Agosto 2023

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    Da tassa su banche a salario minimo, Meloni a 360 gradi: cosa ha detto

    (Teleborsa) – “Certo che la rifarei, è una iniziativa che ho voluto io”, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni tira dritto e intervistata da Corriere, Repubblica e La Stampa, ha trattato i principali temi dell’attualità politica in un colloquio a 360 gradi in cui rivendica l’azione del Governo. “Ho massimo rispetto del sistema bancario e non ho intenzione di colpire le banche. Ma c’era una situazione di squilibrio”, spiega la Premier sottolineando che “Il sistema bancario è stato veloce ad alzare i tassi dei mutui, ma ha lasciato invariati i tassi che venivano riconosciuti ai risparmiatori e si è creata una distorsione”.Netta anche la posizione sul salario minimo: “ho detto una cosa precisa: diamo sessanta giorni al Cnel, in tempo per la legge di bilancio, per fare una proposta complessiva di lotta al lavoro povero che può prevedere per alcune categorie il tema del salario minimo”.”Ciò che escludo – aggiunge – è che si possa affrontare con un singolo e generalizzato provvedimento sul salario minimo, una questioneche esiste e che è quella delle basse paghe”. Meloni si è anche detta colpita dalla proposta di legge delle opposizioni, dove “è previsto un fondo per gli imprenditori che dovranno aumentare i salari. Giusto – osserva -. Ma non immaginano una copertura e dicono che questo dipende dal governo. Curioso, no? A casa mia si chiama gioco del cerino”. “Al tavolo – rivela Meloni – loro hanno ammesso di sapere che il salario minimo non risolverà la questione del lavoro povero, però siccome hanno iniziato una raccolta di firme, la portano avanti”. LEGGI TUTTO

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    Wall Street attende dati macro, giù Tesla dopo taglio prezzi

    (Teleborsa) – In recupero Wall Street, che sale rispetto all’apertura, con il Dow Jones che si ferma a 35.250 punti, mentre, al contrario, lieve aumento per l’S&P-500, che si porta a 4.476 punti. In frazionale progresso il Nasdaq 100 (+0,65%); come pure, poco sopra la parità l’S&P 100 (+0,41%).Informatica (+1,20%) e telecomunicazioni (+0,53%) in buona luce sul listino S&P 500. Nel listino, i settori utilities (-0,77%) e energia (-0,58%) sono tra i più venduti.Il clima è comunque attendista, in quanto nella giornata odierna non ci sono dati macroeconomici rilevanti, mentre in settimana l’attenzione è focalizzata soprattutto sui verbali della riunione di luglio della Fed. Gli investitori aspettano anche le trimestrali di alcuni colossi del settore retail come Home Depot (martedì), Target (mercoledì), Walmart (giovedì), per cercare indicazioni sulla salute dei consumatori statunitensi tra pressioni inflazionistiche persistenti e tassi di interesse elevati. Inoltre, domani saranno diffusi i dati sulle vendite al dettaglio.Tra le azioni interessate da annunci societari, ci sono quello di Tesla (ha dichiarato di aver tagliato i prezzi in Cina per alcune versioni della Model Y), Nikola (ha dichiarato che sta richiamando tutti i camion elettrici a batteria consegnati fino ad oggi e che sta sospendendo le vendite dopo un’indagine sui recenti incendi), US Steel (ha rifiutato un’offerta di acquisto da Cleveland-Cliffs e ha dichiarato che avrebbe rivisto le sue opzioni).In cima alla classifica dei colossi americani componenti il Dow Jones, Merck (+1,10%), Visa (+1,10%), Salesforce (+0,86%) e Intel (+0,75%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Goldman Sachs, che ottiene -1,17%. Tentenna 3M, con un modesto ribasso dell’1,12%. Giornata fiacca per Caterpillar, che segna un calo dello 0,94%. Piccola perdita per Walgreens Boots Alliance, che scambia con un -0,85%.Sul podio dei titoli del Nasdaq, Micron Technology (+5,19%), Nvidia (+5,08%), Marvell Technology (+3,45%) e DexCom (+3,24%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Moderna, che continua la seduta con -2,90%. Calo deciso per MercadoLibre, che segna un -2,26%. Sotto pressione Illumina, con un forte ribasso del 2,21%. Soffre Tesla Motors, che evidenzia una perdita dell’1,91%. LEGGI TUTTO

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    USA, SEC multa revisori in connessione a quotazione Akazoo

    (Teleborsa) – La Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha accusato Crowe UK (società di revisione con sede a Londra), il suo CEO Nigel Bostock e il revisore senior Matthew Stallabrass per la carente revisione della società di streaming musicale Akazoo. Crowe UK, Bostock e Stallabrass hanno concordato di saldare le accuse della SEC.Secondo l’ordine della SEC, Crowe UK ha emesso un rapporto di revisione contabile del bilancio 2018 di Akazoo. Tuttavia, dopo che Akazoo si è quotata a settembre 2019 tramite fusione con una SPAC, è emerso che i rendiconti finanziari della società del 2018 dichiaravano falsamente 120 milioni di dollari di entrate, quando Akazoo aveva in realtà solo entrate trascurabili.L’ordinanza rileva che Crowe UK ha affermato di aver condotto l’audit del 2018 in conformità con gli standard del Public Company Accounting Oversight Board (PCAOB) quando, in realtà, il suo team di audit su Akazoo non aveva quasi alcuna esperienza o formazione sugli standard PCAOB. Inoltre, l’ordinanza rileva che il gruppo di audit ha trascurato i segnali d’allarme quando, ad esempio, non ha esercitato un livello adeguato di cura professionale o scetticismo quando Akazoo ha presentato accordi falsi e lettere di conferma non autentiche. L’ordinanza rileva che Crowe UK ha rilasciato dichiarazioni false quando ha affermato che Akazoo ha presentato correttamente i suoi rendiconti finanziari.”L’incapacità di Crowe UK di controllare adeguatamente Akazoo ha contribuito all’aria di legittimità che ha consentito ad Akazoo di diventare una società quotata in borsa – ha affermato Eric Werner, direttore regionale dell’ufficio di Fort Worth – Continueremo a ritenere responsabili i gatekeeper, in particolare quelli i cui fallimenti professionali consentono alle frodi finanziarie di entrare nei nostri mercati pubblici”.Senza ammettere o negare le conclusioni della SEC, Crowe UK, Bostock e Stallabrass hanno concordato di saldare le accuse e pagare sanzioni di 750.000, 25.000 e 10.000 dollari, rispettivamente. LEGGI TUTTO

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    Gruppo BCC Iccrea, utile 1° semestre sale a 797 milioni di euro

    (Teleborsa) – Il Gruppo BCC Iccrea, il maggior gruppo bancario cooperativo italiano, ha chiuso il primo semestre del 2023 con un utile netto pari a 797 milioni di euro (683 milioni di euro nel primo semestre 2022, +16,6%). In termini di ricavi, 2023 ha riportato un margine di intermediazione di 2.697 milioni di euro (+9,1% sul primo semestre 2022) grazie alla positiva dinamica del margine di interesse, pari a 1.948 milioni di euro (+16,7% circa sul primo semestre 2022). Andamento positivo anche per le commissioni nette che si sono attestate a 672 milioni di euro (+1,9% rispetto al primo semestre 2022).Le rettifiche nette per rischio di credito sono risultate pari a 195 milioni (182 milioni di euro nel primo semestre 2022) finalizzate a mantenere un prudente e significativo presidio del rischio di credito. Il costo del rischio (annualizzato) è pari a 44 bps.I finanziamenti netti alla clientela si sono attestati a 89,6 miliardi di euro (90,9 miliardi di euro a fine anno 2022); il livello di qualità creditizia risulta stabile rispetto a fine anno 2022 con un NPL ratio lordo del 4,5% e un NPL ratio netto dell’1,5%. Resta elevato ed in ulteriore crescita il livello delle coperture (coverage ratio) sui crediti deteriorati pari al 69,3% (67,4% a fine 2022). Includendo gli effetti del recente accordo per la vendita di 570 milioni di euro di sofferenze e inadempienze probabili, il rapporto NPL ratio lordo si attesterebbe a circa il 4% e NPL ratio netto all’1,4%.La raccolta diretta da clientela si attesta a 126,3 miliardi di euro (128,3 miliardi di euro a dicembre 2022).Grazie al risultato di periodo si pongono in ulteriore crescita (e ai vertici di sistema) i coefficienti patrimoniali: il CET1 ratio, pari al 19,9% e il TC ratio pari al 21,1%, largamente al di sopra dei requisiti. LEGGI TUTTO

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    Prezzi, in arrivo stangata d’autunno: +1.601 euro a famiglia

    (Teleborsa) – Al ritorno dalle vacanze estive gli italiani si ritroveranno ad affrontare una stangata d’autunno pari, in media, a +1.601 euro a famiglia. È quanto emerge da uno studio di Assoutenti sulle spese che attendono le famiglie a partire dal prossimo settembre fino a fine anno, prendendo in esame 5 voci di spesa: alimentari (+205 euro), scuola (+95 euro), mutui (+1.170 euro), benzina (+103 euro) e ristorazione (+28 euro).La prima voce che interesserà gli italiani di rientro dalle ferie estive è quella legata all’alimentazione, con frigoriferi e dispense che dovranno essere riforniti. Oggi i prodotti alimentari nel loro insieme costano il 10,7% in più rispetto allo scorso anno, un trend che se dovesse confermarsi anche nei prossimi mesi porterebbe la spesa per cibi e bevande di una famiglia tipo a salire nel periodo settembre-dicembre di ben +205 euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.A settembre riapriranno poi le scuole, e già si preannuncia un salasso sulla spesa legata al materiale scolastico: i prodotti di cartoleria registrano un incremento medio del 9,2% su base annua, a causa dei rincari delle materie prime e dei maggiori costi di produzione. Una famiglia che deve acquistare da zero per il proprio figlio tutto il corredo per l’intero anno scolastico (zaino, diario, astuccio, penne, matite, quaderni, ecc.) si ritrova così a spendere circa 50 euro in più rispetto al 2022, a cui si dovranno aggiungere i rincari per i libri di testo (la cui spesa totale a studente varia dai 300 euro della prima media ai 600 euro del liceo, compresi i dizionari). Su tale fronte i sindacati di categoria parlano già di aumenti medi del 10% su base annua, che porterebbero la spesa media per i testi scolastici a salire di circa 45 euro rispetto allo scorso anno, con un aggravio totale per la voce “scuola” pari a +95 euro a studente.Più caro anche spostarsi in auto. Considerati i prezzi medi mensili dei carburanti forniti dal Mase, nel periodo settembre-dicembre 2022 il prezzo della benzina si è attestato a una media di 1,679 euro al litro, mentre oggi un litro di verde costa in media 1,938 euro al litro. Se i listini alla pompa dovessero mantenersi ai livelli attuali, la spesa per i rifornimenti, ipotizzando due pieni al mese a famiglia, salirebbe nell’ultimo quadrimestre per un totale di 103 euro a nucleo rispetto a quanto speso negli stessi 4 mesi del 2022. Si apre poi il fronte dei mutui. A settembre, ottobre e dicembre sono previste le riunioni mensili della Bce nel corso delle quali, come già annunciato dalla presidente Lagarde, saranno disposti ulteriori rincari dei tassi di interesse, dopo l’ultimo aumento deciso a luglio. Oggi un mutuo a tasso variabile dell’importo medio di 125mila euro a 25 anni (la categoria di finanziamento per acquisto prima casa più diffusa in Italia) costa in media il 60% in più rispetto a inizio 2022, con la rata mensile salita in media di circa 270 euro. Ipotizzando un ritocco dei tassi dello 0,25% in tutte e tre le riunioni Bce, la spesa per le rate mensili del periodo settembre-dicembre risulterebbe più cara complessivamente di circa +1.170 euro rispetto al 2022. Sarà più caro anche mangiare nei ristoranti e consumare nei bar, considerati i rincari scattati nei locali pubblici di tutta Italia: in questo comparto l’aggravio di spesa sarà di circa +28 euro a famiglia in 4 mesi.Accanto a tali voci, altri settori stanno rialzando la testa e rischiano di aggravare la spesa degli italiani. È il caso delle assicurazioni, con le polizze sui mezzi di trasporto che nell’ultimo mese sono aumentate del +3,3% su base annua, o delle spese bancarie che salgono del 6,4% su anno.Discorso a parte meritano le bollette luce e gas. Attualmente le tariffe appaiono stabili, ma con la ripresa della domanda nei mesi autunnali i prezzi dell’energia sui mercati internazionali potrebbero subire un nuovo scossone, con effetti diretti sulle bollette degli italiani – avverte Assoutenti –. Occorrerà quindi attendere i prossimi mesi per capire come si evolverà lo scenario energetico e quali saranno le ripercussioni sulle tasche delle famiglie.Possibili risparmi dal paniere trimestrale anti-inflazione. “Gli italiani devono prepararsi ad una stangata autunnale causata dai forti incrementi di prezzi e tariffe in diversi settori, ma c’è una novità – afferma il presidente di Assoutenti Furio Truzzi –. Il prossimo ottobre scatterà infatti il paniere trimestrale anti-inflazione voluto dal Governo, una misura che potrebbe determinare risparmi in favore delle famiglie. Un eventuale abbattimento dei prezzi del 10% per il cosiddetto ‘carrello della spesa’ nei tre mesi di applicazione del paniere determinerebbe un risparmio medio di 155,3 euro a trimestre per la famiglia “tipo”, di cui circa 140 euro solo per la spesa alimentare. Risparmio che sale a 211,2 euro per un nucleo con due figli, 192 euro in meno solo per cibi e bevande. Proiettando tali numeri sulla totalità delle famiglie italiane, il risparmio complessivo nei tre mesi di applicazione del paniere raggiungerebbe in totale i 4 miliardi di euro. Si tratta ovviamente di mere stime su cui incideranno diverse variabili, come la gamma di prodotti che sarà inserita nel paniere, il taglio dei prezzi operato da grande distribuzione e commercianti e l’adesione da parte dei consumatori, ma che danno l’idea di come la riduzione dei listini al dettaglio impatti sulle tasche della collettività”. LEGGI TUTTO

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    OPA Exprivia, adesioni al 4,2%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di acquisto (OPA) volontaria totalitaria promossa da Abaco3 sulle azioni ordinarie di Exprivia, società quotata su Euronext Milan e attiva nello sviluppo di tecnologie software innovative e di prestazione di servizi IT, risulta che oggi, 14 agosto 2023, sono state presentate 55.479 richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesioni sono a quota 960.696, pari al 4,259% dell’offerta.L’offerta è iniziata il 24 luglio 2023 e terminerà il 4 settembre 2023. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Exprivia acquistate sul mercato nei giorni 1 e 4 settembre 2023 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

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    Borse europee poco mosse, Milano positiva grazie alle banche

    (Teleborsa) – Seduta poco mossa per i mercati finanziari del Vecchio Continente, mentre si sono registrati acquisti sul FTSE MIB, in una seduta priva di spunti e contraddistinta da volumi sottili, come accade solitamente nella settimana di Ferragosto.Seduta in frazionale ribasso per l’Euro / Dollaro USA, che lascia, per ora, sul parterre lo 0,39%. L’Oro continua la seduta sui livelli della vigilia, riportando una variazione pari a -0,14%. Seduta in frazionale ribasso per il petrolio (Light Sweet Crude Oil), che lascia, per ora, sul parterre lo 0,56%.Sulla parità lo spread, che rimane a quota +166 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 4,27%.Tra i listini europei si muove in modesto rialzo Francoforte, evidenziando un incremento dello 0,46%, discesa modesta per Londra, che cede un piccolo -0,23%, e ferma Parigi, che segna un quasi nulla di fatto.Seduta in lieve rialzo per Piazza Affari, con il FTSE MIB, che avanza a 28.436 punti; sulla stessa linea, il FTSE Italia All-Share procede a piccoli passi, avanzando a 30.450 punti. In moderato rialzo il FTSE Italia Mid Cap (+0,24%); sulla stessa linea, leggermente positivo il FTSE Italia Star (+0,49%).In cima alla classifica dei titoli più importanti di Milano, troviamo Banca MPS (+6,32%), BPER (+2,65%), Interpump (+2,17%) e Telecom Italia (+2,14%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Iveco, che chiude le contrattazioni a -1,41%. Pensosa CNH Industrial, con un calo frazionale dello 0,99%. Tentenna Leonardo, con un modesto ribasso dello 0,76%.Tra i migliori titoli del FTSE MidCap, Alerion Clean Power (+3,00%), Juventus (+2,46%), Caltagirone SpA (+1,72%) e Illimity Bank (+1,66%).Le peggiori performance, invece, si registrano su Industrie De Nora, che ottiene -4,23%. CIR scende dell’1,62%. Giornata fiacca per MARR, che segna un calo dell’1,38%. Piccola perdita per Zignago Vetro, che termina con un -1,25%. LEGGI TUTTO

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    Argentina, banca centrale aumenta il tasso ufficiale al 118%

    (Teleborsa) – Il Directorio del Banco Central de la República Argentina (BCRA) ha deciso di alzare il tasso di politica monetaria di 21 punti percentuali. In tal modo, il tasso di interesse annuo nominale delle Letras de Liquidez (Leliq) a 28 giorni è salito al 118% (209% in termini effettivi annui, TEA).L’autorità monetaria “ritiene opportuno riadeguare il livello dei tassi di interesse degli strumenti di regolazione monetaria, in linea con la ricalibrazione del livello del cambio ufficiale – si legge in una nota – Ciò, al fine di ancorare le aspettative di cambio e minimizzare il grado di trasferimento sui prezzi, tende a rendimenti reali positivi sugli investimenti in valuta locale e favorisce l’accumulo di riserve internazionali”.Dopo il sorprendente risultato elettorale delle primarie presidenziali di domenica, che ha sancito una netta sconfitta della coalizione di governo peronista (Union por la Patria – Up) e la forte ascesa del candidato ultraliberista, Javier Milei, la banca centrale ha anche attuato una svalutazione del 18% del peso rispetto al dollaro, con il biglietto verde che viene scambiato ufficialmente adesso a 350 pesos contro i 287 della chiusura di venerdì. LEGGI TUTTO