Aprile 2023

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    Levi Strauss, trimestrale sopra le attese ma utile in calo

    (Teleborsa) – Levi Strauss & Co, una delle maggiori aziende al mondo di abbigliamento, ha registrato ricavi netti di 1,69 miliardi di dollari nel primo trimestre dell’anno fiscale 2023 (terminato il 26 febbraio 2023), in aumento del 6% (+9% a valuta costante) rispetto al primo trimestre del 2022. Il margine lordo rettificato è stato del 55,8%, 360 punti base al di sotto del livello record del 59,4% nel primo trimestre del 2022. L’utile netto rettificato è stato di 135 milioni, rispetto ai 189 milioni del primo trimestre 2022. L’utile per azione rettificato è stato di 0,34.Gli analisti si aspettavano in media, secondo dati Refinitiv, un utile per azione di 0,32 dollari su ricavi per 1,62 miliardi di dollari.”La società ha ottenuto solidi risultati nel primo trimestre – ha dichiarato il CFO Harmit Singh – I nostri team hanno anche compiuto progressi significativi riducendo i livelli di inventario, mettendoci in una posizione più forte mentre attraversiamo il bilancio dell’anno. Stiamo riaffermando la guidance su fatturato annuale ed EPS, che riflette una visione cauta del macroambiente”.(Foto: Ludovic Glucksman CC BY-SA 1.0) LEGGI TUTTO

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    Innovazione e ricerca, Terna sigla accordo con l'Istituto Italiano di Tecnologia

    (Teleborsa) – Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, e l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) hanno siglato un accordo di collaborazione quinquennale finalizzato allo studio e alla realizzazione di soluzioni innovative in ambito robotica per supportare le attività sul campo dell’azienda guidata da Stefano Donnarumma. L’intesa è stata firmata oggi a Roma da Massimiliano Garri, direttore Innovation & Market Solutions di Terna, e da Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia.”Siamo orgogliosi di aver stretto questo accordo con un’eccellenza nel panorama italiano della ricerca e dell’innovazione – ha dichiarato Garri –. Le soluzioni robotiche che realizzeremo con l’IIT affiancheranno le nostre persone, garantendo un livello di sicurezza ancora più elevato nelle operazioni che svolgono ogni giorno su tutto il territorio italiano. La collaborazione che avviamo da oggi ci permetterà di evolvere, innovare e rendere ancor più efficienti le nostre attività, con importanti vantaggi per l’intera rete elettrica nazionale”. “Siamo nati con lo scopo di mettere al servizio del sistema economico e produttivo del Paese le tecnologie sviluppate nei nostri laboratori. L’accordo siglato oggi con Terna – ha dichiarato Metta – realizza pienamente questa importante vocazione dell’Istituto confermandoci come strumento di innovazione e sottolinea il nostro impegno per lo sviluppo di tecnologie in grado di supportare l’essere umano e rendere le attività lavorative più sicure”.Lo sviluppo di nuove soluzioni è di fondamentale importanza per Terna che, in qualità di regista e abilitatore della transizione energetica, è quotidianamente impegnata nella ricerca e nell’adozione delle tecnologie innovative per rispondere alle principali sfide poste dai target nazionali e internazionali di decarbonizzazione. Grazie alla collaborazione con l’IIT e al know-how dell’Istituto nel campo dell’automazione e della robotica, Terna potrà dunque sviluppare nuove soluzioni tecnologiche a supporto delle attività di Operations & Maintenance consolidate nella gestione quotidiana di circa 75mila km di linee elettriche ad alta e altissima tensione e delle oltre 900 stazioni elettriche su tutto il territorio italiano.L’Istituto Italiano di Tecnologia e Terna hanno già individuato alcuni primi casi specifici da sviluppare e sperimentare insieme, quali, ad esempio: robot autonomi capaci di effettuare attività sui sostegni delle linee aeree, sistemi avanzati per il monitoraggio delle stazioni elettriche in assenza di operatori, nonché dispositivi come gli esoscheletri a supporto delle attività del personale in campo. Nel corso della collaborazione, inoltre, Terna e IIT valuteranno anche l’opportunità di adottare azioni volte alla protezione della proprietà intellettuale con l’obiettivo di tutelare e valorizzare i risultati delle ricerche.Il piano di innovazione di Terna si pone l’obiettivo di gestire l’evoluzione del sistema elettrico, incrementare le prestazioni e la resilienza delle reti di trasmissione, aumentare l’efficienza e ridurre al massimo i rischi derivanti dalle attività di manutenzione, nonché di affrontare al meglio le nuove modalità di lavoro aiutando a creare un’azienda in cui sempre più al cui centro ci sono le persone; il tutto con particolare attenzione alla sostenibilità e alla transizione energetica come fattori chiave dell’attività dell’azienda, a favore di una transizione giusta che crei valore e benefici per l’azienda, per i suoi stakeholder e per il sistema circostante. LEGGI TUTTO

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    Constellation Brands chiude esercizio in perdita, ricavi +7%

    (Teleborsa) – Constellation Brands, gruppo statunitense attivo nel settore delle bevande alcoliche, ha riportato ricavi pari a 9.453 milioni di dollari nell’anno fiscale 2023 (terminato il 28 febbraio 2023), in crescita del 7% rispetto all’esercizio precedente. L’utile operativo è stato di 2.843 milioni di dollari (+22%), mentre la perdita netta è stata di 71 milioni di dollari (-76%).L’EPS è stato di -0,11 dollari, mentre l’EPS comparabile di 10,65 dollari, comprese le perdite azionarie di Canopy di 0,75 dollari; escluse le perdite azionarie di Canopy, l’EPS comparabile è stato di 11,40 dollari, con un aumento del 4%.Constellation Brands ha restituito quasi 2,3 miliardi di dollari agli azionisti in riacquisti di azioni e dividendi nell’anno fiscale 2023, superando l’impegno di restituire 5 miliardi tra l’anno fiscale 2020 e l’anno fiscale 2023 di oltre 400 milioni.Il gruppo prevede un EPS per l’anno fiscale 2024 di 11,60-11,90 dollari e un EPS comparabile di 11,70-12,00 dollari.(Foto: Foto di Amie Johnson su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Borse europee positive prima del ponte pasquale

    (Teleborsa) – Bilancio positivo per i mercati finanziari del Vecchio Continente. Gli acquisti diffusi interessano anche il FTSE MIB, che si muove sulla stessa onda rialzista degli altri listini di Eurolandia. “Sembra che i mercati siano felici di riprendere fiato dopo alcune settimane tumultuose – ha commentato Mark Dowding, CIO di BlueBay – Tuttavia, le condizioni di calma potrebbero non prevalere a lungo. In generale, riteniamo che la volatilità rappresenterà un rischio maggiore se il prossimo rapporto sull’inflazione CPI degli Stati Uniti si discosterà in modo sostanziale dalle previsioni del consensus la prossima settimana”.Intanto, a infondere ottimismo è stato il dato della produzione tedesca, che è risultata in buon rialzo e superiore alle attese a febbraio 2023. A causa delle festività Pasquali, le Borse europee e statunitensi saranno chiuse nella giornata di domani (Venerdì Santo), mentre lunedì 10 aprile (Lunedì di Pasqua) i mercati finanziari europei sono chiusi e mercati finanziari di Tokyo, Singapore e Stati Uniti sono aperti.Nessuna variazione significativa per l’Euro / Dollaro USA, che scambia sui valori della vigilia a 1,091. Sostanzialmente stabile l’oro, che continua la sessione sui livelli della vigilia a quota 2.017,9 dollari l’oncia. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) è sostanzialmente stabile su 80,44 dollari per barile.Sulla parità lo spread, che rimane a quota +181 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 3,91%.Tra le principali Borse europee piccoli passi in avanti per Francoforte, che segna un incremento marginale dello 0,35%, andamento positivo per Londra, che avanza di un discreto +0,75%, e giornata moderatamente positiva per Parigi, che sale di un frazionale +0,33%.Piazza Affari continua la sessione in rialzo, con il FTSE MIB che avanza a 27.117 punti; sulla stessa linea, in rialzo il FTSE Italia All-Share, che aumenta rispetto alla vigilia arrivando a 29.300 punti. Sui livelli della vigilia il FTSE Italia Mid Cap (+0,04%); come pure, consolida i livelli della vigilia il FTSE Italia Star (0%).Tra le migliori azioni italiane a grande capitalizzazione, ben comprata Leonardo, che segna un forte rialzo del 3,00%.Enel avanza del 2,98%.Si muove in territorio positivo BPER, mostrando un incremento dell’1,76%.Denaro su Hera, che registra un rialzo dell’1,66%.Le peggiori performance, invece, si registrano su Moncler, che ottiene -1,43%.Giornata fiacca per Interpump, che segna un calo dell’1,29%.Piccola perdita per CNH Industrial, che scambia con un -0,86%.Tentenna Iveco, che cede lo 0,78%.Tra i protagonisti del FTSE MidCap, Maire Tecnimont (+2,88%), Intercos (+2,31%), Bff Bank (+2,24%) e Piaggio (+2,03%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Technogym, che ottiene -2,45%.Soffre Zignago Vetro, che evidenzia una perdita del 2,34%.Preda dei venditori Webuild, con un decremento dell’1,99%.Si concentrano le vendite su Industrie De Nora, che soffre un calo dell’1,97%. LEGGI TUTTO

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    Energia, Analisi ENEA 2022: consumi in calo (-3%) ma emissioni in aumento (+0,5%)

    (Teleborsa) – Il 2022 sarà ricordato non solo come l’anno della crisi dei mercati di gas ed elettricità, con flussi di gas russo verso l’Europa dimezzati e prezzi raddoppiati rispetto al 2021, ma anche come l’anno che ha chiuso con una contrazione dei consumi energetici del 12% nell’ultimo trimestre, che in termini medi annui si traduce in un calo di oltre il 3%, di poco inferiore alla media europea (-4%). Fra gli aspetti positivi, la crescita di un punto percentuale della quota di fonti rinnovabilisui consumi finali che si è attestata al 20%. In forte peggioramento (-54%), invece, l’indice ISPRED, elaborato da ENEA per misurare la transizione energetica sulla base dell’andamento di prezzi, emissioni e sicurezza. È quanto emerge dall’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’ENEA che evidenzia per l’intero 2022 anche la crescita delle emissioni di anidride carbonica, che hanno registrato il secondo aumento consecutivo su base annua (+0,5%), un dato comunque meno negativo rispetto al +8,5% del 2021.”Come nel resto dell’Eurozona il crollo dei consumi energetici dell’ultimo trimestre è stato causato da contrazione della domanda e azioni di adattamento nell’industria (produzione di beni intermedi -6%), clima eccezionalmente mite a inizio stagione 2022-2023 dei riscaldamenti e misure di contenimento dei consumi – sottolinea Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che coordina l’Analisi –. Da agosto 2022 a febbraio 2023, periodo di riferimento del Piano nazionale di contenimento, i consumi di gas sono stati inferiori del 19% e quelli di elettricità del 4% rispetto alla media degli ultimi cinque anni”.Nel 2022, dato il robusto aumento del PIL (+3,7%), si è ridotta in una misura senza precedenti l’intensità energetica dell’economia (-7%). “Si tratta – sottolinea Gracceva – di un dato fortemente influenzato da fattori contingenti, ma è vero che a differenza di quanto rilevato costantemente negli ultimi anni, dalla metà del 2022 in Italia sembra emergere un sostanziale disaccoppiamento fra la domanda di energia e alcuni dei suoi principali driver, come PIL, produzione industriale, clima e mobilità”.A livello di prezzi medi 2022 rispetto al 2021, quello dell’elettricità è cresciuto di oltre il 100%, mentre quello del gas è aumentato del 57%. “Alla crisi dei prezzi non si è sommata una crisi di disponibilità fisica delle risorse, grazie alle importazioni record di gas naturale liquefatto in Europa e al calo dei consumi, oltre che al clima mite di fine 2022. A partire dagli ultimi mesidell’anno, – continua Gracceva – tutto ciò ha determinato un deciso ridimensionamento dei prezzi del gas, e a ruota di quelli dell’elettricità, ma l’equilibrio del mercato del gas resta fragile. Al di là del breve periodo, gli alti prezzi restano una grave minaccia alla competitività dell’industria europea, basti pensare come nei due principali paesi manifatturieri dell’UE, Germania e Italia, la produzione industriale dei beni più energivori sia stata fortemente negativa nel 2022”.A livello di fonti primarie, il calo dei consumi è il risultato di un minor impiego di gas (-10%) e fonti rinnovabili (-12%), anche a fronte di un maggior ricorso a petrolio (+5,5%) e carbone (+29%).L’aumento delle emissioni di CO2 (+0,5%), nonostante il calo dei consumi di energia, è imputabile in primo luogo al maggior utilizzo di carbone e olio combustibile nel termoelettrico (+60%), che ha più che compensato la forte contrazione del gas naturale. In contrasto con la tendenza degli ultimi anni, l’aumento delle emissioni ha riguardato solo i settori ETS (generazione elettrica ed energivori, +5,5%), mentre sono diminuite del 2,5% quelle dei settori non-ETS (civile, trasporti, agricoltura, rifiuti e piccola industria).Per quanto riguarda l’indice della transizione energetica ISPRED, il calo del 54% è dovuto in particolar modo alle componenti “prezzi” e “decarbonizzazione”, mentre modesto è stato il regresso della componente “sicurezza”.”Il piano di contenimento dei consumi di gas e i prezzi record dell’energia hanno contratto la domanda di gas ed elettricità e garantito margini di capacità accettabili sia nel sistema elettrico che nel sistema gas, nonostante sia venuto meno 1/4 delle importazioni 2021. Si può dire – conclude Gracceva – che la scelta del decisore sia stata di salvaguardare la sicurezza del sistema pur al costo di un peggioramento sui fronti della decarbonizzazione e dei prezzi dell’energia, che però si confida possa essere temporaneo”. Segnali positivi emergono sul fronte delle tecnologie low-carbon, in particolare per la mobilità elettrica: i dati più aggiornati sui brevetti per accumulatori e sistemi di ricarica mostrano per l’Italia un lieve recupero dello svantaggio accumulato rispetto ai più rilevanti Paesi europei, con un miglioramento anche nell’interscambio commerciale dei veicoli elettrici. Nel complesso, però, il deficit commerciale nel comparto low-carbon è aumentato del 14% nel 2022, sfiorando il valore di 3 miliardi e 700 milioni (0,32% del PIL). A pesare maggiormente sono state le importazioni di pannelli fotovoltaici e veicoli ibridi plug-in, ma soprattutto di accumulatori agli ioni di litio che da soli rappresentano il 56% del disavanzo nel settore low-carbon. LEGGI TUTTO

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    USA, licenziamenti Challenger marzo salgono a 89.703 unità

    (Teleborsa) – Si registra una crescita dei licenziamenti negli Stati Uniti nel mese di marzo 2023. Secondo il rapporto Challenger, Gray & Christmas, le principali società statunitensi hanno rilevato un taglio di circa 89.703 posti di lavoro. Il dato rivela un aumento del 15% rispetto al mese precedente, quando si erano registrati 77.770 licenziamenti e un aumento del 319% rispetto allo stesso periodo del 2022.Il totale di marzo segna la terza volta quest’anno in cui i tagli sono stati superiori rispetto al mese corrispondente dell’anno precedente.I datori di lavoro hanno annunciato 270.416 tagli nel primo trimestre, un aumento del 396% rispetto ai 55.696 tagli annunciati nello stesso periodo dell’anno precedente. È il totale del primo trimestre più alto dal 2020 e il totale trimestrale più alto dal terzo trimestre del 2020.”Sappiamo che le aziende stanno approcciandoal 2023 con cautela, sebbene l’economia stia ancora creando posti di lavoro. Con gli aumenti dei tassi che continuano e il dominio dei costi delle aziende, i licenziamenti su larga scala che stiamo vedendo probabilmente continueranno “, ha affermato Andrew Challenger, vicepresidente senior di Challenger, Gray & Christmas.”Il settore tecnologico si sta piazzando davanti a tutti i settori e questo talento è richiesto in tutti i settori. Infatti, il 38% di tutti i tagli riguarda il settore Tech”, ha aggiunto.(Foto: seventyfour74 | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Seco e 7-Industries, closing della prima tranche dell'aumento di capitale

    (Teleborsa) – Seco, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nel campo dell’innovazione tecnologica e dell’Internet of Things, ha comunicato di aver concluso con successo il closing della prima tranche dell’aumento di capitale da parte di 7-Industries, operazione annunciata lo scorso 3 aprile 2023.Il closing della prima tranche dell’operazione prevede l’aumento del capitale di Seco per 56,3 milioni di euro, comprensivi di sovrapprezzo, a fronte dell’emissione di 11.998.179 azioni ordinarie. Inoltre, 7-Industries ha acquistato da DSA S.r.l., HSE S.r.l. e HCS S.r.l., rispettivamente, 355.366, 355.366 e 355.366 azioni ordinarie. Per effetto di queste operazioni, la partecipazione di 7-Industries nel capitale sociale di Seco è pari al 9,99%.La sottoscrizione della seconda tranche, avente ad oggetto ulteriori 1.861.097 azioni ordinarie, resta condizionata all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni. Al perfezionamento di tale ultima operazione, 7-Industries deterrà una partecipazione pari all’11,25% del capitale sociale post-diluizione. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia: migliorano aspettative imprese su economia

    (Teleborsa) – Migliorano le aspettative delle imprese in Italia sulle proprie condizioni operative nei successivi tre mesi, sospinte dalla ripresa della domanda e dall’attenuarsi delle difficoltà legate agli elevati prezzi dell’energia e all’approvvigionamento di materie prime e input intermedi. Mentre nel primo trimestre i giudizi di peggioramento della situazione economica generale sono divenuti meno diffusi rispetto al trimestre precedente. Lo rileva Banca d’Italia con l’indagine trimestrale sulle aspettative di inflazione e crescita, condotta tra il 24 febbraio e il 17 marzo 2023 che ha coinvolto 1.554 imprese con almeno 50 addetti, 673 dell’industria in senso stretto, 690 dei servizi e 191 del settore delle costruzioni.Secondo lo studio le valutazioni di peggioramento delle condizioni per investire restano superiori a quelle di miglioramento, ma il saldo è divenuto molto meno negativo che nella precedente rilevazione. Nel frattempo l’accumulazione di capitale proseguirebbe nel 2023 e si assocerebbe a una espansione dell’occupazione nei prossimi tre mesi, spiega Bankitalia.Le attese sull’inflazione al consumo delle imprese si sono ridotte su tutti gli orizzonti temporali, attestandosi al 6,4 per cento sui 12 mesi e al 5,3 e 4,8 per cento sugli orizzonti rispettivamente a 2 anni e tra 3 e 5 anni. Sebbene i prezzi di vendita abbiano continuato a crescere a ritmi sostenuti nell’ultimo anno, per la prima volta dalla fine del 2020 le imprese ne prefigurano un rallentamento nei prossimi 12 mesi in tutti i comparti, rileva ancora il sondaggio, ad eccezione di quello dell’edilizia residenziale.Nel primo trimestre la quota di aziende che hanno espresso giudizi di peggioramento sulla situazione economica generale rispetto a tre mesi prima si è pressoché dimezzata (a 23,7 per cento), restando tuttavia superiore a quella di chi ne ha osservato un miglioramento (14,9 per cento, da 6,3 della precedente rilevazione. Il saldo tra le valutazioni di miglioramento e di peggioramento delle proprie condizioni operative nei successivi tre mesi, fortemente negativo dall’inizio del 2022, si è pressoché annullato in tutti i settori. Al miglioramento delle prospettive delle imprese contribuirebbero soprattutto l’impulso proveniente dalla domanda per i propri prodotti o servizi, spiega l’istituzione, e la contestuale attenuazione delle difficoltà legate ai rincari dei beni energetici e all’incertezza economica e politica, che lo scorso anno hanno rappresentato i principali ostacoli all’attività delle imprese.l LEGGI TUTTO