Aprile 2023

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    Rc auto: ridurre il costo aumentando il prezzo del carburante? Ecco cosa accadrebbe

    (Teleborsa) – Per alleggerire il costo dell’assicurazione auto in Commissione Finanze della Camera si è discusso della possibilità di eliminare l’imposta provinciale che grava sull’Rc, che varia tra il 12,5% e il 16% del premio base, trasformandola in un’accisa sul carburante. Ma cosa cambierebbe nel concreto se la proposta venisse approvata? Se in effetti un minimo di risparmio l’automobilista medio lo avrebbe (trai i 26 e i 33 euro l’anno), di contro chi percorre molti chilometri, o chi guida veicoli con consumi elevati, potrebbe subire rincari non trascurabili.È quanto emerge da alcune simulazioni di Facile.it.Eliminare l’imposta provinciale dall’Rc auto significa alleggerire il premio base tra il 12,5% e il 16%. Secondo l’osservatorio Rc auto di Facile.it, lo scorso mese per assicurare un veicolo a quattro ruote in Italia occorrevano, in media, 526 euro, valore che, senza l’imposta al 16% (aliquota più diffusa in Italia), scenderebbe a 459 euro, con un risparmio di circa 67 euro. Ma quanto aumenterebbe il prezzo del carburante? Secondo gli ultimi dati, nel 2021 il gettito fiscale garantito dall’imposta provinciale sull’Rc auto è stato pari a circa 2 miliardi di euro; per mantenere le stesse entrate bisognerebbe introdurre una nuova accisa sul carburante pari a circa 0,05 euro al litro considerando che lo scorso anno, tra benzina e diesel destinati ai veicoli, in Italia si sono consumati circa 39 miliardi di litri di carburante. Dati alla mano, quindi, prendendo il prezzo medio alla pompa rilevato nella settimana del 10/4/2023, l’aumento del costo del carburante sarebbe pari a circa il 3,5%; la benzina passerebbe da circa 1,88 a 1,94 euro/litro, mentre il diesel da 1,77 a 1,83 euro/litro. I benefici finali per il singolo automobilista dipenderebbero quindi dai chilometri percorsi e dal consumo del veicolo guidato: con un’auto di classe media a benzina e una percorrenza di 10mila km l’anno, ad esempio, l’aggravio sulla benzina sarebbe di circa 40 euro, ma il saldo finale sarebbe positivo, con un risparmio di circa 26 euro (che diventano 33 euro se l’auto è a diesel). All’aumentare dei chilometri percorsi, però, si ridurrebbero i benefici economici: con circa 16.500 chilometri l’anno, sempre con un’auto a benzina di classe media, ad esempio, non ci sarebbe alcun vantaggio economico (il risparmio sull’Rc sarebbe azzerato dall’aggravio sulla benzina), mentre superata questa soglia, il saldo diventerebbe negativo. A 20mila chilometri, ad esempio, l’automobilista vedrebbe un aggravio complessivo di circa 14 euro. Di contro, meno si usa l’auto, maggiore sarà il beneficio finale: per chi percorre 5mila chilometri l’anno, ad esempio, il risparmio netto sarebbe pari a circa 46 euro.”La proposta porterebbe ad alcuni benefici, alleggerendo il costo pagato al momento del rinnovo dell’assicurazione e ridistribuendo il carico dell’imposta provinciale anche su coloro che guidano senza copertura assicurativa o usano un veicolo con targa straniera. Di contro, rischia di gravare maggiormente su quelle categorie di guidatori che percorrono molti chilometri l’anno e pertanto potrebbero pagare di più rispetto all’attuale sistema – spiega Andrea Ghizzoni, Managing director Insurance di Facile.it. –. Un’ulteriore riflessione andrebbe fatta in merito alla sostenibilità di questo sistema nel lungo periodo; con il diminuire dei veicoli a benzina e diesel in circolazione si ridurrebbe il parco auto soggetto a extra accisa e di conseguenza potrebbe calare il gettito raccolto”.Le differenze provinciali – La nuova proposta potrebbe avere dei risvolti positivi soprattutto per gli automobilisti che risiedono in quelle aree del Paese dove i premi medi Rc auto sono più elevati. Sempre prendendo i dati dell’Osservatorio di Facile.it emerge che lo scorso mese, in provincia di Napoli, per assicurare un veicolo a quattro ruote occorrevano in media 1.005 euro, valore che se depurato dall’imposta provinciale scenderebbe a 878 euro. Considerando anche l’aggravio sul carburante, un automobilista medio napoletano, con un’auto alimentata a benzina e una percorrenza di 10mila chilometri l’anno, avrebbe un risparmio complessivo netto di ben 87 euro e manterrebbe un beneficio economico fino ad addirittura 31mila chilometri; solo passata quella soglia il prezzo maggiorato del carburante sarebbe superiore rispetto al risparmio sul fronte dell’Rc auto. Di contro, i benefici sarebbero meno evidenti, e la forbice chilometrica più corta, per gli automobilisti che già oggi pagano un premio basso. Ad esempio, in provincia di Milano, il premio medio rilevato da Facile.it lo scorso mese era pari a 417 euro che, al netto dell’imposta provinciale, scenderebbe a 364 euro. Considerando la nuova accisa sul carburante, per un automobilista milanese alla guida di un’auto di classe media a benzina, con 10mila chilometri di percorrenza annuale il bilancio finale sarebbe pari ad appena 12 euro di risparmio. Basterebbe superare i 13mila chilometri l’anno per vedere invece un saldo negativo; con 20mila chilometri, ad esempio, l’aggravio netto sarebbe di ben 28 euro.”Il nuovo sistema contribuirebbe, almeno in parte, a ridurre le distanze territoriali in termini di premio medio Rc auto – conclude Ghizzoni – tenendo però in considerazione che a godere appieno dei benefici sarebbero gli automobilisti che oggi abitano in quelle aree del Paese dove l’assicurazione costa di più e che percorrono meno chilometri l’anno; per gli altri, invece, i benefici potrebbero essere bassi se non addirittura trasformarsi in aggravi”.(Foto: ElisaRiva / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Contratti a termine PA, UE: risposte non soddisfacenti dall’Italia, va avanti la procedura di infrazione

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha deciso, oggi a Bruxelles, di inviare un parere motivato all’Italia, secondo stadio della procedura comunitaria d’infrazione, per il recepimento non corretto nell’ordinamento nazionale della direttiva 1999/70/Ce del Consiglio Ue, che proibisce discriminazioni a danno dei lavoratori a tempo determinato nel settore pubblico e obbliga gli Stati membri a disporre misure atte a prevenire e sanzionare l’utilizzo abusivo di contratti o rapporti di lavoro a termine. La Commissione, ha sottolineato in una nota, che la normativa italiana “non impedisce né sanziona in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato in successione per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico e in particolare: insegnanti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola pubblica, operatori sanitari, lavoratori del settore dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e del settore operistico, personale degli istituti pubblici di ricerca, lavoratori forestali, personale volontario dei Vigili del fuoco”. Inoltre, prosegue Bruxelles, alcuni di questi lavoratori “hanno anche condizioni di lavoro meno favorevoli rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato, situazione che costituisce una discriminazione e contravviene al diritto dell’Unione”. La Commissione aveva già avviato la procedura di infrazione inviando una prima lettera di costituzione in mora alle autorità italiane nel luglio 2019, seguita da una lettera complementare di messa in mora nel dicembre 2020. “Sebbene l’Italia abbia fornito spiegazioni sulle proprie norme nazionali, la Commissione le ha ritenute non soddisfacenti e dà ora seguito alla sua valutazione con un parere motivato”, ha precisato l’Esecutivo Ue. L’Italia ha ora di 2 mesi per rimediare alle carenze individuate nel parere motivato. In caso di nuova risposta insoddisfacente, la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Ue. LEGGI TUTTO

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    ITA Airways “ambasciatore” del Made in Italy: presentati nuovi interni e divise

    (Teleborsa) – ITA Airways ha chiuso il primo trimestre 2023 con ricavi passeggeri pari a 345 milioni di euro, in aumento dell’1,5% rispetto al budget, e conta di chiudere l’anno con 2,2 miliardi di ricavi passeggeri, che arriverebbe a 2,5 miliardi includendo il cargo. Lo ha detto l’Amministratore delegato della compagnia Fabio Lazzerini durante la presentazione dei nuovi interni della flotta all’aeroporto di Fiumicino, dove sono state presentata anche le nuove divise firmate Brunello Cucinelli, il menu Spring e l’Hangar Lounge del nuovissimo Molo A.Lazzerini ha poi confermato che ITA ha chiuso il primo trimestre con una cassa di 402 milioni di euro, dopo aver sostenuto un esborso aggiuntivo di 30 milioni, includendo il quale si sarebbe avuta una cassa di 432 milioni, superiore ai 324 milioni di fine 2022.Il Presidente Antonino Turicchi ha parlato dell’offerta di Lufthansa, confermando che “l’operazione nella sua struttura è definita, poi il fatto che qualcuno la voglia cambiare di una virgola fa parte di una negoziazione”. Più cauto è apparso il manager sulla possibilità di chiudere la trattativa entro la scadenza del 25 aprile.Oggi la compagnia ha presentato i nuovi interni degli aerei, gli Airbus A320neo di ultima generazione, disegnati da Walter Da Silva, mettendo a segno – ha affermato l’Ad Lazzerini – “un altro importante traguardo nel suo percorso di crescita”.Lazzerini ha ribadito la volontà di essere “ambasciatori nel mondo del Made in Italy”, aggiungendo che “l’italianità è presente in tutta l’esperienza di viaggio con ITA Airways, dall’ingresso in aeroporto all’arrivo a destinazione”, anche nella Lounge che espressione di accoglienza, stile e qualità italiana.All’italianità di ITA ha fatto cenno anche il Ministro del Turismo Daniela Santanchè, che ha dichiarato “per l’Italia è una giornata importante, celebriamo il connubio tra industria aeronautica, moda e settore enogastronomico. “Per noi Ita è fondamentale – ha aggiunto- è la nostra compagnia di bandiera, un pezzo di Italia nei cieli che sa mettere le ali al nostro Made in Italy”. Presente all’evento anche l’Ad di Aeroporti d Roma Marco Troncone, che ha fatto riferimento alla solidità della partnership fra la compagnia e l’aeroporto, sottolineando che “è la testimonianza di un’unione indissolubile”, che “deve e può lavorare insieme, un ticket che può esprimere enormi potenzialità e può essere anche determinante, come politica industriale forte, per posizionare un Paese nel modo importante, come avviene in altri Paesi, nello scacchiere internazionale e nei flussi internazionali”. LEGGI TUTTO

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    Fon.Te.: “Instabilità economico-finanziaria non frena le adesioni: +5,28% rispetto al 2021”

    (Teleborsa) – “Nonostante il 2022 sia stato caratterizzato da momenti di forte instabilità economica e finanziaria, dovuti tra l’altro, agli effetti della perdurante pandemia sanitaria da Covid-19, all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, alla crisi delle materie prime con i conseguenti riflessi economici negativi anche per i settori rappresentati dal Fondo, ha delineato, comunque, un anno di rafforzamento e crescita per Fon.Te. nel panorama dei Fondi negoziali di previdenza complementare”. È quanto ha affermato il presidente dell’Assemblea dei Delegati di Fon.Te aprendo la riunione per l’approvazione del Bilancio d’esercizio 2022.Gli aderenti al 31/12/2022 – fa sapere Fon.Te – ammontano a 255.489 facendo registrare, al netto delle uscite nell’anno, un incremento rispetto al 2021, di 12.802 unità, pari al 5,28%. Alla stessa data, risultano associate al Fondo 39.833 aziende, con un incremento pari al 4,58% rispetto allo scorso anno. L’anno 2022 ha visto inoltre l’estensione della platea del Fondo ai liberi professionisti, imprenditori, lavoratori autonomi non occasionali che operano nei settori di riferimento di Fon.Te., ovvero iscritti ad una delle Parti istitutive. Per quanto riguarda le prestazioni erogate, nel 2022 il Fondo ha raggiunto un totale di 22.310 prestazioni (+21% rispetto al 2021 e +60% rispetto al 2020); le performance sono migliorate anche in termini di tempi di risposta, in media ben al di sotto di quasi il 30% rispetto ai tempi di legge.Il patrimonio in gestione a dicembre 2022 ha superato l’ammontare di 4,746 miliardi di Euro facendo registrare una lieve flessione rispetto al 2021. LEGGI TUTTO

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    Andrea Russo nominato Head of Equity Sales di Alantra Italia

    (Teleborsa) – Alantra, società spagnola di investment banking e asset management rivolta al mid market, rafforza la sua presenza in Italia con la nomina di Andrea Russo a Head of Equity Sales di Alantra Italia. Russo arriva da Banca Akros, dove era Managing Director in Equity Sales con un focus sulle società italiane a piccola e media capitalizzazione.Russo ha oltre 20 anni di esperienza nei mercati globali presso importanti società di investment banking come Sales e Manager. Ha trascorso la maggior parte della sua carriera nella City di Londra lavorando per Goldman Sachs e Morgan Stanley, dove è stato Head of the US equities sales team in Europa.Attualmente, il team italiano di Alantra (che è presente nel paese dal 2010) è composto da oltre 40 professionisti nelle sue attività di Investment Banking e Asset Management.(Foto: by Samson Creative on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Calderone: dobbiamo dare a ogni cittadino italiano l’opportunità di lavorare

    (Teleborsa) – La ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, ha affermato che “prima di fare ragionamenti anche su altri temi come quello dell’emigrazione ci sarebbe l’importante obiettivo da cogliere di dare a ogni cittadino italiano l’opportunità di lavorare”. “Il tema su cui punteremo – ha spiegato Calderone intervenendo nella terza giornata conclusiva del Congresso nazionale della Cisal – è quello della formazione e della riqualificazione, perché il governo non lascerà indietro nessuno che ha bisogno di lavoro”. “Il lavoro – ha osservato – è centrale nella vita di tutte le persone. Non c’è crescita senza lavoro equo e regolare e senza riportare al lavoro le nostre donne e i nostri uomini lavoratrici e lavoratori. Guardo con grande interesse il vostro percorso. Attendo nei prossimi giorni dal segretario Cavallaro, al ministero, la sintesi dei vostri lavori congressuali”. Per quel che riguarda i temi sindacali Calderone ha sottolineato la necessità di “guardare al lavoro nel suo complesso. È importante avere un sindacato in grado di comprendere e interpretare i modelli di cambiamento. Vedo un protagonismo dei corpi sociali intermedi, dobbiamo combattere il lavoro sommerso e quel precariato che non fa crescere la società”. “Però flessibilità – ha sottolineato – vuol dire altro, ci sarà sempre come nel caso dei lavori stagionali. Personalmente non sono contraria ai lavori a tempo determinato purché siano garantite le tutele”. “Credo che come Paese – ha aggiunto – abbiamo la sfida di attuare il nostro PNRR, per far sì che i percorsi restino nel tempo come ad esempio le infrastrutture efficienti. Poi ci sono le politiche attive per il lavoro. Vanno accompagnate le persone che il lavoro non ce l’hanno. Il 70% dei lavoratori è assunto a tempo indeterminato quindi prima di ragionare sul lavoro precario io invece lavorerei e ragionerei sui tanti posti di lavoro invece instabili che ci sono”. “Va risolta la questione dell’integrazione lavorativa delle donne nella nostra società – ha proseguito la ministra –. Le donne devono avere la dimensione e la scelta va dato loro un tempo di conciliazione con i tempi di lavoro. Si recupera il 7% del PIL in più con il recupero della questione femminile nel lavoro. Quindi le mamme saranno accompagnate al lavoro in un contesto che possa essere assolutamente gestibile rispetto a quelli che sono gli impegni familiari”. LEGGI TUTTO

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    BofA: gestori preferiscono azioni a bond con più ampio margine da 2009

    (Teleborsa) – I gestori di fondi a livello globale sono diventati più bearish, ovvero pessimisti, ad aprile 2023, con la stretta creditizia vista nelle scorse settimane che ha portato pessimismo sulla crescita globale e la più alta allocazione obbligazionaria da marzo 2009. È quanto emerge dal consueto “Global Fund Manager Survey” di Bank of America (BofA).L’allocazione di liquidità è rimasta al di sopra del segnale di “buy” tattico del 5%, presente dal novembre 2021. I livelli di liquidità sono quindi rimasti superiori al 5% per 17 mesi consecutivi, un lasso di tempo superato solo dal mercato ribassista DotCom di 32 mesi.I timori di una stretta creditizia spingono l’allocazione obbligazionaria a salire di 9 punti percentuali su base mensile al 10% netto Overweight, il maggior sovrappeso da marzo 2009 – si legge nella ricerca – E anche il sottopeso degli investitori in azioni rispetto alle obbligazioni è ora a livelli che non si vedevano dalla Grande crisi finanziaria.Secondo i gestori intervistati, la fonte più probabile per un “evento di credito” sono immobili commerciali USA/UE (48%), seguiti da sistema bancario ombra statunitense (25%), debito societario USA (6%), declassamento del debito del Tesoro USA (4%), immobili in Cina (4%) e debito sovrano europeo (3%).BofA afferma anche che gli investitori sono tornati sui titoli difensivi (utilities, staples, healthcare) rispetto ai ciclici (discretionary, banks, energy, materials), spinti da grandi rotazioni da banks & materials a healthcare & utilities.Le posizioni più affollate sono invece: Long big tech stocks (30%); Short US banks (18%); Long China equities (13%); Short REITs (12%); Long European equities (11%); Long US dollar (5%).(Foto: Foto di Nick Chong su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Abbott, trimestrale oltre le attese nonostante calo prodotti Covid

    (Teleborsa) – Abbott Laboratories, colosso statunitense della farmaceutica, ha registrato vendite pari a 9,7 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2023, in calo del 18,1% a causa del previsto calo delle vendite relative ai test COVID-19 rispetto all’anno precedente. L’EPS è stato di 0,75 dollari e l’EPS rettificato di 1,03 dollari, superiore alla media delle stime degli analisti di 99 centesimi per azione (secondo i dati di Refinitiv).”I nostri risultati del primo trimestre riflettono un ottimo inizio d’anno – ha affermato il CEO Robert Ford – La crescita nelle nostre attività di base sottostanti è accelerata, compresi risultati particolarmente forti nei dispositivi medici, nei prodotti farmaceutici affermati e nella nutrizione”.L’EPS previsto per l’intero anno dalle operazioni continue continua ad essere compreso tra 4,30 e 4,50 dollari, riflettendo una prospettiva migliore per l’attività di base sottostante compensata da un contributo agli utili inferiore dalle vendite relative ai test COVID-19.Abbott ora prevede una crescita organica delle vendite per l’intero anno 2023, escluse le vendite correlate ai test COVID-19, a un tasso almeno “high single-digits”. La società ha però ridotto le sue previsioni di vendita relative ai test COVID a 1,5 miliardi dai 2 miliardi di dollari precedenti. LEGGI TUTTO