Aprile 2023

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    Grecia, banca centrale aumenta stima PIL 2023 ma invita a prudenza

    (Teleborsa) – La banca centrale della Grecia prevede ora che l’economia del paese crescerà a un tasso del 2,2% nel 2023, molto al di sopra della media dell’area euro, ma un livello significativamente inferiore rispetto al 2022 (+5,9%). I consumi e, soprattutto, gli investimenti continueranno a fornire contributi positivi alla crescita, mentre le prospettive favorevoli per il settore turistico rimangono anche quest’anno, nonostante il perdurare dell’incertezza. La revisione al rialzo della previsione di crescita per il 2023 rispetto alle stime precedenti “è dovuta all’effetto di trascinamento dello scorso anno, data la sovraperformance dell’economia nel 2022”, si legge nel rapporto annuale dell’istituzione guidata da Yiannis Stournaras.L’inflazione complessiva, pur rimanendo relativamente elevata, dovrebbe scendere significativamente al 4,4% nel 2023 (dal 9,3% nel 2022), riflettendo il previsto calo dei prezzi dell’energia e l’effetto base negativo.In un contesto ancora volatile e con crisi successive, “è importante cercare ancore in grado di rafforzare la resilienza dell’economia e la sua capacità di affrontare le sfide future”, si legge nel documento. Nel caso della Grecia, “la continua attuazione di politiche economiche credibili – in particolare sul fronte fiscale -, la salvaguardia dei risultati significativi delle riforme passate e l’istituzione di un nuovo programma di riforme per il governo che emergerà dalle prossime elezioni nazionali, incentrato sulla modernizzazione del settore pubblico, sul rafforzamento delle istituzioni e sul potenziamento delle infrastrutture, dovrebbe fungere da faro che ci guidi attraverso le acque agitate della nuova realtà economica”.La Grecia terrà le elezioni generali il 21 maggio, ma è improbabile che il voto produca un chiaro vincitore, ponendo le basi per manovre politiche prolungate e un ballottaggio. LEGGI TUTTO

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    Innovazione per il sociale, Fondazione TIM: stanziati oltre 2 milioni di euro per progetti più meritevoli

    (Teleborsa) – Fondazione TIM, presieduta da Salvatore Rossi e guidata dalla direttrice generale Giorgia Floriani, promuove l’innovazione per il sociale e lancia una nuova iniziativa realizzata per sostenere le idee e i progetti più innovativi che utilizzano la tecnologia come strumento distintivo per lo sviluppo sociale. In particolare, – fa sapere TIM in una nota – le nuove idee dovranno trovare applicazione in ciascuno dei tre macro ambiti: inclusione sociale, per garantire una risposta ai bisogni inclusivi della nostra società, con particolare attenzione ai problemi che la pandemia e le conseguenze della guerra hanno lasciato nelle nostre comunità; arte e cultura, per salvaguardare e sostenere il patrimonio culturale italiano. L’iniziativa è anche aperta a sostenere progetti che puntano alla realizzazione di spettacoli musicali e teatrali che utilizzano linguaggi nuovi, sostenibili e tecnologici; istruzione e ricerca scientifica, per realizzare progetti didattici e di ricerca che siano al passo con l’incessante e rapido cambiamento della società.Per ognuna delle tre aree è previsto il finanziamento di uno o più progetti fino ad un massimo di 700mila euro. Saranno favoriti progetti che prevedono un cofinanziamento pari ad almeno il 20% del costo complessivo del progetto stesso e saranno valutati in base al livello di innovazione tecnologica, all’impatto sul contesto sociale oltre al grado di fattibilità e sostenibilità economica. L’iniziativa di Fondazione TIM è rivolta a Enti filantropici, Fondazioni, Associazioni Riconosciute e di Promozione Sociale, Cooperative Sociali, Organizzazioni di volontariato, Università, Enti religiosi, Enti pubblici che operano senza finalità di lucro e con il coinvolgimento delle comunità territoriali. Le proposte potranno essere presentate dal 3 aprile al 10 luglio accedendo al sito della Fondazione TIm. LEGGI TUTTO

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    Banca Valsabbina, dopo Integrae SIM altri target. PMI più pronte per la Borsa

    (Teleborsa) – Banca Valsabbina ha voglia di continuare a crescere e non si fermerà all’acquisizione di Integrae SIM per presidiare meglio i territori in cui opera e ampliare la propria offerta commerciale, con un occhio di riguardo al mercato dei capitali. L’obiettivo è comunque quello di servire meglio le aziende clienti, nella maggior parte Piccole e Medie Imprese (PMI), che si dimostrano sempre più aperte a strumenti di finanza alternativa e all’apertura del capitale per favorire la crescita.”Abbiamo fatto un investimento importante su Integrae SIM e siamo convinti che con il nostro ingresso il business possa accelerare, anche perché vogliamo dare un servizio ulteriormente avanzato alla nostra clientela”, spiega a Teleborsa Hermes Bianchetti, Vicedirettore Generale Vicario di Banca Valsabbina. “Vogliamo puntare – oltre che sull’Equity Capital Markets – anche sul Debt Capital Markets, andando a proporre strumenti come bond e minibond che possono essere particolarmente appetibili a società che hanno interesse a crescere e farsi conoscere”, ha aggiunto.Banca Valsabbina ha annunciato ieri l’accordo per acquisire la quota di maggioranza del 52% detenuta nella SIM milanese da Arkios Italy, raggiungendo pertanto il 78% del capitale. L’istituto bresciano nel corso del 2020 aveva perfezionato l’acquisito del 26% di Integrae SIM, nell’ambito di un’operazione che aveva visto la partecipazione anche di Arkios Italy, advisor finanziario indipendente specializzato in M&A, in qualità di socio di maggioranza di Integrae SIM.Integrae SIM è un intermediario specializzato nella strutturazione di operazioni di Equity Capital Market sul mercato Euronext Growth Milan (EGM), il mercato di Borsa Italiana dedicato alle PMI ad alto potenziale di crescita. In questo segmento si posiziona – per numero di operazioni seguite – tra i principali Global Coordinator, Euronext Growth Advisor (EGA) e Specialist. La SIM ha portato a termine due nuove quotazioni da inizio anno, dopo le 11 del 2022. Se si considerano gli ultimi tre anni, ovvero dal 2020, sono invece 33 le società che hanno fatto il proprio ingresso in Borsa grazie al team di professionisti guidato da Luigi Giannotta, mentre il totale dalla nascita dell’EGM è arrivato a quota 83.Bianchetti è sicuro che i territori di riferimento di Banca Valsabbina – i principali capoluoghi del Nord Italia con una forte presenza in Lombardia – siano un bacino molto interessante per alimentare la pipeline di IPO a Piazza Affari: “Quella alla quotazione è una sensibilità che cresce sempre più nel tempo. Fino a qualche anno fa, nel proporre a un’azienda familiare l’apertura del capitale, ci si trovava di fronte a una non disponibilità. Oggi questo strumento viene sempre più conosciuto e le opportunità crescono. Se in origine non era all’ordine del giorno parlare di IPO con le PMI, vediamo ora che questa sensibilità sta crescendo e lo strumento della quotazione viene considerato, anche grazie agli incentivi fiscali”.Banca Valsabbina, la principale banca popolare di Brescia, è stata fondata nel 1898 e da alcuni anni ha avviato un processo di rinnovamento delle proprie strategie di sviluppo e di offerta dei servizi, con soluzioni complementari rispetto al modello tradizionale e un focus sulle PMI. Rientrano in questo percorso i servizi che la banca, anche con il supporto di Integrae SIM, sta fornendo alle PMI che intendono accedere al mercato dei capitali, ma anche le numerose collaborazioni con realtà che operano in ambito Fintech, per operazioni di finanza strutturata ed integrata.Questo percorso continuerà nei prossimi anni. “Vogliamo creare delle collaborazioni commerciali e strategiche e, dove c’è l’opportunità, anche di ingresso nel capitale, con quelle che realtà che possono essere complementari al nostro modo di essere tradizionali – afferma Bianchetti – Si tratta di tutto quello che può permetterci un servizio più completo o diverso alla clientela rispetto alla filiera tradizionale, su cui però continuiamo a puntare come dimostra il fatto che proseguiamo nell’aprire filiali. La tradizionalità resta un caposaldo, ma può essere tranquillamente abbinata a operazioni come quella con Integrae SIM o con opportunità fintech, con prodotti innovativi, veloci e che ci permettono di raggiungere territori non coperti dalle reti fisiche o a distanza”.Banca Valsabbina ha chiuso il 2022 con la migliore performance della sua storia: l’utile netto ha raggiunto i 41,4 milioni di euro, gli impieghi a clientela sfiorano i 3,9 miliardi di euro e le masse in gestione sono superiori agli 11 miliardi di euro. Oggi l’istituto opera attraverso una rete territoriale che conta 70 filiali, di cui 43 in provincia di Brescia, 8 in provincia di Verona e 3 a Milano, e impiega più di 800 dipendenti.Questi numeri potrebbero portare a nuove operazioni straordinarie, a cui il manager non chiude la porta, anche perchè dice che la banca è “sempre attenta alle occasioni che il mercato presenta”. “Sicuramente dei target sono in corso di valutazione, anche se non è obbligatorio fare qualcosa – precisa – Se ci fosse qualche opportunità che ci permetta di incrementare la forza commerciale sul territorio o la nostra capacità di offrire servizi sicuramente la valuteremo”.Ora il focus è però sul perfezionamento dei rapporti con Integrae SIM, per la quale Banca Valsabbina ha battuto la concorrenza di altre realtà, anche perchè “eravamo agevolati dal fatto di essere nella compagine societaria, avevamo rapporti diretti e non ci siamo fatti distrarre dalle voci di interesse da parte di terzi soggetti”.Inevitabile qualche avvicendamento in CdA, vista l’uscita di Arkios Italy, ma in quanto a board e management “non c’è nessuna necessità di stravolgere le cose”, sottolinea Bianchetti, aggiungendo che “la macchina di Integrae SIM funziona bene, produce redditività e abbiamo grande fiducia nel management”. 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    Automotive, Fim-Cisl: dal Governo Meloni ancora nessuna azione concreta per il settore

    (Teleborsa) – Fim-Cisl ha denunciato che, a cinque mesi dall’insediamento del Governo Meloni, non c’è ancora stato alcun fatto concreto per il settore automotive. Il sindacato ha quindi sollecitato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, a convocare un tavolo di confronto per definire le linee di intervento per i finanziamenti dell’industria dell’auto. “A tutt’oggi non si è provveduto a utilizzare le risorse stanziate nel fondo specifico dell’automotive per favorire la reindustrializzazione e la trasformazione del settore – ha dichiarato il segretario nazionale Ferdinando Uliano nel corso della presentazione a Torino del report sulla produzione nei siti italiani di Stellantis relativa al I trimestre –. Si stanno finanziando unicamente gli incentivi alla domanda, indispensabili per promuovere l’acquisto di veicoli con un costo superiore del 50%”. “L’abbiamo ribadito più volte che non devono sottrarre risorse per la reindustrializzazione, indispensabili per evitare l’impatto negativo di oltre 75mila lavoratori nel comparto auto a seguito del cambio delle motorizzazioni – ha aggiunto –. Il fondo stanziato era di circa 8 miliardi di euro in otto anni, utilizzato per poco più di un miliardo solo per incentivare l’acquisto delle auto”. Per il sindacato occorre accorciare la catena di fornitura, portando nel nostro Paese le produzioni di tutta la componentistica che rappresenterà l’auto del futuro: dai semiconduttori, dalle batterie, ai componenti necessari per la motorizzazione elettrica, per la guida autonoma, per la digitalizzazione e la connettività. “Il Governo deve essere consapevole che senza un piano per la transizione industriale attivabile immediatamente, il rischio licenziamento e desertificazione industriale diventa certezza”.Uliano ha aggiunto che “non bisogna perdere tempo, la situazione di criticità e di forte trasformazione che sta attraversando il settore automotive nel suo complesso e le ripercussioni negative che gravano sull’indotto, emergono in tutta la loro drammaticità dalle numerose situazioni di crisi”. LEGGI TUTTO

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    Meta-SIAE, nessun accordo: “Al lavoro per trovare soluzione condivisa”

    (Teleborsa) – L’incontro di oltre tre ore al ministero della Cultura ha posto le basi per la ripresa della trattativa tra Meta e SIAE volta a stabilire un compenso per gli autori per i contenuti musicali che passano sulle piattaforme di Facebook e Instagram, ma un’intesa appare ancora lontana.”Abbiamo avuto un lungo confronto con SIAE e ci sono ancora importanti punti irrisolti. Continueremo a lavorare per trovare un accordo che soddisfi tutte le parti” ha fatto sapere un portavoce Meta a margine del Tavolo del Governo per la negoziazione Meta – SIAE che si è appena concluso.”Ci siamo confrontati a lungo con Meta sulle rispettive posizioni, ma allo stato attuale – dichiara la SIAE – siamo ancora lontani dalle precise indicazioni formulate ieri dall’AGCM. Continuiamo comunque a lavorare nell’auspicio di pervenire ad una soluzione condivisa”. LEGGI TUTTO

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    Taiwan, arrivano le sanzioni cinesi dopo l'incontro Tsai-McCarthy

    (Teleborsa) – La Cina ha annunciato una serie di sanzioni contro la Reagan Library, l’Hudson Institute e dei loro direttori, come ritorsione per l’incontro di mercoledì tra la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, e lo speaker della Camera americana, Kevin McCarthy. “Nonostante le ripetute rappresentazioni e la ferma opposizione della Cina, gli Stati Uniti hanno insistito per consentire alla leader taiwanese Tsai Ing-wen di ‘transitare’ negli Usa per impegnarsi in attività politiche dal 29 al 31 marzo e dal 4 al 6 aprile 2023”, ha riferito il ministero degli Esteri di Pechino. Ulteriori sanzioni sono state annunciate anche su altre associazioni e cittadini taiwanesi. La Cina ha accusato l’Hudson Institute e la Reagan Library di aver fornito a Tsai “una piattaforma e una convenienza per impegnarsi in attività separatiste di indipendenza di Taiwan negli Stati Uniti”, violando gravemente il principio della ‘Unica Cina’, le disposizioni dei tre comunicati congiunti sino-americani e danneggiando la sovranità e l’integrità territoriale della Cina. Di conseguenza, le due istituzioni sono destinatarie di “limitazioni rigorose” quanto a scambi e rapporti con controparti cinesi, mentre ai loro responsabili – Sarah May Stern e John P. Walters, presidente del board e direttore dell’Hudson Institute; John Heubusch e Joanne M. Drake, ex direttore esecutivo e direttore amministrativo della Fondazione Reagan – è stato disposto il “congelamento di beni mobili, immobili e altri tipi di beni all’interno” della Cina, oltre che il blocco del rilascio dei visti e lo scambio con entità cinesi.Sanzioni simili sono state annunciate dall’Ufficio per gli affari di Taiwan del governo centrale contro la Prospect Foundation e il Council of Asian Liberals and Democrats, due istituzioni dell’isola, e i loro responsabili, per il loro impegno finalizzato all’indipendenza di Taipei. Zhu Fenglian, portavoce dell’Ufficio di Pechino ha spiegato che agendo “su istruzioni delle autorità del Partito democratico progressista le due organizzazioni, con il pretesto di democrazia, libertà e cooperazione, e con il pretesto di scambi accademici e seminari, hanno voluto solo spacciare l’idea di indipendenza di Taiwan nell’arena internazionale”.”Hanno fatto di tutto per ingraziarsi le forze anti-cinesi impegnandosi in incidenti che hanno promosso ‘una Cina, una Taiwan’, ‘due Cine’ e altre violazioni del principio della ‘Unica Cina’ nel tentativo di espandere il cosiddetto spazio internazionale di Taiwan”, ha aggiunto. Sanzioni, sotto la categoria dei ‘separatisti irriducibili’, anche per Hsiao Bi-khim, ambasciatrice de facto di Taiwan negli Usa.(Foto: SalRangThaeu) LEGGI TUTTO

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    UILPA, Colombi: “Costo del lavoro in calo da dieci anni nelle Funzioni Centrali”

    (Teleborsa) – “Per chi vuole indagare sui motivi che sono all’origine delle disastrose condizioni in cui si trova la P.A. italiana consigliamo di leggere l’ultimo report Ragioneria Generale dello Stato sui pubblici dipendenti, uscito qualche settimana fa con i dati aggiornati al 2021. Una vera miniera di informazioni alla quale in troppi dedicano solo un’occhiata distratta. I dati sul costo del lavoro pubblico mostrano che negli ultimi dieci anni le Funzioni Centrali sono l’unico comparto della P.A. – insieme alle Funzioni Locali – dove si è registrato un calo percentuale, malgrado gli incrementi retributivi della tornata contrattuale 2016-2018. Il calo è la conseguenza delle politiche di abbattimento dei livelli occupazionali nei ministeri, negli enti pubblici non economici e nelle agenzie fiscali”. È quanto sottolinea Sandro Colombi, segretario generale UIL Pubblica Amministrazione.”In valori assoluti, il costo totale del personale nella P.A. – spiega Colombi – è cresciuto di circa 9 miliardi di euro nel decennio 2012-2021, a parità di enti considerati. Ma nelle Funzioni Centrali è diminuito di 1 miliardo e mezzo. E alle Funzioni Locali è andata anche peggio, con un calo di circa 4 miliardi. In percentuale la batosta si rivela in tutta la sua massiccia evidenza: meno 13,3% il costo del personale nelle Funzioni Centrali, meno 15,1% per le Funzioni Locali. E oggi gli stessi che hanno demolito la P.A. piangono lacrime di coccodrillo sull’inefficienza dei Ministeri, delle Regioni e dei Comuni che rischia di farci perdere i miliardi del PNRR. Irresponsabili e ipocriti. Non c’è altro modo di chiamarli”.Colombi analizza, infine, la spesa per le retribuzioni. “Anche qui i numeri della RGS parlano chiaro. In dieci anni (2012-2021) – prosegue il segretario generale UIL Pubblica Amministrazione – le Funzioni Centrali hanno visto un calo del 12,3%, che fa il paio con il meno 14,5% registrato nello stesso periodo alle Funzioni Locali. Tutti gli altri settori hanno visto un aumento, magari modesto, come nella Sanità, oppure più marcato, come nell’Istruzione. Ciò significa che le finanze pubbliche nel 2021 hanno risparmiato più di 3 miliardi di euro rispetto al 2012 per le retribuzioni lorde del personale a tempo indeterminato di Funzioni Centrali e Funzioni Locali. E che questi risparmi hanno coperto parte delle spese per gli incrementi retributivi degli altri settori. Insomma, una partita di giro. Dove l’ultimo dei problemi che interessava i decisori politici era quello di curare l’efficienza dei ministeri o dei comuni. La visione del futuro dell’attuale governo si vedrà tra pochi giorni, quando verrà presentato il DEF 2023. Vedremo in concreto quali investimenti si propone di effettuare per il lavoro pubblico. Vedremo quali risorse reali intende mettere a disposizione per il rilancio della P.A., comprese quelle da destinare ai prossimi rinnovi contrattuali. Nel frattempo, – conclude Colombi – leggiamo sui soliti giornaloni le bozze di un nuovo decreto salva-PNRR che conterrebbe una sorta di programma di nuove assunzioni nei ministeri. Ma i numeri sono talmente esigui che sembra un pesce d’aprile a scoppio ritardato”. LEGGI TUTTO

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    Toyota lancerà 10 nuovi modelli di veicoli elettrici a batteria entro il 2026

    (Teleborsa) – Toyota, maggiore società automobilistica del Giappone, amplierà la sua gamma attuale di veicoli elettrici a batteria (BEV), rilasciando dieci nuovi modelli entro il 2026, che ammonterebbero a 1,5 milioni di veicoli di vendite annuali. Lo hanno annunciato i vertici del colosso asiatico in un evento di presentazione del nuovo management, annunciato a fine gennaio.”Rafforzeremo le vendite di veicoli elettrici ibridi, anche nei mercati emergenti, e aumenteremo il numero di opzioni di veicoli elettrici ibridi plug-in – ha detto il nuovo CEO Koji Sato – Amplieremo la nostra gamma di veicoli elettrici a batteria, o BEV, che rappresentano un’opzione importante, nei prossimi anni”.Hiroki Nakajima, Executive Vice President, ha poi sottolineato che il gruppo ha in programma di rilasciare BEV di nuova generazione “completamente diversi da quelli di oggi”. Questa nuova generazione di BEV “raddoppierà l’autonomia utilizzando batterie con un’efficienza molto maggiore, offrendo allo stesso tempo design e prestazioni di guida da impostare cuori che corrono”. LEGGI TUTTO