Settembre 2023

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    Fed, Collins: questa fase del ciclo di inasprimento richiede pazienza

    (Teleborsa) – “Questa fase del nostro ciclo di politica monetaria richiede pazienza e una valutazione olistica dei dati, mentre manteniamo la rotta. Prevedo che dovremo mantenere i tassi a livelli restrittivi per un po’ di tempo. E anche se potremmo essere vicini, o addirittura al, livello massimo dei tassi ufficiali, a seconda dei dati in arrivo potrebbe essere giustificato un ulteriore inasprimento”. Lo ha affermato la presidente della Federal Reserve di Boston, Susan Collins, in un discorso presso il New England Council.”La pazienza ci darà il tempo di separare meglio il “segnale” dal “rumore” mentre valutiamo i dati disponibili – ha aggiunto – e per bilanciare i rischi, poiché gli effetti di una politica più restrittiva continuano a farsi sentire sull’economia”.Secondo Collins, nell’esaminare i dati economici, è importante cercare modelli e tendenze che mostrino “sia riduzioni sostenute dell’inflazione, sia progressi verso l’obiettivo sottostante di riportare domanda e offerta in un migliore equilibrio”.Fin qui, “ci sono sviluppi promettenti, ma data la continua forza della domanda, la mia opinione è che sia semplicemente troppo presto per prendere i recenti miglioramenti come prova che l’inflazione è su un percorso sostenuto per tornare al 2%”, ha sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Turchia, Erdogan: inflazione rallenterà con politica monetaria restrittiva

    (Teleborsa) – Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha detto che la Turchia utilizzerà una “politica monetaria restrittiva” e che “con il sostegno di una politica monetaria restrittiva, l’inflazione sarà a una cifra”. Nonostante si tratti di quello che la teoria economica prescrive in caso di prezzi al consumo fuori controllo, i commenti del leader turco segnano una deviazione dalle sue argomentazioni precedenti, in cui sosteneva che costi di finanziamento più elevati causano un’inflazione più elevata.Le dichiarazioni sono arrivate in occasione della presentazione del programma economico a medio termine del governo. Il vicepresidente Cevdet Yilmaz ha affermato che si prevede che l’economia turca crescerà del 4% l’anno prossimo, del 4,5% nel 2025 e del 5% nel 2026, secondo un resoconto dell’agenzia di stampa statale Anadolu.Secondo Yilmaz, il tasso di inflazione di fine anno della Turchia dovrebbe attestarsi al 65% quest’anno, al 33% l’anno prossimo, al 15,2% nel 2025 e all’8,5% nel 2026.La Turchia, per la prima volta, prevede di unirsi ai paesi ad alto reddito con dimensioni economiche superiori a 1,3 trilioni di dollari entro la fine del 2026, raggiungendo un reddito pro capite di 14.855 dollari, ha spiegato il presidente Erdogan. LEGGI TUTTO

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    USA, deficit commerciale luglio sale a 65 miliardi sotto attese

    (Teleborsa) – Cresce il deficit commerciale americano. Nel mese di luglio, la bilancia commerciale ha mostrato un disavanzo di 65 miliardi di dollari, in aumento rispetto al passivo di 63,70 miliardi di dollari di giugno (dato rivisto da -65,50 miliardi).Il dato, comunicato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio americano, risulta migliore delle stime degli analisti, che erano per un disavanzo in aumento fino a 68 miliardi di dollari. Le esportazioni sono aumentate a 251,66 miliardi, mentre le importazioni sono salite a 316,70 miliardi di dollari. LEGGI TUTTO

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    BCE, Kazimir: serve un altro rialzo dei tassi, preferibilmente settimana prossima

    (Teleborsa) – “Non esiste una risposta chiara” alla domanda se la Banca centrale europea (BCE) aumenterà i tassi alla riunione della prossima settimana. Lo ha affermato Peter Kazimir, governatore della National Bank of Slovakia (NBS) e membro del consiglio direttivo della BCE, in un post sul sito della banca centrale slovacca, aggiungendo che “nessuno ce l’ha oggi”.”Ciò che sappiamo sono nuovi dati sull’inflazione e sulla situazione del mercato del lavoro – ha spiegato il banchiere centrale – L’andamento dell’inflazione nell’Eurozona nel mese di agosto ha confermato che è chiaramente troppo presto per dichiarare vittoria. L’inflazione resta ostinatamente elevata e le aspettative di inflazione restano troppo al di sopra del nostro obiettivo del 2%.Secondo Kazimir, “è quindi necessario fare un ulteriore passo. Come si suol dire, meglio prevenire che curare”.Il numero uno della NBS ha quindi delineato due percorsi: “Un’opzione è quella di prendersi una pausa a settembre e, se necessario, realizzare un altro aumento (si spera definitivo) di 25 punti base in ottobre o dicembre. La seconda opzione mi sembra preferibile, ragionevole. Si prevede di fornire altri 25 punti base la prossima settimana e poi prendere una pausa”.Quest’ultima, “è una soluzione più semplice ed efficiente. I mercati ricevono indicazioni più chiare sul probabile tasso terminale e abbiamo più tempo per valutare se l’inflazione si trova su un percorso discendente sostenibile verso il nostro obiettivo”. LEGGI TUTTO

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    General Mills conferma guidance per intero esercizio

    (Teleborsa) – General Mills, una delle più importanti multinazionali statunitensi attive nella produzione di alimenti, ha confermato i suoi obiettivi finanziari per l’intero anno fiscale 2024: vendite nette organiche aumenteranno del 3-4%; utile operativo rettificato aumenterà dal 4 al 6% a valuta costante; EPS rettificato aumenterà dal 4 al 6% a valuta costante. La comunicazione è arrivata in connessione alla partecipazione alla Barclays Global Consumer Staples Conference.”Siamo entrati nell’anno fiscale 2024 con una forte attenzione all’evoluzione del contesto esterno, caratterizzato da un’inflazione moderata, dalla stabilizzazione delle catene di approvvigionamento e da un consumatore resiliente ma sempre più cauto”, ha affermato Jeff Harmening, presidente e amministratore delegato di General Mills.”Mentre ci muoviamo in questo panorama dinamico, restiamo impegnati a mettere in pratica le nostre priorità chiave per quest’anno, ovvero continuare a competere in modo efficace, migliorare l’efficienza della nostra catena di fornitura e mantenere il nostro approccio disciplinato all’allocazione del capitale”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    WIIT, upgrade di TP ICAP Midcap a Buy

    (Teleborsa) – TP ICAP Midcap ha confermato il target price (a 22,5 euro per azione) e migliorato il giudizio (a Buy da Hold) su WIIT, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nel mercato del Cloud Computing, dopo che ieri la società ha firmato un contratto della durata di sei anni, per un valore complessivo di oltre 6 milioni di euro, con PAM Panorama, azienda Italiana del nord-est fra le principali del settore della grande distribuzione.”Pur rimanendo per il momento invariate le nostre stime di crescita organica a medio termine (tra 5,5% e 7%), approfittiamo di questo annuncio per alzare il rating a Buy (da Hold), considerando che la valutazione è ormai diventata nuovamente più attraente dopo il calo del corso azionario degli ultimi mesi”, scrivono gli analisti di TP ICAP Midcap.Tra gli altri analisti, Equita ha confermato il Buy, scrivendo che è sostenuto da “crescita organica strutturale, la visibilità a lungo termine dei ricavi, elevata redditività, alta conversione dell’EBITDA in cassa (che migliorerà nel 2024 con la fine dei Capex di upgrade dei data center sostenuti nel 2022-23) e il forte track record nel M&A (ultimo esempio: l’integrazione di ERP Tech in soli 12 mesi)”. Il target price è fissato a 26 euro per azione.Intesa Sanpaolo ha affermato di apprezzare l’operazione, che rappresenta “un’ulteriore conferma della capacità dell’azienda di attrarre nuovi importanti clienti, supportando al contempo la visibilità sulle performance attese del gruppo”. Anche in questo caso il rating è Buy, con target price a 30 euro per azione.(Foto: Bethany Drouin) LEGGI TUTTO

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    Scuola: PIL sull’istruzione in calo al 4,1%

    (Teleborsa) – La ripresa dell’anno scolastico, il primo dalla fine ufficiale dell’emergenza sanitaria da Covid-19 annunciata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, non ha cancellato l’impoverimento educativo generato dalla pandemia sull’apprendimento e sul benessere psicologico delle studentesse e degli studenti, soprattutto tra i minori in svantaggio socioeconomico. Se la pandemia ha rimesso al centro l’importanza degli investimenti sull’istruzione, dopo l’emergenza la percentuale di PIL investita dal nostro Paese in questo settore è tornata a scendere al 4,1%, contro una media europea del 4,8%, a cui si aggiunge la carenza di servizi come asili nido, mense e tempo pieno, che restano ancora appannaggio di pochi. La copertura nelle strutture educative 0-2 anni pubbliche e private nell’anno educativo 2021/2022 è pari a 28 posti disponibili per 100 bambini residenti, ancora ben al di sotto dell’obiettivo europeo del 33% entro il 2010 e molto lontano dal nuovo obiettivo stabilito a livello europeo del 45% entro il 2030. Secondo gli ultimi dati disponibili (a.s. 2021/2022) ancora solo il 38,06% delle classi della scuola primaria è a tempo pieno (sebbene in crescita rispetto a 5 anni prima, 32,4% nell’a.s. 2017/2018) e poco più della metà degli alunni della primaria frequenta la mensa scolastica (54,9%, contro 51% dell’a.s. 2017/2018). Queste sono alcune evidenze emerse dal Rapporto “Il Mondo in una classe. Un’indagine sul pluralismo culturale nelle scuole italiane”, diffuso oggi da Save the Children in vista della riapertura delle scuole: una fotografia delle diseguaglianze educative che compromettono i percorsi di crescita di bambine, bambini e adolescenti in Italia.”Non sorprende – sottolinea Save the Children in una nota – che la dispersione scolastica in Italia sia superiore rispetto alla media europea (rispettivamente 11,5% e 9,6% nel 2022)[4] e che l’8,7% di studenti si trovi in condizione di dispersione implicita (secondo i dati INVALSI del 2023), percentuale in diminuzione rispetto allo scorso anno, ma ancora più elevata rispetto a quella registrata prima della pandemia (era del 7,5% nel 2019). Gli studenti che si trovano in condizione di dispersione implicita sono studenti che, pur ottenendo il diploma di scuola superiore, non raggiungono i livelli di competenze richieste nelle prove di italiano, matematica e inglese, bensì mostrano livelli corrispondenti agli obiettivi formativi previsti per gli studenti di terza media.In uno scenario in cui la scuola italiana è alle prese con un numero sempre minore di studenti, a causa del calo demografico che da anni investe il nostro Paese (rispetto a 7 anni fa, quasi 71mila bambini in meno hanno varcato la soglia della scuola elementare, 511.485 nell’a.s. 2015/16, 440.733 nell’a.s. 2021/22).) e con classi sempre più multiculturali, quest’anno il Rapporto annuale sulla scuola di Save the Children mette a fuoco i percorsi educativi degli studenti con background migratorio, evidenziando l’opportunità per il nostro Paese di riconoscere e valorizzare le diversità a scuola e superare gli stereotipi legati al percorso migratorio, con proposte capaci di sostenere una scuola inclusiva e multiculturale. Stiamo parlando di più di 800mila minori, pari ad oltre 1 su 10 (10,6%) tra gli iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie nel nostro Paese. Il mancato riconoscimento della cittadinanza italiana ha un impatto sul successo scolastico e segna il loro percorso di crescita e di formazione rispetto ai coetanei. Molti studenti con background migratorio, pur nascendo o crescendo in Italia, hanno meno opportunità rispetto ai loro compagni di scuola, a partire dall’inserimento alla scuola dell’infanzia, al ritardo scolastico dovuto alla collocazione in classi inferiori a quelle corrispondenti all’età anagrafica o alla mancata ammissione all’anno successivo, fino all’abbandono precoce, passando in alcuni territori anche per il cosiddetto fenomeno del white flight, ovvero lo spostamento, da parte delle famiglie italiane, di bambini e adolescenti verso scuole situate in aree urbane centrali, con il conseguente aumento della concentrazione di alunni stranieri nelle scuole periferiche e il distanziamento, non solo fisico, ma anche sociale e culturale tra studenti di origine italiana e studenti con background migratorio. Il percorso scolastico di queste bambine, bambini e adolescenti nel nostro Paese è reso ancora più difficile dalla mancanza del riconoscimento della cittadinanza italiana. Questi studenti incontrano maggiori difficoltà, ad esempio, a partecipare a gite scolastiche e scambi culturali all’estero, riservati spesso ai soli cittadini comunitari, o a competizioni sportive, e, successivamente, anche ad accedere all’Università o ai concorsi pubblici.Nel nostro Paese, – rileva il Rapporto – solo il 77,9% dei bambini con cittadinanza non italiana è iscritto e frequenta la scuola dell’infanzia (percentuale che sale all’83,1% per i nati in Italia) contro il 95,1% degli italiani, sperimentando così, fin dai primi anni di vita, percorsi scolastici e educativi diversi, che incidono sui risultati e sulle opportunità future. Tra gli studenti con background migratorio si registrano maggiori ritardi scolastici, casi di dispersione e abbandono scolastico. Mentre gli studenti di origine italiana in ritardo nell’anno scolastico 2021/22 rappresentavano l’8,1%, quelli con cittadinanza non italiana erano il 25,4%, con un divario che diventa ancora più allarmante nella scuola secondaria di II grado (16,3% contro il 48,4%).Le disuguaglianze si rilevano anche negli apprendimenti. Al termine del primo ciclo di istruzione la percentuale degli studenti che non raggiungono le competenze adeguate in italiano, matematica e inglese (secondo i dati INVALSI del 2023) tra gli immigrati di prima generazione è doppia (26%) rispetto agli studenti italiani o stranieri di seconda generazione. A gravare sul percorso educativo dei minori con background migratorio, anche le condizioni di povertà economica – con un’incidenza del 36,2% della povertà assoluta tra le famiglie con minori composte esclusivamente da stranieri (per le famiglie composte solo da italiani si ferma all’8,3%, per quelle miste arriva al 30,7%) – e l’impatto della pandemia, che ha in molti casi comportato l’interruzione dell’insegnamento della lingua italiana e delle attività extrascolastiche, la mancanza di dispositivi tecnologici per seguire le lezioni, la mancanza di occasioni di socialità e di rapporto scuola-famiglia.”I bambini, le bambine e gli adolescenti, italiani di fatto, ma non per legge, sono più di 800 mila nelle nostre scuole e in costante crescita, ma non beneficiano delle stesse opportunità di sviluppo dei loro coetanei italiani. Il loro percorso formativo è segnato da ostacoli e difficoltà che si manifestano fin dall’infanzia, a partire dall’accesso ai servizi, all’accertamento della carriera scolastica, al riconoscimento della validità dei titoli conseguiti in un altro Paese o alla piena partecipazione alle attività scolastiche e extrascolastiche. Per questo, sono necessari interventi e politiche ampie che sostengano nella scuola e nella società le opportunità date da una società multiculturale e consentano di far fiorire i talenti di tutte le studentesse e gli studenti, cosa di cui, peraltro, il nostro Paese ha un enorme bisogno per il suo sviluppo – ha dichiarato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children –. La scuola è lo spazio per eccellenza dell’incontro e dello scambio tra bambini e ragazzi con provenienze diverse e la relazione è spesso la chiave per avviare un processo di inclusione sociale di successo. Per questo, chiediamo al Governo di investire risorse per valorizzare il pluralismo culturale nelle scuole, potenziando la presenza di mediatori culturali negli istituti con un’alta presenza di alunni con background migratorio, ma anche corsi di italiano e attività di socializzazione extrascolastica, soprattutto nelle aree più svantaggiate e a rischio povertà dove si concentrano le famiglie con entrambi i genitori nati all’estero”.”Da troppo tempo l’Italia attende una riforma legislativa che riconosca piena cittadinanza ai bambini e alle bambine che nascono o giungono da piccoli nel nostro Paese, rafforzando così il senso di appartenenza alla comunità nella quale crescono e spingendo in avanti le loro aspirazioni per il futuro. È un’opportunità che il nostro Paese non può perdere – ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice Programmi Italia Europa di Save the Children –. L’impegno a favore dei percorsi scolastici degli studenti con background migratorio deve inserirsi, a pieno titolo, in un piano di contrasto a tutte le gravi disuguaglianze educative che oggi pregiudicano il futuro dei bambini: le disuguaglianze territoriali (con i gravi divari tra Nord e Sud), quelle legate alla condizione economica delle famiglie, quelle relative al genere, in particolare per l’accesso delle bambine alle discipline scientifiche. Il superamento delle disuguaglianze educative va messo al centro degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, così come dei fondi ordinari e della nuova programmazione europea. Un intervento organico e strutturale a sostegno delle scuole e dei territori che affrontano giornalmente questa sfida è la strada per assicurare davvero, nei fatti, una scuola ‘aperta a tutti‘, come recita la nostra Costituzione”. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di Foxway da parte di Nordic Capital

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione della svedese Foxway da parte di Nordic Capital Fund XI. L’operazione riguarda principalmente il settore IT. Foxway è un fornitore di servizi IT, come soluzioni di circular IT e re-commerce per clienti pubblici e privati, principalmente in Europa. Nordic Capital, un’affiliata di Nordic Capital of Sweden, è un investitore di private equity che si concentra principalmente sulla regione nordica e su selezionati paesi del Nord Europa.La Commissione ha concluso che l’operazione non solleverebbe problemi di concorrenza dato che le società non operano sugli stessi mercati o su mercati verticalmente correlati. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata.(Foto: © andreykuzmin / 123RF) LEGGI TUTTO