Febbraio 2023

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    USA, aumenta la produttività nel 4° trimestre

    (Teleborsa) – Nel 4° trimestre del 2022 la produttività del settore non agricolo in USA è aumentata su base trimestrale del 3%, dopo il +1,4% dei tre mesi precedenti, confrontandosi con il +2,4% atteso dagli analisti. Rispetto allo stesso trimestre del 2021, è scesa dell’1,5%. Secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, il costo per unità di lavoro è cresciuto dell’1,1% ad un ritmo più lento rispetto al +2% del 3° trimestre (dato rivisto da +2,4%) e contro il +1,5% del consensus. LEGGI TUTTO

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    USA, richieste sussidi disoccupazione scendono a sorpresa

    (Teleborsa) – Scendono a sorpresa le nuove richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 27 gennaio, i “claims” sono risultati pari a 183 mila unità, in diminuzione di 3.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 186.000. Il dato si confronta con i 200 muila del consensus. La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 191.750 unità, in calo di 6.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 197.750. La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente. Infine, nella settimana al 20 gennaio, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.655.000, in calo di 11.000 mila unità rispetto alle 1.666.000 unità della settimana precedente e al di sotto del 1.677.000 attesi. LEGGI TUTTO

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    Città metropolitane, ISTAT: “Molte fragilità ma anche potenzialità dei contesti urbani”

    (Teleborsa) – Con 6.827 km2 Torino è la città metropolitana più estesa, Napoli con 1.179 km2 è invece la meno estesa ma si piazza in vetta alla classifica per densità abitativa (2.535 abitanti per km2), in coda Messina con 185 per Km2. Genova è la città che si presenta più vulnerabile rispetto alle altre, incidendo il rischio frane nel 25% della superficie. Questi alcuni dati che emergono dal focus dell’Istat sulle Città metropolitane. Si tratta di “enti territoriali di area vasta” che hanno sostituito le province in 10 aree urbane di regioni a statuto ordinario, che dispongono di propri organi di governo e di territori coincidenti con quelli delle ex province: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. A queste si aggiungono quattro città metropolitane delle regioni a statuto speciale: Palermo, Catania, Messina e Cagliari.Tra gli aspetti affrontati nell’analisi dell’Istat la dinamica della popolazione, l’invecchiamento, la mortalità, le scelte insediative, il mercato del lavoro, il livello di istruzione, il pendolarismo e le caratteristiche del tessuto produttivo, secondo uno studio comparato dei rispettivi territori urbani costituiti dal comune capoluogo (polo urbano) e dalle cinture urbane di primo e secondo livello che consentono di osservare le dinamiche di evoluzione delle città. È stato condotto anche un approfondimento sulla geografia e sulle caratteristiche dei territori che mette in luce alcune fragilità principalmente collegate alla pressione antropica e ai rischi naturali.Nel ventennio l’Istat registra una crescita di popolazione in sette comuni su 10 ad alta e media densità di urbanizzazione. Tra le Città metropolitane spicca Roma (+14%), così come tra i capoluoghi (+ 8%). Di contro, nello stesso periodo, si rileva un calo della popolazionein oltre sei comuni rurali su 10, secondo la classificazione europea Degurba (Degree of urbanisation). Tra le Città metropolitane prevale Messina (-8,8%) così come tra i capoluoghi (-12,2%).Gli anziani abitano in prevalenza nei comuni capoluogo, in cui ogni 100 giovani vi sono quasi 176 persone con più di 65 anni di età. Tra le città metropolitane, Genova con 269 anziani ogni 100 giovani detiene il primato di “città più vecchia”, mentre a Napoli si rileva il dato più contenuto, pari a 130.Nell’ultimo ventennio sono quasi quadruplicati gli stranieri residenti nelle città metropolitane. La presenza maggiore è nei comuni capoluoghi: 11,5 ogni 100 residenti.Nel 2020, primo anno di pandemia da Covid-19, anche le città metropolitane del Nord sperimentano alti livelli di mortalità. Dopo il territorio metropolitano di Napoli (1.080 decessi ogni 100mila abitanti) si collocano le città metropolitane di Genova (1.009 decessi ogni 100mila abitanti) e Torino (1.002 decessi ogni 100mila abitanti). Nel 2021, secondo anno di pandemia, i dati confermano la maggiore mortalità della città metropolitana di Napoli (1.097 decessi ogni 100mila abitanti) seguita dalle tre città metropolitane siciliane Messina, Catania, Palermo.Sul fronte dell’istruzione, alti livelli si registrano nei comuni capoluogo: 31 persone con titoli terziari ogni 100 residenti. Il comune di Bologna detiene il primato, con 42 laureati ogni 100 residenti.La più bassa partecipazione attiva al mercato del lavoro (tasso di attività della popolazione di 15 anni e oltre) caratterizza la città metropolitana di Palermo (46%), tra i comuni capoluogo Napoli (47%) e tra le prime e seconde cinture urbane quelle di Reggio Calabria (45%). Bologna è la città metropolitana con la maggiore propensione femminile al lavoro, 51 donne ogni 100. La minore partecipazione attiva è nella città metropolitana di Napoli, 35 donne su 100. I livelli occupazionali (tasso di occupazione 25-64 anni) sono più critici a Palermo, sia nella città metropolitana nel suo complesso (49%) sia nel comune capoluogo e nelle sue cinture urbane. Il tasso di occupazione femminile (popolazione di 25-64 anni) si conferma la criticità della città metropolitana di Palermo (36%) e nella sua prima cintura (30%). Fra i capoluoghi, a Napoli il dato più basso, 38%.Circa gli spostamenti giornalieri per motivi di studio o di lavoro, le città metropolitane di Palermo, Messina e Reggio Calabria sono collocate negli ultimi posti della graduatoria: in queste aree si spostano giornalmente, per studio o lavoro, circa 42 persone ogni 100 abitanti.Milano è la città metropolitana con la più elevata densità imprenditoriale: 106 unità locali ogni mille abitanti per un totale di 346.509 unità. Nella classifica seguono Firenze e Bologna che si distanziano rispettivamente di circa sette e 13 punti. Nel territorio metropolitano di Firenze la maggiore vocazione industriale-manifatturiero: 12 unità locali ogni mille abitanti del settore Industria in senso stretto.Fra i capoluoghi, Milano ha il più valore alto di reddito per abitante, 23.202 euro e Catania il valore più basso, 9.844. I capoluoghi hanno valori più elevati rispetto al resto del proprio territorio metropolitano, unica eccezione la prima cintura di Catania con un reddito medio pro capite di 10.011.La produttività nominale del lavoro (valore aggiunto per addetto) è maggiore nei capoluoghi. Nel 2020 il massimo valore a Milano, 71,2 migliaia di euro per addetto e quello minimo a Messina, 29,2 migliaia di euro per addetto. Rispetto al 2019 si rileva una eccezionale caduta del valore aggiunto per addetto: -10,4% nei territori metropolitani; primato nella città metropolitana di Firenze, – 24,3%. LEGGI TUTTO

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    Elica, Intermonte prevede margini resilienti in 4° trim a fronte di domanda debole

    (Teleborsa) – Intermonte ha confermato a 4 euro per azione il prezzo obiettivo su Elica, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nella produzione di cappe e piani aspiranti da cucina, mantenendo il giudizio sul titolo a “Buy”. La revisione della raccomandazione arriva a pochi giorni dall’approvazione, da parte del CdA, delle informazioni finanziarie aggiuntive al quarto trimestre del 2022, in programma il 14 febbraio.Gli analisti si aspettano ricavi per il quarto trimestre a 128 milioni di euro, in calo del 5% per una diminuzione dei segmenti B2B/B2C e un aumento del comparto motori. L’EBITDA Adjusted dovrebbe essere piatto a 13,8 milioni di euro, con un margine del 10,7%.”Elica sembra ben attrezzata per affrontare il mercato delle cappe più difficile previsto nel 2023, un periodo in cui alcuni pilastri chiave della storia azionaria di Elica (gamma di prodotti innovativi nel B2C, opportunità di crescita in Nord America, lancio del nuovo footprint produttivo, capacità di controllo dei costi) saranno fondamentali per continuare a costruire resilienza e consolidare il solido track record del management”, si legge nella ricerca. LEGGI TUTTO

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    Aeffe, Intesa abbassa target price e conferma Hold

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha abbassato a 1,45 euro per azione (da 1,55 euro) il suo prezzo obiettivo su Aeffe, società del lusso che opera sia nel settore del pret-a-porter sia nel settore delle calzature e pelletteria, confermando il giudizio sul titolo a “Hold”. Gli analisti hanno rivisto la loro raccomandazione dopo la pubblicazione dei risultati preliminari del 2022, che si è chiuso con ricavi pari a 352 milioni di euro, rispetto a 324,6 milioni di euro del 2021 (+8,4% a tassi di cambio correnti, +7,7% a tassi di cambio costanti).Il broker crede che l’interruzione superiore alle attese in Cina nel 4° trimestre 22 abbia influito sulla redditività e sul flusso di cassa. Pertanto, ha ridotto la previsione di EBITDA 2022 del 4,9% a 34,4 milioni di euro, pari a un margine EBITDA al 9,8% (rispetto al precedente 10,2%, -110 punti base anno su anno) e aumentato l’indebitamento netto 120,5 milioni di euro a 126 milioni di euro.Sottolineando che il management ha deciso di privilegiare la qualità delle vendite e ottimizzare il wholesale in uno scenario macro complesso, Intesa Sanpaolo ha ridotto del 2,6% le vendite previste per il 2023 (ora ipotizzate in aumento del 2,5% su base annua a 361 milioni di euro ), ma ha lasciato invariata l’ipotesi di vendite a 400 milioni di euro nel 2024, quando il gruppo dovrebbe beneficiare del pieno decollo di Moschino Kids e M05CH1N0 JEANS.Inoltre, ipotizza un EBITDA margin flat nel 2023 con un recupero all’11% solo nel 2024, quando dovrebbero esserci anche dei risparmi dovuti alla semplificazione delle la struttura del gruppo. LEGGI TUTTO

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    PA, Formez: pubblico conferma “appeal”, più donne ai concorsi

    (Teleborsa) – Il comparto pubblico è ancora attrattivo, la partecipazione delle donne ai concorsi è più alta rispetto a quella degli uomini. È quanto rileva il rapporto Formez P.A. 2022 presentato nella sede dell’associazione della stampa estera in Italia e curato dal centro studi e attività internazionali dal quale emerge che resta elevata l’età media dei nuovi ingressi e l’80% dei candidati alle procedure concorsuali ha una laurea.Dall’analisi del bilancio dell’attività di gestione delle procedure concorsuali negli ultimi dodici anni emerge, dunque, la persistente attrattività del comparto pubblico, anche se con le ormai consolidate asimmetrie territoriali, evidenti soprattutto dai dati sulle procedure concorsuali semplificate che hanno visto in media 102, 3 candidature per ogni posto assegnato (67 le candidature medie per ogni posto bandito dalle procedure concorsuali ordinarie).Come sottolineato, elevata la partecipazione delle donne: 6 candidati su dieci risultati idonei sono donne. Si registra poi l’elevata età media dei nuovi ingressi (36 anni) nelle pubbliche amministrazioni, aspetto decisivo per il raggiungimento dell’obiettivo di abbassare l’età media del personale pubblico. Inoltre, l’elevato livello di scolarizzazione dei candidati (l’80% dei candidati possiede infatti una laurea) e la persistente difficoltà a coprire il fabbisogno di profili professionali tecnici o particolarmente specializzati o emergenti, che già dalle prove iniziali (eventuali preselettive e scritti) registrano un abbattimento della partecipazione rispetto alle candidature (sotto al 30% dei convocati per statistici, informatici, ingegneri e architetti). Ma c’è anche un dato che fa riflettere: l’affacciarsi sulla scena del fenomeno delle rinunce da parte dei vincitori, probabilmente derivato, in un sistema più moderno e ordinario, anche dalla cannibalizzazione tra procedure per profili assimilabili a vario titolo. In primis per i requisiti di accesso richiesti, tra i quali i candidati vincitori scelgono in base a criteri di utilità soggettiva, quale la stabilità del rapporto di lavoro o la sede di servizio. Per esempio, il 41,5% dei candidati ai concorsi banditi dal 1 gennaio 2021 al 30 giugno 2022 ha partecipato a più procedure; il 26% di questi è risultato idoneo a due o più concorsi.Dall’indagine emerge poi che accanto alle tradizionali attività di supporto alle amministrazioni per lo sviluppo della capacità amministrativa, il miglioramento della performance e la crescita dei processi di semplificazione, Formez P.A. ha ora anche il compito di assicurare supporto alle attività di coordinamento, sviluppo e attuazione del PNRR, organizzazione delle procedure di reclutamento del personale, elaborazione di modelli di lavoro flessibile alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, sviluppo del processo di digitalizzazione dei procedimenti amministrativi.Il rapporto oltre al volume sui dati principali è composto da altri tre volumi dedicati ai temi del reclutamento, della transizione digitale e dello sviluppo delle aree interne. LEGGI TUTTO

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    Honeywell, trimestrale in chiaroscuro con utili in calo

    (Teleborsa) – Honeywell, multinazionale statunitense che opera in diversi ambiti (tra cui controllo e automazione nel settore industriale o domestico, componenti per il settore aeronautico e automobilistico), ha registrato vendite pari a 9,19 miliardi di dollari nel quarto trimestre 2022, in aumento del 6% rispetto allo stesso periodo del 2021 (vendite organiche in aumento del 10%). L’utile netto è sceso a 1,02 miliardi di dollari, o 1,51 per azione, dai 1,43 miliardi di dollari, o 2,05 per azione, nello stesso periodo dell’anno precedente. L’utile rettificato per azione è stato di 2,52 dollari, in aumento del 21% su base annua.Gli analisti si aspettavano in media, secondo dati Refinitiv, un utile per azione di 2,51 dollari su ricavi per 9,25 miliardi di dollari.”Honeywell ha concluso bene un altro anno difficile, rispettando la nostra guidance originale per l’anno nonostante i significativi venti contrari da FX e la chiusura delle nostre operazioni in Russia – ha affermato il CEO Darius Adamczyk – Abbiamo anche soddisfatto la nostra ultima guidance per tutte le metriche nel quarto trimestre”.”Mentre guardiamo al 2023, siamo ben posizionati per rimanere resilienti e fornire risultati differenziati – ha aggiunto – Il nostro backlog rimane a un livello record, chiudendo il 2022 a 29,6 miliardi di dollari e contribuirà a sostenere la crescita durante tutto l’anno. I mercati finali dell’aerospaziale e dell’energia di fine ciclo sono posizionati per un anno di forte crescita nel 2023″.La società prevede vendite comprese tra 36 e 37 miliardi di dollari nel 2023, che rappresentano una crescita organica anno su anno dal 2% al 5%, e un utile rettificato per azione da 8,80 a 9,20 dollari, da stabile fino a un aumento del 5% nonostante un addebito di 0,55 dollari per pensioni. LEGGI TUTTO

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    USA, brusco aumento dei licenziamenti Challenger a gennaio

    (Teleborsa) – Si registra una crescita dei licenziamenti negli Stati Uniti nel mese di gennaio 2023. Secondo il rapporto Challenger, Gray & Christmas, le principali società statunitensi hanno rilevato un taglio di circa 102.943 posti di lavoro. Il dato rivela un aumento del 136% rispetto al mese precedente, quando si erano registrati 43.651 licenziamenti e un aumento del 440% rispetto allo stesso periodo del 2022.Il totale del mese scorso è il totale di gennaio più alto dal 2009, quando ne furono annunciati 241.749 nel primo mese dell’anno. Inoltre, è il totale mensile più alto da settembre 2020, quando sono stati segnalati 118.804 tagli di posti di lavoro.”Ora siamo dall’altra parte della frenesia delle assunzioni degli anni della pandemia – ha affermato Andrew Challenger, esperto di lavoro e vicepresidente senior di Challenger, Gray & Christmas – Le aziende si stanno preparando a un rallentamento economico, tagliando i lavoratori e rallentando le assunzioni”.Il settore tecnologico ha annunciato il maggior numero di tagli con 41.829, il 41% di tutti i tagli annunciati a gennaio. È superiore del 158% rispetto ai 16.193 tagli annunciati a dicembre 2022 e del 57.996% rispetto ai 72 rilevati a gennaio 2022.I retailer hanno annunciato i secondi tagli a gennaio con 13.000, in aumento del 3.225% rispetto ai 391 annunciati nello stesso mese nel 2022. Le società finanziarie hanno annunciato 10.603 tagli il mese scorso, in aumento del 1.423% rispetto ai 696 tagli annunciati a gennaio 2022.(Foto: seventyfour74 | 123RF) LEGGI TUTTO