambiati sono passati da 0,77 miliardi di azioni della seduta precedente agli odierni 0,8 miliardi.Tra le migliori Blue Chip di Piazza Affari, tonica Tenaris che evidenzia un bel vantaggio del 2,11%.In luce Saipem, con un ampio progresso dell’1,80%.Unicredit avanza dell’1,32%.Si muove in modesto rialzo Pirelli, evidenziando un incremento dell’1,14%.I più forti ribassi, invece, si sono verificati su Iveco, che ha archiviato la seduta a -2,37%.Discesa modesta per Amplifon, che cede un piccolo -1,05%.Pensosa A2A, con un calo frazionale dello 0,87%.Tentenna Prysmian, con un modesto ribasso dello 0,62%.In cima alla classifica dei titoli a media capitalizzazione di Milano, Zignago Vetro (+5,32%), GVS (+3,99%), Anima Holding (+2,95%) e Italmobiliare (+2,93%).Le peggiori performance, invece, si sono registrate su Illimity Bank, che ha chiuso a -4,21%.Soffre Tinexta, che evidenzia una perdita del 2,36%.Preda dei venditori Ascopiave, con un decremento dell’1,97%.Giornata fiacca per Carel Industries, che segna un calo dell’1,50%.Tra le variabili macroeconomiche di maggior peso:Martedì 14/02/202300:50 Giappone: PIL, trimestrale (atteso 0,5%; preced. -0,3%)05:30 Giappone: Produzione industriale, mensile (atteso -0,1%; preced. 0,2%)07:30 Francia: Tasso disoccupazione, trimestrale (atteso 7,3%; preced. 7,3%)08:00 Regno Unito: Richieste sussidi disoccupazione (atteso 17,9K unità; preced. -3,2 unità)08:00 Regno Unito: Tasso disoccupazione (atteso 3,7%; preced. 3,7%). LEGGI TUTTO

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    Ford Motor paga dazio con l'annuncio del taglio organico

    (Teleborsa) – Andamento debole per Ford Motor, che scambia in ribasso dello 0,65% dopo che il gruppo automobilistico ha annunciato un taglio del suo organico in Europa, all’interno della trasformazione del business verso l’auto elettrica.Il colosso di Dearborn ha infatti annunciato una riduzione del suo organico nel corso dei prossimi tre anni che prevede il taglio di 3.800 posti di lavoro nel Vecchio Continente, soprattutto nel personale addetto allo sviluppo.La tendenza ad una settimana di Ford Motor è più fiacca rispetto all’andamento dell’S&P 100. Tale cedimento potrebbe innescare opportunità di vendita del titolo da parte del mercato.Per il medio periodo, le implicazioni tecniche assunte da Ford Motor restano ancora lette in chiave positiva. Gli indicatori di breve periodo evidenziano una frenata della fase di spinta in contrasto con l’andamento dei prezzi per cui, a questo punto, non dovrebbero stupire dei decisi rallentamenti della fase rivalutativa in avvicinamento a 13,16 USD. Il supporto più immediato è stimato a 12,88. Le attese sono per una fase di assestamento tesa a smaltire gli eccessi di medio periodo e garantire un adeguato ricambio delle correnti operative con target a 12,76, da raggiungere in tempi ragionevolmente brevi. LEGGI TUTTO

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    Criptovalute, OAM: il 42% degli italiani le conosce, il 30% ha già investito

    (Teleborsa) – Aumenta di 3 punti, al 42%, la percentuale degli italiani che conoscono le valute virtuali. E tra il 91% che ne ha comunque sentito parlare, il 30% ha già investito nel settore e poco più di un quarto ritiene che l’utilizzo delle criptovalute supererà quello della moneta legale data la maggiore velocità nei pagamenti. Sono i principali elementi che emergono dall’indagine svolta dall’OAM su un campione di 766 persone rappresentative della popolazione italiana. L’analisi si è concentrata sui 700 soggetti (appunto il 91%) che hanno dichiarato di aver sentito parlare di valute virtuali. I soggetti con più alto livello di conoscenza sulle criptovalute sono per lo più maschi (+5% rispetto alle femmine) e risiedono nel Centro e Nord Italia. La preparazione sulle criptovalute decresce al diminuire del reddito percepito, ad eccezione di coloro che hanno un reddito fino a 9.999 euro che dimostrano invece di avere un livello medio alto di conoscenza (60%). Il livello di istruzione non sembra invece avere impatto sul livello di comprensione delle valute virtuali: chi ha conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado o un master ha infatti maggiori conoscenze del settore rispetto chi possiede una laurea. Al crescere del grado di alfabetizzazione finanziaria aumenta invece il livello di conoscenza delle criptovalute.(Foto: © traviswolfe / 123RF) LEGGI TUTTO

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    PA, Zangrillo: trasformazione digitale è necessità

    (Teleborsa) – “Se vogliamo guardare al futuro con fiducia, la trasformazione digitale non è un’opzione ma una necessità”. Lo ha affermato il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, inaugurando a Roma, negli spazi di Binario F, i ‘Dialoghi sul digitale’ organizzati da PA Social in collaborazione con Fondazione Italia Digitale. Una occasione per fare il punto sulle nuove tecnologie che stanno portando grandi vantaggi in tutte le attività, ma anche nuove sfide da affrontare con professionalità e competenza.”Dalle difficoltà nascono spesso grandi opportunità. Ed è quello che è accaduto in piena emergenza pandemica con la trasformazione digitale – ha ricordato il ministro Zangrillo intervistato dal presidente di PA Social, Francesco Di Costanzo – Abbiamo spinto l’acceleratore sull’innovazione, toccando con mano le grandi potenzialità che offre. Molte barriere sono state abbattute, molte altre dovranno crollare”. Per il ministro Zangrillo, infatti, “la vera sfida di oggi è saper accompagnare le persone nel profondo e repentino percorso di cambiamento. Ed è quello che stiamo iniziando a fare nella Pubblica amministrazione, investendo soprattutto sul capitale umano, sulle competenze e sul merito. Perché soltanto se saremo davvero capaci di non lasciare indietro nessuno, e di rendere il digitale patrimonio diffuso e comune, potremo dire di aver dato un rinnovato volto alla Pubblica amministrazione”.I ‘Dialoghi sul digitale’ sono stati anche l’occasione, per Zangrillo, di partecipare a una ‘call’ nel Metaverso, che ha permesso al ministro di trovarsi nella stessa stanza virtuale con altre due persone che si trovavano in luoghi differenti. “Le nuove tecnologie ci stanno offrendo grandi opportunità, dobbiamo farci trovare pronti per essere capaci di affrontare quella che è una vera e propria rivoluzione culturale”, ha concluso il ministro per la Pubblica amministrazione, ringraziando PA Social, Fondazione Italia Digitale, Meta e Binario F per l’invito e l’ospitalità. LEGGI TUTTO

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    Automotive, tavolo al Mimit con Stellantis e sindacati. Urso: salvaguardare produzione in Italia

    (Teleborsa) – Questa mattina al Ministero delle Imprese e del made in Italy tavolo di confronto Governo-azienda-sindacati per la verifica del piano industriale “Dare Forword 2030” di Stellantis coordinato dal ministro Adolfo Urso. Il ministro ha garantito la continuità con quanto fatto dal Governo precedente e ha ribadito la scelta di sostenere la neutralità tecnologica. Urso in particolare ha sottolineato che su quest’ultimo punto l’esecutivo però continuerà la battaglia in sede europea, dossier sul quale il precedente governo si era arreso. Per quanto riguarda invece il finanziamento a sostegno del settore, per il periodo 2022-2024 è già programmata la spesa di 2,4 miliardi di euro mentre restano 6 miliardi da spendere entro il 2030. Il confronto tra Governo, Stellantis e sindacati è “importante” e “significativo” per “verificare gli impegni dell’azienda, gli investimenti, la riconversione industriale, i nuovi prodotti, anche fronte delle importanti risorse che lo Stato ha messo in campo, anche con gli incentivi alla domanda, con l’obiettivo di mantenere e rafforzare la produzione di questo settore così fondamentale dell’industria italiana e, quindi, i livelli occupazionale di tutta la filiera dell’automotive”, ha dichiarato il ministro. “Siamo in campo e lo abbiamo ribadito anche in Europa – ha aggiunto – per ottenere condizioni migliori e accompagnare la riconversione industriale con il fine di raggiungere gli obiettivi di rispetto ambientale che tutti noi ci siamo proposti, ma mantenendo produzione e occupazione nel nostro Paese”.Davide Mele, senior vice president Corporate Affairs di Stellantis Italia, secondo quanto riferito dai sindacati, ha confermato gli impegni dell’azienda in termini di investimenti e livelli occupazionali per l’Italia che rimane un “pilastro fondamentale” del Piano Dare Forward che prevede 30 miliardi previsti al 2025 a livello globale per elettrificazione, con 4 nuove piattaforme, e software. Per il 2023, sugli “stop and go” degli impianti legati alla fornitura dei semiconduttori, Mele ha dichiarato che la situazione al momento “rimane incerta”, anche per l’Italia. Mele ha ribadito che l’obiettivo di Stellantis “è rendere accessibile a tutti la mobilità elettrica” e per farlo sarà “necessario abbattere i costi”. Fondamentale anche pensare a “nuovi incentivi” per lo sviluppo della mobilità elettrica che vede l’Italia in controtendenza rispetto ai principali mercati europei. Fra gli stabilimenti, Mele ha citato Melfi dove è stato confermato che dal 2024 saranno prodotti 4 nuovi modelli elettrificati per diversi brand. Cassino invece sarà lo stabilimento di riferimento per il segmento premium, oltre alla produzione di Maserati Grecale Folgore. Pomigliano proseguirà con la produzione Alfa Romeo Tonale e Panda. A Mirafiori ci sarà la produzione di Maserati Quattroporte e Gran Cabrio e 500 elettrica e di frizioni per le auto elettriche. Confermato il ruolo di hub dell’economia circolare.Per il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, il confronto Governo-Stellantis-sindacati non ha chiarito come si affronta il processo di transizione ecologica. “Oggi ci sono stati rappresentati quali sono i modelli e gli eventuali investimenti, ma non c’è stato nessun chiarimento su come voglio affrontare la transizione: con quali stabilimenti, quali forze organiche, la componentistica e le produzione. Se non si affrontano questi temi rischiamo di avere una prospettiva che non è quella che a noi interessa”. Per Simone Marinelli, coordinatore automotive per la Fiom-Cgil, Stellantis non ha portato “nessun elemento di novità” rispetto a quanto annunciato su garanzie degli stabilimenti e delle attività in Italia. “Per tornare ad essere uno dei primi Paesi produttori in Europa occorrono nuovi modelli e nuovi volumi per saturare la capacità produttiva installata – ha aggiunto – quindi tornare a produrre quasi 2 milioni di veicoli, a fronte dei poco più di 460mila prodotti nel 2022” Secondo il sindacalista “il fondo sull’automotive deve essere utilizzato prioritariamente per rilanciare la produzione e insieme con le risorse del PNRR per investire sulle infrastrutture. Gli incentivi non bastano a far ripartire il settore. Ci sono priorità, a partire dall’aumento del salario dei lavoratori”. “L’incontro di oggi – ha concluso – deve aprire un confronto tra azienda, sindacati e Governo per arrivare a un accordo condiviso su tre punti: produzione, occupazione e salario”.Un primo incontro “positivo” per il segretario nazionale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano che ha evidenziato l’importanza delle conferme in merito allo stabilimento di Melfi. “Abbiamo chiesto un impegno al gruppo per l’indotto. Ci aspettiamo che anche il Governo dia una risposta in tal senso, dato che il comprensorio di Melfi è particolarmente delicato perché costruito intorno alla fabbrica”. Uliano ha fatto sapere che sono arrivate conferme anche sull’investimento nella gigafactory di Termoli. “Importanti anche le conferme su Mirafiori ed economia circolare. È stato annunciato che lo stabilimento di Cassino, che è il più in sofferenza per quanto riguarda i volumi, sarà quello che rappresenterà il futuro dei Suv premium. Ci aspettiamo che nei prossimi mesi ci siano delle nuove assegnazioni”. LEGGI TUTTO

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    Generali positiva, Jefferies incrementa target

    (Teleborsa) – Jefferies ha rivisto al rialzo il target price di Generali. Gli esperti dell’ufficio studi hanno incrementato il prezzo obiettivo a 18 euro dai 16 euro indicati in precedenza. La raccomandazione è confermata “hold”.Il titolo Generali Assicurazioni mostra una variazione percentuale pari a +0,05%. Lo scenario tecnico visto ad una settimana del titolo rispetto all’indice FTSE MIB, evidenzia un rallentamento del trend del Leone di Trieste rispetto al principale indice della Borsa di Milano, e ciò rende il titolo potenziale obiettivo di vendita da parte degli investitori.La tendenza di breve di Generali Assicurazioni è in rafforzamento con area di resistenza vista a 18,36 Euro, mentre il supporto più immediato si intravede a 18,19. Attesa una continuazione della tendenza al rialzo verso quota 18,52. LEGGI TUTTO

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    Avis Budget Group festeggia trimestre sopra attese, titolo in rally

    (Teleborsa) – Ottima performance per Avis Budget Group,, che scambia in rialzo dell’8,73%.A fare da assist alle azioni contribuiscono i risultati di bilancio annunciati dal gigante dell’autonoleggio, ampiamente superiori alle aspettative grazie al fatto che la ripresa di viaggi e turismo. Il quarto trimestre si è chiuso con una crescita degli utili a 424 milioni, pari a 10,10 dollari per azione, dai 381 milioni (6,63 dollari) precedenti. Su base rettificata l’EPS si è attestato a 10,46 dollari contro i 6,68 dollari attesi dal consensus. I ricavi sono in progresso dell’8% annuo a 2,77 miliardi superiori ai 2,67 miliardi stimati dal mercato.Comparando l’andamento del titolo con il Nasdaq 100, su base settimanale, si nota che Avis Budget Group, mantiene forza relativa positiva in confronto con l’indice, dimostrando un maggior apprezzamento da parte degli investitori rispetto all’indice stesso (performance settimanale +12,88%, rispetto a +1,1% dell’indice dei titoli tecnologici USA).L’analisi di medio periodo conferma la tendenza positiva di Avis Budget Group,, mentre se si analizza il grafico a breve, viene evidenziato un indebolimento delle quotazioni al test della resistenza 247,6 USD. Primo supporto visto a 226,1. Tecnicamente, si attende nel breve periodo, un’evoluzione in senso negativo della curva verso il bottom visto a 212,5. LEGGI TUTTO