Febbraio 2023

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    G7: provvedimenti contro paesi terzi che sostengono guerra della Russia

    (Teleborsa) – Il G7 sta “intraprendendo provvedimenti contro attori di paesi terzi che sostengono materialmente la guerra della Russia in Ucraina”. Lo dicono i leader dei sette paesi in una nota congiunta dopo il meeting virtuale con Volodymyr Zelensky in occasione del primo anniversario della guerra in Ucraina. “Chiediamo ai paesi terzi o ad altri attori internazionali che cercano di eludere o indebolire le nostre misure di cessare di fornire sostegno materiale alla guerra della Russia o di affrontare gravi costi”, si legge nel documento.Il gruppo riafferma “l’incrollabile sostegno all’Ucraina per tutto il tempo necessario” e si impegna a “intensificare il nostro sostegno diplomatico, finanziario e militare all’Ucraina, ad aumentare i costi per la Russia e per coloro che sostengono il suo sforzo bellico, e a continuare a contrastare gli impatti negativi della guerra sul resto del mondo”.Viene chiesto alla Russia di fermare la sua aggressione in corso e di “ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe dall’intero territorio dell’Ucraina riconosciuto a livello internazionale”.Inoltre, il G7 rimane impegnato “a coordinare gli sforzi per soddisfare le pressanti esigenze di attrezzature militari e di difesa dell’Ucraina, con un’attenzione immediata ai sistemi e alle capacità di difesa aerea, nonché alle munizioni e ai carri armati necessari”.Tra le nuove misure in fase di studio, si vuole “impedire alla Russia di trovare nuovi modi per acquisire materiali avanzati, tecnologia e attrezzature militari e industriali dalle nostre giurisdizioni, che possa utilizzare per sviluppare i suoi settori industriali e promuovere le sue violazioni del diritto internazionale”.Inoltre, visti i notevoli introiti che la Russia estrae dall’esportazione di diamanti, i leader affermano che lavoreranno collettivamente “su ulteriori misure sui diamanti russi”. LEGGI TUTTO

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    In rosso Wall Street: l'inflazione PCE spaventa gli investitori

    (Teleborsa) – Giornata da dimenticare per Wall Street, con le azioni in netto ribasso e i rendimenti dei Treasury in aumento, dopo che i dati macroeconomici usciti prima dell’apertura hanno mostrato che la spesa per consumi personali è aumentata più delle attese a gennaio, aumentando i timori che la Federal Reserve manterrà i tassi di interesse più alti più a lungo. In particolare, preoccupa l’andamento dell’indice core PCE, misura di inflazione utilizzata dalla banca centrale statunitense.”Questa non era la notizia che la Fed o gli investitori speravano e, pertanto, ci aspettiamo che i mercati si adattino alla probabilità che la Fed debba aumentare i tassi e mantenerli più a lungo di quanto previsto in precedenza – ha commentato Greg Wilensky, Head of US Fixed Income presso Janus Henderson – I dati più caldi sull’inflazione, insieme alla continua forza del mercato del lavoro e della spesa dei consumatori, indicano che la Fed ha ancora del lavoro da fare sul fronte dell’inflazione.Lo stesso presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha detto che il rapporto di oggi “mostra che abbiamo compiuto progressi sull’inflazione, ma abbiamo ancora molto lavoro da fare”.Intanto, Loretta Mester, presidente della Federal Reserve Bank of Cleveland, ha affermato che i tassi di interesse chiave devono salire oltre il 5% e rimanere lì per un po’ di tempo e che “la Fed deve fare un po’ di più sul nostro tasso ufficiale per assicurarsi che l’inflazione stia tornando verso il basso”.Philip Jefferson, membro del Board of Governors della Federal Reserve, ha invece detto che “la Federal Reserve sta affrontando l’esplosione dell’inflazione prontamente e con forza per mantenere quella credibilità e per far rimanere ben ancorate le aspettative di inflazione a lungo termine”.Giornata “no” per la Borsa USA, in flessione dell’1,41% sul Dow Jones; sulla stessa linea, giornata da dimenticare per l’S&P-500, che retrocede a 3.950 punti, ritracciando dell’1,56%. Pessimo il Nasdaq 100 (-2,23%); con analoga direzione, in forte calo l’S&P 100 (-1,67%).La sola Blue Chip del Dow Jones in sostanziale aumento è JP Morgan (+0,59%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Boeing, che prosegue le contrattazioni a -4,86%. Si concentrano le vendite su Microsoft, che soffre un calo del 2,34%. Vendite su Apple, che registra un ribasso del 2,29%. Seduta negativa per Intel, che mostra una perdita del 2,25%.Sul podio dei titoli del Nasdaq, Intuit (+1,75%) e Mercadolibre, (+0,58%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Autodesk, che prosegue le contrattazioni a -11,70%. Sensibili perdite per Adobe Systems, in calo del 7,53%. In apnea Lucid Group, che arretra del 5,84%. Tonfo di Rivian Automotive, che mostra una caduta del 5,78%. LEGGI TUTTO

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    TIM, KKR: pronti a dialogare con board sull'offerta per Netco

    (Teleborsa) – Il fondo statunitense KKR, tramite un suo portavoce, afferma di accogliere “con favore il comunicato del consiglio di amministrazione di TIM in relazione alla nostra offerta non vincolante presentata il 1° febbraio 2023 per l’acquisto di una partecipazione nella società denominata Netco”.Il colosso USA si dice “pronto a dialogare con il board per cooperare nel rispetto degli obiettivi strategici di TIM”.Nel pomeriggio il CdA dell’ex monopolista aveva detto di avere “molto apprezzato l’interesse espresso” da KKR per la rete, ma aggiunto che l’offerta non vincolante “non riflette pienamente il valore dell’asset e le aspettative di TIM”.Oggi il titolo Telecom Italia ha portato a casa un +1,36%, risultando uno dei migliori del FTSE MIB. LEGGI TUTTO

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    OPA Aedes SIIQ, adesioni oltre il 33%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) obbligatoria totalitaria promossa da Domus S.r.l. sulle azioni ordinarie di Aedes SIIQ, società immobiliare quotata su Euronext Milan, risulta che oggi, 24 febbraio 2023, sono state presentate 1.330.143 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesioni sono a quota 42.111.039, pari al 33,240% dell’offerta.L’offerta è iniziata il 6 febbraio 2023 e terminerà il prossimo 3 marzo 2023. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Aedes SIIQ acquistate sul mercato nei giorni 2 e 3 marzo 2023 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    BP, Moody's migliora outlook a positivo e conferma rating

    (Teleborsa) – Moody’s ha cambiato l’outlook di BP, colosso britannico del settore energetico, a Positive da Stable. Confermato il rating A2. Pochi giorni fa la società ha comunicato che l’underlying replacement cost profit (la definizione di utile netto della società) è balzato a 28 miliardi di dollari nel 2022.”L’outlook positivo riflette la sostanziale riduzione del debito negli ultimi due anni e una politica di allocazione del capitale che consente ulteriori riduzioni del debito se i prezzi del petrolio e del gas rimangono a livelli attuali o più alti”, ha affermato Tobias Wagner, Lead Analyst di Moody’s per BP.”In combinazione con un dividendo di base moderato e nonostante una sostanziale buyback in corso, la migliore forza del bilancio di BP sembra che persisterà attraverso vari ambienti di mercato”, ha aggiunto.(Foto: Alexandr Blinov / Dreamstime) LEGGI TUTTO

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    BCE, Visco: tassi reali sono a zero, nessuna preoccupazione

    (Teleborsa) – “Bisogna considerare che i tassi (della Banca centrale europea, ndr) sono saliti di 300 punti base, ma partendo da livelli negativi. In termini reali (cioè al netto dell’inflazione, ndr), i tassi sono ora attorno allo zero dunque, francamente, non c’è alcun motivo di preoccupazione. Quello che dobbiamo fare è essere attenti a non eccedere”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in un’intervista alla CNBC a margine del G20 delle Finanze a Bangalore (India).La decisione sul rialzo da 50 punti base allo scorso meeting “era basata sul fatto che sebbene i prezzi dell’energia siano calati, questo ancora non si è visto nei prezzi non energetici e questo significa che dobbiamo essere cauti. Dobbiamo tuttavia decidere sulla base delle informazioni che diventano disponibili, noi diciamo volta per volta”.Visco ha aggiunto che al meeting BCE di marzo “anche se è stato già indicato che potremmo alzare di 50 punti base, dobbiamo ancora decidere sulla base delle informazioni disponibili: è davvero un processo riunione dopo riunione”.Guardando alla situazione economica, Visco ha sottolineato che “la recessione non è inevitabile”. “Siamo stati sorpresi che c’è stata una performance migliore delle attese la scorsa estate – ha spiegato – Abbiamo considerato la possibilità che ci fosse di una recessione tecnica tra fine 2022 e inizio 2023 e non ci sta nulla del genere. Ci sta un consistente rallentamento, a causa della crisi dei prezzi energetici e questo ha un effetto sull’economia reale, sulla domanda e sulla forniture”. LEGGI TUTTO

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    Russia e UE, la guerra del gas: il bilancio un anno dopo

    (Teleborsa) – C’è una guerra nella guerra tra Russia e Ucraina, quella sul gas che va avanti ormai da mesi. Durante i mesi estivi la più grossa incognita era legata a ciò che sarebbe successo questo inverno. Nello scenario peggiore si era parlato addirittura di possibili razionamenti, per fortuna – anche in scia ad una azione preventiva che sembra essersi dimostrata efficace – le cose stanno andando meglio di quanto ipotizzato. Teleborsa ha chiesto a Matteo Villa dell’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) di tracciare un bilancio. “In effetti, le cose stanno andando molto meglio, in scia alle reazioni del mercato e cioè l’industria ha iniziato a consumare meno in parte anche la generazione elettrica da termoelettrico è andata molto meglio nel senso che abbiamo usato altro -purtroppo anche il carbone – perchè il gas costava troppo e in parte anche i consumatori domestici, gli uffici, hanno iniziato a consumare un pochino meno, non tantissimo però un 10% a parità di temperatura esterna è andata anche con i domestici e con gli uffici e in più abbiamo avuto un clima mite. Per esempio, per l’Italia la mia stima è che quasi il 40% del risparmio di consumi è venuto dal fatto che non ha fatto freddo anzi ha fatto molto più caldo in media rispetto agli anni scorsi quindi abbiamo risparmiato veramente tanto. Le azioni di policy hanno aiutato a cercare di ridurre le bollette però non hanno aiutato nella riduzione dei consumi, siamo stati molto poco capaci dal punto di vista dei governi, della politica a incentivare al risparmio e il cap al prezzo del gas è arrivato quando ormai non serviva più a nulla. Dobbiamo ricordarci che sono stati soprattutto le forze di mercato e non tanto le azioni della politica o dell’Unione Europea ad aver fatto la differenza su quest’inverno, il bilancio di questo inverno è che per esempio l’ Europa è agli stoccaggi massimi di sempre, siamo sul bordo superiore dei massimi, ancora circa al 71% di capacità, di solito in questo periodo dell’anno siamo intorno al 50-55% di capacità degli stoccaggi invece siamo molto in alto e l’Italia ancora di più, siamo al momento 12 miliardi di metri cubi ne abbiamo su 17 dentro, normalmente ce ne sarebbero dovuti essere 10 e se non ci fosse stato il clima mite che c’è stato ne avremmo avuti 9. Possiamo dire che ci è andata veramente bene, almeno fino ad ora, che però non significa che sia finita!.Nel frattempo, è arrivata anche la fumata bianca Ue sul price cap: c’è però chi ha parlato di un accordo “zoppo” o comunque di facciata più che di sostanza. E’ così? “L’accordo sul price cap, più fumo che sostanza nel senso che è arrivato a dicembre quando ormai i prezzi stavano scendendo ed è un accordo al ribasso cioè con un prezzo da cui parte poi il cap – quindi il tetto – molto alto cioè a 180 euro a megawatt ora. Adesso siamo a 55 euro megawatt e siamo lontanissimi da quella cifra. Se anche salisse a quella cifra il problema è che alle forze di mercato non puoi rispondere imponendo un tetto e basta, non a caso gli operatori di mercato diciamo della Borsa di Amsterdam quella che guardiamo tutti il TTF Title Transfer Facility, hanno già annunciato che se mai il prezzo arrivasse vicino a 180 euro megawatt ora e partisse il tetto di fatto loro si sposterebbero su altri mercati, per esempio Londra, per negoziare prezzi più alti perchè ovviamente il prezzo non è una cosa a caso oppure, come è stato detto in Italia, frutto della speculazione ma una vera e proprio risposta del mercato a delle scarsità. Va sempre tenuto in considerazione che i movimenti speculativi ci possono essere a livello giornaliero, le speculazioni a rialzo sono sempre seguite da speculazioni al ribasso quindi il mercato si equilibra su questo e non è vero che il prezzo era troppo alto, il prezzo ad agosto dell’anno scorso 350 euro a megawatt ora rifletteva una situazione di scarsità attesa, altissima, che per fortuna non si è verificata. Imporre un tetto “a caso” non serve a nulla, quindi è arrivato in ritardo ma soprattutto dovremmo fare una riflessione e in qualche modo forse dobbiamo anche essere felici che il tetto sia così alto perchè così non scombussola troppo un mercato che sta cercando il suo equilibrio sui prezzi, insomma non è che un legislatore può imporre dei prezzi a caso sulla base del nulla”.La domanda che tiene banco ora è come agirà – e come dovrebbe agire – l’Europa in modo da poter affrontare l’inverno 2023-2024?”Abbiamo la fortuna che partiremo bene perchè gli stoccaggi saranno molto alti rispetto a quanto ci aspettavamo, inoltre la Russia non sembra potersi permettere di chiudere tutto nel senso che negli ultimi mesi si è ribaltato il rapporto tra quanto “chiudeva” e quanto saliva il prezzo e cioè: nei primi mesi della crisi più la Russia chiudeva i rubinetti più saliva il prezzo e il prezzo saliva talmente tanto che più che compensava la chiusura dei rubinetti quindi a un certo punto la Russia ci ha fatto molti più soldi vendendo molto meno gas all’Europa. Questa strategia ormai non può più funzionare perchè la Russia ha chiuso già all’80%, ciò significa che non può chiudere tanto di più e l’Europa sta trovando fonti alternative, sta accaparrando gas altrove, le due cose messe insieme fanno sì che la Russia non abbia più un grande potere di ricatto e quindi non ci siano enormi pressioni. detto questo però l’inverno 2023-24 sarà comunque una situazione di pressione, di stress e ci dobbiamo preparare in maniera seria iniziando veramente a fare sensibilizzazione sui consumi cioè sul fatto che se manca il gas dobbiamo iniziare a risparmiarlo e non invece imporre dei prezzi che non servono a nulla. Ripeto il concetto: se i prezzi li imponi poi gli operatori di mercato se quel prezzo invece ha senso vanno da un’altra parte a negoziarlo e questa è forse la lezione più importante di questi ultimi mesi: dobbiamo lavorare sull’ equilibrio fra domanda e offerta, trovare nuove forniture oppure ridurre la nostra domanda e non inventarci che è colpa del mercato, degli speculatori altrimenti non andiamo da nessuna parte”. LEGGI TUTTO

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    OPA DeA Capital, adesioni oltre l'88% nell'ultimo giorno

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria promossa da Nova (veicolo di De Agostini) sulle azioni ordinarie di DeA Capital, risulta che oggi, 24 febbraio 2023, sono state presentate 5.929.640 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesioni sono a quota 75.764.051, pari all’88,374% dell’offerta.L’offerta è iniziata il 23 gennaio 2023 ed è terminata oggi, 24 febbraio 2023, come prorogato. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie DeA Capital acquistate sul mercato nei giorni 23 e 24 febbraio 2023 non potranno essere apportate in adesione all’offerta.(Foto: Free-Photos / Pixabay) LEGGI TUTTO