Agosto 2023

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    Germania, PIL 2° trimestre confermato al -0,2% su base annua

    (Teleborsa) – L’economia della Germania è debole nel secondo trimestre del 2023. Lo conferma la lettura finale diffusa dall’Ufficio statistico federale tedesco: il PIL del 2° trimestre evidenzia una variazione nulla su base trimestrale, uguale alla stima preliminare e al consensus (+0%). Nel trimestre precedente si era registrata diminuzione dello 0,1%.Senza sorprese anche il dato su base tendenziale, che evidenzia un dello 0,2%. Le stime degli analisti, la lettura preliminare e la lettura del trimestre precedente si assestavano al -0,2%.”Dopo i leggeri cali dei due trimestri precedenti, in primavera l’economia tedesca si è stabilizzata”, afferma Ruth Brand, presidente dell’Ufficio federale di statistica. LEGGI TUTTO

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    Eurocommercial Properties, utile in calo nel 1° semestre. Bene affitti e vacancy rate

    (Teleborsa) – Eurocommercial Properties, società di investimenti immobiliari quotata su Euronext Milan con un dual listing, ha chiuso il primo semestre del 2023 con un utile netto attribuibile agli azionisti pari a 33,5 milioni di euro, rispetto a 172,1 milioni di euro per il periodo di riferimento di sei mesi al 30 giugno 2022. La diminuzione è in gran parte spiegata dalla differenza nella rivalutazione degli investimenti degli immobili (11,3 milioni negativi nei primi sei mesi 2023 rispetto a 46,7 milioni positivi nei primi sei mesi 2022) e da una differenza negativa di 98 milioni di euro nel fair value degli strumenti finanziari derivati (5,2 milioni di euro negativi nei primi sei mesi 2023 rispetto a 92,8 milioni di euro positivi nei primi sei mesi 2022).La società spiega che le vendite al dettaglio sono state “costantemente forti” durante i primi sei mesi del 2023, comportando una crescita complessiva del fatturato del 9,2% rispetto allo stesso periodo del 2022 e dell’11,7% rispetto al 2019 pre-pandemia.La continua e forte domanda degli inquilini ha comportato aumenti dell’affitto del 6,7% su rinnovi e riaffitti da 235 transazioni di locazione firmate durante il periodo di 12 mesi terminato il 30 giugno 2023. Il tasso di posti vacanti al 30 giugno 2023 rimane attorno al livello storicamente basso a lungo termine dell’1,5%.Eurocommercial Properties ha registrato un utile netto di 1,22 euro (risultato degli investimenti diretti) per azione per i sei mesi fino a giugno 2023, rispetto a 1,21 euro per i sei mesi fino a giugno 2022. La guidance ai risultati degli investimenti diretti per l’intero anno 2023 è confermata tra 2,25 e 2,35 euro per azione.(Foto: Towfiqu barbhuiya on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Fenix: Corrado Di Pasquale ha il 7,09%, Giuseppe Nicoló il 19,87%

    (Teleborsa) – Fenix Entertainment, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nella produzione di contenuti cinematografici e televisivi, ha comunicato che Corrado Di Pasquale e Giuseppe Nicoló hanno superato la soglia di rilevanza, rispettivamente, del 5% e del 15% del capitale sociale.In particolare, il suddetti azionisti hanno dichiarato di detenere rispettivamente 3.250.000 e 9.107.500 azioni, pari al 7,09% e 19,87% del capitale sociale.Continuano intanto la conversione del prestito obbligazionario convertibile da parte di Negma Group.La società ha inoltre comunicato di stare proseguendo i colloqui per la sostituzione dell’Euronext Growth Advisor (EGA) e di aver adempiuto a tutte le obbligazioni con Envent Capital Markets, attuale EGA che rimarrà in carica fino al 26 novembre 2023.(Foto: Alex Litvin on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Gap, vendite deboli. EPS trimestrale oltre le attese

    (Teleborsa) – Gap, azienda statunitense attiva nel settore dell’abbigliamento con marchi come Old Navy, Gap, Banana Republic e Athleta, ha chiuso il secondo trimestre dell’anno fiscale 2023 (terminato il 29 luglio) con vendite nette pari a 3,55 miliardi di dollari, in calo dell’8% rispetto allo scorso anno (impatto negativo dei cambi di 1 punto e di 2 punti dalla vendita di Gap China). Le vendite comparabili sono diminuite del 6%.Il margine lordo del 37,6% è aumentato di 310 punti base rispetto al margine lordo. L’utile netto è stato di 117 milioni di dollari, con un utile per azione pari a 0,32 dollari, mentre l’utile netto rettificato è stato di 127 milioni di dollari, con un utile rettificato per azione pari a 0,34 dollari.Gli analisti si aspettavano in media, secondo dati Refinitiv, un utile per azione di 0,09 dollari su ricavi per 3,57 miliardi di dollari.”Siamo lieti di offrire una significativa espansione del margine operativo e un forte free cash flow durante il secondo trimestre, guidato da modesti guadagni di quote di mercato, dal nostro significativo miglioramento della posizione delle scorte e dalle nostre azioni per trasformare il modello operativo e la struttura dell’azienda – ha affermato la CFO Katrina O’Connell – Anche se siamo incoraggiati dai nostri progressi a breve termine, restiamo consapevoli dell’ambiente misto economico e di consumo in cui operiamo e continuiamo a pianificare il business con prudenza”.La società prevede che le vendite nette dell’anno fiscale 2023 potrebbero diminuire nell’intervallo a una cifra media rispetto alle vendite nette dello scorso anno pari a 15,6 miliardi di dollari. La società continua a prevedere un’espansione del margine lordo. LEGGI TUTTO

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    ILLA, Roberto Maviglia è il nuovo presidente

    (Teleborsa) – Il CdA di ILLA, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nella produzione e commercializzazione di pentolame in alluminio con rivestimento antiaderente, ha nominato come nuovo presidente Roberto Maviglia.Il precedente presidente, Giuseppe Moneta, rimane nel consiglio con la carica di vice presidente. La società lo ringrazia “per l’assiduo e importante impegno profuso per lo sviluppo commerciale e l’attuazione delle strategie aziendali finalizzate alla creazione di un polo italiano nel settore cookware e tableware mediante le recenti acquisizioni dei rami d’azienda Giannini ed Aeternum”.(Foto: Towfiqu barbhuiya su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Oxfam: “La crisi climatica asseterà il mondo. A rischio vaste aree in Africa, Medio Oriente a Asia”

    (Teleborsa) – Nei prossimi anni e decenni aree sempre più vaste e spesso poverissime del pianeta saranno colpite da una sempre maggiore carenza d’acqua. Una crisi idrica di portata epocale che diverrà sempre di più conseguenza diretta della crisi climatica, poiché causata in gran parte dal riscaldamento globale accelerato dalle emissioni di gas serra, con conseguenze drammatiche sull’aumento di fame, malattie e migrazioni forzate di massa. Basti pensare che in soli 10 tra i Paesi al mondo più colpiti dai cambiamenti climatici – Somalia, Haiti, Gibuti, Kenya, Niger, Afghanistan, Guatemala, Madagascar, Burkina Faso e Zimbabwe – la malnutrizione cronica potrebbe aumentare di oltre un terzo entro il 2050, colpendo 11,3 milioni di persone in più rispetto ad oggi. È l’allarme lanciato da Oxfam in occasione della Settimana mondiale dell’acqua con il primo di una serie di rapporti, che fotograferanno una crisi che determinerà il futuro del pianeta. Il dossier – prendendo in esame 20 dei principali Paesi colpiti dalla crisi idrica e climatica in 4 aree del mondo – denuncia un’emergenza che già oggi colpisce 2 miliardi persone nel mondo che non hanno accesso adeguato all’acqua e che entro il 2050 potrebbe colpire 1 miliardo di persone in più. Una data entro la quale si potrebbero registrare fino a 216 milioni di migranti climatici interni a livello globale, tra cui 86 milioni solo in Africa sub-sahariana.”Il riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra e dall’uso di petrolio, carbone e gas, sta portando ad una terribile crisi idrica globale, che deve essere affrontata prima che sia troppo tardi per tantissimi – spiega Paolo Pezzati, policy advisor sulle emergenze umanitarie di Oxfam Italia –. Quella che abbiamo di fronte è una delle più gravi minacce che l’umanità si trova ad affrontare e a pagarne il prezzo più alto sono già i Paesi più poveri e meno preparati, che paradossalmente spesso sono anche i meno responsabili delle emissioni inquinanti. Ne abbiamo già la dimostrazione plastica nel nostro lavoro quotidiano per portare acqua alle comunità più colpite in tutto il mondo. I nostri ingegneri sono costretti a scavare pozzi sempre più profondi, più costosi e più difficili da mantenere in funzione, spesso solo per trovare falde già esaurite o inquinate. Ad esempio, in Africa orientale, alle prese con la peggiore siccità degli ultimi 40 anni, in media 1 pozzo su 5 che scaviamo oggi è già asciutto, là dove dovrebbe esserci acqua. I terreni sono aridi e dobbiamo scavare sempre più a fondo o impiegare tecnologie di desalinizzazione che a volte non funzionano, con costi sempre maggiori, proprio mentre gli aiuti internazionali per fronteggiare l’emergenza idrica stanno calando”.La crisi climatica in Africa orientale e occidentale – In vaste zone dell’Africa orientale oltre 32 milioni di persone al momento sono alla fame estrema a causa di 5 anni di siccità, emergenza aggravata dai conflitti in corso e dalla crescita dei livelli di povertà. Altre zone della stessa regione sono invece colpite da alluvioni improvvise e piogge imprevedibili, che devastano i raccolti e i mezzi di sussistenza della popolazione allo stesso modo della siccità. E la situazione è destinata peggiorare. Il rapporto di Oxfam rivela infatti come, entro il 2040, l’Africa orientale potrebbe essere colpita da un aumento dell’8% delle precipitazioni, che provocherà un ciclo di inondazioni e siccità che porterebbe a un aumento potenzialmente catastrofico del 30% del deflusso superficiale delle acque, che riduce la ricarica delle acque sotterranee e abbassa la falda freatica, peggiorando la siccità soprattutto per il settore agricolo e per tutte quelle persone che dipendono dai pozzi d’acqua per sopravvivere. Un fenomeno che quindi produrrà un impatto devastante sull’impoverimento dei terreni, che verranno privati delle sostanze nutritive essenziali per i raccolti e aumenterà il rischio che molte infrastrutture essenziali vengano distrutte dalle alluvioni. La conseguenza ad esempio potrebbe essere l’aumento esponenziale di casi di malaria che entro il 2030 potrebbe colpire tra 50 e 60 milioni di persone in più, rispetto ad uno scenario in cui si escludesse l’impatto della crisi climatica. In modo simile anche l’Africa occidentale sarà colpita dalla crisi idrica. Entrambe le regioni stanno già affrontando infatti ondate di calore più intense dell’8-15% e cali della produttività del lavoro dell’11-15%, a causa di migrazioni di massa di comunità costrette a spostarsi per sopravvivere a fame e povertà estrema, cambiamenti nelle colture, perdita di bestiame e l’intensificarsi di conflitti causati proprio dalla scarsità d’acqua. A livello globale si stima che negli ultimi 20 anni quest’ultimi siano quadruplicati, rispetto al periodo 1980-99. “Il riscaldamento globale sta aumentando la frequenza e la gravità dei disastri, che colpiranno sempre più duramente negli anni a venire, mentre l’enorme mancanza di investimenti nel rafforzamento dei sistemi idrici sta lasciando i Paesi più poveri e vulnerabili del tutto impreparati ad affrontare nuovi disastri naturali – continua Pezzati –. Già oggi, a causa della durissima siccità che colpisce queste aree dell’Africa, molti dei sistemi idrici installati da Oxfam stanno diventando insufficienti a garantire l’acqua necessaria alle comunità più colpite, e molti pastori e piccoli allevatori, ad esempio, sono costretti a migrare per cercare nuovi pascoli. In Corno d’Africa sono già morti oltre 13 milioni di capi di bestiame a causa della siccità. Nel frattempo in Sud Sudan le inondazioni stanno spazzando via le strutture igienico-sanitarie, inquinando e quindi rendendo inservibili le fonti d’acqua dolce disponibili. Mentre aumenta la diffusione di malattie, come il colera, che vengono contratte per l’uso di acqua contaminata”.Medio Oriente verso aumento esponenziale del prezzo dell’acqua – Un’altra delle aree più colpite dalla crisi idrica è e sarà il Medio Oriente, dove entro il 2040 le precipitazioni potrebbero calare al punto tale da provocare una forte diminuzione della portata dei fiumi e dei livelli di acqua disponibile nei bacini idrici. Le ondate di calore aumenteranno del 16%, provocando un crollo della produttività del lavoro del 7%, mentre i prezzi dell’acqua aumenteranno esponenzialmente di pari passo con una sempre maggiore necessità e domanda d’acqua. Tutto questo provocherà anche un aumento dell’insicurezza alimentare in Paesi spesso già attraversati da conflitti lunghissimi e atroci, come lo Yemen e la Siria; o in Paesi come l’Iraq, (uno degli stati al mondo più vulnerabili agli effetti della crisi climatica) che sta già affrontando una delle più gravi siccità di sempre, che ha colpito un’area vastissima del Paese. Al momento 7 milioni di persone sono senz’acqua, cibo ed elettricità e tanti agricoltori sono costretti ad abbandonare terreni e animali per migrare verso città e centri urbani. Nella provincia di Diyala, nel nord dell’Iraq, ad esempio, le alte temperature hanno prosciugato le riserve d’acqua da cui dipende la sussistenza della popolazione, compreso il lago artificiale Hamrin, che in buona parte è diventato una pianura desertica.In Asia il livello del mare potrebbe salire di mezzo metro entro il 2100 – In Asia, invece, vastissime aree saranno colpite dall’innalzamento del livello del mare, che potrebbe superare il mezzo metro entro il 2100 e dallo scioglimento dei ghiacciai. Questo provocherà inondazioni e renderà inservibili molte delle falde acquifere da cui dipendono centinaia di milioni di persone, lungo le zone costiere. Le ondate di calore aumenteranno in media dell’8% e la produttività del lavoro calerà del 7%, con un conseguente aumento della povertà e delle migrazioni. Uno scenario in cui malattie come la malaria e la dengue potrebbero crescere del 183%.I fattori che aggravano la crisi idrica globale – Se i cambiamenti climatici sono il fattore scatenante della crisi idrica globale che ci troviamo di fronte, sono diverse le concause che stanno lasciando milioni di persone nei Paesi più poveri e vulnerabili del tutto impreparate ad affrontarne le conseguenze, lungo un trend destinato a peggiorare nel tempo. Tanti gli esempi: decenni di investimenti insufficienti nei sistemi idrici, una gestione inadeguata del sistema delle acque, l’erosione, l’inquinamento e lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere sotterranee, solo per citarne alcuni. Mancano all’appello 2,5 miliardi di dollari per affrontare l’emergenza – Nonostante quanto sta già accadendo e le previsioni per il prossimo futuro, l’anno scorso da parte dei Paesi donatori è stato finanziato appena il 32% dei 3,8 miliardi di dollari richiesti dalla Nazioni Unite per garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari adeguati nelle aree di crisi più colpite, lasciando i Paesi più a rischio di scarsità d’acqua, senza le risorse necessarie per gli investimenti in infrastrutture idriche adeguate ed essenziali. “Continuando con gli attuali livelli di emissioni stiamo andando incontro ad uno scenario drammatico. – conclude Pezzati – Le nazioni ricche e più inquinanti, non possono continuare a far finta di nulla, al contrario è cruciale che riducano immediatamente e drasticamente le loro emissioni e che aumentino gli aiuti ai Paesi più poveri e a rischio. Siamo ancora ancora in tempo per correggere la rotta, ma dobbiamo agire in fretta!”. L’appello ai Governi: servono 114 miliardi l’anno per affrontare la crisi idrica globale – Oxfam lancia quindi un appello urgente ai Governi perché riorientino importanti investimenti nell’adeguamento dei sistemi idrici nazionali, rendendola una priorità politica;sostengano l’obiettivo delle Nazioni Unite di destinare 114 miliardi di dollari all’anno per affrontare l’emergenza idrica e igienico-sanitaria a livello globale. Risorse fondamentali per salvare tantissime vite oggi e che avranno un impatto positivo per il raggiungimento di quasi tutti gli altri obiettivi definiti dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. LEGGI TUTTO

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    Softlab precisa: Tavolo di Crisi interessa la Softlab Tech

    (Teleborsa) – Softlab, azienda quotata su Euronext Milan e attiva nel Business Advisory, ICT Consulting e Digital Entertainment, ha precisato che il Tavolo di Crisi convocato dal MIMIT per il 6 settembre concerne Softlab Tech e, in particolare, i suoi stabilimenti campani.”Contrariamente a quanto sembra emergere dalle erronee informazioni diffuse, si ribadisce che la società non è direttamente interessata da questo Tavolo di Crisi”, si legge in una nota.Softlab Tech fa comunque parte del gruppo Softlab, che opera nel mercato dell’ICT Consulting, Technology Solution e Business Advisory con un organico di oltre 1.200 dipendenti. Del gruppo fa parte anche Softlab SpA, quotata su Borsa Italiana.(Foto: Carrie Allen www.carrieallen.com on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, Freddie Mac: tassi sui mutui a 30 anni ai massimi dal 2001

    (Teleborsa) – Il mutuo a tasso fisso trentennale era in media del 7,23% al 24 agosto 2023 negli Stati Uniti, in aumento rispetto al 7,09% della settimana scorsa e al 5,55% di un anno fa. Il mutuo a tasso fisso a 15 anni è stato in media del 6,55%, al di sopra del 6,46% della settimana scorsa e del 4,85% di un anno fa. Lo ha comunicato la Freddie Mac, impresa privata con sostegno governativo che è specializzata nell’emissione di mutui ipotecari e nella loro rivendita sul mercato secondario.”Questa settimana, i mutui trentennali a tasso fisso hanno raggiunto il livello più alto dal 2001 e le indicazioni di una continua forza economica continueranno probabilmente a mantenere una pressione al rialzo sui tassi nel breve termine”, ha affermato Sam Khater, capo economista di Freddie Mac.”Mentre i tassi rimangono alti e l’offerta di case invendute è tristemente bassa, i dati più recenti mostrano che le vendite di case esistenti continuano a diminuire – ha aggiunto l’esperto – Tuttavia, ci sono un po’ più di nuove case disponibili, e le vendite di queste nuove case continuano ad aumentare, contribuendo a fornire un modesto sollievo alla difficile situazione dell’inventario immobiliare”. LEGGI TUTTO